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Autore: The Edge    27/06/2013    3 recensioni
-Mi spiace Dean, ma ormai credo che sia arrivato il momento di finire con tutto questo.
Sono stufa e tu lo sai meglio di me.-
-No! Ti prego, resta con me!-
-Ho fatto la mia scelta-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ ormai mezzogiorno inoltrato quando mi alzo dal letto.
Sono tutta dolorante, il mio labbro si è gonfiato, mi fa un male cane.
Afferro una maglietta pulita e mi dirigo verso il bagno, ho bisogno di una doccia.
Dean dorme ancora, sembra un bambino.

Il getto dell’acqua mi colpisce dolcemente la nuca.
Incomincio ad insaponarmi, e con uno sguardo rassegnato osservo il mio corpo pallido.
E’ pieno di lividi, ematomi vari. Faccio fatica a piegare il ginocchio, mi fanno male le spalle.
Sfioro la pancia con la punta delle dita, se chiudo gli occhi posso sentire nuovamente il bacino di Frank addosso a me.
E’ una sensazione che mi da il voltastomaco.
Gli occhi mi pizzicano, ho l’impellente bisogno di piangere.

E’ assurdo, ho sempre odiato piangere e ora mi ritrovo a singhiozzare contro la porta della doccia.
“Sonja sei in bagno?” mi domanda Dean da dietro la porta
“Tutto bene? Appena esci ti preparo la colazione, o meglio, il pranzo”
“N.. non ho fame.” Biascico mentre mi strofino via il sapone dal viso.
Finisco di risciacquarmi i capelli e mi avvolgo con l’accappatoio.

Esco dal bagno, la maglietta dei Pink Floyd è abbastanza larga e non sfrega contro i lividi.
Dean mi osserva, è seduto sul letto a gambe incrociate.
“Hai pensato a quello che ti ho detto ieri? Verresti da me?”
Annuisco debolmente e accomodo accanto a lui.
Con una smorfia tento di muovere la gamba, ma mi duole tantissimo.
“Ho pensato che.. beh, sarebbe il caso di rimanere a casa per un po’, prima che qualcuno noti il tuo labbro spaccato”
“E se chiamano a casa?”
“Faccio rispondere mia madre. Le facciamo dire che hai, una non so quale malattia infettiva che ti costringe a stare a letto tutto il giorno.”
“Hai pensato proprio a tutto”
“Già, a volte anche io ho dei lampi di genio”
 
Le mie proteste non valgono nulla e Dean mi costringe a scendere in cucina. Non ho molta fame, però per farlo contento mangio un piccolo pezzo di formaggio.
All’improvviso suona il campanello, mi irrigidisco e il mio migliore amico va ad aprire.

“Ehilà”
Riconosco la voce, è Alec!
“Posso entrare? Sonja è in casa?” domanda educatamente rivolgendosi a Dean.
“Sì, è in cucina.”
Il mio compagno di banco varca la soglia della mia cucina con un sorrisetto, sorriso che si trasforma in una smorfia preoccupata quando nota in che condizioni è il mio viso.
“Buon dio, che diavolo ti è successo?”
“Frank” mormoro senza guardarlo.
“Mi spiace, dico davvero.”
Poggia una mano sulla mia spalla e mi regala un sorriso trentadue denti.
Dean è rimasto appoggiato sullo stipite della porta, sembra innervosito dall’arrivo di Alec.
All’improvviso si raddrizza e dichiara “Senti Sonja, io torno a casa. Mi faccio una doccia e torno, ok? Nel frattempo chiamo anche mia madre e le dico che rimango da te per un po’”

“E pensare che io ero venuto a trovarti per rimproverarti del fatto che mi hai lasciato da solo quest’oggi. Non avevo idea che…. Beh, fossi conciata così”.
“Non preoccuparti…”
“Mi prendi per il culo? Okay, ci conosciamo da poco, lo ammetto. Però dai, hai la faccia che è un livido ambulante, fai fatica a piegare la gamba e hai l’espressione di una che vorrebbe piangere per il resto della sua esistenza. Quindi IO mi preoccupo. Oh insomma.”
Non posso fare a meno di sorridere “Grazie”
“Figurati. Hai detto a Dean che ti piace?”
“No.”
“Dovresti farlo.”
“Perché?”
“Come perché! Insomma, tu sei carina e lui ti sbava addosso come se fossi una pizza capricciosa con doppia mozzarella”
Scoppio a ridere a questa sua dichiarazione “Dici davvero?”
“Mi domando cos’hai al posto degli occhi, delle brioches? Ti guarda adorante, ha il classico sguardo di uno che ti vuole bene e che ti vuol proteggere. Vuoi un invito scritto per fartelo capire?”
Arrossisco imbarazzata e lui se ne accorge. Avvicina la sedia alla mia e afferra le mie mani.
“Ascoltami una buona volta. Da quel che ho potuto capire, la tua vita non è particolarmente rosea. Hai un amico che si fa in quattro per te, tienitelo stretto. Gli piaci, e anche tanto.
Dovresti farti coraggio e tenerti stretta l’unica cosa bella che hai. Capisci? Inoltre è palesemente geloso.”
Alzo un sopracciglio in una domanda muta, lui ridacchia e fa “Dai, ce l’aveva scritto in fronte che era geloso come pochi.”
“E di chi, scusa?”
“Di me, ovvio.”
Non ci posso credere. Sarò anche ingenua come dice Alec, ma mi sembra assurdo. Dean geloso?
“Senti, ora vado. Non voglio disturbarti troppo. Vedi di riprenderti in fretta, perché rivoglio la mia compagna di banco.”
“Okay, aspetta un momento. Perché ti sta tanto a cuore… insomma, la faccenda tra me e Dean?”
Alec si alza in tutta la sua altezza e mi rivolge uno sguardo quasi paterno “Perché mi piace fare da Cupido”
 

***


Con fatica mi stiracchio, ho le spalle doloranti e intorpidite.
Ripongo con attenzione la mia chitarra nella custodia, mi rilassa suonare.
Dean non è ancora tornato, mi rende nervosa il fatto di essere a casa da sola.
Mia madre non si fa vedere da giorni, idem il mio patrigno.
Da una parte son contenta, meno lo vedo meglio sto, ma dall’altra ho paura.
Di solito quando manca tanto da casa, torna sempre completamente ubriaco.
Non voglio più avere a che fare con lui, mai più.
Giusto per confermare i miei sospetti, entro nella camera di mia madre e di Frank. Apro la cassettiera ed estraggo la scatola di metallo nascosta sotto alla pila di boxer.
La apro e noto che le bustine contenti eroina sono aumentate.
Ripongo la scatola esattamente dov’era prima, chiudo dietro di me la porta e scendo le scale.

Ho bisogno di un buon libro per distrarmi, ma noto con un certo fastidio che tutti i miei libri preferiti sono magicamente scomparsi.
Momento di panico. Dove cazzo li ho messi?
Mi porto una mano tra i capelli e li arruffo ancora di più a causa del nervosismo.
“Cerchi qualcosa?”
Mi volto di scatto e vedo Dean appoggiato allo stipite della porta, ha uno strano sorrisetto dipinto sul viso.
“Sto cercando i miei libri”
“Stai facendo un buco nell’acqua. Te li ho presi io”
Aggrotto le sopracciglia “Come ti sei permesso? Brutto… sbarbatello che non sei altro”
Dean scoppia a ridere “I tuoi insulti sono i migliori. Li ho portati a casa mia, giusto per iniziare il tuo ‘trasloco’.”
“Potevi anche avvertirmi, no?”
“E perdermi la visione della tua faccia sconvolta? Ma neanche per idea”
Gli faccio una sonora pernacchia e gli volto le spalle, nascondendogli un sorriso.
E’ più forte di me, ma mi rendo conto che stare in sua compagnia mi fa stare bene.

“Alec?”
“E’ andato via da un pezzo”
“Cosa voleva?”
“Il suo obbiettivo principale era quello di rimproverarmi per via del fatto che l’ho lasciato da solo in balia della noia”
“Ah”
Piego la testa di lato e lo osservo. Si sta torturando le mani, tiene il capo chino e non mi guarda.
“Tutto bene?” domando ingenuamente.


“Sono fottutamente geloso”

 
  
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