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Autore: Ennakuro89    27/06/2013    1 recensioni
''E' ora di andare'' questa frase significava solo una cosa, stava per finire quell'orribile incubo, quello che ha distrutto la mia famiglia piano, piano. Ma mai avrei osato pensare che con questo cambiamento le cose sarebbero solo peggiorate. Nuove emozioni, nuove persone ecc... che avrebbero peggiorato tutto. questa è la mia storia, la mia nuova vita...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Oggi sarebbe iniziata la scuola, la mia testa bolliva dalla rabbia di dover ripetere quel maledetto esame, e pensare che l’anno scorso mi ero dedicata con anima e corpo a dare il massimo per un esame che non sarebbe valuto in questo paese.
‘’Rosè sei pronta?’’ Disse mia madre
‘’Si, arrivò’’ Dissi scocciata
Per via del caldo decisi di vestirmi in modo abbastanza, diciamo mini. Un bel top nero con un giacchetto leggero bianco e ha maniche corte e una mini gonna bianca. Avevo puntato un po’ sul contrasto tra nero e bianco, infatti le mie scarpe erano nere. Salimmo in macchina e partimmo per quello che per me era l’inferno. Guardavo dal finestrino ogni singolo albero e persona che passava davanti al finestrino e ripensavo al precedente anno e ha tutti quei magnifici ricordi di gite, campo scuola ecc…
Ma una frase mi desto dai miei pensieri.
‘’Siamo arrivati!!’ Disse mia madre eccitata .
‘’Evviva’’ Dissi svogliata.
Camminiamo per circa due minuti ed eccoci davanti alla scuola. Io e mia madre rimanemmo a bocca aperta. Sono sicura che fosse il palazzo più brutto che abbia mai visto in tutta la mia vita. Tre piani di agonia rosa e bianca, contornata da un giardino pieno di rifiuti, ci potevi trovare la cartaccia di ogni tipo di merendina, succo ecc... una cosa disgustosa. Io e mia madre ci facemmo forza e ci avviamo dalla professoressa che ci aspettava. Si chiamava Rosa ed era la zia di mia cugina. Ci accolse sorridendo e fece i complimenti a mia madre per la bella figlia che aveva cresciuto.
‘’Ciao, sei tu Rosè? No’’ Disse sorridente
‘’Si sono io’’ Dissi cercando di sorridere ma appena voltavo lo sguardo su quella sottospecie di struttura che penso che con un solo tocco di dita sarebbe crollata mi veniva un mal di testa e la mia espressione diventava sofferente.
‘’Su ora andiamo a vedere la tua classe’’ Disse Rosa
‘’Fatti forza, ho paura che non ne usciremo vive da qui dentro’’ Disse mia madre cercando di tirarmi su di morale
Mi feci sfuggire una risata e ci avviamo al secondo piano. L’Interno era un’apoteosi di blu, bianco e una sottospecie di rosso fuoco. I muri erano ricoperti di crepe e disegni che credo che avranno più di una migliaia di anni. Mi avviai nel corridoio, era la prima porta, la 9A. A quel punto mi salto il quesito (Perché in qualunque scuola vada sono sempre nella A?)
‘’Visto, ancora una volta l’A’’ Disse mia madre stupefatta
‘’Ahh.. niente di speciale’’ Dissi sospirando.
‘’Su ora entriamo nella classe’’ Disse Rosa che sembrava non essere molto a suo agio in quel ambiente.
Entrammo in classe, dal primo sguardo sembravano tantissimi, di tutti i tipi. Da quelli che sembrano Casper a quelli che fanno sembrare Whitney Houston bianca. Ma la cosa che notai di più era la faccia che fecero la maggior parte dei studenti nel vedermi, senti spifferare qualcosa tipo ‘’Ecco l’Italiana’’, ‘’ma che si è vestita da prostituta a posta o è normale per lei’’ mentre c’era che era rimasto a bocca aperta e le ragazze che ti guardavano in un modo che sembravano non avessero mai visto una ragazza vestita cosi. Io mi guardavo intorno e l’imbarazzo comincio a farsi sentire. Mi si avvicino la professoressa, era una donna poco più alta di me, con dei lunghi capelli bruni raccolti in una coda, che secondo me stava sulla 30-40 ed era molto grassa specialmente sulla pancia il ciò poteva significare forse che era incinta.
‘’Salve, signorina Gajos’’ Disse sorridente
‘’Lei parla Italiano!?!?’’ Dissi sorpresa ma anche un po’ impaurita da quella figura cosi gigantesca che sembrava anche essere malvagia.
‘’Si, ma le ricordo che lei dovrà imparare l’albanese perciò cercherò di parlarle in Albanese e se non capisce mi chiede la traduzione. Ok?’’ Disse sorridente
‘’Certamente’’ Dissi con calma
‘’Ma anche lei deve parlare in Albanese’’ Disse come se mi stesse rimproverano
Feci cenno di si con la testa e lei mi indico dove sedermi, il posto vicino a me era vuoto, mancava qualcuno?
Passarono 45 minuti quando senti che suono la campanella e alla fine non avevo nemmeno capito cosa insegnasse.
‘’Signorina Gajos, dimenticavo di dirle che ogni volta che suona la campanella avete 5 minuti di pausa’’ Disse impassibile
‘’Ok, ma lei che materia insegna?’’
‘’Io insegno Fisica’’ Disse sorridente
‘’Ah, Ok’’ Dissi cercando di sorridere.
Cosa!?!? Pensai tra me e me, c’è Fisica. Io non ho mai studiato fisica nella mia scuola non c’era ed ora dovevo cominciare da argomenti di tipo prima superiore senza sapere le basi e i precedenti argomenti. Il mio sangue ribolliva in un modo da far sembrare il sole freddo. Dopo cinque minuti tutti si risederono ed entro un’altra professoressa. Entro con una camminata degna di un’elefante, perfino i calciatori camminano in modo più femminile ed elegante. Aveva dei capelli rosso fuoco ed era truccata peggio di un clown, con il rossetto messo anche sulla pelle per far sembrare le sue labbra più grandi, poi era un Ippopotamo, quando si muoveva li si vedeva la ciccia saltellare, in certi momenti sembrava un tacchino. Poi si giro e notai che si vedevano attraverso la pelle perfettamente la circonferenza degli occhi, era spaventosa. Mentre stavo per urlare come una delle ragazze di Paranormal Activity alla vista di quella sottospecie di arma biologica scappata dall’Area 51, entro un ragazzo e si alzo un coro di saluti e rimproveri che mi assordo, aveva il solito taglio corto a spazzola come lo chiamo io, di color castano scuro con dei luccicanti occhi di un castano tra il chiaro e lo scuro, un naso che sembrava essere stato scolpito e attraverso la maglietta si notava molto bene che faceva palestra, poi si giro verso di me e spostai subito lo sguardo un po’ imbarazzata.
‘’Salve, mi chiamo Ronnie. Sei nuova?’’ Disse sorridente
‘’Si, mi chiamo Rosè Gajos piacere di conoscerti’’ Dissi cercando di sorridere e non far notare il mio enorme imbarazzo per come lo stavo squadrando da cima a fondo prima.
‘’Da dove viene?’’ Disse sempre con quel sorriso smagliante
‘’Italia, e tu?’’ Nella mia mente la mia coscienza mi disse ma è albanese idiota cosa dici, ma che domande fai?
‘’Dalla Grecia, sono venuto l’anno scorso’’ Disse sorridente e sorpreso della domanda
‘’Wow!! Pensavo di averti chiesto una domanda stupida’’ Dissi ridendo, un’attimo questo non lo dovevo dire
‘’No, anzi pochi mi hanno chiesto questa domanda, è raro che qualcuno si interessi alla mia storia’’ Disse sorpreso
‘’Oh, scusami come primo incontro sono vestita proprio male’’ Dissi ancora ridendo, un’attimo cosa sto dicendo, sono impazzita!?!?!?
‘’No, non stai male, risalta il tuo corpo’’ Disse sorridendo però notai che arrossi
‘’Oh, scusa se ti ho messo in imbarazzo ma la mia testa sta letteralmente degenerando’’ Un’attimo qualcuno mi fermi sto facendo un casino!!
‘’Oh, anche ha te, credo sia colpa del caldo’’ Disse sedendosi vicino a me, non pensavo fosse il suo posto
‘’Ti posso chiedere una cosa?’’ Dissi curiosa
‘’Di purè’ Disse sorridendo
‘’Chi c’èra prima di me in questo postò’ Dissi sorridendo
‘’Un’idiota che è stato bocciato, se lo meritava proprio’’ Disse ridendo 
‘’Ahhh… non era un tuo amico?’’ Dissi curiosa
‘’No, nessuno ci andava d’accordo con lui, era cattivò’’ Disse con un po’ di insicurezza nella voce
‘’Ah.. Ok’’
Poi notai che mi porge un foglietto, mi girai sorridente e un po’ confusa.
‘’E questo che cose?’’ Dissi sorridendo
‘’Il mio numero di cellulare’’ Disse sorridendo
‘’Ah… è vero, aspetta che ti do il mio’’ Dissi strappando un pezzo di carta dal quaderno e scrissi veloce il numero
‘’Eccolo’’ Dissi sorridendo
‘’Grazie’’ Disse sorridendo e io ricambiai il sorriso
Mentre la prof. Comincio  a parlare non so perché ma mentre era distratto mi avvicinai un pochino a lui anche se credo che se ne sia accorto essendo che mi ha guardato un’attimo con aria interrogativa. Ecco che ne ho combinata un’altra.
‘’Tutto apposto?’’ Disse
‘’Si, Perché’’ Dissi cercando di ridere
‘’No cosi, solo perché ti sei avvicinata pensavo avessi freddo con quel vestito, di solito i pinguini fanno cosi’’ Disse ridendo
‘’Cosa!?!?!?’’ Solo dopo notai che i miei vestiti erano un’alternanza di bianco e nero.
‘’Ahh… per i miei vesiti!!’’ Dissi ridendo.
A quel punto si avvicino anche lui a me finche le nostre braccia non erano praticamente incollate,
‘’un’attimo Rosè frena che stai facendo?’’ Dissi tra me e me nella mia mente
‘’Sei fidanzata non ti ricordi?’’ Dissi di nuovo tra me e me sempre nella mia mente
Ma allora perché sentivo questa strana sensazione, il mio cuore batteva come non mai e tanto con Davide non poteva più funzionare a meno che lui non sarebbe venuto qui in Albania ma adesso non sentivo più niente quando lo pensavo, lui aveva presso il suo posto. Sperò che non mi spezzerà il cuore perché se lascio Davide e lui non ricambia io rimango fregata. Cosa faccio? Seguo la mente o il cuore?
Spazio Autrice:Allora che ne dite? Sperò che vi sia piaciuta la nuova scuola di Rosè, ci vorreste andare voi? E invece cosa pensate di quella sottospecie di arma biologica della professoressa di lingua? Comunque vi auguro una Buona giornata :)
Questo è Ronnie, non è uscito perfetto come disegno in particolar modo il naso ma questa era l’idea

http://tinypic.com/view.php?pic=de4oif&s=5
  
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