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Autore: workinprogress    27/06/2013    7 recensioni
Ci sono dei momenti in cui l'unica cosa che puoi fare è dare un taglio netto a ciò che eri prima.
«La sua mano si muove istantaneamente e con una spinta apre la porta. I suoi occhi trovano subito una figura longilinea, in piedi davanti al lavandino, che gli dà le spalle. Si regge alla ceramica bianca con entrambe le mani, e in una delle due stringe un paio di forbici affilate.»
[Everlark] [Leggermente angst]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Growing back together'
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Un taglio netto


Fuori è già buio da un pezzo. Peeta apre la porta di ingresso e se la chiude alle spalle, entrando in casa.

Si guarda attorno, perplesso. La casa è tutta buia, immersa nel silenzio più assoluto, e sembra che dentro non ci sia anima viva. Eppure Katniss non può essere nel bosco, ad un'ora simile.
Va avanti lungo il corridoio, accendendo la luce. L'unico segno della precedente presenza di qualcuno sono le braci nel caminetto, con la loro fioca luce tremolante. Di Katniss nemmeno l'ombra.
Sale in fretta le scale, dirigendosi subito in camera. Anche senza toccare l'interruttore si accorge che tutto è fermo, in ordine, e che non c'è nessuno che riposa sul letto. Esce rapidamente, con il respiro accelerato. Prima che cominci a chiamare Katniss a gran voce, qualcosa attira la sua attenzione. Da destra arriva un sottile spiraglio di luce, e sembra provenire dal bagno.
Si avvicina alla porta socchiusa, tendendo l'orecchio. Non si sente nulla.
Prova a bussare sullo stipite, per concederle un minimo di privacy e annunciare la propria presenza, ma nessuna voce lo invita ad entrare.
«Katniss?».
A rispondergli c'è solo il silenzio.
La sua mano si muove istantaneamente e con una spinta apre la porta. I suoi occhi trovano subito una figura longilinea, in piedi davanti al lavandino, che gli dà le spalle. Si regge alla ceramica bianca con entrambe le mani, e in una delle due stringe un paio di forbici affilate.
Per terra, sulle sue spalle, ovunque intorno a lei sono sparse ciocche più o meno lunghe di capelli scuri.
«Kat...».
La nuca di Katniss, ornata da un drastico, disordinato taglio, ha un sussulto, ma lei resta in silenzio.
Peeta si avvicina, fermandosi alle sue spalle. Ora sono entrambi riflessi nello specchio che lei sta fissando con sguardo vuoto. Non sta piangendo, ma sulle guance e negli occhi rossi ha ancora il segno delle lacrime.
Peeta resta spiazzato, senza riconoscere la pallida ragazza che gli sta davanti. Forse è la stessa che si è affacciata alla porta in quel giorno lontano, quando lui ha piantato le primule davanti casa sua. Improvvisamente sembra l'ombra di se stessa, immobile e sottile.
Il suo sguardo segue la desolazione di capelli tutto intorno, le ciocche di quella treccia tanto amata. Non ne resta che il ricordo, e un elastico appoggiato sul lavandino.
Peeta resta lì a fissarla, con la lingua ed i pensieri impastati. Poi si costringe a reagire, fare qualcosa, e comincia a scuotere via con delicatezza i resti dei capelli di Katniss dalle sue spalle, dalla maglietta che indossa.
Dopo aver finito, alza lo sguardo sul volto cereo, immobile di lei. Gli manca la voce.
«Perché?».
Lo sguardo fisso di Katniss si agita un po', ma le sue labbra restano immobili.
Poi, un impercettibile spasmo. Due grosse lacrime rotolano giù lungo le sue guance, mentre le sue labbra cominciano a tremare.
Le ginocchia la abbandonano tutto d'un colpo, e le braccia di Peeta la sostengono quando si accartoccia su se stessa come un burattino a cui hanno tagliato i fili. La tiene stretta a sé, sul pavimento ricoperto di ciocche, e lascia che pianga tutte le lacrime che le sono rimaste.
Le fa appoggiare la testa contro la sua spalla e lei va a nascondere subito il viso nell'incavo del suo collo, dando sfogo ai singhiozzi più laceranti.
«Io resto qui».
Non è che un sussurro nella notte, ma Peeta continua a ripeterlo.
«Resto qui con te».
Quando i singhiozzi di Katniss diventano i lamenti di un animale ferito, la prende per le spalle, respira insieme a lei, e continua a sussurrare.
«Sempre, Kat».
Sono solo parole, ma sono le uniche da dire.
Peeta avvolge il suo corpo tra le braccia, sul pavimento freddo. Le accarezza la testa bruna, costellata di ciocche martoriate, e sospira.
«È una promessa».


_______________




Sono tornata a disturbare la quiete estiva con un'altra one shot, ovviamente.
Stavolta una Katniss/Peeta, una bella Everlark. Perchè comunque sì, è difficile scrivere cose coerenti e IC quando si tratta di due personaggi così incasinati, ma ne vale sempre la pena. Mi deprimono e mi tirano su di morale contemporaneamente. Ecco, nel caso di questa flash più che altro tirano fuori la fangirl emotiva che c'è in me.

Ho voluto analizzare un punto secondo me fondamentale della lenta - e forse mai completa - ripresa di Katniss. O comunque, è fondamentale nel mio Ever-verse.
La treccia di Katniss è forse ciò che meglio la rappresenta, fisicamente parlando, ed è qualcosa che le è sempre appartenuto. Ma, ora come ora, Katniss non può permettersi di pensare al passato. Ogni collegamento con il suo passato è morto, e lei lo ha seppellito nella forma della sorella e di coloro che amava.
Il taglio netto di Katniss si colloca probabilmente durante quella che Peeta credeva fosse una ripresa, ma potete inserirlo dove preferite nel vostro universo Everlark.
È senza dubbio una ricaduta, ma è parte del cammino di entrambi.

Sono molto felice di aver condiviso questa cosa con voi. Il vostro parere sincero è probabilmente il miglior regalo che possiate farmi, se questa storia vi ha lasciato qualcosa.
Grazie per aver letto la mia one shot, e spero che vi sia piaciuta!

wip
  
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