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Autore: Crazymoonlight    28/06/2013    2 recensioni
Spin-off che si ambienta all'interno della decima puntata, ossia dopo il combattimento di Kirito contro Heathcliff e la sua entrata nella gilda dei Cavalieri del Patto di Sangue.
Dal Prologo:
" -Oggi ho qualcosa di diverso da assegnarti- annunciò con aria solenne.
Kirito si fermò per osservarlo rassegnato e sospirò profondamente.
-A caccia! La dispensa sta per diventare vuota e abbiamo bisogno di molte provviste per poter sfamare tutti! Sai, i nostri cuochi sono molto insoddisfatti degli ingredienti che riforniamo loro, quindi sarebbe meglio se trovassi qualcosa di prelibato, uh uh?- "
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A caccia di… imprevisti.
2. Quando le spiegazioni non servono a nulla.

 

 


 
 


 

 

Parecchie miglia dopo, Asuna e Kirito si fermarono finalmente affaticati dopo la lunga corsa in una piazza affollata del 55° piano, confondendosi facilmente fra la gente ancora troppo intenta a cercare di godersi al meglio quella bella giornata.

Effettivamente erano gli unici due che sembravano fuori luogo in quel posto gremito di allegria e spensieratezza: ansimanti e piegati in due sulle proprie ginocchia, dovettero aspettare un po’ prima che il loro respiro si regolarizzasse, e solo allora poterono cercare un posto esclusivamente per loro, al riparo da orecchie indiscrete.

Procedettero in silenzio fra i vari vichi a alla fine si ritrovarono ai margini della città, in un’area poco frequentata ma per niente malfamata; anzi, in qualche modo –notò Kirito con un certo imbarazzo- sembrava quasi essere stata creata per le coppie di innamorati, che preferivano passare il proprio tempo in quel posto decisamente pittoresco.
Si trattava di un giardino inglese, ricco di qualsiasi specie di pianta e fiore colorata e profumata, che sorgeva in mezzo a laghetti e fiumiciattoli, intervallati da piccoli ponti in legno o in pietra e disseminato di panchine, i cui schienali erano a forma di cuore e che permettevano un meritato riposto durante il quale ci si poteva dedicare a qualche ingenua effusione, nascosti dagli sguardi di vecchi pettegoli.
Quando i due arrivarono in quel parco ameno, il sole stava iniziando a tramontare e una leggere brezza iniziava a soffiare, mandando bagliori arancioni e luccicanti sulle acque placide e diffondendo il profumo dei vari petali che fluttuavano in aria.

Kirito avanzò con titubanza verso una panchina che si trovava sotto di un rigoglioso salice piangente, mentre invece Asuna camminò spedita persa fra le sue elucubrazioni.
Si sedettero più vicino di quanto avrebbero dovuto e quando se ne accorsero, sobbalzarono e si rimisero a distanza di sicurezza, gli sguardi che fuggivano quello dell’altra; più che altro tutto quella vergogna era dovuta principalmente a ciò che era accaduto nel bosco, quando si erano ritrovati schiacciati contro un albero e avevano avuto entrambi dei pensieri che avrebbero voluto non aver fatto in quel momento.

Tuttavia, Kirito si disse che non era il modo e l’ora in cui reagire solo per la presenza di Asuna e si convinse a rimandare tutte le sue riflessioni per capire bene perché fossero scappati senza un apparente motivo. Sospirò profondamente.

<< Allora? >>

La ragazza lo fissò spaesata.

<< Allora, Asuna-san? >> ripetè Kirito, gesticolando.

<< Si può sapere perché mi hai afferrato, sbattuto contro un albero e afferrato per mano per correre via come una pazza…? >>

Asuna arrossì violentemente.

<< Ma… ma… ma che dici, Kirito-kun! >> e si tastò la mano quasi come se fosse stata scottata.

<< Credi che io non avessi un motivo? Che mi prendessi così tanta confidenza con te senza averne… bisogno!? >> gridò. Kirito strabuzzò gli occhi.

<< Eh? >> fece.

Asuna si morse un labbro con insistenza e distolse gli occhi dai suoi, decidendosi a raccontare tutto.



 

°          °          °

 
 

<< … e così ho scoperto che era come pensavo. Abbiamo dei traditori all’interno della gilda, ma il tuo arrivo inaspettato –e qui gli schioccò un’occhiataccia- mi ha impedito di scoprire di chi si trattasse. >>

Kirito rimuginò senza parlare.  In fin dei conti Asuna non aveva scoperto nulla di nuovo, il sospetto che vi fosse qualche spia nei Cavalieri del Patto di Sangue si era diffuso facilmente nelle menti di tutti i componenti della gilda, al punto che i principali player, tra cui Asuna stessa, erano stati costretti ad affiancarsi a guardie del corpo, spesso non molto gradite.
Kuradeel con Asuna ne era stato l’esempio vivente e Kirito gli pensava ancora con un certo astio, non pronto a fidarsi del tutto di lui; era quasi come se una bestia che si trovava dentro Kirito all’altezza dello stomaco ruggisse ogni qualvolta gli tornava in mente quel carattere quasi ossessivo, gli occhi che non promettevano nulla di buono e le mani che cercavano di comandare imperiosamente sul corpo e sulla volontà della ragazza che gli era seduta affianco.

Comunque, ora Asuna aveva avuto la prova concreta di tutte le loro congetture, ma loro due non potevano fare molto, dato che ancora non sapevano chi era colui che tramava alle loro spalle. Sospirò.
Osservò la ragazza, ancora abbastanza rossa in faccia ma con uno sguardo fiero che sembrava mandare scintille e le mani incrociate sulle ginocchia. Kirito ne appoggiò una sulle sue e proseguì con tono serio:

<< Hai detto che quelle persone hanno consegnato qualcosa alla spia, giusto? >>

<< Mmmm, sì >> rispose Asuna pensierosa.

<< Qualcosa da versare… o da aggiungere al cibo, non ricordo bene… >>

<< Se è davvero così dobbiamo avvisare subito Heathcliff e gli altri! >> scattò Kirito.

<< Sì, hai ragione >> Asuna si alzò, facendogli segno di  imitarla.

<< Sarà meglio che andiamo >> disse.

Fece qualche passo in avanti, poi si voltò di nuovo verso il ragazzo.

<< A proposito… si può sapere cosa stavi facendo tu in quel bosco? >> chiese, sospettosa.

<< Uh? Chi, io? >> rispose spaesato.

<< Ah, sì sì! Ero semplicemente andato a caccia su ordine di Godfrey, sai… >> iniziò a parlare a macchinetta, agitato, vedendo che la ragazza ancora non distoglieva lo sguardo.
<< Guarda!  Per caso ho… ho ottenuta tutta questa carne! >> continuò mostrandogliela.
<< E’.. è talpa, se non sbaglio. Ma penso che cucinata uscirà buona lo stesso… >>

<< Che… che cosa hai detto!? >> lo interruppe Asuna, stranamente terrorizzata.
<< …talpa? >>

<< AAAAAAAAAAAAAH! >> Asuna urlò e caricò contro il ragazzo, prendendo a lanciare via tutti i pezzi di carne che riusciva ad afferrare dalle sue braccia.
<< Ehi! Sei impazzita, per caso? >>

<< IO NON MANGERO’ MAI ROBA DEL GENEREEEEEEE! >> e lo spinse violentemente di lato.

<< Ferma! Godfrey mi ammazzerà! >> ma Kirito finì col cadere nel lago.


 

°          °          °

 


Dopo aver portato il cibo che era scampato alla furia di Asuna a un soddisfatto Godfrey, e dopo aver fatto bere alla ragazza qualche tisana per farla calmare, i due si recarono nella sala del consiglio, dove Heatchliff e i maggiori esponenti della gilda si riunivano per divulgare le proprie decisioni.

Si era ormai fatto tardi e le prime stelle rilucevano fiocamente attraverso le grandi vetrate della stanza, ancora troppo pigre per comparire completamente.
La stanza, completamente bianca e spoglia, se non per il gran tavolo in fondo, sembrava emanare da sola la luce necessaria a illuminare il vasto spazio, come a non voler celare alcun particolare.

Kirito ed Asuna avanzarono un po’ titubanti verso l’unica figura ancora seduta: Heathcliff non alzò lo sguardo al loro arrivo, ma rimase concentrato a guardare e sfogliare una pila di fogli, annotando ogni tanto qualche appunto con l’inchiostro nero della sua piuma.

Non diede segno di accorgersi della loro presenza e, solo quando Kirito tossì per attirare l’attenzione, alzò il capo e li invitò ad accomodarsi.

Raccontare l’accaduto fu quasi più difficile del previsto, Asuna spesso balbettava come se fosse in difficoltà –mantenendo una voce ferma allo stesso tempo-, ma ben presto il racconto terminò e la situazione complessive divenne più o meno chiara.

A dispetto delle proprie aspettative, Heathcliff non sembrava minimamente turbato dalla notizia, anzi, il suo volto rimase tendente all’indifferenza e addirittura alla noia, dato che aveva il volto pigramente appoggiato su una mano e gli occhi chiusi come se stesse per addormentarsi e seguiva il discorso dei due come se in realtà non stesse ascoltando.
Eppure Kirito avrebbe giurato di vederlo sorridere prima di prendere la parola.

<< Proprio come sospettavamo, allora… >>

Kirito non capiva cosa ci trovava di così divertente, ma Asuna sembrò rilassarsi: sapeva che si fidava di Heathcliff e lo riteneva un valoroso combattente, quindi se non si preoccupava lui, lo stesso doveva valere per lei.

<< Naturalmente inizieremo con dei giri di perlustrazione lungo l’intero edificio e magari anche rovistando le stanze dei più sospetti. Il tutto con discrezione sia chiaro >>

Non sembrava rivolgersi direttamente a loro, ma solo prendere nota di ciò che avrebbe dovuto fare, gli occhi distratti.

<< …controllare chi si occupa delle riserve di cibo e acqua, se davvero vogliono farci assaggiare qualcosa di non commestibile… >>

Poi strabuzzò gli occhi e si fece più attento.

<< Aspettate un attimo. Vi hanno per caso visti? >>

Asuna sbiancò: aveva dimenticato che erano stati scoperti e che erano sfuggiti per miracolo.

<< Ehm… ecco… non so… >>

<< Si sono accorti che qualcuno li stava spiando, ma siamo scappati in tempo; non penso che ci abbiano riconosciuto >>
Intervenne Kirito in suo soccorso.

Heathcliff si grattò leggermente la nuca.
<< In questo caso, non è sicuro per voi uscire di città, potreste essere attratti in un’imboscata. Vi suggerisco di non rimanere soli. Sarebbe meglio se stesse continuamente in contatto o, più semplicemente, in compagnia >>
Kirito arrossì, Asuna invece annuì solennemente.

<< Bene, credo sia tutto. Non una parola con nessuno. In  caso di necessità e di pericolo, vi farò sapere. Potete andare >>

I due si allontanarono silenziosamente, mentre Heathcliff riprendeva a studiare i fogli sul tavolo.

Fuori dalla porta, sbatterono contro Kuradeel: sembrava spaventato e in qualche modo preso alla sprovvista, come se non si aspettasse di vederli proprio lì.
Borbottò un paio di scuse molto velocemente e se ne andò di corsa, quasi fosse stato beccato a fare qualcosa che non doveva.

Asuna sbuffò e scrollò le spalle, poi mise le mani sui fianchi e dichiarò, ferma:
<< Hai sentito cosa ha detto Heathcliff: stare insieme. Ti conviene trovare del tempo libero per me, allora. Passa a casa mia quando vuoi. Ciao >>

E detto questo si allontanò a mo’ di marcia senza aspettare risposta.
Kirito rimase sbalordito da solo per il tempo necessario a comprendere il significato di quelle parole e, soprattutto, a cercare di capirle, dopodiché le corse dietro.
<< Aspetta! E’ pericoloso girovagare da sola a quest’ora, ti accompagno! >>
 

Kuradeel ghignò da dietro una porta.



 








NdA: "Buonsalve!" Eccomi qui con un altro capitolo e, come avrete visto, ci sono più dialoghi questa volta!
Se vi sembra faccia più schifo del solito, scusatemi: sono molto occupata e mi è toccato scrivere tutto di corsa!
Vorrei solo dire che questa long non sarà così lunga... dopotutto è solo un piccolo episodio, diciamo, pertanto non posso svilupparla davvero come vorrei!
Ringrazio vivamente tutti coloro che stanno leggendo o chi ha messo la storia tra le seguite.
Ovviamente spero ancora in una recensione!
Grazie, e alla prossima! ^^
  
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