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Autore: Yohao88    12/01/2008    1 recensioni
Lo scontro tra il Team Terme Funbari e il team The Ren si è concluso da poco, è terminata così anche la prima fase del torneo. Compagni che hanno percorso assieme lo stesso cammino si troveranno davanti a strade diverse. Fare la propria scelta a volte è una cosa difficile, ma più difficile ancora è tenervi fede fino alla fine. Non si può sapere come andrà a finire, non si può sapere cosa cambierà e cosa no. Bisogna solo avere il coraggio di proseguire fino in fondo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Ci penso io a Ren, non vi preoccupate!»
Jun salutò vivacemente i genitori e il nonno, accanto al fratello che, imbronciato e rosso in faccia, le voltava le spalle, mentre la sua famiglia salutava allegramente tutti, allontanandosi sull’over soul di En Tao.
«Ci congediamo anche noi. Ci dispiace, ma allenandoci qui per il torneo, saremmo circondati da troppe distrazioni…» disse Marco, sistemando gli occhiali sul naso.
«Quanto a Lyserg…» aggiunse Maiden, voltandosi verso il giovane che la guardò perplesso mentre gli rivolgeva un sorriso. «… sarà libero di decidere chi seguire…»
Lyserg rimase in silenzio per un po’, guardando Yoh e Horo Horo accanto a lui, per poi sorridere ai due compagni degli X-Laws.
«Vi dispiace se rimango qui anch’io?»
«Fa pure…» rispose, secco Marco, tornando a sistemare gli occhiali nuovamente scivolati giù. «Tanto non abbiamo più nulla da insegnarti…»
«Allora ci salutiamo già…» disse Yoh, infilando le mani nelle tasche, per poi guardare perplesso verso il basso, dove Opacho, che l’aveva tirato un paio di volte per i pantaloni, alzò una mano verso di lui.
«Ciao, signor Yoh!»
«Ehi!» disse, sorridendo, il giovane, voltandosi quindi verso Luchist, che si stava avvicinando con una valigia in mano. «Ve ne andate anche voi?»
«Già!» rispose il pastore. «Dobbiamo riunirci al signor Hao…»
«Eheh!! Bene!» disse Yoh, sorridendo, senza far caso alle facce quasi disgustate di Ren e Horo Horo.
Luchist sorrise a sua volta, alzando le spalle.
«Se ne è andato da qualche parte in giro per il mondo, ma abbiamo tutto il tempo per ritrovarlo. O farci trovare da lui…» disse, per poi sospirare. «Perciò, arrivederci a presto, signor Yoh! Attenderemo con ansia il suo ritorno al torneo! Su, vieni, Opacho! E tu, Marco, non ci segui?»
«Non ho certo intenzione di venire con te…» ribatté l’uomo, avviandosi verso il portone principale, fulminando con lo sguardo Luchist, che rise allegramente.
«Be’, dovrai pur uscire da qui, no?!»
Tutti osservarono con aria sconsolata i due buffi uomini che si allontanavano discutendo, finché non scomparvero alla loro vista.
Yoh fece un breve sospiro, portando una mano al fianco.
«Be’… e tu che farai, Manta?» domandò all’amico, che sorrise, un po’ a disagio.
«Io torno a Tokyo. Ormai ho ricominciato la scuola…» rispose il ragazzino, con tono un po’ deluso, anche se poi rise più allegro. «Ma verrò a trovarti ogni weekend!»
«Eh eh! Ci conto!» disse Yoh, ridendo, per poi voltarsi con aria un po’ perplessa verso Ren, Horo Horo, Jun, Lyserg, Chocolove, Ryu e Faust, soffermandosi infine su Anna, Tamao, Pirica e Yohmei. «Ma dove sono finiti tutti gli altri?»
A quella domanda, Tamao tirò prontamente fuori un taccuino dalla tasca.
«Oh… la signora Kino è già partita per Aomori, il signor Mikihisa è andato con Redseb e Seyrarm sulle montagne, la signora Keiko ha da fare in Europa e tornerà tra un paio di settimane…»
«Quanto a me…» intervenne Yohmei, con fare irritato. «… quel superstizioso del segretario di Stato ha insistito per un’altra predizione, perciò credo che mancherò per un paio di giorni. Ci pensi tu alla casa, Anna?»
«Naturalmente!» rispose tranquillamente la ragazza, incrociando le braccia.
«Bene, allora posso andare…» dichiarò Yohmei, allontanandosi sotto lo sguardo perplesso di Horo Horo.
«Ma quante volte in un anno vedi la tua famiglia riunita, Yoh?» domandò, con sarcasmo. Il giovane accanto a lui alzò le spalle con aria sinceramente perplessa.
«Non saprei… Una o due, forse…?»
Horo Horo lo fissò esasperato.
«Ma allora è una cosa di famiglia!!»
«Ovviamente, lui è il peggiore…» commentò Ren, riferito a Yoh, che rise divertito.
«Allora?! Quando si può iniziare ad allenarsi?!» domandò, impaziente, Horo Horo, già il giorno dopo.
Anna poggiò un gomito al tavolo dove avevano da poco terminato la colazione.
«Anche ora, se volete. Potete stare qui fuori, ma naturalmente senza demolire la casa…» disse, con fare indifferente. «… anche perché, in tal caso, sarete voi a ricostruirla esattamente com’era prima…»
«Ok! Ho capito! Ce ne andiamo altrove!» esclamò Horo Horo, irritato, mentre Lyserg si guardava perplesso attorno.
«E Yoh dov’è finito?»
«Boh… Era qui due secondi fa…» rispose Ryu, confuso.
Chocolove si alzò, accingendosi a seguire Ren che si stava già allontanando.
«Be’, ci raggiungerà dopo. Vieni con noi, Faust? Non si sa mai che ci sia bisogno di un medico… Oltre che un avversario in più, è ovvio…» aggiunse, allegramente, mentre l’uomo, ridendo, si apprestava a seguirli.
Nel frattempo, poco lontano dalla casa…
«Yoh, ma sei sicuro di voler stare proprio qui?»
«Certo! C’è spazio ed è un posto tranquillo! E poi è il luogo adatto no? Inoltre, questo posto è nato come sigillo, quindi sarà una sorta di isolamento per il mio furyoku…»
Yoh sorrise al samurai davanti a lui, che guardava assai dubbioso il tempio dove il giovane era di nuovo tornato, mentre lui, seduto a gambe incrociate nel tempietto interno, riprendeva a sfogliare il Cho Senji Ryakketsu.
«Uhm… Forse non è così complicato come sembrava. Ho già trovato anche la formula da cui sono partito per imparare la doppia assimilazione…»
«Vuoi arrivare a batterti ad armi pari con Hao?» domandò Amidamaru, tentando di ottenere una spiegazione più chiara. Per tutta risposta, Yoh sorrise, alzando le spalle.
«Non ho bisogno di essere un suo pari. Voglio solo completare una cosa prima del torneo. Sarà questo il mio allenamento…»
«Ma non dicevi che non volevi allenarti?»
«Non a combattere…» rispose il giovane, per poi sorridere allegramente al suo spirito. «Vedrai! Su, cominciamo!»
E dando un’ultima occhiata alla collana ancora posata sull’altarino, prese il Cho Senji Ryakketsu e uscì dal tempietto. Era la sua promessa, e forse ora era finalmente in grado di tenervi fede…


Il sole era ormai tramontato quasi del tutto sulle foreste e sui prati che circondavano Izumo. Il cinguettio degli uccelli era l’unico rumore che si sentiva, disturbato però d’un tratto dal brontolare di uno stomaco.
«Ah! Che fame!» si lamentò Horo Horo, posando una mano sulla pancia.
«Lo credo bene!» disse Chocolove, ridendo. «Ci siamo allenati ininterrottamente per tutto il pomeriggio!»
Lyserg osservò sorridendo i compagni con cui stava ritornando alla residenza degli Asakura, per poi assumere un’aria perplessa.
«Ma… e Yoh dove si sarà cacciato? E’ riapparso all’ora di pranzo e poi non si è più visto…»
«Eh eh! Ma Yoh è fatto così! E’ un mistero!» affermò Ryu, ridendo. Ma Ren incrociò le braccia, per niente convinto.
«Secondo me, invece, ha in mente qualcosa. Anche se non si può dire che non sia da lui sparire così senza avvisare nessuno…»
«Su, ragazzi…» li esortò Faust, con un sorriso. «E’ ora di cena, e credo proprio sia meglio farsi un bagno, prima…» aggiunse, mentre tutti si voltarono reciprocamente ad osservare i vestiti sporchi e ridotti a brandelli che indossavano.
Così, dopo una piacevole pausa nelle vasche termali della villa che li ospitava, si ritrovarono davanti ad una tavola imbandita, a cui sedevano già Anna, Tamao, Pirica e Jun, e dove, un attimo dopo, annunciato da uno sbadiglio, arrivò anche Yoh, seguito da Amidamaru.
«Salve…» bofonchiò, assonnato, sotto lo sguardo perplesso di qualcuno, irritato di altri.
«Ma si può sapere dov’eri finito?!» esclamò Horo Horo, puntandogli un dito contro. Il ragazzo gli rivolse un tranquillo sorriso tutto denti.
«Eh eh! Scusate, mi ero addormentato…»
«Non intendevo quello!!» replicò il giovane Ainu, mentre Yoh già infilava un boccone di cibo in bocca.
Ren prese la sua ciotola di riso, senza spostare lo sguardo dal compagno.
«Sei sparito per tutto il giorno. Cosa stai tramando?»
«Io? Niente…» rispose, ingenuamente, Yoh, masticando. Quindi deglutì e sorrise allegramente. «Solo… vi consiglio di evitare di venire a cercarmi, da ora in poi. Potrebbe essere pericoloso…»
Nove sguardi perplessi e stupiti si posarono sul giovane.
«Cosa intendi dire?» domandò Chocolove, inarcando un sopracciglio, osservando dubbioso l’amico, che rispose: «Vi dispiace se rimando le spiegazioni e il resto all’inizio del torneo?»
«Non direi…» intervenne Ren, precedendo Horo Horo che aveva aperto bocca per protestare. Poi sorrise determinato al ragazzo. «Basta che prima del torneo ti batti con me…»
Yoh si limitò a sorridere allegramente, sotto lo sguardo sospettoso di Anna, che, in silenzio, riprese come gli altri a mangiare.
Una mattina, mentre i suoi compagni erano come di consueto già andati ad allenarsi, Yoh uscì di casa, diretto nuovamente al tempietto di Hao.
«Allora, Amidamaru, sei pronto per ricominciare?»
«Certo! Stai andando benissimo, Yoh!» rispose il samurai, sorridendo, osservando, poco più avanti, la pagoda del tempio a cui ormai erano arrivati.
«Ehi, Yoh…!»
Il giovane, mettendosi istintivamente sull’attenti e voltandosi indietro, vide Anna, che, appoggiata ad uno degli alberi attorno a loro, se ne separò, avvicinandosi a lui.
«Sapevo che venivi sempre qui…»
«Be’… lo sospettavo...» rispose Yoh, sorridendo tranquillo.
La ragazza, però, non fece lo stesso, guardandolo seriamente.
«Sai quello che stai facendo, Yoh?»
«Certo! Sono sicuro che ci riuscirò, sta’ tranquilla!»
Lei lo osservò un po’ incerta, stavolta.
«Non era proprio quello che intendevo, ma…», quindi sospirò con fare un po’ rassegnato. «Be’… sei sicuro di non volere una mano? Sai già quant’è difficile imparare quelle tecniche…»
«Non preoccuparti!» ribadì il giovane.
Anna rimase in silenzio per un po’, quindi gli rivolse un lieve sorriso.
«Ci tieni davvero tanto, eh?»
«Già… Gliel’avevo promesso… sei anni fa…»
I due giovani si osservarono per qualche istante senza dire null’altro. Amidamaru li osservò incerto sul da farsi, finché Yoh non mise le mani in tasca, voltandosi verso l’entrata del tempio con un sospiro.
«Be’… io vado. Mi chiami per l’ora di cena?» aggiunse, rivolgendo un allegro sorriso alla fidanzata, che sorrise a sua volta con aria leggermente divertita, aggrottando un sopracciglio.
«Basta che non distruggi niente, altrimenti la cena te la scordi per un mese…»
«Stai tranquilla, sto attento!» rispose il ragazzo, entrando nel tempio.
Anna lo osservò finché non ebbe sceso le scale, quindi si voltò per tornare indietro. Già… Nonostante fosse lo stesso Yoh a dire che preferiva pensare solo al presente, forse era proprio il suo cuore il più intrappolato nel passato. Ma almeno stava facendo il possibile per liberarlo…
Il tempo così passò, e dopo gli otto mesi ormai trascorsi dalla fine del torneo, era sempre più trepidante l’attesa per l’inizio del secondo.
I giorni passati erano stati per lo più dedicati agli allenamenti, e nessuno, nonostante la curiosità, aveva mai insistito per sapere dove andasse Yoh tutte le volte che spariva. Ormai sembrava inutile allenarsi, perché tra Ren, Chocolove, Horo Horo e Lyserg, nonostante i valori del furyoku lievemente diversi, nessuno poteva dirsi superiore agli altri. Quanto a Yoh, aveva continuato ad esercitarsi – magari con qualche pisolino sul lavoro – sul Cho Senji Ryakketsu, con l’utile sostegno di Amidamaru.
«Bravo, Yoh! Ormai l’hai appreso praticamente tutto! E’ incredibile!» esclamò il samurai, mentre il giovane, un po’ stanco, seduto davanti a lui, sorrise imbarazzato.
«Dai, non dire così! Molte cose le avevo già imparate con Anna per il torneo. E poi anche Faust l’ha appreso completamente…»
«Sì, ma non ha mai imparato totalmente la dottrina dei cinque elementi, mentre tu hai quasi acquisito anche quella!»
«Be’… ci sono stato quasi obbligato. A Faust moltissime cose non servivano, mentre a me sì. Ma già che c’ero…» rispose Yoh, alzandosi e dirigendosi verso l’uscita. «A dire il vero… volevo fermarmi al Jugon Zonshi, che oltre a guarire, essendo una tecnica di resurrezione insegna a richiamare gli spiriti dall’altro mondo, un po’ come il Kuchiyose di Anna…» Salite le scale, si fermò, tirando fuori dalla tasca della camicia l’orecchino che Hao gli aveva dato tempo prima. «E poi la formula Fumon Goryoe…» mormorò, guardando il piccolo oggetto, con un sorriso un po’ nostalgico, che Amidamaru notò dispiaciuto.
«Tutto bene, Yoh?»
«Eh? Certo! Stavo solo pensando…» rispose il giovane, sorridendo allegramente, per poi iniziare a correre. «Su, andiamo, Amidamaru! E’ ora di cena, e se non arrivo in tempo, Anna mi uccide…!»
E tornato a casa, si ritrovò poi in sala da pranzo addirittura prima dei compagni andati ad allenarsi.
«Ehi, Yoh! Hai finito in anticipo?»
Manta si voltò a guardarlo con un sorriso, mentre Tamao e Jun finivano di apparecchiare.
«Eh eh! Già, oggi sì!»
Yoh sorrise all’amico arrivato quel sabato mattina come ogni settimana, e sedendosi a tavola guardò Anna, che andò a sedersi in silenzio di fronte lui, per poi voltarsi verso Ren, Horo Horo e tutti gli altri, evidentemente reduci dall’ennesimo allenamento e un bagno caldo.
«Ehi! Ormai fa freddo fuori e siete fortissimi! Volete allenarvi ancora?» domandò, ridendo, guardando Ren, che prese posto accanto a lui.
«E’ naturale!» ribatté il giovane, incrociando le braccia. «Dopo Hao, dovrò sconfiggere anche te, Yoh! E ormai, il torneo dovrà pur cominciare…»
«Be’, sarebbe anche ora…» disse Lyserg, sorridendo. «E passato un sacco di tempo…»
«Già…» mormorò Yoh, sospirando leggermente, rivolgendo un sorriso assorto alla sua cena sul tavolo. «Ormai manca davvero poco…»
A quelle parole, gli sguardi stupiti delle persone che aveva attorno si posarono su di lui.
«E tu come fai a dirlo?» domandò, perplesso, Horo Horo, osservando il sorriso allegro del compagno, che rispose: «Be’… mi è venuto spontaneo…»
«Non è solo quello, signor Yoh!»
Una vocina squillante e ormai familiare spinse tutti a guardarsi immediatamente attorno, per capire da dove questa provenisse, almeno finché Yoh non notò Opacho, che seduto nel corridoio fuori dalla stanza, si affacciò alla porta osservandolo con i suoi occhioni.
«Opacho?!?!?!» esclamò il giovane, assieme ad Amidamaru, Horo Horo, Manta, Ryu e Chocolove, fissando stupito come tutti il bimbo che entrò nella stanza con un piccolo balzo.
«Cosa ci fai qui?» domandò Lyserg, confuso.
Per tutta risposta, Opacho aggrottò le sopracciglia con cipiglio orgoglioso.
«Mi ha mandato il signor Hao!!»
«Quello era ovvio…» borbottò, seccato, Horo Horo, fra i denti, per poi osservare infastidito la reazione di Yoh, che aveva già alzato il solitamente scarso livello di attenzione.
«Cosa vuole quello, stavolta?» domandò Ren, con tono acido, senza nemmeno voltarsi verso il bambino, che rispose: «Il signor Hao vuole avvisare in anticipo il signor Yoh perché vada il più presto possibile al luogo da cui si partirà per il torneo che inizierà tra cinque giorni!»
«Cinque giorni?!?!» esclamarono, increduli, Horo Horo e Chocolove.
«E dove si terrà?» domandò Yoh, con la consueta calma un po’ disturbata dalla voglia di sapere tutto.
Opacho lo fissò con aria decisa.
«Il signor Hao ti dirà i dettagli quando arriverai. Intanto, andate sull’isola dove si è tenuto il primo torneo!»
Horo Horo si alzò stizzito in piedi, esclamando: «Che fantasia!! Ancora là?!?!»
«Che c’è di strano?! Non fare tanto chiasso!» ribatté Pascal Avaf, stendendo il giovane con un pugno.
«Io vi ho detto tutto!» dichiarò Opacho, apprestandosi ad andarsene, creando attorno a lui il suo over soul. «Posso tornare dal signor Hao!»
«Aspetta!»
Impulsivamente, Yoh si alzò, fermando il bimbo, sotto gli sguardi sorpresi di tutti. Il ragazzo rimase per qualche istante col braccio teso verso Opacho, che lo fissò in attesa, ma poi ritirò la mano, sorridendo.
«Niente… Puoi andare…»
Il bambino annuì deciso, quindi si allontanò a gran velocità nel suo over soul lanoso, e Yoh tornò a sedersi accanto a Ren, che sbuffò leggermente.
«Volevi chiedergli di Hao?»
«Più o meno…» rispose il giovane. «Ma preferirei vederlo di persona…»
«Cosa?» chiese Ryu, perplesso quanto gli altri.
«Avrei voluto parlargli, ma non ce n’è veramente bisogno, per ora…» mormorò Yoh, alzando lo sguardo sui compagni, che lo osservavano in trepidante attesa. Poi tornò a guardare il tavolo, chiudendo gli occhi. «Non permetterò assolutamente che questo torneo finisca come il precedente. Lo impedirò ad ogni costo…»
«E’ la tua prima decisione sensata, Yoh…» commentò Horo Horo, con un sorrisino allegro.
Il giovane rise a sua volta ai compagni attorno a lui.
«Be’… so come la pensate, per questo ho fatto la mia scelta…»
Dicendo ciò, si voltò verso Anna, che lo fissò quasi con freddezza, senza dire nulla, stringendo i pugni sulle ginocchia. Molti sguardi si spostarono incerti dalla ragazza a Yoh.
«Che succede?» domandò, perplesso, Lyserg.
«Chiudiamo questo capitolo!» sbottò Anna, col solito tono autoritario e irritato. «Tra due giorni partiremo per l’isola. E ora mangiate, sennò si fredda tutto!»
Detto ciò, riprese come Ren e Yoh a mangiare, e gli altri, a poco a poco, fecero lo stesso.

Il sole pallido di fine ottobre batteva sui ricami rosso e oro che decoravano la pagoda del tempio. Un’altra bella giornata prima della partenza.
«Già, Amidamaru… Da domani dovremo salutare di nuovo questo posto…»
Yoh aprì con un sorriso la porta con incisa una stella, raggiungendo, seguito dal suo spirito, l’altarino con il Cho Senji Ryakketsu.
«Ormai sei pronto per il torneo, vero, Yoh?» domandò il samurai, sorridendo al giovane che rispose con tono allegro.
«Be’… non sarò certo ai livelli di Hao, ma farò del mio meglio…»
«Ma se non vuoi combattere, perché hai imparato il Cho Senji Ryakketsu?»
Yoh sorrise al suo spirito, che lo osservava confuso, quindi si voltò verso la collana poggiata sul vecchio fascicolo conservato in quel tempio.
«Per provare a me stesso una cosa…» mormorò, pensieroso.
«Yoh…»
Amidamaru osservò preoccupato il giovane, che, assorto nei suoi pensieri, rimase qualche attimo in silenzio. Quindi, sorrise all’improvviso, battendo un pugno sul palmo dell’altra mano.
«Be’, non so se sarò in grado di farlo, ma al massimo consumerò più furyoku del previsto!» affermò, tornando a sorridere vivacemente al samurai accanto a lui, portando le mani ai fianchi. «In fondo, è inutile preoccuparsi ancor prima di provare, no?»
«Ben detto, Yoh!» rispose, ridendo, Amidamaru, per poi alzare perplesso un sopracciglio. «Ma ora… potresti dirmi cosa vuoi fare?»
Ma ricevette in risposta solo un furbo sorrisino.
«Non so proprio cos’abbia in mente!» brontolò Horo Horo, fermandosi dopo aver evitato un attacco di Lyserg. «Perché diavolo ha sempre da avvisare Yoh su tutto?!»
«Forse vuole che si prepari psicologicamente…» ipotizzò Chocolove, alzando le spalle dopo essere sfuggito al compagno.
«Davvero una bella premura!» ribatté Horo Horo, con un sorriso ironico.
Ren ritirò l’over soul, raggiungendo con Ryu e Faust i compagni che si erano fermati.
«In effetti, poteva anche sprecarsi a venire di persona…»
«Sì… sì… Ci manca solo quello…» sbuffò Horo Horo, infilando seccato le mani in tasca. «Come minimo, ora passa di qui e…»
In quel momento, i sei sciamani sbarrarono gli occhi, voltandosi in direzione dell’enorme, strano furyoku che proveniva dalla foresta vicino alla residenza degli Asakura.
«Ma questo furyoku spropositato…» balbettò, incredulo, Lyserg. «E’ senz’altro Hao! Cosa ci fa qui?!»
«Non lo so!» rispose Ren. «Ma siccome parlando del diavolo sono spuntate le corna, è meglio sbrigarsi!!»
E detto ciò, si precipitò con i compagni verso il tempietto a cui anche Anna, Manta, Tamao, Jun e Pirica erano appena giunte. Horo Horo e Ryu corsero subito verso le scale, ma Anna li precedette, per poi coprire gli occhi dal bagliore che trovò davanti a sé una volta arrivata, che si affievolì pian piano, fino a permetterle di vedere Yoh. Il giovane, seduto ansimante a terra, alzò perplesso lo sguardo sui compagni, sorridendo allegro alla ragazza che lo fissava stupita, per poi voltarsi come lei verso la piccola figura che si stava definendo di fronte a lui.
Amidamaru riapparve un po’ preoccupato accanto al padrone, che però gli sorrise rassicurante, e Anna fissò a bocca aperta lo spirito che pian piano stava comparendo da quella luce, mentre tutti gli altri, non meno sorpresi, tentavano di capire cosa fosse successo.
«Ehi, ma quello…!!»
Horo Horo puntò all’improvviso un dito sulla creatura, senza più aggiungere altro. Lo spirito davanti a lui mosse le grandi orecchie sulla testa tonda, lentamente aprì gli occhi, e sotto gli sguardi sorpresi di chi lo stava fissando, osservò stupito il giovane che, seduto di fronte a lui, gli sorrise.
«Ehi! Ne è passato di tempo, eh… Matamune?»
Il gatto rimase a fissarlo a bocca aperta, apparentemente incapace di proferir parola.
«Che c’è da fare quella faccia?» disse, allegramente, il giovane. «Te l’avevo promesso! Una volta che fossi diventato forte come lui, ti avrei fatto tornare… Ricordi?»
All’udire quelle parole, lo spirito sorrise, osservando la collana che aveva di nuovo indosso, per poi rivolgersi al ragazzo.
«Buon sangue non mente, eh, Yoh? Sapevo che ce l’avresti fatta…» Quindi, si girò verso Anna, che già appariva meno sorpresa degli altri. «Ciao, Anna! Sono felice di trovarti bene, dopo tutto questo tempo…»
La ragazza incrociò subito le braccia, con fare stizzito.
«Non ti rivolgere a me con quel tono confidenziale!!» ordinò, facendo però sorridere lo spirito.
«Sei cambiata molto dall’ultima volta che ti ho vista! Anche questo è merito di Yoh, presumo…» aggiunse, mettendo in imbarazzo i due giovani in questione, sotto gli sguardi perplessi di tutti gli altri, che ancora vagavano nella più totale confusione.
«Ma tu sei quel gatto che mi ha buttato nell’acqua gelida quando sono finito all’Inferno!!!» esclamò d’un tratto Horo Horo, allibito, puntando di nuovo l’indice. Ren, invece, incrociò le braccia e chiuse serio gli occhi.
«Io non mi stupirei di questo…» disse, voltandosi verso Yoh. «Ma piuttosto del fatto che lui abbia evocato da solo e per la prima volta uno spirito di questo livello, senza crollare per giunta. Eravamo tutti convinti che non si trattasse di te, Yoh…»
Il giovane sorrise comprensivo, intuendo anche ciò che non era stato detto, e si alzò in piedi, infilando una mano nella tasca dei jeans.
«Be’… forse ho usato un po’ troppo furyoku…»
«Un po’ troppo?!?!» esclamò Horo Horo, allibito. «Vorresti dire che era davvero soltanto il tu…»
Senza una parola, Yoh tirò fuori dalla tasca il suo Oracle Bell, lanciandolo al compagno, che lo afferrò perplesso, leggendo poi con Ren ciò che vi era scritto. Ma mentre Horo Horo spalancò gli occhi incredulo, Ren sbuffò leggermente, curvando le labbra in un ghigno.
«Tsk! Per quanto ancora volevi nasconderlo, Yoh?»
«Non era mia intenzione farlo. Semplicemente, non lo sapevo nemmeno io… Anna mi ha ridato l’Oracle Bell stamattina. Ha anche i vostri, se volete…» aggiunse, con un tranquillo sorriso.
Ren aprì bocca per ribattere, ma decise che era meglio lasciar perdere, mentre Manta si avvicinò di corsa all’amico.
«Yoh, stai bene?» domandò al ragazzo che si sedette di nuovo a terra, sospirando e poggiando le mani sul pavimento.
«Certo! E’ stata una faticaccia, perché non essendo per nulla pratico ho finito con l’usare troppo furyoku in un sol colpo…»
«Ma Yoh… Quello spirito è un over soul… Eppure non è sotto il tuo controllo…» intervenne Lyserg, confuso. «Che… Come hai fatto?»
«Cho Senji Ryakketsu…» rispose Yoh. «Ho usato la formula Fumon Goryoe, che serve ad evocare uno spirito protettore, un Goryoushin, ciò che Matamune era diventato una volta morto, quando Hao lo ha preso con sé, mille anni fa…»
Tutti fissarono sorpresi il ragazzo, eccetto Ren, che sbuffò, sorridendo di nuovo.
«Tsk! Allora è per questo che l’hai richiamato…»
«Dai, Ren!» intervenne Manta, con tono di rimprovero. «Non puoi accusargli anche una cosa del gen…»
«Non intendevo questo!» lo interruppe il giovane, osservando Matamune, per poi chiudere gli occhi. «Mi ricordo di lui. Hao lo ha nominato una volta. Ha detto che è stato il suo unico amico… E se ben ricordo, anche Yoh pareva conoscerlo bene…» aggiunse, osservando sospettoso il ragazzo in questione.
«Già! Lui è stato il mio primo spirito…» rispose Yoh, sorridendo al compagno con calma, voltandosi quindi verso lo spirito al suo fianco, che lo guardò sorpreso, per poi sorridergli.
«Sono davvero fiero di te, Yoh. In questi sei anni, sei cresciuto moltissimo. Hai anche appreso il Cho Senji Ryakketsu. Devo ammettere che quasi non me l’aspettavo…» disse il nekomata, sorridendo malizioso. «Anche se bisogna dire che ce l’hai nel sangue, oltre che nella storia di tutta una vita. Nessuno a parte te avrebbe potuto completare il Cho Senji Ryakketsu in così poco tempo. A parte Anna, forse…» aggiunse, ironico, sotto lo sguardo infastidito della ragazza.
«Tsk! Ma se anche Faust l’ha imparato tutto!» replicò Horo Horo, sbuffando e incrociando le braccia dietro la testa.
«Ma no!» rispose il medico, sorridendo. «Io ho imparato solo le tecniche. Devo ammettere che alcune parti della Dottrina dei cinque Elementi purtroppo erano fuori dalla portata mia e del mio furyoku…»
A quelle parole, Chocolove si voltò allibito verso Yoh.
«Ma non ci dirai che tu…»
«Be’… sì, l’ho imparato praticamente tutto…» rispose il giovane, sorridendo tranquillamente ai compagni.
Horo Horo e Ryu lo fissavano con la bocca spalancata, e altrettanto stupiti parevano anche tutti gli altri.
«Ma come diavolo hai fatto?!?» esclamarono in coro.
«Provando, naturalmente!» fu la semplice risposta.
«Come naturalmente?!?!?» sbottò Horo Horo, esasperato.
«Lascia perdere…» intervenne Ren, sorridendo malizioso. «E’ ovvio che possa farcela, con un furyoku di circa 700.000…»
«700.000?!?!?!» esclamarono, allibiti, tutti, eccetto Anna, Yoh e il giovane che aveva parlato.
«Tsk! Non ho idea di come abbia fatto ad aumentare così…» sbuffò Ren, incrociando le braccia. «Avevo intenzione di sfidarlo per testare la sua forza, ma ora che ne sono a conoscenza, mi è passata la voglia…»
«Vorrai dire che hai paura…» commentò Chocolove, venendo steso all’istante dal compagno.
«Certo che no! So che verrei sconfitto, ma non è per questo che rinuncio! Semplicemente, mi fa rabbia…» Il giovane voltò le spalle a Yoh, che sorrise senza replicare. «Hai ottenuto un furyoku enorme, quando lui ti ha riportato in vita, Yoh. E’ quasi fuori da ogni logica. Ma mi viene da pensare che ancora non basti per battere Hao, soprattutto perché anche il suo furyoku ora è aumentato…» mormorò, voltandosi appena verso il ragazzo. «Non credi di aver fatto ad Hao più di un solo favore, salvandogli la vita?»
«Certo! Lo so…» rispose, allegro, Yoh, stupendo tutti ancora una volta. «Infatti, non vedo l’ora di raggiungerlo per chiedergli cosa ne pensa…»
«Come vuoi che la pensi, scemo?!?!?!» esclamarono Horo Horo e Chocolove, puntando un dito sul compagno.
Yoh mise le mani in tasca e si avvicinò ridendo alle scale.
«Già! Di sicuro, ne sarà felice! Vieni, Amidamaru! E anche tu, Matamune! Voglio dire subito al nonno del tuo ritorno! Ne sarà felicissimo!»
Detto ciò, uscì seguito dai due spiriti, incurante degli sguardi vagamente rasseganti che gli rivolsero i suoi compagni, e molto probabilmente fu anche l’unico a chiudere placidamente occhio, quella notte, seppur di fronte al giorno della partenza, al giorno che annunciava che il torneo stava per ricominciare… e finalmente terminare.
  
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