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Autore: PhoenixQuill    27/06/2013    4 recensioni
Neanche qui, Fred è morto. E' inutile, io non riuscirò mai ad accettare la sua morte. E tutto inizia grazie ad uno "sbaglio" di Hermione.
Dal testo: "(Fred) non cercava più il piacere. Il piacere lo annoiava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova folata di vento."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                  5 - Ma che diamine mi sta prendendo?
 

Avvertenze: Il corsivo, d'ora in poi, sarà utilizzato per i pensieri dei personaggi.

Fred, disteso sul suo letto, guardava in alto. La rete che faceva da base al materasso dove dormiva George aveva una macchia color caffè che il gemello stava ora fissando. 
Ron era appena entrato nella sua stanza, chiedendo se avesse dell'inchiostro. 
Gli aveva seccamente risposto di no e quello, con Leotordo alle calcagna che non stava aspettando altro che un ordine del padrone, sbatté forte la porta, tanto da far scendere alcuni granelli di polvere, che Fred poté intravedere tramite la luce che entrava dalla finestra. 
Ma che diamine mi sta prendendo?
Fred riprese in mano il libro di Pozioni Avanzate del tempo della scuola e si dedicò alla Pozione Scaccia-Brufoli che scarseggiava in negozio. 
Aveva deciso di non andare in negozio quel giorno. C'erano già George e Angelina e lui doveva svolgere alcuni lavori.
Ricapitoliamo. Stiamo parlando di Hermione Granger. Il Prefetto Perfetto, la so-tutto-io che non ti risparmierebbe nemmeno una volta il fatto di non aver letto "Storia di Hogwarts". Parliamo di colei che ha dato vita all'Esercito di Silente e di colei che ha distrutto un Horcrux, un pezzo dell'anima di Voldemort. Parliamo della fidanzata di Bilius, di una delle migliori amiche del Bambino Sopravvissuto e, particolare non trascurabile, ragazza adorata dai miei genitori. 
Ora, Frederick Andrew Eric Weasley, mettiti in quella testaccia dura che ti ritrovi che non puoi passare così tanto tempo a pensare a lei. No, perché parliamo della Grifondoro più pignola e irritante della scuola, parliamo di quella ragazza che ha salvato il mondo magico, parliamo della ragazza che ho avuto tra le mie braccia involontariamente, ma dannazione! Se lo rifarei un'altra volta! Una? Cosa dico, una volta! Vorrei stringerla per l'eternità! Sentire il suo profumo, sentire che lei è lì, per me, sentire affondare le mani nei suoi capelli e... Fred, Fred, Fred! Controllati, per la miseria! Hermione Granger, quella che non si fa toccare nemmeno con un dito. Certo, però, che a Ron si concede. E si sarebbe concessa anche a me, se avessi tenuto la mia boccaccia chiusa! 
"Freeed!" Sua madre lo chiamava dalla tromba delle scale. E il suo tono sembrava promettere bene. Forse, aveva preparato qualche manicaretto di quelli che piacevano a lui. 
Uscì dalla stanza, lasciando bollire per un attimo il pentolone e scese le scale. 
"Sì, mamma?" Chiese, una volta arrivato in cucina. 
Non riuscì nemmeno a vedere il volto di una Hermione fuori di sé, che Elizabeth gli si strinse al collo. 
"Elizabeth!" Disse, guardando Ron essere trascinato via, fuori dalla cucina. 
"Tesoro mio!" Riuscì a stampargli un bacio sulle labbra. "Questa sera ho casa libera!" Gli sussurrò ad un orecchio. 
Per Fred Weasley, quelle parole sarebbero state miele! Insomma, Elizabeth non era una a cui si poteva facilmente dire di no, specialmente se ti stuzzicava a quel modo.
"Questa sera non posso." Le sussurrò in un orecchio. Fred vide la delusione dipingersi sul volto della ragazza. 
"Peccato... Volevo passare un po' di tempo con il mio fidanzato!" Strepitò, sedendosi ancora a cavalcioni sulla sedia. 
Molly, che riuscì ad intravedere la scena, non approvò la cortissima gonna che cingeva, o tentava di cingere, le sue gambe. 
"Elizabeth... Io e te dovremmo parlare." Le disse. Ma cosa ti viene in mente di fare, zuccone? 
La ragazza sussultò a quelle parole e arricciò il naso. Fred le porse una mano e la portò via da lì, via dalle occhiate omicida della madre. 
Una volta abbastanza lontani, ma in un punto dove il gemello poteva adocchiare di tanto in tanto Ron accarezzare pericolosamente le guance di Hermione e depositarle alcuni baci, Fred prese un grande respiro. 
"Ascolta, Elizabeth... Io non ho mai detto di essere fidanzati." 
La ragazza, con il naso ancora arricciato e le labbra strettissime, chiese, scontrosa: "Ah, no?" 
"No." Rispose, con tutta la calma e la comprensione possibile. "Veramente, io vorrei troncare qui." 
Elizabeth sospirò. "Tutto mi avevano detto di te, Fred Weasley, tranne che rinunciassi al piacere." Gli disse, sbottonandosi un bottone della camicia. 
Fred sospirò. Certo, Elizabeth era un boccone invitante, ma non cercava più il piacere. Il piacere lo annoiava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova folata di vento. 
"Beh, sono sempre stato indicato così, ma... Ho ventun'anni, forse sarebbe tempo di-" 
"Di mettere la testa apposto?" Elizabeth aveva gli occhi fuori dalle orbite. "Ascoltami, Fred Weasley! Sai da quanto tempo desidero averti? Anni! A scuola, non potevo far altro che sospirare guardandoti, perché sapevo che non avresti mai dato conto ad una Tassorosso qualsiasi! E, dopo la scuola, ho lasciato stare tutto, buone maniere, voti e quant'altro, per essere un po' più sfacciata e piacerti! E ora, mi vieni a dire che non vuoi più il piacere? Vieni a dirmi che vuoi un qualcosa di serio?!" 
Fred la guardò ancora. 
"Sì, ma non con te. Scusa, Elizabeth, scusami tanto." Non era mai stato un campione di delicatezza.
Elizabeth si voltò senza dire altro e scomparì, Smaterializzandosi. 
Fred, ormai da solo, lanciò un'ultima occhiata ad Hermione e a suo fratello. 
Non poteva rinunciare al suo vecchio stile di vita per lei. 
Non poteva lasciar sgretolare castelli di certezze per potersi addentrare nella selva dei dubbi. 
Non poteva lasciarsi prendere il cuore da una e lasciarglielo per sempre.
 
 
"Ciao, Angelina." George, da solo in negozio, si avvicinò alla sua neo-cassiera. 
"Ciao, George." Gli rispose, ancora irritata da come l'aveva trattata qualche ora prima. 
"Oh, avanti, Angelina, non tenermi il muso! Lo sai? Mi piaci molto di più quando sorridi." Affermò, prendendole il mento tra l'indice e il pollice. 
Angelina, dopo aver scansato la mano del gemello, si voltò per nascondere il rossore che le aveva invaso il viso, piuttosto che per prendere il resto e porgerlo al ragazzino di fronte a lui. 
"Me lo fai un sorriso?" Le chiese, ancora. 
Angelina osservò bene il volto del gemello, così come aveva osservato Fred per tutto il giorno. Uno sembrava perso, mentre l'altro dirigeva la situazione al negozio, come un domatore con i suoi leoni. 
Angelina gli abbozzò un sorriso sghembo e tornò al lavoro. Chissà perché aveva sempre preferito Fred a George. Erano uguali fisicamente, certo, ma, se presi da soli, uno aveva delle sfumature che l'altro non si poteva nemmeno immaginare. 
Fred non riusciva a comprendere ciò che gli accadeva intorno, George voleva avere tutto sotto controllo. Fred era sfacciato, George era più riservato. Fred non conosceva Galateo, mentre George era un'anima sensibile. 
"Facciamo così. Ti invito a cena. Esci con me e ti prometto che saprò come ripagarti questo favore che mi stai facendo!" Le fece un occhiolino -non arrossire, Angelina, non arrossire!- e salì su per le scale. 
La ragazza si affacciò, poggiando le mani sulla ringhiera e decretò: "Non uscirei con te, nemmeno se fosse Gilderoy Allock in persona a chiedermelo!" 
George le si Materializzò affianco, tanto vicino da sfiorarle la punta del naso. "Qualcosa mi dice che stai mentendo. Vengo a prenderti alle nove, domani sera." Si voltò, ma prima di scomparire, aggiunse: "E, per la cronaca, io sono più affascinante di Gilderoy Allock." Scomparì ancora una volta davanti a lei, giusto in tempo da evitare un suo Schiantesimo, che invece, andò ad urtare un vetro, facendolo finire in mille finissimi pezzi. 
"Reparo!" Sbottò Angelina, mentre George le faceva un altro occhiolino. 
 
 
"Com'è andata la giornata con Elizabeth?" Chiedeva Ron, accarezzando dolcemente la guancia della sua fidanzata. 
Quel gesto ricordò ad Hermione quello che era accaduto il giorno prima. La mano di Fred, ferma, immobile, senza alcuna fretta di allontanarsi dal suo volto. 
"Male. Ogni cosa che le facevano vedere lanciava gridolini eccitati da papera!" 
Non era stata una giornata leggera per lei. Certo, Cattermole era uno dei dipendenti del Ministero più bravi che conoscesse, ma sentire un gemito da dietro le spalle ogni volta che lui apriva bocca era insopportabile. Aveva tentato di concentrarsi su ciò che le mostrava, ma non riusciva ad evitare tutti gli sguardi che i dipendenti uomini lanciavano a quella donna. 
"Dai, sta tranquilla. Vi hanno detto cosa dovete fare?" Le chiese Ron, con dolcezza. 
Hermione vide Fred tornare, da solo, alla Tana. Cosa si era detto con Elizabeth, che l'aveva portata a Smaterializzarsi via? 
"Sì. Per ora, saremo assistenti. Lei di Cattermole e io di Runcorn! Non oso immaginare quando mi vedrà cosa mi farà passare!" 
Runcorn era l'uomo di cui Harry aveva preso i capelli per assumere le sue sembianze e penetrare nel Ministero. 
"Ma nemmeno si ricorderà di noi, tesoro. Sta' tranquilla." Tentò di darle un bacio, ma quella si scostò. 
Sentiva di dargli una pugnalata al cuore ogni volta che lasciava che lui la baciasse. Il perché, non lo sapeva nemmeno lei. 
"Cosa c'è?" Ron scandiva le parole con un tono che non prometteva nulla di buono. 
"Mi sento così... stressata." Tentò di giustificarsi. 
"Beh..." Ron si avvicinò al collo della sua fidanzata. "Se è questo il problema... Ho una soluzione che fa per noi." 
Hermione si distanziò ancora una volta. "No... Non oggi. Ora vado. Scusami." 
Gli diede un bacio sulla fronte e si Smaterializzò a casa sua. 
Lì, vicino la porta d'ingresso, vi si appoggiò la schiena e iniziò a scivolare lentamente verso il basso. 
Ma che diamine mi sta prendendo? 

 
Ginny osservò Hermione scomparire e Ron alzarsi per poter andare nella sua stanza. 
Qualche minuto prima, aveva fatto la stessa identica cosa anche Fred. 
"Harry?" Lo chiamò, mentre aiutava la signora Weasley a ripulire i piatti. "Vieni un attimo." 
Harry si scusò con lei e si avvicinò al divano da dove la sua fidanzata sondava la situazione. 
"Non ti sembra che ci sia puzza di bruciato?" Gli chiese, indicando con le sopracciglia il piano superiore della casa. 
"Oh, sì." Ammise Harry. "Oggi ho provato a cucinare del pesce senza magia, ma..." 
"Non intendo quello, testone! Dio, salvi il mondo magico e non capisci nemmeno quello che ti succede intorno!" Lo rimbeccò. 
Harry le diede, sarcasticamente, della spiritosa e chiese quale fosse il problema. 
"Non tanto Ron, sebbene sia strano anche lui, in questo periodo. Ma tanto Fred... E' uscito da casa con Elizabeth, prima e quando è rientrato, non solo era solo, ma aveva un'aria sconsolata che non mi piace per niente." Disse, sottovoce, per non farsi sentire da sua madre, che si sarebbe certamente preoccupata.
"Magari, va male in negozio." Suppose Harry. 
"No, no. E' sempre pieno di clienti, lì. No, io un presentimento ce l'ho, ma... Ecco, non mi sembra una cosa da Fred!" Soffiò nell'orecchio del fidanzato. 
"Sarebbe?" Harry non riusciva proprio a comprenderla. 
"E se Fred si fosse innamorato?" 
Ad Harry sfuggì una risata che riuscì a stento a trattenere. "Fred? Sì, certo, e io mi chiamo Draco Malfoy." 
Si alzò dal divano e lasciò andare la fidanzata e quelle che lui pensava fossero i folli pensieri che le passavano per la testa. 
 
-SPAZIO AUTRICE-
Rieccomi con il nuovo capitolo su questa bella coppietta! :3 
Allora, inutile dire che ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che commentano e che inseriscono la mia storia tra le preferite, seguite e ricordate! :D
Un bacione a tutti quanti, 
vostra,
PhoenixQuill
   
 
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