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Autore: Ely_fly    28/06/2013    2 recensioni
Piccolo esperimento ^^
I nostri Digiprescelti dovranno preparare uno spettacolo su "Orgoglio e pregiudizio". Fin qui tutto semplice, ma... A chi toccherà il ruolo principale? Riusciranno i nostri amici a sopravvivere?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Molto bene, possiamo cominciare con la prova del quinto capitolo!» esclamò soddisfatto il signor Tawada, quando vide che tutti gli studenti erano pronti sul palco.

«Inoue, quando vuoi cominciare, parti pure» disse l’uomo, facendo un cenno a Miyako. Era contento del fatto che in scena ci fossero soltanto le ragazze, se si escludeva un ragazzino di prima media che recitava nel ruolo del fratellino di Charlotte Lucas. Ma era certo che lui non gli avrebbe creato problemi, come invece tendevano a fare Motomiya e Yagami.

La ragazza annuì e cominciò: «Hai iniziato bene la serata, Charlotte. Fosti la prima ad essere scelta da Mr. Bingley.»

Mimi rispose con entusiasmo forse eccessivo, ma in fondo era la sua prima battuta e il signor Tawada lasciò correre. «Sì, ma poi lui diede indubbiamente prova di preferire la seconda.»

«Vuoi alludere a Jane, perché ballò due volte con lei? Certo, mostrò apertamente la sua ammirazione; e pareva realmente sincero; ne era addirittura infatuato. Ho sentito dire qualcosa, non so di preciso di cosa si trattasse… A proposito di Mr. Robinson» continuò Miyako, che senza Daisuke sul palco si sentiva molto più a suo agio.

A quel punto intervenne Sora: «Parli forse del discorso che ho sentito io per caso, tra lui e Mr. Robinson? Non ve l’ho raccontato? Mr. Robinson gli chiese se gli piacevano le nostre riunioni di Meryton e se non gli sembrava che ci fossero parecchie belle signore e signorine, chiedendogli quale fosse secondo lui la più graziosa. E lui, pronto, rispose immediatamente: “Oh, senza dubbio la maggiore delle signorine Bennet: è impossibile dare un giudizio diverso in proposito”.»

«Scommetto che è quel che direbbe Takeru se gli si chiedesse chi è la più graziosa nel nostro gruppo» commentò sarcastico Taichi, lanciando una frecciatina al biondo minore, che arrossì, mentre Daisuke quasi esplodeva. Come si permetteva Takeru di pensare una cosa simile di Hikari?!? Solo lui poteva farlo!

«Taichi, non ricominciare a torturare mio fratello. Quando si sentirà pronto si dichiarerà, cosa vuoi farci?» intervenne Yamato. Lo sguardo di riconoscenza che Takeru gli aveva lanciato quando aveva iniziato a parlare si trasformò in una luce omicida quando il biondo terminò la frase.

«Ragazzi, smettetela. Lasciate in pace Takeru!» intervenne Jyō, mentre i due scoppiavano a ridere.

«Perché dovremmo? È una cosa troppo divertente!» esclamò Taichi.

«Ti piacerebbe se venisse fatto a te?» replicò il ragazzo più grande.

«Non saprei, bisogna provare. Appena scoprirete se mi piace qualcuno, potrete farlo» disse il ragazzo castano. Poi, come ripensandoci, aggiunse: «Hai mai visto Yamato sclerare perché lo prendevo in giro riguardo a Sora?»

«Sì, non più tardi di mezz’ora fa» rispose l’altro.

Taichi imprecò sottovoce, sibilando al suo amico: «Ma perché voi due dovete essere così suscettibili?»

«Materiale genetico scadente, immagino» commentò il biondo, tornando a concentrarsi sul fratellino, che sbirciava il palco con un’espressione da patetico idiota. Esattamente quella che aveva lui quando guardava Sora, anche se nessuno si sarebbe mai sognato di farglielo notare. Nessuno escluso Taichi, ovviamente, che aveva uno spiccato desiderio di morte.

 

Intanto, sul palco, anche Hikari continuava a distrarsi e a lanciare occhiate alle quinte. Riusciva a scorgere tutti i suoi amici e in particolare Takeru. Arrossì leggermente, guardandolo mentre parlava con Taichi. Chissà cosa gli stava dicendo suo fratello… Sperò nulla che avesse a che fare con lei.

«Yagami? Sei con noi?» la richiamò alla realtà la voce del professor Tawada.

«Mi scusi?» domandò, arrossendo ancora di più.

«La battuta. È il tuo turno» le sussurrò Sora, indicandole un punto sul copione.

«Oh, certo. Mi scusi. Ehm… Miss Bingley mi ha detto che non parla mai molto, tranne con gli amici intimi, con i quali  però è particolarmente cortese» lesse in fretta la ragazza, cercando di dare un senso a quello che stava dicendo.

«Non posso crederlo. Se avesse avuto…» attaccò Miyako, ma già a questo punto Hikari tornò a perdersi nei suoi pensieri.

Con la coda dell’occhio lanciò di nuovo un’occhiata alle quinte e vide che Takeru era stretto nella morsa di suo fratello. Si ritrovò a sperare che la scena finisse presto per poter andare a salvarlo.

Purtroppo ne avevano ancora per qualche minuto… In quel momento il biondo si liberò e nel farlo si ritrovò voltato verso il palco, a guardare Hikari. Entrambi arrossirono e distolsero lo sguardo.

 

Nel frattempo si era arrivati al monologo di Mary, interpretata da una ragazza della sezione C, che Hikari conosceva di vista:  «L’orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli tra noi che non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità, reale o immaginaria, che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa. L’orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.»

Yamato, dietro le quinte, si distrasse per un momento dal suo compito di stuzzicare Takeru sull’argomento Hikari per riflettere su quelle parole: era decisamente vero, in particolar modo per lui. Tutti erano convinti che lui fosse piuttosto vanitoso e ne trovavano la ragione nel suo modo di essere: era bello e lo sapeva, si curava e tendeva a non stringere amicizia facilmente. Per questo motivo, le persone che non lo conoscevano, erano restie a parlare con lui troppo a lungo, temendo che questo potesse infastidirlo o comunque che lui si potesse fare delle idee sbagliate.

Ma in realtà lui era solo molto orgoglioso: non gli interessava quello che pensavano gli altri, pretendeva soltanto il meglio da se stesso. E stringeva amicizia con quelli che lo capivano.

Stava ancora pensandoci, quando sentì due mani fredde posarglisi sugli occhi. Fece un salto, mentre sentiva la voce di Sora chiedergli: «Indovina chi sono?»

«Sora, lo so che sei tu» rispose, con un tono piuttosto annoiato.

«A cosa stavi pensando?» gli chiese lei, senza curarsi del suo tono da asociale e liberandogli gli occhi.

«Niente, riflettevo sul monologo di Mary a proposito dell’orgoglio» replicò lui, guardandola negli occhi.

«Immaginavo che ti avrebbe colpito…» mormorò lei, baciandolo dolcemente sulla guancia. «Non ti preoccupare, lo sappiamo tutti come sei fatto e ti vogliamo bene per questo.»

Detto questo la ragazza raggiunse il loro gruppetto, che si stava radunando in attesa della scena successiva, Takeru ed Hikari continuando a guardarsi e a distogliere lo sguardo.

Yamato sorrise e raggiunse la sua ragazza. Sì, aveva fatto amicizia con le persone giuste.

  
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