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Autore: Hysterisch    28/06/2013    1 recensioni
“Non tutti gli angeli sono invisibili”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Guardian Angel'
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"Grazie mille!"
 
Bill si chinò di fronte ai 50.000 fans presenti nell'arena quella notte.
 
Bevette un sorso d'acqua prima di riprendere a parlare.
 
"Prima di suonare l'ultima canzone della nostra scaletta, vorrei parlare a tutti voi"
 
Si sedette sul bordo del palco e mi fece segno di sedermi accanto a lui. I riflettori vennero puntati su noi due. Il pubblico si silenziò.
 
"Come ben sapete, è stato un periodo molto difficile per noi quattro, ma voi siete sempre rimasti al nostro fianco, siete incredibili!"
 
Lasciò urlare i fan per qualche lungo secondo.
 
"Molte celebrità pagherebbero oro per avere un rapporto con i fans come il nostro, davvero!"
 
Si fermò un attimo per pensare.
 
"Per questo noi vogliamo sempre essere sinceri con voi. Credo che abbiate già saputo dell'accaduto di ieri, vero?"
 
Puntò il microfono verso i fan. L'intera arena rispose di si.
 
"Sicuramente David ha deciso di nascondervi le VERE ragioni. David mi ha ridotto così.."
 
Si puntò i segni che aveva in faccia.
 
"Solo perché ieri, la ragazza che amo, mi ha comunicato una delle più belle notizie della vita."
 
Bill sorrise. Io arrossii per via delle sue dolci parole.
 
"Io e Tomi...aspettiamo un bambino"
 
Tappai le orecchie perché quelle urla avevano sicuramente rotto la barriera del suono. Non so se erano urla di gioia o di disperazione comunque.
 
"Grazie, grazie di tutto!"
 
I suoi occhi divennero lucidi, e credo che quelle gocce che stavano scendendo lentamente su tutto il suo viso, non fossero gocce di sudore. 
 
Nessuno era capace di sentire niente, nemmeno la propria voce. Gli accarezzai la mano.
 
"Ti amo!"
 
Urlò nel microfono. 
 
"Oh dio..."
 
Arrossii nuovamente. Distolsi lo sguardo dal suo per guardare in terra, ero così tanto imbarazzata.
 
"Sei la miglior cosa che mi sia capitata nella vita"
 
Mi alzò la testa con entrambe le sue mani, e mi baciò. 
Si, mi baciò di fronte 50.000 persone dopo aver urlato una dichiarazione d'amore, che risuonò in tutta l'arena. 
 
"Sapete perché ho deciso di mettere 'Unendlichkeit' in ultima posizione nella scaletta di stasera?"
 
Lasciò rispondere ai fan, ma nessuno ci azzeccò.
 
"Ci siete andati vicini, ma non tanto. Ho scelto di eseguire 'Unendlichkeit' proprio dopo questo discorso perché questa canzone l'ho scritta tre anni fa, in una calda notte estiva"
 
Puntò prima me e poi lui.
 
"L'ho scritta pensando a quelle notti in cui nessuno di noi due dormiva. Ci affacciavamo alla finestra solo per guardare la Luna, magari esprimendo un desiderio" 
 
Si alzò in piedi assieme a me.
 
"L'ho scritta perché, qualsiasi cosa accada, noi saremo sempre uniti. Proprio come alla nascita"
 
Le luci si offuscarono.
 
"L'ho scritta perché noi, siamo l'infinità"
 
Georg suonò le prime strofe della canzone, poi Gustav, e poi io.
Quei 2:27 minuti furono i più lunghi della mia vita. Non so perché.
 
"Grazie!"
 
Cercai di farmi sentire dalle fan, ma urlavano troppo. Era inutile.
 
Noi quattro ci 'incatenammo' in un forte abbraccio, e ci chinammo di fronte al nostro pubblico. Quello era il nostro ultimo concerto della prima parte dello Schrei Tour
 
"Ci rivediamo tra due mesi!"
 
Urlammo tutti quanti in coro dentro il microfono di Bill.
 
Scendemmo giù dal palco con dei grandi sorrisi dipinti sulle nostre facce.
 
Sapete perché eravamo felici e meno tesi? Perché David non c'era nei backstages. 
Non era li a metterci ansia col programma per il giorno successivo. 
Non era li a sottolineare i piccoli errori che avevamo fatto in concerto.
Non era li a giudicarci.
Non era li per fermarci.
 
"Woooah! È stato grandioso! Bravi!"
 
Il nostro nuovo manager, Benjmin Ebel, era molto diverso da David. Era molto più scherzoso, e sopratutto, a lui non importava della nostra vita privata.
 
Ci passò degli asciugamani e delle bottigliette di Powerade.
 
"Così domani partite, eh?!
 
Si riferì a me e Bill.
 
"Finalmente una pausa"
 
"Hawaii!"
 
"Che due culosi"
 
Georg si riferì a noi.
 
"Lo so che ti mancherò, tesoro!"
 
Benjamin passò il braccio dietro il collo di Bill.
 
"Dobbiamo parlare noi due. Non preoccuparti Tomja, te lo riporto indietro!"
 
"Ti conviene! Ahahah"
 
Si allontanarono insieme.
 
Gustav si poggiò su una mia spalla, quindi mi ricordai di massaggiargli il piede che usava per il pedale.
 
-BILL'S POV-
 
Benjamin mi portò lontano dal resto del gruppo e dei tecnici. Il motivo però, mi era sconosciuto.
 
"Quel discorso è stato veramente bello"
 
Passai l'asciugamano, che avevo attorno al collo, sul mio viso per asciugare il sudore che stava ancora scendendo giù a goccie.
 
"Grazie"
 
Benjamin si sedette accanto a me.
 
"Solitamente gli uomini, per fare discorsi del genere, se li studiano giorni prima!...ma dentro i tuoi occhi ho notato che era tutto vero, niente era preparato."
 
Sorridetti compiaciuto dai complimenti che Benjamin mi stava facendo.
 
"Ho intravisto una...una strana luce nei tuoi occhi, e  no, non era quella dei riflettori. Era quella luce che si ha negli occhi solo quando si ama realmente, e da li ho capito quanto la ami"
 
"Da impazzire"
 
Mi sentivo...strano. Era come fare una discussione tra padre e figlio. Cosa che non era mai successa con David.
 
"Lo so!"
 
Mi diede delle pacche dietro la schiena.
 
"Ora stai per diventare Padre. Sei pronto per questo?"
 
Fui traballante.
 
"Si e no. Ho...paura, ma allo stesso tempo sento di amare quel bambino già da adesso. Sono sicuro di volerlo"
 
Benjamin si avvicinò a me, guardandomi dritto negli occhi.
 
"Sei un ragazzo in gamba. Hai solo sedici anni ma sei già maturo, ed è appunto per questo che da te mi aspetto il meglio. Credo che non lo farai, ma se fai soffrire Tomja, io ti spezzo le ossa una ad una. Intesi?"
 
Che sollievo. Pensavo che se ne stesse uscendo con qualche strano discorso.
 
"No, non accadrà mai. Sono sicuro che se ci sarà qualcuno che soffrirà nella nostra relazione, quello sono io"
 
"Perché?"
 
"Perché rischia sempre tanto per me e per gli altri. Ho paura che la morte la porti via con sé prima del dovuto"
 
Ci pensavo sempre. Pensavo sempre alla mia reazione di fronte ad una cosa del genere.
 
"Per ora sta bene però!"
 
"Lei è come una spugna. Assorbe tutto senza che nessun'altro se ne accorga. In questo momento la vedi sorridere, ma non sai se quel sorriso, è un vero sorriso"
 
Benjamin abbassò lo sguardo. Lo avevo attristato.
 
"Scusa se ti ho attristato"
 
Mi fece segno che era tutto okey.
 
"Ti sei mai chiesto per quale motivo io sia single?"
 
Perché dovrei?
 
"N-non hai trovato la donna giusta?"
 
Scosse la testa.
 
"Desidero tanto fosse così"
 
Alzò lo sguardo.
 
"Mi sposai dieci anni fa. Quel giorno fu il migliore della mia vita. Mi ero sposato con la donna perfetta, o almeno, per me."
 
"Davvero?! E cosa è successo?"
 
"Eravamo una coppia felice, molto felice. Lei aveva lo stesso carattere di tua sorella. Era disposta a dare la sua vita per me"
 
Prese fiato.
 
"Un giorno eravamo vicino ad un lago, non ricordo il nome, ma ricordo che era a Nürburg. Il lago era ghiacciato, ma lei amava i rischi. Voleva pattinarci sopra. Ovviamente io rifiutai, ma lei insisteva e litigammo a causa di questo. Lei rimase vicino al lago, io andai a fare un giro con l'auto per calmarmi"
 
"Litigare per un lago? Teste dure, vedo!"
 
"Si, hai ragione"
 
Sorridette. Riprese il discorso.
 
"Mi calmai dopo un paio di ore, quindi ritornai al lago. Ma fu troppo tardi"
 
"Troppo tardi? Per cosa?"
 
"Era andata sul ghiaccio. Era instabile e si ruppe sotto i suoi piedi, ed il lago era abbastanza profondo. Morì assiderata prima del mio arrivo"
 
Mi bloccai nel sentire le ultime frasi.
 
"...."
 
"Ed è per questo che ti capisco, capisco la tua paura. Quando lei ti urlerà di andare via, tu non farlo. Non farlo mai."
 
Si alzò dalla sedia ed andò via dopo avermi scombinato i capelli con la sua mano.
 
E se tutta quella storia accadesse a me un giorno? 
 
-TOMJA'S POV-
 
"Nghhhh!"
 
Girai il piede di Gustav con tutta la mia forza, cercando di non spezzargli la Caviglia.
 
"Non vedo l'ora di ritornare in Hotel per farmi la doccia"
 
Affermai. Bill ritornò nel nostro camerino.
 
"Uff..."
 
Gustav mi fece segno lasciar andare il piede.
 
"Grazie Tomi"
 
"Figurati!"
 
Mi avvicinai a Bill. Era piuttosto strano. Era troppo silenzioso.
 
"Di cosa avete parlato?
 
"Cose da uomini"
 
Trattenni la risata, ma Bill mi notò.
 
"Cosa c'è da ridere?"
 
"Scusa, ma fa sempre un certo effetto sentire 'cose da uomini' detto da te"
 
"Perché? Io sono un uomo!"
 
"....mezzo..."
 
Sussurrai.
 
"Eh?"
 
"Nono, niente!"
 
Benjamin spalancò la porta della stanza.
 
"Dovete lasciare l'arena"
 
"È già arrivato il Bus?"
 
"Ovvio che si! Non vi lascerei mai in preda a delle fan scatenate!"
 
Abbandonammo a fatica l'arena. Le uscite erano ostruite da tutti quei blocchetti di fans che ci aspettavano. Alcune ci strattonavano per maglietta, pelle o addirittura capelli.
 
"Si ragazze...Si, anche io vi amo, si.....E LASCIATEMI PASSARE, CAZZO!!"
 
Mi toccò aprirmi la strada con la forza. Va bene che lo facevano per affetto, ma così era troppo!
 
"Vedi perché è meglio vestire stretto?"
 
"Fottiti"
 
Montai direttamente sul bus, senza rimanere fuori a prendere una boccata d'aria con gli altri.
 
Dopo una decina di minuti, gettarono via i mozziconi e salirono sul bus. Benjamin era dietro di loro.
 
"Qualcuno ha delle novità su David?"
 
Domandò Benjamin, una volta preso posto sul bus.
 
"Non mi interessa niente di lui"
 
"Va beh, era giusto per curiosità"
 
Portai nuovamente le cuffie sulle orecchie e chiusi gli occhi, addormentandomi sulle note di 'I Don't Wanna Miss A Thing" degli Aerosmith, che avevo messo su Repeat.
 
Comunque, credo che Benjamin ricevette la risposta alla sua domanda quando arrivammo all'hotel.
 
-BILL'S POV-
 
"Sono peggio di un novantenne"
 
Mi alzai dal sedile una volta che il bus si fermò di fronte al nuovo Hotel.
 
"Tomi- Oh..."
 
Si era addormentata. Volevo svegliarla, ma era troppo dolce mentre dormiva. Sembrava così tanto fragile.
 
"Va beh, ho capito"
 
La presi tra le mie braccia. Non pesava molto, anche se sembrava il contrario per via dei suoi vestiti.
 
Una volta sceso dal bus, sentii una donna chiamarmi.
 
"HEY! TU!"
 
"Uh?"
 
Mi voltai alle mie spalle. La donna, assieme ad una ragazzina, si avvicinò minacciosamente a me.
 
"...voi siete?"
 
"CHI SIAMO?! IO SONO LA MOGLIE DI DAVID E LEI È NOSTRA FIGLIA!"
 
"E...quindi?"
 
La donna mi toccò in petto col suo indice.
 
"VOI DUE AVETE MANDATO DAVID IN GALERA PER SEI MESI!"
 
"Quando suo marito impara a non picchiare la gente con degli attrezzi meccanici, non credo andrà al fresco"
 
Mi voltai in avanti, tentai di salire le scale dell'hotel ma la signora mi bloccò di nuovo.
 
"HAI PAURA CHE IO DICA LA VERITÀ?!"
 
"La verità è che io ho sonno e vorrei andare a dormire"
 
"LA VERITÀ È CHE AVETE INVENTATO TUTTA QUESTA STORIA! QUEI SEGNI SONO FALSI!"
 
"COS-"
 
"BUGIARDI!"
 
Ci urlò la ragazzina.
 
Mi schiarii la voce. Portai Tomja all'interno dell'hotel e la poggiai sul piccolo sofà nella hall. Ritornai di fronte alla signora.
 
"Ascoltate, duo di schizofreniche. Il vostro caro David ha tentato di ucciderci, poi ha cercato di fare abortire mia sorella, e dopo, come se non bastasse, mi ha sequestrato e mi ha portato in un posto di cui nemmeno sapevo l'esistenza!"
 
La mia voce riecheggiò in tutta la Hall.
 
"Ci terrei a farvi sapere che non sono un ragazzo violento, e riesco sempre a sistemare i problemi rimanendo con le mani in tasca. Non mi arrabbio facilmente, capita solo un paio di volte nell'arco dell'anno, e quando accade, faccio dei danni piuttosto seri. Andate via prima che io perda il controllo"
 
Chiamai con un gesto le nostre guardie del corpo. Le due vennero portate fuori a forza.
 
"NON FINISCE QUI!"
 
Urlò in lontananza.
 
"A non rivederci!"
 
Mi sorpresi nel vedere che, nonostante gli urli, Tomja non si fosse svegliata.
 
"Dormigliona"
 
Non importava. La presi nuovamente in braccio con piacere.
 
Entrai in ascensore. Mentre le porte stavano per chiudersi, Benjamin le bloccò.
 
"Woah! scusa, ho fatto tardi!"
 
Gli feci spazio. Benjamin premette il terzo bottone della tastiera.
 
"Hai avuto una bella discussione lì giù"
 
Esclamò Benjamin.
 
"Hai assistito alla scena?"
 
"Si. Come possono dire che è tutto inventato?!"
 
"Sono semplicemente pazze"
 
Una volta arrivati al piano, Benjamin mi consegnò le chiavi della camera.
 
"Camera matrimoniale?"
 
Chiesi.
 
"Si! Ormai la vostra relazione è pubblica, perché dividervi?! Buonanotte Bill!"
 
Benjamin stava per entrare nella sua camera ma lo chiamai prima che lo facesse.
 
"Uhm ehm...Benjamin, potresti aprirmi la porta? Sai, con una persona in braccio non è semplice"
 
"Ah diamine, scusami! Hai ragione"
 
Prese la chiave dalle mie mani ed aprì la porta della camera.
 
"Lascia le chiavi sul comodino!"
 
La camera era una suite. 
 
"Wow! una suite!"
 
Lasciai Tomja sul letto prima di esplorare la camera.
 
"Tieni, ti ho lasciato le chiavi qui!"
 
Benjamin uscì dalla camera e chiuse la porta.
 
Quel letto era cinque volte più grande di quello che ci ritrovavamo a casa. C'era una enorme tv a schermo piatto appesa al muro con sotto una console, e per fortuna c'erano due bagni.
 
"Alla fine Benjamin non ha avuto una brutta idea!"
 
Curioso come sono, sbirciai anche in entrambi i bagni.
 
"Uuuh, c'è la vasca ad idromassaggio! Ah già...i vestiti"
 
Siccome stava dormendo, e conoscendola, non si sarebbe svegliata presto. Toccò a me rimuoverle i suoi vestiti sudati.
 
Mi sedetti sul bordo del letto, di fianco a lei.
 
La prima cosa che gli rimossi furono le cuffie ovviamente. 
Stava ascoltando 'I Don't Wanna Miss A Thing' degli Aerosmith. Che strano, lei ODIAVA le canzoni romantiche.
 
"Fammi vedere un po.."
 
Le tolsi dalle mani il suo iPod nuovo di zecca. Aveva messo in riproduzione una Playlist di canzoni 'sdolcinate' e la playlist portava il mio nome.
 
"Oh..."
 
Mi emozionavo ogni volta che lei mi dedicava qualcosa, anche una minima cosa. Le canzoni nella playlist erano stupende, e lei le aveva dedicate tutte a me. 
 
Lo spensi, e posai l'iPod sul comodino. 
 
"Ritorniamo a noi!"
 
Le rimossi il New Era ed il berrettino che portava sotto per mantenere fermi i dreads. Dopo di che passai alla maglietta. I jeans glieli lasciai addosso, l'avrei svegliata nel rimuoverli.
 
"Finito!"
 
Lanciai le sue scarpe, che avevo appena rimosso, altrove.
 
"Ora posso andare a lavarmi!"
 
Mi alzai dal letto. Rimuovevo i vestiti passo per passo, lanciandoli per aria.
 
Aprii il rubinetto della vasca. Mi sedetti sul bordo mentre aspettavo che si riempisse.
 
<< Chissà se è davvero felice con me >>
 
La vasca si riempii dopo un paio di minuti. Mi tuffai all'interno, portando con me i miei pensieri.
 
Dieci minuti dopo sentii un urlo provenire dalla camera.
 
"Uh?!"
 
Uscii immediatamente dalla vasca. Mi misi addosso l'accappatoio che era appeso accanto alla vasca. Mi andava corto, ma va beh.
 
Mi sedetti accanto a lei. Continuava a urlare e piangere nel suo incubo, purtroppo le sue parole erano incomprensibili.
 
"Hey, sveglia piccola"
 
Le accarezzai la guancia, che era stata bagnata dalle sue lacrime. Pian piano riaprii gli occhi. Si risvegliò.
 
"Bill!"
 
Mi strinse a se con tutta la forza che aveva in corpo.
 
"Hai solamente fatto un incubo, stai calma"
 
La baciai per tranquillizzarla, ma continuava a tremare come una foglia.
 
"Che cosa hai sognato?"
 
Domandai. Non mi rispose, probabilmente non voleva parlarne, quindi non insistetti.
 
"Non importa. Ora dormi assieme a me, okey? Altrimenti non ci godiamo il viaggio domani!"
 
La abbracciai, e mi sdraiai.
 
"Dovrei mettermi dei vestiti addosso, ma fa niente. Dormirò in accappatoio"
 
Cercai di strapparle un sorriso.
 
"Potresti anche togliertelo l'accappatoio"
 
"Dormi, Piccola pervertita"
 
La baciai sulla fronte e spensi la luce della lampada sul comodino.
 
-TOMJA'S POV-
 
Venni svegliata dalla brezza mattutina, che proveniva dalla finestra vicino al letto.  
 
Credevo che Bill fosse ancora accanto a me, ma quello che avevo tra le braccia era solamente un cuscino.
 
"Oddio, che mal di testa"
 
Mi alzai a fatica dal letto. Al posto di essermi riposata sembrava che mi fossi auto-trucidata.
 
"Uhm? Mi ero addormentata mezza nuda ieri?"
 
L'unica cosa che avevo addosso erano i miei Jeans, ma ricordavo benissimo di essermi addormentata in bus, quindi ero vestita.
 
<< Sicuramente è stato Bill >>
 
Il fatto che i miei ed i suoi vestiti fossero gettati per aria, mi diede la certezza che fu una sua opera.
 
"Hey!"
 
Bill si aprì la porta spingendola con le sue braccia, visto che in mano portava i soliti bicchieri d'asporto.
 
"Non pensavo di trovarti già sveglia!"
 
Mi baciò a stampo sulle labbra.
 
"Ero andato a prenderti la colazione, purtroppo mi sono svegliato in ritardo ed il bar dell'hotel era già chiuso. Mi è toccato andare in giro per trovare un bar"
 
"Grazie"
 
Mi lasciò il bicchiere in mano.
 
"Le valigie sono già tutte sul Bus. Ti ho lasciato fuori alcuni vestiti"
 
"A che ora è il volo?"
 
"Alle Dieci. Tra un paio d'ore"
 
Bevette l'ultimo sorso di caffè e poi gettò il bicchiere nel cestino.
 
"Comunque. Siamo stati chiamati in commissariato, per la storia di David. Sii veloce nel prepararti!"
 
Rimossi il coperchio di plastica dal bicchiere. Bevevo a piccoli sorsi perché il caffè in quel periodo non lo amavo più di tanto.
 
"Bill. Sono le Otto, e sai che svegliarmi alle Otto, per me, è una tragedia"
 
Risi alla mia stessa battuta. Anche Bill lo fece.
 
"Io scendo giù nella Hall a sistemare un paio di cose per il Tour"
 
Mi baciò sulla fronte e mi lasciò sola in camera. 
 
"Uff...che casino"
 
Gettai via il bicchiere. C'era ancora del caffè dentro, ma qualsiasi cosa contenente caffeina stava cominciando a darmi fastidio. Anche le Red Bull mi facevano schifo in quel momento.
 
Mi feci velocemente una doccia e mi vestii con gli indumenti che Bill aveva lasciato fuori. Non aveva messo né un New Era né un berretto.
 
"...quanto non lo sopporto"
 
Scesi nella Hall, ma Bill e gli altri non c'erano. Decisi di sedermi su una delle poltroncine nell'attesa.
 
"Salve cara"
 
Un qualcuno apparve davanti ai miei occhi, così, dal niente.
 
"Waahhh!"
 
Saltai dallo spavento, e feci spaventare tutte le altre persone che erano presenti nella Hall in quel momento.
 
"Non ti ricordi di me?"
 
Mi chiese.
 
"Ah!, sei tu!....tu"
 
Era la persona che nessun angelo guardiano voleva trovarsi di fronte agli occhi. Non era assolutamente un buon segno quello.
 
"Non mi stavi aspettando? Strano, ti avevo avvertita ieri in sogno!"
 
"In s-sogno? Non lo ricordo"
 
Mi fulminò con lo sguardo.
 
"C-cioè si, lo ricordo alla p-perfezione"
 
Mi venne ancor più vicino.
 
"Sai benissimo perché sono qui"
 
"Lo immagino. È da tempo che non avevo contatto con i 'superiori' "
 
"Sono venuto qui per darti un'altra occasione"
 
Inghiottii dalla paura.
 
"Hai rotto tutte le leggi dei nostri comandamenti, e ora devi decidere"
 
"O-okey"
 
"Puoi scegliere tra tre opzioni"
 
Si sedette sul poggiabraccio della poltrona.
 
"La prima è: Scegliere di abbandonare questa vita, quindi ritornartene al posto dove davvero appartieni. Non Lipsia, non la Germania, non la Terra"
 
"Mai"
 
"La seconda è: Continuare a vivere questa vita, quindi continuerai ad essere una rockstar, ma sarai costretta ad abortire e dovrai trovare un'altro uomo.
 
"COSA?!"
 
"La terza, ed ultima è: Lasciare la vita da angelo per convertirti in un semplice mortale. Ma stai attenta. Ricorda che sei l'angelo custode di tuo fratello, se scegli questa opzione, tuo fratello non avrà nessuno che lo proteggerà. Nemmeno tu potrai"
 
"NON POTETE FARE QUESTO!"
 
"Au revoir Tomja!"
 
Scomparve nello stesso modo in cui era apparso. Cercai di acciuffarlo, ma solo dell'aria rimase tra le mie mani.
 
"Argh!"
 
"Tomi?"
 
Vi avevo detto che avevo un'abbonamento gratuito alle figure di merda in pubblico?
 
"Ahm, si?"
 
"Con chi stavi parlando?"
 
"C-con nessuno"
 
"Ti ho vista e sentita parlare però"
 
"Hai sbagliato Bill. Capita avvolte"
 
Come no.
 
"Uhm..okey. Comunque, Benjamin ha detto che ci accompagnerà al commissariato"
 
"Bene"
 
Come se me ne fregasse qualcosa. L'incubo che avevo fatto ieri era diventato realtà.
 
"Siete pronti?"
 
Domandò il Manager. Mi alzai dalla poltroncina, aspettando che Benjamin ci mostrasse la strada verso la sua auto.
 
"Ahm...volete un pennarello indelebile?"
 
"Direi proprio di si!"
 
Passare attraverso quel grume di fan senza fare autografi, sarebbe stato da stronzi.
 
"No, non strillate care! Lo so che mi amate, non c'è bisogno di strapparsi i capelli"
 
"Che modesta"
 
Bill andò verso le fan alla destra, allora io andai da quelle alla sinistra.
 
"Avete fatto già la prima ecografia?!"
 
Chiesero in molte.
 
"Oddio, che fretta! Ahahah! No, non ancora. Dobbiamo aspettare almeno il prossimo mese"
 
"Ci terrete informate, vero?"
 
"Perché non dovremmo?"
 
Autografai tutti i poster che potevo. Benjamin mi disse che il tempo era scaduto.
 
"Dobbiamo andare ragazzi. Non possiamo fare tardi!"
 
Firmai l'ultimo poster e ci allontanammo dalle transenne.
 
"Sembrano contente per questo bambino!"
 
Affermai a Bill mentre seguivamo Benjamin.
 
"Davvero?"
 
"Si. Vogliono rimanere aggiornate"
 
"Lo faremo. Il punto è che neanche noi sappiamo qualcosa!"
 
Benjamin aprì gli sportelli della sua auto.
 
"Accomodatevi!"
 
Una volta entrata, un fortissimo odore di pino inondò il mio naso.
 
"Bleah, che cazzo è sta roba?!"
 
"Mai sentito dell'alberello magico?"
 
"Magico un corno!"
 
Qualcuno mi chiamò al telefono. Era un vecchio amico, o meglio dire, trombamico.
 
"Ahm...Klaus! Non mi aspettavo la tua telefonata!"
 
Mi toccava fingere di essere felice di sentirlo. Non lo ero affatto.
 
"Si, le cose vanno abbastanza bene, e...."
 
Approfittai del momento in cui Bill si voltò a guardare fuori dal finestrino. Mi rannicchiai sotto il sedile e parlai sottovoce a denti stretti.
 
"Ascoltami bene Klaus. Se solamente vai ad aprire bocca sul nostro passato, io ti strangolo, capito? Sto costruendo una famiglia, non so se ti è chiaro il concetto"
 
Risalii sul sedile.
 
"Ciao Klaus!"
 
Gli chiusi la chiamata in faccia.
 
"Da quando hai un amico che si chiama Klaus?"
 
"È un vecchio amico. Non ci sentiamo spesso, ma è un bene. Non lo sopporto"
 
Dalla sua espressione si poteva benissimo capire che era diventato geloso.
 
"Non sarai mica geloso?!"
 
"No"
 
"Certo, come no!"
 
Nell'attesa di arrivare al commissariato, sfogliai un po ' il mio album fotografico sul cellulare.
 
"Te la ricordi questa foto?"
 
Inclinai lo schermo in modo da fargli vedere la foto.
 
"Oddio, ai Comet dell'anno scorso?"
 
"Si. C'era anche David"
 
"Stronzo"
 
Passai alla foto successiva.
 
"Ahm..."
 
"Te l'avevo fatta io questa!"
 
"Non me la ricordo"
 
"E ci credo. Eri più bevuta di una spugna!"
 
Benjamin prese parte alla conversazione.
 
"Non era mica agli After party dei Comet di quest'anno?"
 
"Si!"
 
"Me lo ricordo anche io! Ti sei addormentata addosso a Bill e dopo non volevi scendere da lui!"
 
"Smettetela di ridere. Babbani"
 
"La piccina era innamorata!"
 
"BENJAMIN!"
 
"Anzi, lo è!"
 
"Avvolte sei peggio di mio fratello, sai?"
 
"È un complimento?"
 
"PER NIENTE"
 
"Ma perché non prendiamo un secondo per ammirare Tomja senza un cappellino in testa?"
 
"È vero!"
 
"Sono circondata da cretini."
 
Benjamin posteggiò l'auto di fronte la caserma dopo più di venti minuti. 
 
"Siamo arrivati!"
 
"Che posto odioso"
 
Mi avevano detto che Bill odiava gli ospedali, ma le caserme?
 
"Perché?"
 
"Sai quante volte sono venuto qui a ripetere sempre la stessa storia?"
 
"Quando?"
 
"Quando sei stata accoltellata. I poliziotti sono odiosi. Uno più dell'altro"
 
Scese dall'auto. 
 
"Uff.."
 
Scesi dall'auto per ultima.
 
Benjamin passò in avanti a mostrare i nostri documenti per farci passare prima degli altri. 
 
Un poliziotto, abbastanza antipatico, ci guidò dentro la caserma, verso l'ufficio del commissario.
 
"Ecco"
 
Si fermò di fianco la porta. Immagino che toccasse a noi bussare ed aprire.
 
"Avanti!"
 
Esclamò il Commissario. Entrammo nell'ufficio. Anche David era li.
 
"Buongiorno"
 
"Giorno"
 
Mi sedetti proprio accanto a David. Non riusciva a guardarci negli occhi.
 
"È lui il ragazzo?"
 
Chiese il Commissario a David, puntando Bill.
 
"Si"
 
"Bene!"
 
Si alzò dalla sedia per prendere dei fascicoli. Ne estrasse due. C'era scritto il nostro cognome su entrambi ma non il nome. C'era solo un numero per distinguerli.
 
"Il ragazzo si chiama Bill, vero?"
 
"Si"
 
Aprii il fascicolo numero due.
 
"Non ha commesso niente in passato. Ha una buona condotta"
 
Si sedette di nuovo sulla sedia di pelle.
 
"E poi, quei segni che ha in viso non mi sembrano finti"
 
David si innervosì.
 
"Anche io ho una condotta pulita! E quei segni sono finti!"
 
"CERTO!"
 
Bill mi trattenne per braccio.
 
"Lascialo perdere"
 
Il commissario sbatté la mano sul tavolo, in segno di fare silenzio.
 
"Mi spieghi come sono andate le cose?"
 
Domandò a Bill.
 
"Diciamo che non c'è stato mai un buon rapporto tra noi, come band, e David. Ci ha sempre sfruttati..."
 
"NON È VERO! IO VI HO RESI CIÒ CHE SIETE ADESSO"
 
"TAPPA QUELLA FOGNA"
 
Intervenni io.
 
"E questa sua ossessione del 
sembrare perfetti agli occhi dei media, lo ha portato alla pazzia!"
 
"Vai avanti"
 
"Per non perdere molto tempo. Io e lei, mia sorella, ci siamo 'fidanzati' qualche mese fa e..."
 
"DIMENTICHI CHE STATE PER AVERE UN BAMBINO"
 
"Grazie Genio, lo stavo appunto per dire"
 
Il commissario riprese la parola.
 
"Ricapitolando. Lui era il vostro Manager, ed era ossessionato con i media. Quando ha scoperto che c'era una relazione tra di voi, e che state per avere un bambino, ha sfuriato"
 
"Esatto. Abbiamo fatto a botte nel momento in cui mi è stata comunicata la notizia, ma non credo gli fosse bastato"
 
"IO TI AVEVO DATO DELLE OPPORTUNITÀ"
 
"Certo. L'unica opzione che avevamo era far abortire mia sorella, e negare tutto ciò che era stato detto ai media"
 
"E voi avete rifiutato"
 
"Si. Abbiamo rifiutato, e siamo fuggiti, sempre all'interno dell'arena. Aveva anche dato l'ordine alle guardie di aprire il fuoco."
 
"È stato anche ferito alla gamba"
 
Mi riferii a Bill.
 
"Poi ho scelto di arrendermi pur di farla andare via"
 
"Lei è scappata e tu, ti sei fatto prendere dalle guardie apposta?"
 
"Si. Poi David mi ha messo nella sua auto e portato in un posto, non lontanissimo, ma abbastanza sperduto"
 
"Era il mio Garage!"
 
"E chi se ne frega. Io non lo conoscevo lo stesso"
 
Bill ritornò a parlare col commissario.
 
"Nel garage poi mi ha legato ad una sedia e picchiato."
 
"Poi, non so come, ha scoperto dove ero rifugiata!"
 
"Dalla chiamata di Andreas, stupida"
 
"Stupido ci sarai tu, coglione"
 
"Fai silenzio Jost!...cosa è successo dopo?"
 
Mi domandò.
 
"Più o meno l'avevamo capito che stava per venire li. Quando è arrivato, un nostro amico lo costrinse a portarci nel posto dove Bill si trovava"
 
"Vi ha portati li, e poi avete chiamato la polizia"
 
"Dopo averlo massacrato col calcio del fucile, si"
 
Il commissario sorrise.
 
"Hai fatto bene"
 
David ci rimase di stucco.
 
"NON CREDERE A LORO!"
 
"Dammi una ragione per non farlo"
 
Premette un tasto sulla sua scrivania.
 
"Potete portare via Jost"
 
Comunicò al microfono.
 
Subito dopo due poliziotti entrarono nell'ufficio. Ammanettarono David e lo portarono via con loro.
 
"VE NE PENTIRETE!"
 
Urlò David.
 
"Lasciatelo perdere. Grazie per il vostro aiuto"
 
"Di niente!"
 
Aprii la porta.
 
"Arrivederci!"
 
Benjamin era seduto sulle panchine, nel corridoio, a godersi la scena.
 
"Ora si parte!"
 
"Non vedo l'ora"
 
Mi avvicinai alla macchinetta degli snacks per prenderne uno. Bill e Benjamin erano distanti da me.
 
"Tomja!"
 
Saltai nuovamente.
 
"Cosa c'è stavolta?!"
 
Non mi voltai. Sapevo che era di nuovo lui.
 
"Hai preso la tua decisione?"
 
"Vai via"
 
Continuava a parlarmi ma rifiutavo di sentirlo. Presi lo snack ed andai via. Notai che lo spirito sparì non appena mi avvicinai a Bill e Benjamin.
 
"Uh?...meglio così"
 
Qualcuno chiamò il nostro nuovo Manager al telefono.
 
"Scusatemi"
 
Si allontanò da noi. Anche noi uscimmo dalla caserma.
 
"È una bella giornata"
 
Affermò Bill. Era una giornata solare, calda, ed il vento era leggerissimo. Sembrava Primavera.
 
"Uh-uh"
 
Ci sedemmo di fronte alla fontana che si trovava di fronte la caserma.
 
"Tu credi alle cose che non puoi vedere?"
 
"Dipende cosa"
 
"Tipo, non so...Dio, gli angeli, e cose simili"
 
Se vuoi te lo presento!
 
"Si, ci credo"
 
Si voltò a guardarmi.
 
"Come fai ad esserne così sicura?"
 
Non gli risposi. Lanciai una pietrolina nella fontana.
 
"Gli angeli custodi, però, sono sicuro che esistano. Alle volte vieni davvero salvato da loro!"
 
"Specialmente tu"
 
Aggiunsi sottovoce.
 
"Non so chi sia il mio angelo custode, ma sono sicuro che, probabilmente, non riuscirei a sopravvivere senza un qualcuno che mi 'salvi' dalle piccole cose di ogni giorno"
 
Quelle parole non mi aiutarono per niente. L'indecisione aveva preso il controllo di me.
 
"Vorrei tanto conoscere il mio angelo custode..."
 
Lo conosci, Amore mio. Lo conosci.
 
"Già"
 
Vidi che Benjamin rientrò nella caserma, probabilmente per cercarci.
 
"Hey Benjamin! Siamo qui!"
 
Uscì dalla Caserma. Corse verso di noi.
 
"Potevate dirmelo prima che eravate qui!"
 
"Che ore sono?"
 
"Sono le 10:15. Sapete quanto lungo sia il check-in, quindi, muoviamoci."
 
"Sono stancaaaa!"
 
Venni trascinata a forza da Bill.
 
"Smettila di lamentarti"
 
"Uffa"
 
Salii nell'auto.
 
Benjamin ci accompagnò all'Aeroporto. Ci toccò aspettare TRE, e ripeto, TRE ore, prima di imbarcarci. Dannati ritardi.
 
Dieci ore dopo atterrammo a Kailua. Che paradiso di città!...peccato che io mi sia persa il giro turistico, dormendo.
 
Non avevo idea di che giorno fosse, o che ore fossero. L'unica cosa che sapevo per certo era, che mi trovavo in una casetta di legno, tipica Hawaiana, sulla spiaggia.
 
"Bill?"
 
Non era in casa. Mi alzai dal letto e mi affacciai alla finestra, che dava sul mare. 
 
Nessuna auto.
Nessuna persona.
Nessun rumore, a parte il fruscio dell'acqua.
 
Era una bella sensazione, dopo mesi e mesi di tour, e di stress.
 
"E il cellulare?"
 
Non lo avevo con me. Cercai in valigia, non lo trovai, ma notai che anche i miei cappellini non erano li, e neanche i miei vestiti larghi.
 
"COSA?!"
 
Non ci tenevo a vestirmi stretta, certo, ringrazio Bill per la sua 'genialata' dell'anno, ma non mi andava di mostrare la mia femminilità.
 
"Scommetto che manchino anche le mie bermuda per il mare"
 
"Esatto!"
 
Mi rispose Bill.
 
"Rimuovi. Quella. Collana. Di. Fiori"
 
Mi scappò una risata.
 
"E poi, tu, con le bermuda"
 
Ripresi a ridere. Bill mi stava squadrando dalla testa ai piedi.
 
"Ehm...ci terrei a farti sapere che, ho distrutto i nostri telefonini"
 
"EH?!"
 
"E che ho dato fuoco ai tuoi vestiti da rapper, cappellini inclusi"
 
"SCHERZI?!"
 
"Si! Cioè, non gli ho dato fuoco, ma di sicuro non sono qui con te"
 
Sbuffai. Quando tentai di passare dalla porta, Bill mi bloccò dolcemente al muro.
 
"Nononono! Da qui non si passa"
 
"Ma voglio vedere il mare!"
 
"Certo che lo vedrai"
 
Sorrise leggermente. Si avvicinò per baciarmi ma lo interruppi.
 
"E...le mie bermuda, che fine hanno fatto?"
 
"Una brutta fine"
 
"E adesso cosa mi metto?!"
 
"Questo"
 
Tirò fuori dalle sue tasche un bikini. Si, un bikini.
 
"Non se ne parla proprio!"
 
"Ma come?"
 
Si avvicinò al mio orecchio, spingendo di più il suo corpo verso il mio.
 
"Ho sempre desiderato vederti così"
 
"Sappi che non accadrà mai"
 
"Mai, mai, mai?"
 
E chi resisteva a quegli occhi da cucciolo?! 
 
"Ti prego"
 
Si morse il labbro inferiore, e continuava a guardarmi fissa negli occhi. Dovevo evitare di sciogliermi.
 
"Ho detto che va bene. Ora dammi sto coso e sparisci"
 
Mi lasciò andare dalla sua 'presa'. Gli tirai di mano il bikini.
 
"Qualcuno deve spiegarmi l'utilità di questi...costumi? Non coprono un cazzo!"
 
Bill si sdraiò sul letto, appoggiato sui suoi gomiti.
 
"Non avrai mica intenzione di guardarmi mentre mi spoglio, vero?"
 
"Perché no?"
 
Mi sorrise col suo solito sorrisetto pervertito. Quanto mi piaceva.
 
"Non posso crederci. MI STO METTENDO ADDOSSO UNA COSA FEMMINILE"
 
Chiaramente, doveva essere una cosa lenta e 'dolorosa' per lui.
 
Mi tolsi i vestiti che avevo addosso, del giorno prima? O del giorno prima ancora? Boh, non so quanto ho dormito.
 
Stuzzicai un po' le sue fantasie prima di rimuovermi il reggiseno.
 
"Ti piace torturarmi"
 
"Non è ancora niente"
 
Prima di indossare il pezzo superiore del bikini, gattonai addosso a Bill. Tentò di toccare uno dei miei seni, ma gli schiaffeggiai la mano prima che lo facesse.
 
"Hey, conosci la regola. Vedere ma non toccare"
 
Portò le sue labbra sulle mie. Questa volta ci mise la lingua. Mi bastavano solo i suoi baci alla francese per raggiungere un orgasmo mentale, che caso perso che sono.
 
"Che ne dici di rimuovere anche questi, uh?"
 
Fece scivolare entrambe le sue mani sulla mia schiena. Con delicatezza, portò giù i miei slip.
 
"Scommetto che ora non desideri più vedermi in bikini. Desideri vedermi così, nuda"
 
"Sarà molto divertente rimuoverti il tutto, dopo"
 
"Non cederò facilmente"
 
Cercai di auto convincermi. Tutto il mio corpo lo stava desiderando più di qualsiasi altra cosa.
 
"I tuoi occhi dicono ben altro"
 
Gli portai un indice sulle labbra.
 
"Che ne dici di aiutarmi a mettere il pezzo superiore?"
 
mi aiutò a fare un nodo dietro il reggiseno del costume. 
 
"Graaazie"
 
Lo baciai a stampo. Scesi dal letto. Mi portai addosso l'ultimo pezzo del Bikini. Che cosa orribile.
 
"Mi sento così...imbarazzata!"
 
Quel costume era SCOMODO!
 
"Perché nascondi tutte quelle belle curve, con quei vestiti di cinque taglie più larghe?"
 
Si alzò dal letto anche lui. Mi abbracciò da dietro, portò le sue mani sui miei fianchi, e cominciò a baciarmi il collo.
 
"....andiamo al mare, che è meglio"
 
Sentivo che qualcuno, laggiù, si stava svegliando. No, ve l'ho detto che doveva "soffrire"
 
"Facciamo così"
 
Sfuggii dalle sue braccia. 
 
"Se riesci ad acciuffarmi prima dell'arrivo, puoi fare ciò che vuoi di me. Ma se non ci riesci, soffrirai lentamente con la regola del guardare ma non toccare"
 
"Dov'è l'arrivo?"
 
"Ahm..."
 
Aprii la porta. Il mio sguardo cadde immediatamente su una zona non molto distante, ricoperta solo di palme, nient'altro.
 
"Lì. Dove ci sono le palme"
 
Puntai la zona con il dito. Bill si affacciò per vedere.
 
"Va bene"
 
"LIBERTÈÈÈÈÈ!"
 
Scappai senza avvisare Bill della partenza, ma lui non perse tempo.
 
"TANTO TI PRENDO!"
 
"SE CI RIESCI!"
 
Accidenti. Ad ogni passo che faceva, me lo ritrovavo sempre più vicino.
 
"MANCANO ANCORA MOLTI METRI, ED IO TI SONO PROPRIO DIETRO"
 
"ILLUSO!"
 
La zona, ormai, non era molto distante. Stavo per vincere.
 
"WE ARE THE CHAAAMPIO-WAAAH!"
 
STAVO, appunto. Mi schiantai dritta su una palma.
 
"AHAHAHAH! HO VINTO IOOO!"
 
Mentre ero ancora 'abbracciata' al tronco, per ricompensa, mi cadde in testa una noce di cocco.
 
"AUCH!"
 
"Grazie palma!"
 
"Ma vaffanculo, piuttosto"
 
Mi tirò a se.
 
"Ho vinto. Ora sta a me fare le regole"
 
"Perché non te ne vai dolcemente a fare in culo?"
 
Potevo fare la dura a più non posso, ma alla fine, non riuscivo a resistergli più di dieci minuti.
 
Improvvisamente mi prese in braccio.
 
"CHE INTENZIONI HAI?"
 
"DI FARTI FARE UNA DOCCIA SALATA!"
 
Mi lanciò dentro l'acqua del Mare, che era Gelida a primo colpo.
 
"Perché non entri anche tu? Hai paura?!"
 
"Nah, arrivo!"
 
Corse dentro l'acqua. Si immerse per qualche secondo, solo per bagnarsi i capelli.
 
"Ora sei altamente nella merda"
 
Con la mano, gli schizzai dell'acqua negli occhi.
 
"Ah, fottiti! C'è il sale, cretina!"
 
"Muahahah!"
 
Vidi due jet-ski in lontananza. Non so di chi fossero, ma erano incustoditi.
 
"Oh, cosa vedono i miei occhi!"
 
"Uh? Cosa?"
 
"DUE JET-SKI!"
 
Mi misi subito a nuotare senza pensarci due volte. 
 
"Ma perché non mi aspetti mai?!"
 
Ero distante da lui. Lo sentii blaterare, ma non riuscii a capire.
 
Mi avvicinai alla moto d'acqua. Erano di quei modelli senza chiave, perfetto.
 
"Unf...non intenderai mica salirci su?"
 
Bill arrivò dopo poco.
 
"É solo un prestito, non ho bisogno di rubare!"
 
Salii sulla moto, ma aspettai che anche Bill lo facesse.
 
"Dai sbrigati, andiamo all'avventura!"
 
"Si, certo"
 
Salì, svogliato, sullo Jet-ski.
 
"Non starmi troppo distante, Nonno"
 
Premetti il tasto 'START ENGINE' sulla moto. Credo partì troppo velocemente.
 
"WAAH! COME CAZZO SI GUIDA STO COSO?"
 
Ci presi la mano dopo poco. Bill era dietro, ma se la cavava piuttosto bene. 
 
Non avevamo una meta precisa. Era come una passeggiata, solo che volevamo scoprire cosa ci fosse più a fondo.
 
"Voglio trasferirmi qui"
 
Più giù andavamo, più le cose erano bellissime. Le spiagge erano più popolate, la nostra era deserta. Non che la cosa mi dispiaccia.
 
Seppur fosse pomeriggio tardo, il Sole batteva ancora fortemente sull'acqua cristallina del mare.
 
Dopo aver fatto alcuni Kilometri, ci fermammo di fronte ad un'altra spiaggia. Non sapevamo quanta benzina fosse rimasta negli Jet-skii.
 
"Dai non ci credo! Un bar pineta dentro una foresta fatta completamente di palme! Sembra un film"
 
"Hai dimenticato di menzionare quelle due persone li che stanno suonando l'ukulele"
 
"Che ne dici di mandare all'aria la nostra carriera per trasferirci qui?"
 
"Si dai! Io faccio il barista e tu suoni l'ukulele di fronte al bancone per attirare gente"
 
"Buona strategia!"
 
Non ci avvicinammo al bancone, non avevamo bisogno di sgolarci degli alcolici, per ora.
 
"Vieni qui. Non c'è nessuno"
 
Mi guidò per mano all'interno di quella specie di 'foresta'
 
"Non mi andava di stare tra la gente"
 
"Neanche a me"
 
Ci sedemmo entrambi sulla sabbia, a guardare il mare in lontananza.
 
"Era da tempo che non eravamo così rilassati, vero?"
 
"La parola 'relax' non esiste più nel mio vocabolario!"
 
Rise.
 
"Sai per quanto tempo rimaniamo qui, almeno?"
 
"...no"
 
"Tre mesi!"
 
Si sdraiò, mettendosi le braccia sotto la testa.
 
"Tre mesi di sole, mare, divertimento, e relax!"
 
"Non è...troppo?"
 
"Per niente! Ricordati che dobbiamo anche pensare a noi due, qualche volta"
 
Mi tirò per mano sopra di lui.
 
"Se solo Georg e Gustav ti vedessero!"
 
"Ehm...è una cosa positiva o negativa?"
 
"Positivo per te, negativo per me!"
 
"Perché mai?"
 
"Perché sono sempre stato geloso di Georg"
 
Mi accasciai a terra dalle risate.
 
"OH MIO DIO!"
 
"Sono sempre stato geloso nel vedervi così 'vicini' sul palco. Sul serio!"
 
"STAI TRANQUILLO CHE A GEORG NON GLIELA DAREI NEANCHE MORTA"
 
"Se invece Georg fosse stato più 'bello' gliel'avresti data, allora"
 
Mi fece rotolare sotto di lui.
 
"Ma cosa vai a capire! Era solo per spiegare. Sai che io amo te"
 
Mi solleticò la pancia per dispetto.
 
"ODDIO, SMETTILA!"
 
Tentavo di alzarmi, ma la malefica sabbia mi faceva scivolare.
 
"BASTA, ALTRIMENTI ME NE VADO E TI LASCIO!"
 
Urlai disperatamente. Credo che la finta minaccia funzionò.
 
"Hey, non dirlo neanche per scherzo. Morirei senza di te"
 
Mi diede un bacio.
 
"Come sei sdolcinato"
 
"Se vuoi continuo"
 
Lo spinsi, facendolo cadere alla mia destra.
 
"Smettila"
 
Mi accarezzò i capelli, e ritornò sopra di me.
 
"Perché mi spingi? Non l'hai capito?"
 
"Cosa?"
 
Gli chiesi. Si avvicinò al mio orecchio.
 
"Che stasera sei mia"
 
Non mi diede occasione di rispondergli. Mi baciò con forza, mi teneva stretta a lui. 
 
"Tu sei matto. Su una spiaggia!"
 
"Tu non eri quella che amava il rischio, le cose strane?"
 
"Si ma-"
 
"Non posso rimanere attaccato ad un ricordo. Quella notte non l'ho ancora dimenticata, e non la dimenticherò mai. Quel ricordo è ancora vivo nella mia mente, ma adesso ho bisogno di sentirti mia di nuovo. Ho bisogno di unirmi a te. Ho bisogno di sentirmi dentro di te, perché è in quel momento che mi sento amato, sicuro, protetto da tutto."
 
Quel discorso mi spiazzò. Rispondergli con un "anche io" sarebbe stata una cosa da cretina, ma io non ero così sentimentale. Ero una frana nelle cose romantiche.
 
"Non so davvero come risponderti"
 
Ammisi.
 
"Non c'è bisogno che tu mi risponda"
 
Devo dire che ero spericolata, ed amavo fare cose fuori dal comune. Ma mi sentivo un po' fuori luogo a farlo su una spiaggia. Menomale che nessuno se ne accorse!
 
Mi risvegliai, non so quante ore dopo, grazie alla pioggia che mi stava cadendo in faccia.
 
"Oh, la schiena!"
 
Eh già. Bill ci sapeva fare e la mia schiena ne risentiva, ma hey, ne è valsa la pena!
 
"Buona...sera?"
 
Era accanto a me, ed era già sveglio.
 
"Andiamo via da qui, altrimenti ci facciamo una doccia!"
 
"Devo rivestirmi!"
 
"Dai, ti rivesti dentro la grotta. Qui sta venendo giù una tempesta!"
 
"La maledizione del monsone?"
 
"Speriamo proprio di no"
 
"VVVIIIAAA!"
 
Devo attraversare il mons...ah già. 
Comunque corsi per davvero eh, non attraverso il monsone, ma sotto una bella tempesta. Ci terrei a sottolineare che ero NUDA.
 
"Dai, ci siamo quasi!"
 
Mi incoraggiò Bill. Dopo qualche metro di corsa, ci trovammo all'interno di quella piccola grotta.
 
"Ormai è sera"
 
"Dormiremo sulle roccie. AHAHAHAHA no. Non è affatto divertente"
 
Finalmente mi misi qualcosa addosso. Mi sentivo meglio, anche se un bikini non ti copre chissà quanto.
 
"Perché?"
 
"PERCHÉ?! Ah già, voi uomini non capirete mai"
 
"Ma cosa?"
 
"Scusami tanto se il tuo amichetto tanto piccolo non é. E sopratutto, mi hai massacrato la schiena. Ho praticamente Interno coscia, gambe e Schiena distrutte"
 
"Lo prendo come un complimento"
 
Si sedette su una roccia, sempre col suo bellissimo sorriso stampato in faccia.
 
"Non abbiamo neanche delle coperte!"
 
"Hai freddo?"
 
"Molto"
 
Mi catturò e mi rinchiuse tra le sue braccia.
 
"E tu...non hai freddo?"
 
Gli domandai timidamente.
 
"Mi basti tu"
 
"Ma io non ti sto abbracciando"
 
"Mi basta la tua voce per riscaldarmi, piccola"
 
Mi fece sedere sulle sue gambe. Mi piaceva tanto sedermi sulle sue gambe, perché quando parlavo, lui, oltre a darmi ascolto, mi accarezzava, e mi guardava come se fosse la prima volta.
 
"Perché arrossisci?"
 
"Non lo so..."
 
Iniziai a gesticolare ed a balbettare.
 
"Perché...mi guardi"
 
"E allora?"
 
Mi baciò sul collo, e poi scese sulla spalla sinistra.
 
"Cosa facciamo adesso?"
 
"Aspettiamo che la tempesta vada via, e poi ritorniamo nella nostra casetta"
 
Con una mano asciugai le gocce d'acqua che mi aveva lasciato Bill con i suoi capelli.
 
"Sei fradicio!"
 
"Lo so. Non ho un asciugamano con me, purtroppo"
 
"Attento a non farti venire la febbre, piuttosto"
 
"Tanto ci sei tu a curarmi!"
 
"Non credo di avere una laurea in Medicina"
 
Con lo sguardo, girovagai per la grotta. C'erano dei pezzi di legno in buone condizioni per accendere un fuoco.
 
"Hey, guarda li! Ci sono dei pezzi di legno, possiamo accendere un fuoco!"
 
Mi alzai per andare ad acciuffare il più velocemente possibile gli oggetti che avevo appena visto.
 
"Tu sai accendere un fuoco?"
 
"Onestamente, no. Ma posso provarci"
 
"Dai, fai fare a-"
 
"HO DETTO DI NO. Ci provo io"
 
Alzò le mani.
 
"Vaaaa bene. Mi godrò lo spettacolo"
 
Lasciai cadere i pezzi di legno sul terreno. Mi sedetti a terra cercando di capire come funzionasse.
 
"Normalmente bisogna strofinare questo bacchetto di legno su questa base qui..."
 
Ci provai, ma a parte un orribile suono, non riuscivo a fare nient'altro.
 
"Dammi qui"
 
Bill mi rubò di mano il bacchetto di legno e prese il mio posto.
 
"Devi strofinare il bacchetto fino a quando non vedi del fumo"
 
Mi toccò sopportare quell'odioso suono per un paio di minuti. LE MIE ORECCHIE SANGUINANO.
 
"Guarda, ora c'è del fumo qui. Basta prendere la base di legno in mano e soffiarci sopra"
 
Prese in mano il grosso pezzo di legno e ci soffiò sopra. Subito dopo apparì una gran fiamma.
 
"Eccolo! Ora basta alimentarlo con della legna!"
 
Ci lanciai dentro gli altri tre o quattro pezzettini che non avevamo utilizzato. La fiamma si fece grande abbastanza per riscaldarci.
 
"Ora mancano i Marshmallow"
 
"Perché pensi sempre alle stronzate gommose?!"
 
"Non è vero! Non ci penso sempre...quasi"
 
"Ecco"
 
Passammo delle ore li dentro a parlare di fronte al fuoco.  La tempesta diminuiva sempre di più, fino a quando andò via definitivamente.
 
"Ha smesso di piovere, possiamo ritornare a casa!"
 
Saltò quasi dalla gioia.
 
"Vai tu per primo. Io spegno io fuoco e ti raggiungo"
 
Sparì dalla mia vista dopo pochi secondi. Quando mi voltai per spegnere la fiamma, qualcuno tornò a farmi visita.
 
"Se credi di avermi spaventata, sappi che non ci sei riuscito"
 
"Ha-"
 
"NO, NON L'HO PRESA STA BENEDETTA DECISIONE. SPARISCI"
 
"Ti rendi conto di quello che stai facendo?!"
 
"SPARISCI, HO DETTO"
 
"Stai sprecando le tue ultime occasioni. Sappilo"
 
Spensi il fuoco. Uscii dalla grotta, e lo spirito era ancora a svolazzarmi dietro.
 
"Ti prego, ragiona! Ogni essere umano ha bisogno di un angelo custode!"
 
"Perché non vai a parlare con qualche Ateo? Loro ti crederanno di sicuro!"
 
"Devi comunicarmi la scelta per domani"
 
"DOMANI?!"
 
Mi voltai indietro, ma era sparito.
 
"Merda"
 
Ero arrivata al punto iniziale della spiaggia, dove avevamo parcheggiato i Jet-ski.
 
"Perché ci hai messo così tanto?!"
 
"Non voleva spegnersi"
 
Annuì. Salì sulla moto d'acqua.
 
"No, non prendere l'altra. Andiamo direttamente con una e basta. Tanto poi li ritroveranno 'sti Jet-ski. Nessuno intende tenerli per se' "
 
"Okay"
 
Mi sedetti dietro di lui.
 
"Mi raccomando, non facciamo incidenti. Sai che non mi fido di te come pilota"
 
"Tu sei mooolto peggio!"
 
Accese il motore della moto. Mi schizzò dell'acqua in faccia.
 
"Vacci piano con sto coso!"
 
"Ahahah!"
 
Menomale che non soffrivo il mare. Bill amava far saltare il jet-ski sulle onde. Quando vidi che eravamo arrivati, ero la persona più felice al mondo.
Non date mai la patente a Bill. MAI.
 
"Arrivati!"
 
"Che fortuna"
 
Scesi dallo Jet-Ski senza aspettare che Bill scendesse.
 
"Casa dolce casa!"
 
Aprii la porta di quella che era la nostra dimora attuale, numerata 483.
 
Mi fiondai nel letto. Finalmente potevo piangere senza che nessuno mi vedesse 
 
"Dove sei finita?!"
 
Mi domandò Bill, non appena entrò in casa.
 
"Voglio dormire. Sono stanca morta"
 
Cercai di coprire la mia voce. Ormai era un mestiere per me.
 
"D'accordo. Io mi faccio una doccia e arrivo"
 
Sprofondai, di nuovo, la mia testa nei cuscini. Dovevo prendere una decisione e non avevo molto tempo a mia disposizione. So che piangere non serviva a niente, ma non potevo scegliere. Non potevo assolutamente abbandonare Bill, così come Gustav, Georg, i fan...semplicemente, non potevo. 
 
Mi hanno sempre detto che la notte porta consiglio. Spero sia davvero così.
   
 
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