Attenzione!!!
Zona altamente SasuSaku!!!
Lettore
avvisato, mezzo
salvato.
A tOkiOsa.
Don’t
leave me alone
Capitolo
7
In
trappola
La
vita è una trappola cui è possibile sfuggire
gettandovisi dentro.
Giovanni
Soriano
«S |
akura!!!
Sakura
dove sei finita?!» Le grida di Lee riuscivano a raggiungere
ogni angolo della
locanda dove eravamo alloggiati. Sapevo cosa voleva. Invitarmi alla
festa. Non
volevo rifiutare il suo invito, ma nemmeno accettare! Così,
da buona vigliacca
quale sono, cercavo ogni buco per nascondermi. Naruto era andato a
mangiare, di
nuovo, al piano di sotto. Mentre Sasuke, beh, era sparito. Ma non me ne
preoccupai, avevo ben altri problemi, io. Forse era andato a fare una
passeggiata..
«Sakuraaaa!»
la
voce di Lee si fece pericolosamente vicina, così uscii dalla
mia camera, visto
che sarebbe stato il primo posto che avrebbe controllato, nella sua
ricerca.
Guardai il corridoio davanti a me. Vuoto. Bene. Lo percorsi in fretta,
arrivai
a un bivio e svoltai a sinistra. Durante la mia
‘fuga’ non seguivo un ordine
logico, pensavo solo ad allontanarmi il più possibile dalla
voce di Rock Lee. Mi
catapultai in un corridoio, apparentemente uguale al pretendente. Ma
commisi un
errore. Non avevo vie d’uscita. Potevo sempre fare marcia
indietro e prendere
il corridoio di destra, ma..
«Sakuraa!»
Sussultai. La voce proveniva dalle mie spalle. Mi voltai. In fondo,
c’era una
rampa di scale. Scale che Lee stava salendo urlando come un ossesso.
Non sarei
stata abbastanza veloce per tornare indietro senza farmi vedere,
così entrai
nella prima stanza di quel corridoio senza uscita.
Chiusi
la porta
senza fare rumore. Nonostante fosse sera, e la stanza non fosse
illuminata,
capii dov’ero. In bagno. Già, perché
quella locanda non aveva i servizi in
camera, ma nel corridoio. Una vera scocciatura. Che però
forse mi avrebbe
salvato! Pensai un attimo di chiudere la porta a chiave, ma
così avrei fatto
rumore. Meglio evitare.
Cos’è
la prima
cosa che si fa quando ci si nasconde in un bagno? Infilarsi nella
doccia! Mi
venne spontaneo, così ci entrai e, silenziosamente, tirai la
tendina. Fuori
sentii un vorticare confuso di passi. Avrei giurato che Lee avesse
svoltato,
evitando di andare dritto e finire nel famoso corridoio di sinistra,
che mi
aveva incastrato.
Pensai
di essere
salva.
Pensai di averlo evitato.
Pensai che nessuno si stesse
dirigendo verso il
corridoio di sinistra.
Pensai
male.
Proprio
quando
stavo per fare un sospiro di sollievo, sentii qualcosa che mi fece
gelare il
sangue nelle vene. La maniglia. Qualcuno
stava girando la maniglia. Non mi ero accorta del suo arrivo, possibile
che
fosse Lee? Possibile che riuscisse a essere così silenzioso?
No. Trattenni il
respiro. Accese la luce, che illuminava appena la stanza. Non volevo
che si
accorgesse di me, che urlasse, o attirasse l’attenzione di
Lee che, comunque,
non doveva essere tanto lontano.
Quello
che sentii
dopo fu anche peggio. Il rumore di un lento sfrusciare di abiti
riempì la
stanza silenziosa. Oddio, si stava spogliando. No, no, no!! Questo
significava
che doveva farsi la doccia che, guarda cosa, era proprio il luogo in
cui mi ero
nascosta! Possibile che capitassero tutte a me?! Che cosa avrei potuto
fare?
Uscire prima che si spogliasse del tutto? Ma che figura ci facevo?!
Provai a
muovermi, ma le mie gambe non risposero agli stimoli.
Ero
bloccata in
bagno. Dentro la doccia. Mentre uno sconosciuto aldilà di
una tendina si stava
spogliando. Grandioso Sakura, complimenti, bella trovata. Poi si
fermò, ormai
doveva aver finito di spogliarsi. Iniziai ad avere una carenza di
ossigeno. Ah,
sì, perché avevo spesso di respirare
già da un po’. Cercai di resistere.
Ma
poi, una mano
dalla pelle diafana spuntò fuori dalla tendina, dentro la
doccia, in cerca del
rubinetto. Solo una persona aveva pelle così bianca.
Sasuke.
***
U |
n
getto di acqua
fredda mi colpì all’improvviso, facendomi
sussultare. O merda! Se non si era
accorto prima della mia presenza, ora ero sicuramente spacciata. Il
freddo
pungente dell’acqua mi fece rabbrividire, silenziosamente.
Con un unico gesto
fulmineo, Sasuke spostò la tendina che ci separava,
rivelando l’intruso ai suoi
occhi.
Avrebbe
potuto
sbattermi fuori dalla porta, infuriato.
Avrebbe potuto fare domande imbarazzanti, del tipo cosa ci
fai lì.
Avrebbe
dovuto guardarmi, arrossire, e coprirsi le nudità.
Ma non sarebbe
stato Sasuke.
Ma
lui non si
infuriò, era calmo.
Non mi sbatté fuori, mi voleva proprio
lì.
Non mi fece domande, sapeva già tutto, o forse
non voleva sapere proprio
niente.
Non arrossì,
perché lui era sempre Sasuke, non era mai imbarazzato.
Non si
coprì, perché lui era Sasuke, e non si vergognava
mai.
Lui era Sasuke e non
gliene importava proprio niente.
Entrò
nella doccia
e tirò la tendina con un solo e veloce gesto. Continuavo a
non respirare e
cominciai ad aver seriamente bisogno di ossigeno.
Non smise di guardarmi
nemmeno per un secondo, il suo sguardo magnetico mi aveva catturata, e
non
sembrava che avesse intenzione di lasciarmi andare.
Posizionò le mani contro il
muro, all’altezza della mia testa. Bloccandomi ogni via di
fuga. Certo, avrei
potuto scivolare in basso, e passare sotto le sue braccia e poi
scappare, ma..
era nudo! Con che coraggio potevo abbassarmi?! Non sarei riuscita a non
guardare!
«Respira.»
Mi
sussurrò. La sua voce era bassa, roca e.. maledettamente
sexy. E io obbedii.
Permisi all’aria di inondarmi nuovamente i polmoni. Avevo il
fiatone. Il mio petto
si alzava e abbassava velocemente. Avevo il respiro e il battito
accelerato. E
non era solo colpa della mancata respirazione. E sicuramente era anche
arrossita. Grandioso.
Si
avvicinò.
Volevo indietreggiare, intimorita, ma era un tantino difficile cercare
di
attraversare il muro. Da quando l’acqua era diventata calda?
Non me n’ero
accorta, e forse era solo una mia impressione. Continuava a tenere il
suo
sguardo incollato a me, e io non potevo fare altro che ammirare i suoi
occhi,
ero come ipnotizzata. Occhi diversi, ma che mandavano lo stesso tipo di
sguardo. Non avevo nessuna via di fuga, ero in trappola. E poi.. una
speranza
di salvezza arrivò proprio dalla persona da cui meno me
l’aspettavo. La persona
da cui stavo scappando: Rock Lee. Sentirlo bussare alla porta mi
riportò alla
realtà. Questo riuscì a far distogliere lo
sguardo di Sasuke abbastanza a lungo
da farmi capire che Lee non doveva trovarmi lì dentro.
«Sakura,
sei lì
dentro?» Chiese. Sasuke tornò a guardarmi. Panico.
Sgranai gli occhi. Lo
guardai, mi portai un dito alle labbra per indicare il silenzio e
scossi la
testa per fargli capire che non dovevo essere lì. Lui
sorrise. Si, sorrise. Ma
il suo sorriso non arrivò fino agli occhi.
«Rock
Lee, pensi
davvero che Sakura si trovi qui?» disse, pacato, ma si
leggeva nel tono di voce
una cerca scocciatura. Con quella semplice frase era riuscito a non
mentire.
«No,
certo che no.
È solo che non la trovo. Scusa il disturbo.»
rispose. Aspettammo fino a che non
sentimmo più il rumore dei suoi passi. Tirai un sospiro di
sollievo. Lee era
sistemato, almeno per un po’. Ora dovevo riuscire a uscire di
lì. L’acqua
continuava a scendere su di noi, facendomi sentire stranamente
rilassata. Non sapevo
che fare così dissi ciò che mi venne
più spontaneo.
«Gra..»
..zie. Non
completai mai quella parola. Perché il suono di quelle
lettere mi morì in gola.
Poteva succedere di tutto, certo. Ma mai e poi mai mi sarei aspettata
questo. Sasuke
annullò la distanza che ci divideva posizionando le sue
labbra sulle mie.
Il
silenzio più eloquente: quello di due bocche
che si baciano.
Anonimo
La
mia bocca era
semi aperta, quindi la sua lingua non trovò ostacoli e si
intrufolò facilmente.
Panico. E ora? Beh, spensi il cervello. Mi lasciai andare. Chiusi gli
occhi.
Lasciai che il mio cuore continuasse a battere all’impazzata,
che le mie mani
si staccassero dal muro e che andassero a immergersi tra i suoi
capelli. Le
nostre lingue si incontrarono e cominciarono a muoversi stuzzicandosi a
vicenda. Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena e intrufolarsi
sotto la
maglietta che mi si era appiccicata alla pelle.
Persi
la
cognizione del tempo. Potevano essere passati solo pochi istanti o
secoli
interi. Non faceva differenza. In quel momento c’eravamo solo
noi due. Non
esisteva alcun passato o futuro. C’era solo
quell’attimo, vissuto alla massima
potenza. Non c’era nient’altro. L’acqua
della doccia. Il bagno. Lee. L’intero
edificio. E persino Naruto. Tutto in quel momento aveva smesso di
esistere.
Persino
Naruto.
Che
cos’è un bacio se non il linguaggio del
cuore?
Anonimo
Poi
tutto finì.
Lui si staccò da me, veloce così come mi si era
avvicinato. E tornai alla
realtà. Confusa, frastornata. E, forse, persino ferita dal
suo brusco
cambiamento. Nessuno dei due riusciva a mascherare il fiatone.
«Vai.»
disse.
Freddo e distaccato come sempre. Obbedii. Come sempre. Ma il mio volto
non
lasciò trasparire alcuna emozione. Per la prima volta. Uscii
fuori. Girai
l’angolo e andai a sbattere contro l’ultima persona
che avrei voluto incontrare
in quel momento.
Così
cominciò la
mia discesa nel baratro.
Ecco
a voi il capitolo
tutto SasuSaku:)che ne pensate? Spero di non aver deluso le vostre
aspettative,
in ogni caso fatemi sapere. Chi avrà mai incontrato Sakura
uscendo dal bagno?
Mi
scuso per gli
eventuali errori grammaticali.
Alla
prossima,
Topazio:)