Y o u A r e M y E x t a z y

La stava velocemente perdendo... doveva fare qualcosa. E doveva fare in fretta.
Spremi le meningi, Shikamaru... fai funzionare quei 200 q.i. di cui il tuo cervello dispone!!
Tuttavia, nonostante l'incredibile intelligenza, gli veniva in mente solo una possibile soluzione a quella orribile situazione... niente da fare, doveva per forza calpestare la sua dignità senza alcun ditegno e dirglielo...
«T-Temari, io... c-credo di... cioè, sono sicuro... insomma, devo dirti una cosa importante... ecco... praticamente,..»
La bionda tamburellava un piede per terra, nervosa ed impaziente. All'ennesimo "ecco" da parte dell'uomo che non riusciva proprio ad arrivare al nocciolo girò i tacchi e tornò da Fumihiro.
Shikamaru si schiaffeggiò da solo. "Stupido! Stupido!! Sei solo uno stupido!!"
La seguì di corsa, attento a ogni movimento sospetto da parte di quell'imbusto. Per ora non poteva fare altro che denigrarlo, anche se non pareva avere molta voce in capitolo a questo riguardo.
Sbuffava, commentava acidamente, lanciava brevi e pungenti invettive a tutto ciò che il giovane raccontava. Ma, dopo averlo fulminato un paio di volte, Fumihiro smise di dargli retta, come così anche Temari.
Oramai lo ignoravano entrambi bellamente.
Doveva mettere un po' in azione le meningi e piantarla di fare la figura dello sfigato... già, ma come??
Finchè ci pensava, si fece sera. Fumihiro invitò Temari a mangiare insieme, ovviamente senza includere anche Shikamaru. Lui era praticamente sicuro che l'amica si sarebbe ricordata di lui, ma così non fu: dopo essere arrossita ed aver acconsentito allegra, continuò a conversare amabilmente con quell'odioso tizio.
«Tranquilli, non chiedetemi nulla... tanto io di solito non mangio, a cena! Vivo di riserve...» sbottò lui solitario; passeggiò fino all'altro lato della grande terrazza, ormai rassegnato e sconsolato.
Aveva bisogno di pace, per trovare una soluzione. Finchè rimaneva a divorarsi il fegato da solo con quei due che tubavano non sarebbe mai riuscito a combinare niente.
Si appoggiò alla ringhiera, osservando il panorama sereno ed illuminato del Villaggio sotto di lui. Il palazzo era collocato sulle pendici di un monte, così che da questo si potesse tenere d'occhio tutta la città.
Il vento leggero che gli accarezzava le membra tese e stressate, che avrebbe dovuto donargli un po' di sollievo, lo rese ancora più in ansia. E questo perchè non sentiva solo un'aria soffice che lo circondava, ma nel vento lui sentiva Temari che lo stringeva tra le sue braccia.
Si sa, le nuvole non vivevano senza il vento che le spingeva dolcemente... e così lui, nell'osservare le due fidate nuvole, pensava sempre ad una persona: colei il cui elemento guidava l'esistenza del suo, colei che sola guidava la sua stessa esistenza.
"Temari..."

Shikamaru quella sera rimase nella sua camera. Alla fine l'avevano invitato a cenare, ma pareva che non l'avrebbero messo insieme a Temari e Fumihiro, che al contrario avrebbero cenato soli soletti in una sala a parte. A sentire ciò, gli passò del tutto la fame, e preferì rimanere in camera a scrogiolarsi piuttosto che andare in mezzo ad un branco di intellettuali che sbandieravano il nuovo amore del figlio del Raikage ai quattro venti.
Non riuscì per nulla a dormire. Non potè nemmeno guardare le nuvole, dato che, con quella maledettamente forte illuminazione, il cielo si vedeva a malapena, tanto era offuscato dalla luce artificiale che emanava quell'altrettanto maledetto Villaggio.
Non potè perciò far altro che stendersi sul letto, infilarsi le mani dietro la nuca e guardare il soffitto, ripensando a tutte le sue sconfitte.
Che cos'era il fallimento di una missione, per il quale se l'era presa tanto, in confronto all'affronto che stava subendo in quel momento... Temari, la SUA Temari che tubava amabilmente con uno conosciuto stamattina...
La SUA TEMARI promessa in sposa al primo che passa!!
Provò a pensare un momento a cosa sarebbe successo se si fosse veramente sposata con quel bell'imbusto.
...non osava nemmeno immaginare quale sarebbe stata la sua reazione.
Temari era... nei suoi pensieri, nelle sue nuvole, nelle sue giornate; lei era il motivo per cui si alzava la mattina, con la speranza di ricevere un incarico presso il Kazekage; lei era il motivo per cui la sera andava a dormire, con il timore di non sognarla.
Lei era il motivo per cui viveva... ammirare il suo sorriso, farsi punzecchiare dalle sue frecciatine, godere della sua compagnia, della sua complicità... se non ci fosse stata, la sua esistenza sarebbe rimasta come prima di incontrarla, vuota...
Non doveva permette al primo coglione arrivato da uno sperduto paesino tra i monti di strapparle in questo modo il suo motivo di vita. Doveva fare qualcosa. Doveva utilizzare tutto ciò di cui risponeva per levarla dalle braccia di quel perfetto sconosciuto.
A proposito...
Guardò l'orologio. Era mezzanotte passata.
E lei ancora non era tornata.
Troppa ansia, troppa paura, troppo terrore che fosse davvero troppo tardi.
Doveva poter fare ancora qualcosa, non poteva finire tutto così.

Qualcuno bussò alla porta. Nemmeno il tempo di chiedersi chi potesse essere che una figura scura entrò nella camera.
Gli si gettò di peso sullo stomaco, provocandogli un feroce colpo di tosse. Nella penombra potè solo intravedere due paia di codini.
«Temari!.. Che accidenti?!..» «Shika, oh Shika, devo parlarti!!» disse la ragazza, eccitata come una ragazzina, dondolantosi sul letto. La rete cigolò pericolosamente.
Shikamaru, dopo aver chiaramente compreso chi aveva di fronte, le concesse tutta la concentrazione di cui la sua mente disponeva. Si mise seduto di fianco a lei, in ascolto.
Temari poteva chiaramente vederlo in volto, grazie al riflesso delle luci esterne proveniente dalla finestra alle sue spalle. Dalla sua faccia, non sembrava che stesse dormendo.
«Non ti ho svegliato vero..? Ma che stavi facendo?» «Osservavo le mie nuvole» rispose lui, secco.
Temari alzò il viso, come per essere sicura che ci fosse il tetto. Poi tornò a lui, sorridendo «Le stavi sognando?»
«No. Le immaginavo» continuò in tono grave, «Quelle che ci sono a Konoha sono speciali»
La bionda rimase qualche secondo in silenzio, in rispetto della sua nostalgia, che però non sentiva a fondo di condividere. Calato il malumore, riprese a dondolarsi sul letto, allegra come non mai.
«Oh Shika, mi piace così tanto!! Fumihiro è la persona più dolce, sincera, romantica e sexy che abbia mai incontrato in vita mia...»
Shikamaru rimase tremendamente offeso da quella affermazione. «Ma se lo conosci da un pomeriggio...» ribattè acido.
Temari parve inchiodata, tuttavia rispose, istintivamente «E che c'entra... ho tutta la vita per conoscerlo e...»
L'uomo scattò in piedi, come terrorizzato da un mostro sotto il letto. «Cosa?!»
Lo guardò stranita. Non capiva perchè si stesse arrabbiando tanto... finchè non ricordò le sue testuali parole. «Ecco, io...»
«Temari... non avrai intenzione di sposarlo, vero?!» tuonò lui, con pura ira negli occhi.
«Veramente, sono qui per questo» ribattè Temari, giustamente. Riprese un po' di fiducia, nel notare che la rabbia dell'amico era del tutto infondata.
«Ma Temari, accidenti!!» sbraitò lui, strafottendosene dell'orario tardo, «Non lo conosci nemmeno!! Potrebbe anche essere il peggio ipocrita di questo mondo! Potrebbe anche essere un criminale che ti mostra la sua bella faccia per acchiapparti e usarti per poi buttarti come una qualsiasi puttana!! Non puoi metterti nelle mani, non puoi donare la tua vita al primo che te lo chiede, Temari!! La tua vita è solo tua!! E mi stupisce che tu stia pensando così seriamente di buttarla via!! Questa non è la Temari che conosco, l'orgogliosa, impulsiva, egocentrica e mascolina signorina della Sabbia!!..»
La ragazza si sentiva mortificata, pur non condividendo ciò che l'amico diceva. Sentiva che in fondo erano cose giuste, ma per chissà quale motivo proprio non riusciva a comprenderle.
Sapeva chi era, sapeva qual'era la sua reputazione e conosceva ciò che la gente si aspettava che lei diventasse... ma ora, dopo aver conosciuto Fumihiro, non si riconosceva più neppure lei...
Abbassò lo sguardo; non aveva il coraggio di guardare Shikamaru negli occhi, colui che in quel momento impersonava la nuda e difficile realtà.
«Io... ho fatto la mia scelta, Shikamaru. Le persone cambiano» sussurrò, alzandosi e uscendo di corsa dalla stanza.
Non poteva ascoltare come le avrebbe controbattuto Shikamaru, perchè, qualunque sciocchezza avesse detto, sicuramente sarebbe stata più valida di ciò che pensava lei.
Sapeva di essere in torto, però, per una volta, sentiva che desiderava ardentemente seguire ciò che le diceva solamente il cuore.

Devo dire di essere orgogliosa di questo capitolo... sono andata più a fondo con i sentimenti, scavando le possibili ragioni di questi strani comportamenti... personalmente, questa fic tra quelle che scrivo è la mia preferita!! *_* Anche perchè ho sempre straadorato le cose smielatissime in cui c'è qualcuno di conteso... i ragazzi tirano fuori il meglio di sè, quando devono conquistare una ragazza!! Che tenerezza *__* Al prossimo capitolo!!
Un zalutone, Niraw^^