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Autore: nutellah    27/06/2013    10 recensioni
RanMasa {dedicata a flamin che non deve andarsene}
-Kariya..?- ritentò il rosa ma non ottenne risposta. O meglio, non ottenne risposta verbale: il compagno aveva infatti unito le loro labbra in un casto bacio. Una miriade di ipotesi su ciò che stava accadendo intasarono il suo cervello, ma la peggiore fu: "Diamine, Kariya non ha capito che stavo scherzando quando dissi di essere femmina!".
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Fuck u, hetero. We r gay~



Kariya Masaki era noto nella squadra scolastica per la sua vivacità e per l'essere colui che mandava su tutte le furie Kirino Ranmaru. Non che dipendesse da lui, ma per come si era mostrato durante i primi periodi -dicendo di essere un SEED- non lo esaltava agli occhi del suo senpai, che a volte non perdeva l'occasione per litigarci.

Kariya, nonostante ciò, si era affezionato al ragazzo, e così in vista del suo compleanno, aveva deciso di organizzargli una festa a sorpresa. Si era circondato  di una vasta gamma di compagni, ognuno del quale aveva un preciso ruolo: ad esempio Shindou, sebbene preferisse lo stile classico, era stato incaricato di preparare della musica coinvolgente e moderna; Tenma doveva occuparsi del cibo, aiutato da Aki, rinomata per le sue prelibatezze culinarie; Akane davrebbe dovuto scattare foto durante tutta la serata, cercando di non inquadrare solo Shindou; a Midori ed Aoi era stata affibiata la sistemazione della "location" e l'organizzazione della serata, e così via. A Kariya era rimasto il compito di intrattenere ed accompagnare Kirino alla festa; così, con la scusa delle ripetizioni di aritmetica, i due avevano appuntamento a casa di Masaki alle sette meno un quarto la sera della sorpresa.
Quel pomeriggio Kariya, occupato nel parlare a telefono con Shindou, non si rese conto del fatto che l'arrivo di Ranmaru sarebbe stato imminente, e venne colto alla sprovvista dal tintinnio del campanello.
-Devo attaccare: è arrivato.. allora ci vediamo lì alle sette e mezza!- disse per poi precipitarsi ad aprire la porta. -Buonasera, Kirino-senpai.-
-Ciao Kariya. Questa tua necessità di aiuto da parte mia mi stupisce, ma sono venuto lo stesso.- osservò quest'ultimo entrando in casa del minore. Non era mai statolì e rimase stupito di non trovarsi dinanzi ad una specie di negozio simile ai Tiri Loschi Weasel -o una cosa del genere- di cui aveva letto nei libri di Harry Potter che gli avevano imposto di leggere i genitori, ma in una vera e propria dimora accogliente e dall'aspetto antico: ad adornare le pareti color panna vi erano quadri molto belli, i mobili erano in legno di ciliegio ed i divani in pellle scura; il lampadario era interamente in cristallo ed era situato proprio al di sopra di una tavola di vetro al centro della stanza.
-Bella casa, Kariya.- si complimentò Kirino.
-Grazie. Se vuoi seguirmi in camera mia..- rispose l'alto invitandolo a seguirlo con un cenno della mano. Il rosa lo guardò con circospezione ed osservò le scale, cercando una evidente traccia di trabocchetti o simili, ma rendendosi conto della totale assenza di biglie, acqua o fili lungo le scale, lo seguì in silenzio.
Anche la camera di Masaki si rivelò contro ogni sua aspettativa, difatti era ordinata e semplice.
-Kariya, posso farti una domanda?- chiese scrutado il minore con curiosità.
-Mh..- acconsentì il turchese voltandosi a guardarlo.
-Perché mi hai invitato a casa tua? Da ciò che so, tu non hai problemi a scuola.- disse sedendosi sul suo letto. Kariya strabuzzò leggermente gli occhi e divenne rosso in volto.
-Io.. i-io a-ave... anzi ho b-bisogno di una ma-mano pe migliorare i m-miei voti..- borbottò girandosi verso la finestra senza guardare Kirino in faccia. Quest'ultimo si alzò dal letto e lo girò verso lui prendendolo per il mento.
-Cosa stai tramando?- domandò nuovamente riducendo gli occhi a due fessure. Il numero quindici lo guardò in silenzio cercando di elaborare una scusa plausibile ma non gli venne nulla in mente.
-Kariya..?- ritentò il rosa ma non ottenne risposta. O meglio, non ottenne risposta verbale: il compagno aveva infatti unito le loro labbra in un casto bacio. Una miriade di ipotesi  su ciò che stava accadendo intasarono il suo cervello, ma la peggiore fu: "Diamine, Kariya non ha capito che stavo scherzando quando dissi di essere femmina!".
Nonostante si ritenesse perfettamente etero, quella situazione non gli spiaceva per nulla. Ma ciò che lo preoccupava, era il fatto di dover raccontare ai compagni di aver baciato un ragazzo. Come l'avrebe presa Shindou? Sarebbe rimasto il suo migliore amico? E Tenma? Ma cosa più importante: cosa avrebbero pensato i suoi genitori? Si era ritrovato in una situazione molto scomoda. Molto.



Ore otto, luogo della festa.
Uno Shindou preoccupato ed una Midori furente stavano cercando in tutti i modi di rintracciare i compagni; il primo perché temeva perla loro incolumità, la seconda per il fatto che avesse lavorato molto per quella festa. Con lei, Nishiki cercava di calmarla.
-Giuro che se non arrivano li farò pentire di essere nati!- urlò la ragazza in preda alla rabbia.
-Andiamo... magari si stanno sbaciucchiando!- disse Nishiki buttandola sul divertente. Midori gli si scagliò contro urlandogli cose tipo "deficiente" o "taci".
Dopo poco, Shindou li raggiunse fissando allibito il suo cellulare.
-Che succede?!- domandò la ragazza precipitandosi a leggere ed anche lei rimase scioccata, così tanto che pian piano tutti lessero il messaggio.
-È impossibile.. borbottò Akane.
-Già... loro.. si odiano...- confermò Tenma.
-Il messaggio parla chiaro-tagliò a corto Midori.
"Fuck u, hetero. We r gay."




~angolo di michela.

odiatemi.

vi prego, fate come faccio io.

odiatemi.

ho cancellato molte storie, perché fanno pena.

ed anche questa lo farà sicuramente, ma flami non se ne deve andare.

sono triste.

odiatemi, così avrò una ragione per abbandonare per un po' efp.

io non ce la faccio più, ma va bene.

spero che la storia non faccia davvero pena.

ora vado, prima che torni mio padre.

michela.

   
 
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