GIORNO 21: Meno un giorno all’apocalisse
Il giovedì è
stato un giorno inaspettato e triste. Meno triste di quanto non sarebbe stato
il venerdì, ma più imprevedibile.
Ma facciamo un
passo indietro, perché di mezzo c’è stato anche il mercoledì, che mi sento in
dovere di citare perché ho ricevuto un’altra dedica da Ryder. Stavolta si è
svolta nell’Auditorium, mentre non c’era nessuno. Ha cantato la sua canzone
preferita, ovvero “I’ll be” di Edwin McCain. E’ stato di nuovo molto dolce, e
solo col senno di poi mi sarei resa conto che tutta questa dolcezza era troppa
per me. Ero come una persona che non mangiava carboidrati e improvvisamente si
rimpinzava di marshmallows, caramelle zuccherate, zucchero filato, marzapane,
cioccolato, meringhe e panna. Stavo perdendo un tantino il contatto con il mio
cervello, ma mi sentivo così al sicuro e felice che non avrei nemmeno ascoltato
il Grillo Parlante, sempre che lo avessi avuto. Ma andiamo con ordine.
Il giovedì è
arrivato e mi sono sistemata nella maniera più carina possibile: vestito color
indaco, scarpe col tacco (con un paio di scarpe basse in borsa, perché
conoscendomi non avrei retto i tacchi più di due ore, sempre che queste le
avessi trascorse da seduta), trucco fatto dalla mia mami, capelli meno
boccolosi del solito, lenti a contatto (con gli occhiali in borsa, perché
nemmeno queste le avrei rette per troppo tempo). Ryder mi ha portato un mazzo
di giacinti lilla rendendomi felice come una pasqua, perché sono i miei fiori
preferiti. E, poiché avevo detto che non volevo oggetti di gioielleria, mi ha
regalato una scatola per il bentoo (tipico pranzo a sacco giapponese, per chi
non lo sapesse) con Death the Kid, che è il mio personaggio anime preferito
(dell’anime Soul Eater, per chi non sapesse neanche questo). Io, invece, gli ho
regalato una poesia, perché aveva detto che non voleva altro da me. E così,
siamo andati al matrimonio.
Che non c’è
stato. Non ho ben capito come abbiano fatto tutti quanti ad essere così
neutrali di fronte a questa cosa. E’ così all’ordine del giorno che la sposa
scappi dai matrimoni? Evidentemente sì. Perché si è deciso di fare comunque il
ricevimento. Non so voi, ma io l’ho trovata una cosa tristissima. Vero è che ci
siamo divertiti dopo, ma festeggiare mentre un pover’uomo era stato lasciato
non mi pareva il caso, all’inizio. Ma non ho protestato e così si è fatta
comunque festa.
Al che mi è
toccato fare la mia sorpresa. Perché quello che finora ho taciuto è che mi ero
esercitata nel canto con Blaine dal lunedì. Avevamo detto al prof Schue che
avrei cantato al matrimonio, e mentre io volevo cantare qualcosa di semplice
quanto più semplice si potesse, dato che non avevo avuto tempo di esercitarmi a
dovere, Blaine aveva insistito che cantassi una canzone di Jessie J. Jessie J?
Seriamente? Con quattro giorni di pratica scarsi? E Jessie J sia. Visto che
doveva essere una canzone che avesse a che fare con l’amore, ho optato per
Abracadabra. Così, dopo il duetto Klaine (yep, ho conosciuto il famoso Kurt
Hummel, e devo dire che non avevo mai visto Blaine così raggiante) Blaine ha
introdotto il mio numero musicale. Al che tutti sono rimasti a bocca
spalancata. Per la sorpresa, s’intende. Con le labbra viola e le unghie blu per
l’agitazione (sì, psicosomatizzo così) sono salita sul palco. Mi sono schiarita
la voce e, nel silenzio più imbarazzante e più assoluto, ho balbettato:
- Ehm.. questa
canzone è per.. mmh.. R-Ryder Lynn. – E la musica è partita.
Ryder mi fissava
con espressione ancora sorpresa e piacevolmente meravigliata (state notando i
miei progressi nell’interpretazione delle espressioni umane?) e ad un certo
punto ho smesso di sentirmi in imbarazzo. Glee è essere chiunque tu sia e
voglia essere senza doverti sentire a disagio. Quindi che importa se non sono
magra come potrei, se non ho l’agilità di Kitty o la voce di Marley?
Rapidamente mi sono liberata dei tacchi e ho dato voce (in tutti i sensi) alla
mia rinnovata autostima.
E ho spaccato.
Sul serio. Erano tutti in pista, e ad un certo punto sono scesa dal palco e mi
sono intrufolata in mezzo a loro, piroettando qui e lì, fino a ritrovarmi, a
fine canzone, esattamente dove volevo trovarmi: tra le braccia di Ryder. Ho
sorriso e gli ho intrecciato le braccia al collo per poi baciarlo con un’enfasi
davvero non da me (e che altrimenti avrei anche criticato) facendo applaudire
il pubblico.
Mentre gli altri
si complimentavano con me, ho notato che Jake chiamava Ryder da una parte per
dirgli qualcosa. E allora il mio orecchio bionico è entrato in funzione.
Chiariamoci, io non sono una che spia. Mi sento in colpa ad aver ascoltato
quello che in realtà non avrei dovuto sentire. Ma in quel momento il mio
istinto mi ha detto che avrei fatto bene ad ascoltare. Ed ecco la loro
discussione:
Jake: - Amico,
grazie a te stasera farò tardi.
Ryder: - Cosa?
Jake: - Be’,
Marley ha voluto fare le cose con calma e lo abbiamo fatto, e va bene, ma tutto
questo romanticismo è… Ho preso una stanza per noi, nel caso in cui… Credo che
succederà.
Ryder: - Non è
pronta per questo! È solo al secondo anno e sta ancora affrontando i suoi
problemi alimentari.
Jake: - Marley
non è come le altre ragazze. Credo di amarla. E credo che stia abbassando la
guardia tanto da permettersi di ricambiare. Ti ho promesso che non le avrei
fatto del male? Be’, io mantengo le promesse.
Ryder: - Bene,
mi fido.
Jake: - Ma tu e
Hana.. insomma, lo so che state insieme da poco. Ma.. ne avete parlato?
Ryder: - No, non
ne abbiamo parlato. Ma Hana.. lei è davvero diversa. Non ho mai conosciuto
nessuno come lei. Non manderò tutto a monte mettendole fretta. Possiamo
aspettare.
Perciò da un
lato sono contenta di avere ascoltato. Non mi aspettavo questa superficialità
da Jake. Nel senso: capisco come si possa sentire, ma pensavo che avrebbe
capito che Marley non è quel tipo di ragazza. E’ più probabile che faccia sesso
prima io, che ho ricevuto il mio primo bacio nemmeno una settimana fa, che non
Marley, che è l’ingenuità fatta adolescente. Le parole di Ryder, invece, mi
hanno resa davvero fiera di lui. E di essere la sua ragazza. Perciò quando, ad
un tratto, dopo un duetto di Finn e la sua
ragazza-non-ragazza-fidanzata-quasi-moglie-mai-sposata o quello che è, che devo
dire ha una voce che ha eclissato in un istante qualsiasi esibizione avessi mai
visto, tutti sono spariti si-può-immaginare-dove, sono andata da Ryder e l’ho
preso per mano, per poi condurlo in pista. Di nuovo l’ho baciato, stavolta con
più tenerezza che enfasi, e gli ho sussurrato un “grazie”. Era riferito alle
sue parole di poco prima, ma si poteva anche interpretare come un
ringraziamento per le cose che aveva fatto per me quella settimana.
Abbiamo
continuato a ballare finché non sono tornate tutte le coppie-scoppie (persino
Artie con una ragazza bionda che mi era vagamente familiare, parente della
Pillsbury) e anche oltre, e io pensavo che più felice di così non avrei potuto
essere.
Be’, avevo
ragione.
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Nota dell'autore: Chiedo umilmente perdono per avere ritardato così tanto nella pubblicazione! Spero davvero di riuscire a rifarmi! Grazie per la pazienza di chi mi legge ancora (:
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Nota dell'autore: Chiedo umilmente perdono per avere ritardato così tanto nella pubblicazione! Spero davvero di riuscire a rifarmi! Grazie per la pazienza di chi mi legge ancora (: