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Autore: topazio    28/06/2013    9 recensioni
Dal prologo:
Quando ogni tassello della mia anima sembrava tornare al proprio posto, qualcosa mi destabilizzò a tal punto da annullare tutto il lavoro fatto. Tutto cambiò.
E prima che me ne rendessi conto avevo già perso tutto.
[NaruSaku e SasuSaku, altre coppie su richiesta]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Attenzione!!! Zona altamente SasuSaku!!!

Lettore avvisato, mezzo salvato.

 

 

A tOkiOsa.

Don’t leave me alone

Capitolo 7

In trappola

 

 

La vita è una trappola cui è possibile sfuggire gettandovisi dentro.

Giovanni Soriano

 

 

 

«S

akura!!! Sakura dove sei finita?!» Le grida di Lee riuscivano a raggiungere ogni angolo della locanda dove eravamo alloggiati. Sapevo cosa voleva. Invitarmi alla festa. Non volevo rifiutare il suo invito, ma nemmeno accettare! Così, da buona vigliacca quale sono, cercavo ogni buco per nascondermi. Naruto era andato a mangiare, di nuovo, al piano di sotto. Mentre Sasuke, beh, era sparito. Ma non me ne preoccupai, avevo ben altri problemi, io. Forse era andato a fare una passeggiata..

«Sakuraaaa!» la voce di Lee si fece pericolosamente vicina, così uscii dalla mia camera, visto che sarebbe stato il primo posto che avrebbe controllato, nella sua ricerca. Guardai il corridoio davanti a me. Vuoto. Bene. Lo percorsi in fretta, arrivai a un bivio e svoltai a sinistra. Durante la mia ‘fuga’ non seguivo un ordine logico, pensavo solo ad allontanarmi il più possibile dalla voce di Rock Lee. Mi catapultai in un corridoio, apparentemente uguale al pretendente. Ma commisi un errore. Non avevo vie d’uscita. Potevo sempre fare marcia indietro e prendere il corridoio di destra, ma..

«Sakuraa!» Sussultai. La voce proveniva dalle mie spalle. Mi voltai. In fondo, c’era una rampa di scale. Scale che Lee stava salendo urlando come un ossesso. Non sarei stata abbastanza veloce per tornare indietro senza farmi vedere, così entrai nella prima stanza di quel corridoio senza uscita.

Chiusi la porta senza fare rumore. Nonostante fosse sera, e la stanza non fosse illuminata, capii dov’ero. In bagno. Già, perché quella locanda non aveva i servizi in camera, ma nel corridoio. Una vera scocciatura. Che però forse mi avrebbe salvato! Pensai un attimo di chiudere la porta a chiave, ma così avrei fatto rumore. Meglio evitare.

Cos’è la prima cosa che si fa quando ci si nasconde in un bagno? Infilarsi nella doccia! Mi venne spontaneo, così ci entrai e, silenziosamente, tirai la tendina. Fuori sentii un vorticare confuso di passi. Avrei giurato che Lee avesse svoltato, evitando di andare dritto e finire nel famoso corridoio di sinistra, che mi aveva incastrato.

Pensai di essere salva.                                                  
Pensai di averlo evitato.                                                 
Pensai che nessuno si stesse dirigendo verso il corridoio di sinistra.                       
Pensai male.

Proprio quando stavo per fare un sospiro di sollievo, sentii qualcosa che mi fece gelare il sangue nelle vene. La maniglia. Qualcuno stava girando la maniglia. Non mi ero accorta del suo arrivo, possibile che fosse Lee? Possibile che riuscisse a essere così silenzioso? No. Trattenni il respiro. Accese la luce, che illuminava appena la stanza. Non volevo che si accorgesse di me, che urlasse, o attirasse l’attenzione di Lee che, comunque, non doveva essere tanto lontano.

Quello che sentii dopo fu anche peggio. Il rumore di un lento sfrusciare di abiti riempì la stanza silenziosa. Oddio, si stava spogliando. No, no, no!! Questo significava che doveva farsi la doccia che, guarda cosa, era proprio il luogo in cui mi ero nascosta! Possibile che capitassero tutte a me?! Che cosa avrei potuto fare? Uscire prima che si spogliasse del tutto? Ma che figura ci facevo?! Provai a muovermi, ma le mie gambe non risposero agli stimoli.

Ero bloccata in bagno. Dentro la doccia. Mentre uno sconosciuto aldilà di una tendina si stava spogliando. Grandioso Sakura, complimenti, bella trovata. Poi si fermò, ormai doveva aver finito di spogliarsi. Iniziai ad avere una carenza di ossigeno. Ah, sì, perché avevo spesso di respirare già da un po’. Cercai di resistere.

Ma poi, una mano dalla pelle diafana spuntò fuori dalla tendina, dentro la doccia, in cerca del rubinetto. Solo una persona aveva pelle così bianca.

Sasuke.

 

***

U

n getto di acqua fredda mi colpì all’improvviso, facendomi sussultare. O merda! Se non si era accorto prima della mia presenza, ora ero sicuramente spacciata. Il freddo pungente dell’acqua mi fece rabbrividire, silenziosamente. Con un unico gesto fulmineo, Sasuke spostò la tendina che ci separava, rivelando l’intruso ai suoi occhi.

Avrebbe potuto sbattermi fuori dalla porta, infuriato.                              
Avrebbe potuto fare domande imbarazzanti, del tipo cosa ci fai lì.                                  
Avrebbe dovuto guardarmi, arrossire, e coprirsi le nudità.
Ma non sarebbe stato Sasuke.

Ma lui non si infuriò, era calmo.                                              
Non mi sbatté fuori, mi voleva proprio lì.                          
Non mi fece domande, sapeva già tutto, o forse non voleva sapere proprio niente.               
Non arrossì, perché lui era sempre Sasuke, non era mai imbarazzato.                    
Non si coprì, perché lui era Sasuke, e non si vergognava mai.
Lui era Sasuke e non gliene importava proprio niente.

Entrò nella doccia e tirò la tendina con un solo e veloce gesto. Continuavo a non respirare e cominciai ad aver seriamente bisogno di ossigeno. Non smise di guardarmi nemmeno per un secondo, il suo sguardo magnetico mi aveva catturata, e non sembrava che avesse intenzione di lasciarmi andare. Posizionò le mani contro il muro, all’altezza della mia testa. Bloccandomi ogni via di fuga. Certo, avrei potuto scivolare in basso, e passare sotto le sue braccia e poi scappare, ma.. era nudo! Con che coraggio potevo abbassarmi?! Non sarei riuscita a non guardare!

«Respira.» Mi sussurrò. La sua voce era bassa, roca e.. maledettamente sexy. E io obbedii. Permisi all’aria di inondarmi nuovamente i polmoni. Avevo il fiatone. Il mio petto si alzava e abbassava velocemente. Avevo il respiro e il battito accelerato. E non era solo colpa della mancata respirazione. E sicuramente era anche arrossita. Grandioso.

Si avvicinò. Volevo indietreggiare, intimorita, ma era un tantino difficile cercare di attraversare il muro. Da quando l’acqua era diventata calda? Non me n’ero accorta, e forse era solo una mia impressione. Continuava a tenere il suo sguardo incollato a me, e io non potevo fare altro che ammirare i suoi occhi, ero come ipnotizzata. Occhi diversi, ma che mandavano lo stesso tipo di sguardo. Non avevo nessuna via di fuga, ero in trappola. E poi.. una speranza di salvezza arrivò proprio dalla persona da cui meno me l’aspettavo. La persona da cui stavo scappando: Rock Lee. Sentirlo bussare alla porta mi riportò alla realtà. Questo riuscì a far distogliere lo sguardo di Sasuke abbastanza a lungo da farmi capire che Lee non doveva trovarmi lì dentro.

«Sakura, sei lì dentro?» Chiese. Sasuke tornò a guardarmi. Panico. Sgranai gli occhi. Lo guardai, mi portai un dito alle labbra per indicare il silenzio e scossi la testa per fargli capire che non dovevo essere lì. Lui sorrise. Si, sorrise. Ma il suo sorriso non arrivò fino agli occhi.

«Rock Lee, pensi davvero che Sakura si trovi qui?» disse, pacato, ma si leggeva nel tono di voce una cerca scocciatura. Con quella semplice frase era riuscito a non mentire.

«No, certo che no. È solo che non la trovo. Scusa il disturbo.» rispose. Aspettammo fino a che non sentimmo più il rumore dei suoi passi. Tirai un sospiro di sollievo. Lee era sistemato, almeno per un po’. Ora dovevo riuscire a uscire di lì. L’acqua continuava a scendere su di noi, facendomi sentire stranamente rilassata. Non sapevo che fare così dissi ciò che mi venne più spontaneo.

«Gra..» ..zie. Non completai mai quella parola. Perché il suono di quelle lettere mi morì in gola. Poteva succedere di tutto, certo. Ma mai e poi mai mi sarei aspettata questo. Sasuke annullò la distanza che ci divideva posizionando le sue labbra sulle mie.

 

Il silenzio più eloquente: quello di due bocche che si baciano.
Anonimo

 

La mia bocca era semi aperta, quindi la sua lingua non trovò ostacoli e si intrufolò facilmente. Panico. E ora? Beh, spensi il cervello. Mi lasciai andare. Chiusi gli occhi. Lasciai che il mio cuore continuasse a battere all’impazzata, che le mie mani si staccassero dal muro e che andassero a immergersi tra i suoi capelli. Le nostre lingue si incontrarono e cominciarono a muoversi stuzzicandosi a vicenda. Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena e intrufolarsi sotto la maglietta che mi si era appiccicata alla pelle.

Persi la cognizione del tempo. Potevano essere passati solo pochi istanti o secoli interi. Non faceva differenza. In quel momento c’eravamo solo noi due. Non esisteva alcun passato o futuro. C’era solo quell’attimo, vissuto alla massima potenza. Non c’era nient’altro. L’acqua della doccia. Il bagno. Lee. L’intero edificio. E persino Naruto. Tutto in quel momento aveva smesso di esistere.

 

Persino Naruto.

 

 

Che cos’è un bacio se non il linguaggio del cuore?
Anonimo

 

Poi tutto finì. Lui si staccò da me, veloce così come mi si era avvicinato. E tornai alla realtà. Confusa, frastornata. E, forse, persino ferita dal suo brusco cambiamento. Nessuno dei due riusciva a mascherare il fiatone.

«Vai.» disse. Freddo e distaccato come sempre. Obbedii. Come sempre. Ma il mio volto non lasciò trasparire alcuna emozione. Per la prima volta. Uscii fuori. Girai l’angolo e andai a sbattere contro l’ultima persona che avrei voluto incontrare in quel momento.

 

 

 

Così cominciò la mia discesa nel baratro.

 

 

 

 

 

Ecco a voi il capitolo tutto SasuSaku:)che ne pensate? Spero di non aver deluso le vostre aspettative, in ogni caso fatemi sapere. Chi avrà mai incontrato Sakura uscendo dal bagno?

Mi scuso per gli eventuali errori grammaticali.

Alla prossima,

Topazio:)

  
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