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Autore: TeenSpiritWho_    27/06/2013    4 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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L'allenamento finì qualche ora dopo, ma io me ne andai prima, perché il dolore alla gamba aveva ricominciato a farsi sentire. E poi ero stufo delle occhiate piene d'odio che mi lanciava Gwen. Presi a gironzolare per il rifugio, cercando di passare il tempo. Le infermiere e i dottori non facevano caso a me, impegnati com'erano, ma mi fece bene stare un po' in mezzo alla gente. In effetti era stato il duello con Gwen a farmi stare meglio, per qualche motivo. Forse perché finalmente l'avevo rivista, anche se mi ero ripromesso di non farlo. Ma era colpa di DJ, non mia. Arrivai nello studio di DJ e, vedendolo vuoto, entrai furtivamente. Come l'ultima volta era molto ordinato e arredato spartanamente. Le pareti erano tappezzate di mappe costellate di puntine per segnare zone precise. Al lato opposto della scrivania si trovava un armadio scassato e mezzo vuoto. Mi sedetti sulla sua poltrona e appoggiai le gambe sul tavolo, incrociando le braccia dietro alla testa. Mi osservai in uno specchio appoggiato alla parete. Gongolai, pensando che la divisa militare mi stava proprio bene, ma subito dopo sospirai immaginando il livido che mi sarebbe venuto nel punto in cui Gwen mi aveva colpito. Mi faceva ancora male. Annoiato, esaminai la scrivania: c'era qualche foto incorniciata che lo ritraeva in divisa, come quella che indossavo io ora assieme a tutti gli altri ragazzi che si stavano ancora allenando. Doveva essere stato un militare già prima di fondare il gruppo dei ribelli. Ecco perché era così diligente e rigido, aveva passato la vita a combattere. Pensai che doveva essere una cosa normale per i ragazzi giovani in tempi come quelli. Quel pensiero mi rattristò, facendomi sentire anche in colpa, ma poi sorrisi. Certo, DJ doveva avere solo trent'anni, ma in quelle foto era proprio un ragazzino. Rovistai un po' in mezzo alle sue carte, con disinteresse. Vidi qualcosa di colorato e lo tirai fuori. Era anch'essa una foto, probabilmente scattata qualche anno prima, ma in questa oltre a DJ c'era anche Bridgette, e sorridevano.

-Oh-oh, il nostro omaccione si è preso una cotta- lo canzonai.

Sentii le voci di qualcuno che si stava avvicinando. Mi affrettai a rimettere la foto dove l'avevo trovata e cercai con lo sguardo un nascondiglio.

Merda. Merda merda merda.

Corsi dentro l'armadio e mi ci chiusi dentro, sperando di non aver fatto troppo rumore.

-... è soltanto un po' scioccato, tutto qui!- era la voce di DJ.

-Capisco, ma questa è una questione di immagine. Tra i ragazzi gira voce che abbia cercato di suicidarsi, credi che questo gli sollevi il morale? Credi che abbiano ancora fiducia in lui? Queste cose non danno coraggio ai nostri soldati. Sono ragazzini che dovranno combattere una guerra, DJ. Molti di loro sanno già che dovranno morire.- non riconoscevo questa voce, ma mi accorsi che stavano parlando di me. Provai una fitta di vergogna.

-Avanti, come avresti reagito tu se avessi passato tutto quello che ha passato Duncan?-

-Sicuramente meglio di lui.-

-Ma stai zitto, Brick, te la saresti fatta addosso.-

Brick tossicchiò, imbarazzato, ma non lo contraddisse. Dopotutto DJ era il suo superiore.

-Dobbiamo dargli il tempo di rimettersi e poi completerà la missione a meraviglia, vedrai.-

-Come fai ad esserne certo?-

-L'hai visto oggi. Anche se non era al massimo delle sue forze ha steso Gwen, una delle nostre migliori soldatesse.-

-Si, dopo che lei ha steso lui.- non riuscivo a vedere Brick, ma immaginai che stesse alzando gli occhi al cielo.

-Non è questo il punto: l'ha battuta in astuzia. E lei non è affatto sciocca. E poi non dubitare della sua forza. Unicamente una settimana dopo il suo arrivo qui, è riuscito ad alzarsi in piedi e venire fino al mio ufficio dalla sua stanza. Bridgette mi aveva detto che le sue ossa erano in pessime condizioni, ma lui ce l'ha fatta lo stesso. E' molto, molto forte.-

Qualche secondo di silenzio.

-D'accordo DJ, mi fiderò di te. Ma dobbiamo fare in fretta ad attuare il piano: ogni giorno che passa qualcuno in più muore.-

Pensai al vecchio pestato a sangue dai Grigi in mezzo alla strada, e mi venne la nausea.

DJ annuì gravemente. Dopodiché si salutarono e sentii Brick uscire dalla stanza. Aprii un poco l'anta dell'armadio. DJ era andato a sedersi alla sua scrivania. Lo vidi alzare davanti agli occhi la foto sua e di Bridgette, sorridere, e poi nasconderla in un cassetto. Si mise a esaminare alcune scartoffie.

Richiusi l'anta. Wow, DJ mi aveva davvero difeso. L'avevo sottovalutato, in realtà era un gran bravo ragazzo. Ma davvero i giovani soldati non si fidavano di me? Effettivamente non avevo fatto molto per apparire loro come “quello che avrebbe salvato il mondo”. Anzi, mi ero comportato proprio come un codardo. Non mi presi a pugni soltanto perché non avevo abbastanza spazio per farlo. Decisi che d'ora in poi mi sarei comportato diversamente. Dovevo lasciare tutto il dolore alle spalle, smetterla di fare la vittima. Ora che sapevo quanto la situazione fosse terribile, avevo l'obbligo di prendermi le mie responsabilità.

Per una volta nella vita, pensai.

Quando ormai le mie povere ossa non ne potevano più di stare in quell'armadio, DJ si alzò e uscì fischiettando. Crollai fuori, inciampando per terra, e, dopo aver sgranchito un po' le gambe, corsi fuori nel corridoio, attento a non farmi vedere. Decisi di fare due passi, per schiarirmi le idee. Cominciai a girare per i corridoi, senza nemmeno guardare in che direzione stavo andando. La mia testa era piena di pensieri, le mie gambe di muovevano da sole. Ma poi qualcuno mi spinse brutalmente contro al muro. Gemetti, ma mi teneva fermo contro alla parete. Lo misi lentamente a fuoco.

-Gwen?! Che cazzo fai?!-

-Si può sapere perché mi hai umiliata così, stamattina?!- ruggì.

Sbuffai -Ma se sei stata tu che mi hai steso con un pugno!-

-Sei uno stronzo.-

-No, senti, io...-

-Siete tutti uguali.-

La guardai, confuso -Cosa? Se è per stamattina...-

-Sai che non sto più parlando di quello.-

Rimanemmo in silenzio, fissandoci negli occhi. E ora come le rispondevo? Mi sarei sentito stupido a dirle la verità, ma dovetti farlo.

-Gwen, tu sei una brava persona. Ed è per questo che ho deciso che dobbiamo stare lontani.-

-Ma non ha senso!- lei mi lasciò andare e alzò le braccia verso al soffitto.

-Si che lo ha.- scossi la testa -Non vedi quello che faccio? Non lo vedi? Mia sorella, il mio migliore amico, mia madre... tutti morti. Senza contare tutti quelli che non sono sopravvissuti alle guerre. E indovina di chi è la colpa? Mia. Perché non so prendermi le mie responsabilità.-

-Stai zitto.-

Spalancai gli occhi. Non era di certo la reazione che mi aspettavo.

-Basta, sono stanca di soffrire. Non perderò anche te.- prese un bel respiro e poi parlò -Devi smetterla di autocommiserarti. Basta, non è colpa tua. Sai quante volte capita che qualcuno annulli il proprio matrimonio all'ultimo momento? Ti è solo capitata la sfortuna di essere fidanzato con una psicopatica. Sai, le persone non si conoscono mai del tutto.- si rabbuiò -Ricordi cosa ti ho detto qualche giorno fa, mentre ti prendevo a schiaffi per farti risvegliare?-

-Hai detto “Non puoi lasciarmi da sola”-

Lei annuì gravemente -Esatto. E sai perché te l'ho detto? No che non lo sai. Perché tu sei qui da un mese, non puoi sapere cosa si prova a vivere qui. Non ho amici qui, oltre a Trent, tutti sono così seri, così presi dalla guerra...- sembrava sull'orlo delle lacrime.

La capivo, perché io mi sentivo esattamente nello stesso modo. E mi accorsi anche che, per quanto avessimo parlato negli ultimi giorni prima dell'”incidente”, non sapevo niente di lei.

Di colpo la abbracciai. Lei rimase rigida, stupita, tra le mie braccia per qualche secondo. Poi ricambiò l'abbraccio con incredibile calore.



Buonasera/buongiorno a tutti! Scusate, questo capitolo è un po' corto, ma rimedierò con i prossimi, spero che vi piaccia comunque :3

  
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