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Autore: Francine_92    28/06/2013    1 recensioni
[Questa storia fa riferimento a "il principe mezzosangue" ed a "i doni della morte" interpretati in modo molto differente dagli originali.]
“Guardami.” Hermione, che stava con la testa china e continuava a piangere, sollevò il viso specchiandosi negli occhi di Draco. “Sopravvivremo a tutto questo.” allungò la mano destra per stringere il braccio di Hermione, portandoselo vicino alle labbra e posando poi quest'ultime sulla cicatrice che Bellatrix le aveva inciso. Hermione a quel gesto parve calmarsi e smise di piangere. Draco le lasciò il braccio e lei ne approfittò per fare lo stesso; usò entrambe le mani per sollevare la manica della camicia di Draco, scoprendone il Marchio Nero e si chinò a baciarlo. Poi si allontanò e tornò a guardare il giovane serpeverde negli occhi color ghiaccio, che già avvertiva il cuore più leggero e colmo di una gioia mai provata. “Ci prenderemo cura l'uno dell'altra e saremo sempre pronti a sanare le nostre cicatrici, me lo prometti?”
“Te lo prometto, Hermione.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Dimmi tu addio, che a me dirlo non riesce.

Morire è facile, perderti è difficile.

-Saba.

 

Il serpente ed il prescelto.

 

“Dobbiamo trovare Ron. Per uccidere quel serpente avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Hai visto anche tu quanto è grosso.”

“Hermione, tu credi che in tutto questo trambusto riusciremo a trovarlo?” Draco non sapeva proprio come far ragionare la giovane strega. Hermione era intenzionata a trovare Ron prima di mettersi alla ricerca del serpente di Voldemort, ma Malfoy aveva ragione. Era alquanto improbabile riuscirci.

“Ti fermi un attimo?” il ragazzo dai capelli biondo platino cercava di stare al suo passo, ma Hermione era più veloce di un fulmine e lui faceva molta fatica a seguirla senza perderla di vista. All'improvviso perse la pazienza e si mise ad urlare. “Sarebbe più facile prendere un boccino con la bocca, che trovare Weasley!” Hermione si blocco di scatto, perché Draco doveva metterle i bastoni tra le ruote in quel modo? Lei voleva solo una mano in più. Non voleva andare da quel serpente e rischiare di perdere la vita o che morisse Draco al posto suo. Si bloccò e si voltò, fissandolo negli occhi con determinazione. “Beh, se è per questo Harry ci è riuscito una volta!” rispose, urlando per farsi sentire dato che esplosioni e fruscii di incantesimi scagliati provocavano rumori piuttosto forti. E poi capì. “Oddio.” mormorò. “Cosa c'è?” chiese Draco. “Il boccino. Quello che ha ricevuto Harry; avrebbe dovuto aprirsi al tatto, visto e considerato che i boccini hanno una memoria tattile. Ma Harry ha preso il suo primo boccino quasi ingoiandolo e quindi deve toccarlo con le labbra per permettergli di aprirsi! Perché non ci ho pensato prima?!” Draco era rimasto a bocca aperta; Hermione avrebbe pure potuto pensarci prima, ma questo non escludeva che fosse davvero una ragazza intelligente e che fosse arrivata ad una soluzione così su due piedi, senza alcun aiuto e solo per puro caso.

“Tu trova Ron e andate voi dal serpente. Io corro da Potter e lo avviso.”

“No, io non vado da nessuna parte senza di te.” sussurrò Hermione, avvicinandosi maggiormente al ragazzo.

“Hermione, vai.” disse lui, non lasciando trasparire la minima emozione. Il labbro di Hermione tremò pericolosamente, ma avrebbe sicuramente evitato di mettersi a piangere; non era né il momento né il luogo adatto. Si sollevò leggermente con la punta dei piedi e piegò il volto, baciando Draco con dolcezza sulle labbra. Lui ricambiò il bacio e poi si staccò, sorridendole quasi impercettibilmente. “Non c'è tempo. Vai e stai attenta.” disse. Hermione annuì, prese il boccino dalla propria borsetta e lo consegnò a Draco; poi si voltò e prese a correre cercando di evitare i crolli improvvisi di qualche muro e gli incantesimi lanciati dai seguaci di Voldemort appositamente per ferire e uccidere la gente. Draco invece sospirò e strinse forte i pugni, correndo in seguito nella direzione opposta.

*

“Dove cavolo sei, Potter?” ormai erano almeno dieci minuti che Malfoy vagava nel castello alla ricerca di Harry e di lui non aveva visto nemmeno l'ombra. D'altro canto vedere i suoi compagni di scuola inermi a terra o in difficoltà, gli provocava una fitta allo stomaco. Non era da lui, era sempre stato un codardo, ma in quel momento avrebbe voluto tanto combattere, dare il suo contributo, aiutare. E pensava ad Hermione, chissà se stava bene e se aveva già trovato Ron. Odiava il fatto di aver dovuto lasciarla da sola, quando aveva promesso ad Harry, ma soprattutto a se stesso di proteggerla da tutto e da tutti. Quella sensazione di senso di colpa lo innervosiva come non mai, Hermione Granger era la sua debolezza più grande, ma paradossalmente la sua unica ragione di vita.

“Potter!” finalmente intravide la figura del giovane mago in cima alle scale. Il corpo di uno studente di Corvonero gli volò quasi addosso, scaraventato con un incantesimo da uno dei Mangiamorte di Voldemort; Draco corse su per le scale e andò incontro ad Harry per rivelargli quello che Hermione aveva scoperto. “Abbiamo capito come aprire il boccino!” urlò, ma Harry aveva lo sguardo vacuo. Guardava Malfoy in viso, ma senza vederlo davvero. “Che succede? Cosa hai scoperto?” chiese, cambiando immediatamente il tono di voce dall'esaltato al preoccupato. “Prima parlami del boccino.” sussurrò.

“Lo devi aprire poggiandoci sopra le labbra, perché durante il tuo primo anno questo boccino lo hai preso quasi ingoiandolo.” disse parandogli la sfera dorata davanti agli occhi.

“L'ha capito Hermione, eh? Senza di lei non dureremmo neanche un giorno.” accennò un mezzo sorriso e sospirò; Draco si accorse che non era felice come avrebbe dovuto essere mentre gli passava il boccino che in precedenza aveva tenuto saldamente stretto in mano.

“L'ultimo Horcrux sono io. Devo morire per mano di Voldemort.”
“Cosa?”

“Già. Per favore, non dire niente a Ron ed Hermione. Ho avuto un'altra visione, ho visto Voldemort e si trova nella foresta proibita. Sto andando lì per mettere fine a tutto questo.”
Draco non disse niente. Lo guardò sconvolto ed Harry parve scorgere la paura nei suoi occhi. “Sei innamorato di lei?”
“Come?” balbettò Malfoy.

“Lo sai.”

“Sì. Io credo di sì.” Draco non aveva ancora avuto modo di riflettere su quello che provava veramente per la migliore amica di Harry Potter, ma quando il giovane grifondoro gli fece la domanda fatidica, fu sicuro di non nutrire più il minimo dubbio al riguardo. In fondo quando ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, non hai già la risposta pronta? Lui, Draco Malfoy, si era innamorato di Hermione Granger.
“Diglielo. Se non ora quando? E prenditi sempre cura di lei.” Draco annuì e prese un profondo respiro prima di rilasciare tutta l'aria fuori dai polmoni. Harry serrò la presa attorno al boccino; superò il giovane Malfoy con uno scatto e corse giù per le scale, in direzione del cortile. Draco lo seguì ed una volta messo piede fuori dalla scuola, lo vide svoltare a destra verso la foresta.

“Draco, Draco!” Hermione stava correndo nella sua direzione ed era in compagnia di Ron. “Hanno fatto saltare il ponte e hanno evitato che anche i Ghermidori raggiungessero Hogwarts!” concluse e poi cercò di riprendere fiato; aveva sicuramente corso dal ponte fino a lì solo per raggiungerlo ed ora era sfinita e non aveva nemmeno la forza per parlare.

“Almeno abbiamo solo i Mangiamorte alle calcagna. Ma credo che quelli riusciranno a trovare una via alternativa.” mormorò Ron. “Dov'è Harry? Hermione mi ha detto tutto. Gli hai dato il boccino?”

“Sì. E' andato da Voldemort.”
“Da solo?!” Hermione non credeva alle proprie orecchie. Sperava di aver sentito male.

“Non vuole che qualcun altro muoia per lui. Se date un'occhiata in giro, ci sono corpi di Auror e studenti ovunque.” rispose Draco.

“Noi dovevamo restare con lui fino alla fine! Dovevi impedirgli di andare!”

“No, Hermione. E' un adulto e sa decidere da solo.”
“Ma dove hai lasciato la sensibilità e l'altruismo?” Hermione stava ribollendo dalla rabbia.

“Quello che ho fatto, l'ho fatto soltanto per te! Se non è abbastanza, puoi anche sparire dalla mia vista. A me non importa degli altri, la mia unica preoccupazione sei tu. Se Potter vuole andare a combattere da solo, io lo lascio andare. Ha la libertà di scegliere.” Draco la fulminò con lo sguardo. Hermione leggeva la sua frustrazione negli occhi color ghiaccio.

“Bene. Credo proprio che sparirò dalla tua vista, allora.” si voltò e gli diede le spalle. Ron era rimasto a bocca aperta, scorreva con lo sguardo da Malfoy ad Hermione senza sapere né cosa dire né cosa fare. E poi seguì la sua amica, che si era già avviata verso il castello, lasciando Draco da solo. Giurò di averla vista asciugarsi le lacrime, ma fece finta di niente.

*

Harry non si era ancora reso conto che a momenti avrebbe dovuto lasciarsi uccidere per mano di Voldemort. Quello che non capiva era il motivo per il quale Silente voleva questo. Una volta morto, chi si sarebbe occupato di eliminare Voldemort per sempre? Eppure sapeva di non avere altra scelta. Persino Piton era morto per proteggerlo e per fare in modo che venisse a sapere del piano di Silente solo alla fine, quindi non poteva essere una cosa tanto sbagliata e insensata. Sospirò pesantemente e si guardò intorno. Ormai era notte fonda, intorno a lui non c’erano che alberi e quella foresta sembrava più cupa e fitta che mai. Aprì la mano e sollevò il braccio, fissando il boccino che Malfoy gli aveva consegnato; lo avvicinò al proprio viso e vide una scritta che prima non aveva mai notato. ‘Mi apro alla chiusura.” Che cosa voleva dire? Se lo portò alle labbra ed appoggiò quest’ultime sulla fredda superficie dorata del boccino. All’improvviso quest’ultimo si aprì con uno scatto, rivelandone il contenuto. Era una pietra. Harry rifletté più velocemente che poteva; non aveva Hermione al suo fianco, doveva arrivare alla soluzione da solo. Non poteva contare sempre e solo sulla perspicacia della sua amica. Chiuse gli occhi e serrò le mascelle, cercando di capire e poi improvvisamente ci riuscì. I Doni della Morte. Quella era la Pietra della Resurrezione. La gettò a terra ed improvvisamente quattro figure apparvero davanti ai suoi occhi. C’erano suo padre e sua madre che gli sorridevano con dolcezza, Sirius e Lupin. “Cosa…? Quando?” Harry era sconvolto. Remus Lupin aveva perso la vita?

“Poco fa, Harry. Un Mangiamorte ha ucciso me e Ninfadora.” “Ma tuo figlio…” mormorò sconvolto Harry. “Altri gli diranno per cosa sua madre e suo padre sono morti. Un giorno lui capirà.” “Non avrei mai voluto che qualcuno di voi morisse per me.” sussurrò quasi in lacrime. I sensi di colpa erano alle stelle, anche se non poteva permettersi una reazione del genere. Poi cercò di riprendersi e si rivolse al suo padrino. “Fa male morire?” “E’ più veloce che addormentarsi.” “Starai con me, papà?” “Fino alla fine.” mormorò l’uomo fisicamente tanto simile a suo figlio. “Stammi vicino.” disse infine a sua madre. “Sempre.” rispose lei.

Harry prese coraggio, non che gliene servisse poi molto, era sempre stato un ragazzo coraggioso di suo. Avanzò a passo lento e fece soltanto un’altra ventina di passi prima di ritrovarsi Voldemort davanti, circondato da un paio dei suoi fedeli Mangiamorte.

“Ma guarda un po' chi c'è. Il ragazzo che è sopravvissuto, venuto a morire.” levò lentamente la bacchetta. Una luce verde fuoriuscì da quest’ultima ad una velocità impressionante; Harry chiuse gli occhi e poi accadde. Il suo corpo cadde a terra, inerme.

Ma perché sentiva ancora il proprio cuore battere? Si sentiva lucido e cosa più importante, vivo. Avvertì i passi di una persona avvicinarsi a lui, restò con gli occhi chiusi persino quando quest’ultima si chinò per sentire se aveva ancora battito.

“Draco è vivo?” era la mamma di Malfoy, Narcissa. Harry mosse lentamente la testa in senso affermativo, cercando di farsi capire e lei ovviamente afferrò il concetto.

“Morto.” disse, sollevandosi e rivolgendo lo sguardo al Signore Oscuro. Quest’ultimo scoppiò in una risata sguaiata ed Harry riconobbe anche quella di Bellatrix Lestrange, che stava inevitabilmente esultando con lui.

“Vieni qui, stupido ibrido.” sibilò Lucius Malfoy, trascinando Hagrid al cospetto di Voldemort.

“Tu avrai il compito di portare il tuo giovane amico morto ad Hogwarts davanti agli occhi di tutti quegli sciocchi che credevano di sconfiggermi!” tuonò crudelmente Voldemort. Harry sentì le lacrime di Hagrid bagnargli il viso, mentre si occupava di prenderlo in braccio. Infine Voldemort iniziò a marciare in direzione del castello, seguito dai Mangiamorte che avevano il compito di sorvegliare Hagrid e il corpo di Harry. Mentre compievano quella breve traversata a passo spedito per raggiungere Hogwarts il prima possibile, il giovane grifondoro capì per quale motivo non era morto. Eppure lo aveva chiaramente sentito quando aveva guardato nei ricordi di Piton, come aveva fatto a non pensarci subito? Voldemort poco fa non lo aveva ucciso, aveva distrutto con le sue stesse mani la parte della sua anima, l’Horcrux che non aveva mai avuto intenzione di creare; quello che viveva dentro di lui, Harry. Ora mancava solo quel maledetto serpente che strisciava sempre accanto a Voldemort; doveva trovare assolutamente il modo di ucciderlo e poi avrebbe potuto finalmente occuparsi di Voldemort, eliminarlo una volta per tutte e far tornare la pace nel mondo magico, tanto attesa e tanto desiderata da tutti quanti.

_____

So che il modo in cui Hermione ha capito del boccino è un tantino banale, ma non sapevo davvero come fare. Magari avrei dovuto lasciare che ci arrivasse Harry, ma ho intenzione di mettere in risalto quanto Hermione sia brillante e quanto Draco sia incapace di dimostrare affetto e amore, nonostante tenga a lei più di quanto potesse immaginare. E' una Dramione, no? Harry è già fin troppo in primo piano.

  
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