Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: breathrauhl    27/06/2013    3 recensioni
"in quel momento anch'io avevo ripreso a vivere, avevo ritrovato me stessa nel suo battito cardiaco"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che chi non piange si allaga dentro.
Beh allora stavo annegando nel mio oceano.
 
 
“Credo che dovremmo andarcene”.
“E dove vorresti andare? E’ pieno di infermieri qui e credo che saranno un po’ sorpresi di vedere un morto resuscitato da un obitorio”
Occhi miele sembrava assorto nei suoi pensieri tanto che la situazione sembrava diventare imbarazzante ed il silenzio iniziava ad accumularsi sulle mie spalle.
Odiavo il silenzio in una conversazione,mi irritava.
“Vieni”.
Mi prese la mano e la strinse come se non volesse che andassi da nessuna parte.
 
Justin point of view:
 
Sinceramente non sapevo ne dove mi trovavo,ne in che giorno e cosa che mi spaventava di più non sapevo chi ero.
Presi la mano di Hannah e la strinsi forte facendo attenzione a non farle troppo male.
La strinsi con la giusta forza.
Volevo farle capire che ora avevo solo lei e nessun’altro.
Aprii la porta dell’obitorio facendo molta attenzione a non farci scoprire qualcuno.
Tutte quelle luci bianche,le pareti,quell’odore di medicinali che mi faceva pizzicare il naso mi ricordava qualcosa.
Immagini sfocate e poco chiare comparvero nelle mia mente.
Mi sforzai a ricordare tutto ciò che potevo.
“Justin rispondimi ti prego Justin apri gli occhi non lasciarmi!”
“Trauma cranico,respirazione sotto la norma e il battito cardiaco lento subito portatelo in sala di rianimazione”
“Che state facendo? Justin! Dove lo portate?!”
“Uno due tre libera!”
“Ancora!”
“Lo stiamo perdendo”…
 
 
“Justin stai bene? Justin?”
Avevo ricordato qualcosa.
Era tutto così chiaro e abbagliante,che riuscii solamente ad udire alcuni voce.
Stavo morendo e qualcuno,non so chi, era straziato da quello che stava vedendo.
Chi era?
Perché avevo avuto un trauma cranico?
“Justin ritorniamo indietro per favore,non stai bene”
Hannah era davanti a me che mi supplicava di tornare indietro ma la mia mente riproduceva tutte quelle voci.
 
“Lo stiamo perdendo”.
 
“DIO!”esclamai a gran voce.
Avevo un fischio nel cervello,era come una lama che mi segava in due la testa,era insopportabile.
Portai le mani alle orecchie con lo stupido tentativo che quel fischio cessasse.
Guardavo Hannah che cercava di dirmi qualcosa ma il quel rumore era troppo per me e mi rendeva così stanco e senza forze.
Il mio corpo urtò contro il pavimento freddo e miei occhi si chiusero in cerca di pace.
“Justin no! Svegliati! Justin!”
Hannah era disperata ed io non riuscivo neanche ad aprire le palpebre,neanche a muovere un fottuto muscolo.
Sentii il mio corpo strusciare contro il pavimento,e man mano il gelo che mi intorpidiva i polpacci scoperti.
Aprii gli occhi per un istante ma non feci neanche in tempo a guardarmi intorno che il sonno si impossessò di me.
Non mi dispiaceva quella pace.
Quel fischio era l’inferno ed Hannah era il mio angelo tra i diavoli.
Non sapevo cosa era successo ma di sicuro Hannah mi stava portando al sicuro.
 
Quando riaprii gli occhi ritrovai Hannah in un angolo di una stanza stretta,dalle scope e dai secchi capii che era un ripostiglio.
Stava guardando i suoi polsi,aveva tolto le bende che erano appoggiate a terra,macchiate di sangue ormai già secco.
“Non trovi sia buffo?”
Mi guardò con quei suoi occhi verdi smarriti,come se avessero perso la strada di casa,quegli occhi stavano gridando un disperato aiuto.
“Il fatto che mi hai portato in salvo”.
“Che c’è di tanto strano?Non potevo mica lasciarti su uno squallido pavimento d’ospedale e fuggire via”.
“Trovo buffo il fatto che è la principessa a mettere in salvo il principe”
“Nessuno si salva da solo Justin”.
“E perché stai piangendo?”.
“Non sto piangendo”.
“Hai gli occhi di chi vorrebbe farlo”.
“Ti sbagli”.
“Vieni qui”.
“Dove?”
“Vieni qui e basta”.
Spostò le spalle dalla parete su cui era appoggiata ed io aprii le mie braccia.
Il suo corpo caldo mi riscaldò il gelo che avevo dentro da quando ero uscito dall’obitorio.
Non era un gelo corporeo.
Era quello nelle viscere.
Era come se fossi stato troppo a lungo solo,non sapevo per quanto tempo ero rimasto lì in quell’obitorio,per quanto avevo i piedi tra la vita e la morte,ma Hannah con quel calore,assomigliava tanto alla vita.
La strinsi sul mio petto quando mi accorsi che stava silenziosamente piangendo,ma le lacrime bagnavano la veste blu dell’ospedale.
La strinsi più forte.
Ora sul mio cuore.
Volevo che sapesse che se mai si sentisse smarrita in questo mondo,c’era il mio cuore a farle posto.

  
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