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Autore: ___Lils___    27/06/2013    2 recensioni
E' la mia prima storia che tratta dei personaggi di Twilight. La storia parlerà delle "piccole" delle due grandi saghe ovvero Renesmee e Lily Luna. Ho sempre pensato a loro come delle ragazze di straordinaria bellezza e dal carattere rivoluzionario. E dentro la mia testa si è formata l'immagine di queste due insieme e allora è scattata l'idea di questa storia. Ripeto è solo un esperimento non so a quanti piacerà e se piacerà, ma ho voluto mettermi alla prova. Inoltre lo trovo anche un modo per mettere fine a questa guerra tra le saghe e a far capire che si possono amare entrambe o amarne solo una, ma mantenendo il rispetto per l'altra. Eccola qui allora, Renesmee e Lily insieme. Affronteranno pericoli e avventure e forse l'amicizia tra strega e vampira esisterà.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Lily Luna Potter, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Sono seduta  dietro uno dei tanti alberi vicino casa Cullen, il piano di Scorpius fa letteralmente schifo, ma ho promesso a Nessie di ubbidire ed è quello che, controvoglia, sto facendo.
 “Sei pronta? Hai provato a trasformarti?”
Alzo lo sguardo, i suoi capelli biondi vengono smossi dal vento, gli occhi di ghiaccio sono più scuri del solito, come sempre quando è nuvoloso. Sembra teso, preoccupato, tutto d’un tratto gli importa di nuovo di me? Così? All’improvviso?
Annuisco duramente, lui si siede vicino a me, io mi sposto di qualche centimetro e lui sorride: “Non mordo”
Lo guardo con astio, dopo tutto quello che mi ha fatto passare, dopo ogni giorno che pensavo che sarebbe stato meglio morire per lui, dopo che mi sono disperata, che ho provato a non nutrirmi: “No, Scorpius. Tu non mordi, tu trafiggi i cuori con i tuoi gesti, è diverso”
Mi alzo e mi allontano, diretta verso un altro albero, lontano da lui: “Lilian Luna Potter, che ti prende?”
Sento la rabbia crescere in me, cerco di mantenere la calma, ma dato che non posso più respirare, il mio modo classico dell’inspira/espira non mi aiuta, stringo i pugni. Ha anche il coraggio di chiedermi cosa mi prende, mi volto e finisco a pochi centimetri da lui, gli punto il dito dritto sul petto: “Che mi prende? Che mi prende? Te lo dico io che mi prende, mi prende che hai rotto, tu e la tua mente che non riesce a prendere una decisione. Prima mi odi, mi dici che sono un mostro poi torni e mi vuoi salvare, ti siedi vicino a me e fai finta che non sia successo nulla. Bhe, notizia del giorno: hai rovinato tutto! Non puoi comportarti così ora, cos’è ti piace vedermi a pezzi? Perché è questo che stai facendo ora come ora, mi stai facendo a pezzi per l’ennesima volta in pochi mesi. Non sono un giocattolo!”
I suoi occhi sono vuoti, non si leggono emozioni in essi, niente, non una parola, non un gesto, la cosa mi fa imbestialire ancora di più, questo sfacciato di un viziato, sento la mia gola farsi asciutta, il cuore non batte, ma fa male, tanto: “Hai capito?”
Mi fermo, la mia voce si è spezzata e solo a quel punto vedo i suoi occhi rianimarsi, mi guarda come se si fosse reso conto della sofferenza che c’è nell’aria, della mia sofferenza: “Non sono il TUO giocattolo”
Lo continuo a fissare, in questo momento mi ricorda tanto quel bambino di undici anni che veniva a giocare con mio fratello, quello che mi faceva i dispetti, che mi prendeva in giro per poi abbracciarmi, quello che ancora non era un rubacuori, un playboy, quello di cui mi ero innamorata da piccola. Allunga una mano per toccarmi il braccio, ma io indietreggio bruscamente mentre scuoto la testa. Lo sento sospirare e in quel momento l’odore di inchiostro e rose mi arriva al naso, insieme ad una vocetta irritabile e stridula: “Stanno arrivando”
Annuisce, si volta verso il suo di nascondiglio poi torna a guardami: “Trasformati e fai come abbiamo accordato, subito dopo la fine di tutto questo tornerò a Londra, non mi vedrai più, mi dimenticherai.”
“Bene!”
Ci voltiamo insieme, tiro fuori la bacchetta e mi trasformo in una tigre bianca, parto a tutta velocità verso il confine sud della foresta. Ripensandoci quel “bene” alla fine potevo anche risparmiarmelo, dovevo assolutamente dirlo?
Arrivo al punto di incontro e torno normale, mi siedo sull’erba e poggio la schiena su un masso, ha detto che lo dimenticherò, beato lui che la pensa così. Sono immortale e per tutta la mia vita lo rivedrò, sì lo rivedrò, nella mia mente passeranno tutti i nostri momenti, ogni singolo momento, ogni singolo minuto con lui, tutto. Anche quando l’ho visto correre via, lontano da me.
“Ecco la mia bambina che si caccia sempre nei guai”
Guardo in alto e vedo mio padre sorridere, corro ad abbracciarlo: “Mi sei mancato”
“Anche tu, manchi a tutti. La mamma ora lascia in giro le cose da sola, le manca il tuo disordine”
Scoppio a ridere e mi rintano sempre di più nelle sue braccia: “Non volevo farti finire nei guai, scusa”
Mi sorride e mi accarezza i capelli: “Non devi scusarti, andrà bene. Scorpius ti ha avvertita e ha messo su un piano niente male”
“Già”
Mi stringe a sé per l’ennesima volta: “Passerà tutto, tesoro. Ricorda che domani è sempre meglio”
Mi allontano di scatto,lo vedo irrigidirsi, il suo odore sta iniziando a tentarmi troppo, sento le fauci vogliose di sangue, chiudo gli occhi e penso intensamente alla vecchia me, al nostro splendido rapporto, non è cibo, è mio padre. Improvvisamente la sete passa, il trucco che mi ha insegnato Edward funziona molto bene, scoppio a ridere: “Papà, usare proverbi babbani non ti fa essere figo, lo sai?”
Si unisce alle mie risate e così ci sediamo e aspettiamo, ho l’ansia. La reputazione di mio padre può essere messa a rischio dalla notizia che sono una vampira. Il mondo magico lo potrebbe costringere all’esilio.
“La Skeeter non crede che io non sia lì”
Mio padre spalanca gli occhi sorpreso: “Che…ah”
Scoppio a ridere, sembra che non si ricordi che non sono più la vecchia Lily che sentiva solo quello che voleva sentire: “Papà, me la sto facendo sotto, quella lì è furba, sta minacciando Edward”
Anche lui era stato così gentile da entrare a far parte di questo piano scandaloso per salvarmi, mio padre sembra turbato.
“Edward sta convincendo Dean a chiamarti con un patronus”
 “Andrà bene, ora però mettiamo questi così sarai pronta”
Prendo quello che mi porge mio padre e sospiro, speriamo funzioni. In quel momento il patronus di Dean Thomas ci arriva di fronte e con voce forte e chiara chiede a mio padre di materializzarsi con me nella foresta di Forks.
Prendo la mano di mio padre, lui mi guarda sorridendo mentre con l’altra mi sistema le due lenti a contatto sugli occhi, li stringo forte per il fastidio poi li riapro, vedo la sua faccia sbalordita: “Sembri di nuovo la mia bambina indifesa che ha bisogno del suo papà”
Lo abbraccio forte, mentre sento che la nostra vita dipenderà da quanto saremo bravi a fingere: “Io avrò sempre bisogno di te”
 
 
E’ poco, lo so, ma nel prossimo capitolo le cose andranno meglio. E sarà l’ultimo capitolo prima dell’epilogo.
Spero che vi piacerà, non ho messo la parte in cui Edward parla direttamente con la Skeeter, potevo farlo vedere sotto gli occhi di Nessie, ma per me era troppo scontato, forse mi sbaglio, anzi quasi sicuramente.
Un bacio e al prossimo capitolo.
_Lils_
  
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