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Autore: stylesoxygen    28/06/2013    3 recensioni
-Sarò pure una ‘mocciosa’ ma per lo meno non sono un’ubriacona, mia cara, povera e afflitta superstar incompresa.- quelle furono le uniche parole che riuscì a dire in quel momento, e subito me ne pentì. Harry fece un ghigno, quasi cattivo e i suoi occhi cominciarono a diventare più cupi. Era sbronzo, totalmente, non era l’Harry che avevo sempre immaginato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Another (time)


 5 Luglio 2016

 

 -Sei bellissima stasera.- mi guardò e poi sorrise timidamente, portando la lingua tra i denti.
-Grazie, anche tu stai benissimo.-
-Allora, che vogliamo fare?-
-Non so, decidi tu.-
-Aspetta, forse lo conosco io un posticino per noi due.-
Lo osservai confusa, cercando di scoprire quali fossero le sue intenzioni; camminammo a passo svelto per una delle zone più alla moda di Londra, per finire ad Hide Park. Harry mi spinse leggermente verso l’entrata, invitandomi a seguirlo.
-A quest’ora nessuno ci disturberà, potremo parlare tranquilli.-
-Ordiniamo qualcosa a quella bancarella?-
Ci avvicinammo ad un bancone ambulante di alimentari: decidemmo di optare per due tranci di pizza, naturalmente surgelata, ben diversa da quella che ero abituata a mangiare a casa mia, in Italia.
-Non ti piace? Perché se no ti compro altro!- fece un ghigno, cercando di essere il più premuroso possibile.
-E’ decisamente diversa da quella che sono solita mangiare nel mio Paese; mi devo ancora abituare ai panini unti e alla pasta scotta inglese.- ironica, gli diedi un buffetto sulle spalle.
-Sai che mi sento ancora in colpa per ciò che è successo al Funky Buddha? Davvero, mi fa stare male l’idea di averti trattata in quel modo.- assaporò l’ultimo morso di pizza, e poi con passo svelto, si avviò verso il bidone della spazzatura di fronte a noi, buttando il fazzoletto e strofinandosi le mani sui jeans.
-Avevi ragione tu, era pessima.- sorrise, e in quel momento sentì il Mondo cadermi addosso: perché proprio a me la fortuna di poterci essere amica? Non avrei potuto desiderare di più.
-Em? Tutto bene? Oggi sei silenziosa; di solito sei una radiolina!-
-Stavo solo pensando a quanto fortunata io sia ad averti incontrato.-
Harry si mise di fronte a me, cingendomi con le sue enormi mani i miei fianchi: la distanza tra i nostri due visi diminuiva sempre di più e riuscivo a sentire il suo respiro sempre più vicino.
-C’è qualcosa che non va Harry?- Harry scosse la testa chiudendo e riaprendo velocemente gli occhi.
-Tutto a meraviglia. Sei solo sporca di sugo.- detto questo, mi pulì con il suo pollice a fior di labbra.
 
-Em, ti devo chiedere un paio di cose importanti.- Harry ruppe il silenzio, inginocchiandosi davanti a me. Mi allungai verso di lui, ponendomi all’estremità della panchina su cui ero seduta.
-Ecco, può sembrare da matti chiedere una cosa del genere ad una sedicenne, ma hai mai avuto qualche fidanzato?- lo guardai sbigottita, non comprendendo l’utilità di quella domanda.
-Ovvio che ho avuto dei ragazzi Harry.-
-Suppongo che tu quindi non sia più vergine…?- domandò tranquillamente, come se fosse un argomento di dominio pubblico.
-COSA?- spalancai bocca ed occhi sentendo pronunciare quella frase, reazione contrastata dal sorrisetto malizioso del riccio.
-Beh, lo sei o no?-
-Sì, ma a te che importa scusami? Saranno anche affari miei.-
-Era per sapere, mamma mia. Siamo amici, con me non devi avere dei taboo.- posò il palmo della sua mano sulla mia spalla, accarezzandomi dolcemente.
-Di me ti puoi fidare Emma. Non sono cattivo, e a te ci tengo.- fece una pausa per prendere fiato: -Sì, insomma… ormai sei diventata una buona compagnia per me, ed è strano perché io sono il tuo idolo, e voglio farti la migliore impressione possibile. Ho assolutamente bisogno di aiutarti a cancellare il ricordo di quella brutta serata.-
Forse per la prima volta lo vedevo in difficoltà: lo sguardo rivolto altrove e le dita in continuo movimento.
-Per me è acqua passata, non pensarci più.- giocherellai con uno dei riccioli che usciva dal berretto di lana.
 
-Amo questa canzone.- Harry indicò la radio del bar, avvicinandosi per sentire meglio.
-Si tratta di ‘Treasure’ di Bruno Mars, giusto?- chiesi io convinta.
-Esatto. Grandissimo successo del 2013…mamma mia, è stupenda.- Styles cominciò a canticchiare ed immediatamente tutta la gente del locale si girò nella nostra direzione, osservando Harry scatenarsi sulle note del brano che passava in radio.
-Dai, Emma, balla con me! Non vorrai lasciarmi tutto solo in una situazione del genere?- mi trascinò verso il centro del bar, avvolgendomi con le sue lunghissime braccia. Cominciammo a simulare una danza anni ’80, oserei dire. Molti avrebbero detto che danzare non era il suo forte, ma io non ero assolutamente d’accordo: si muoveva a ritmo, come se la musica lo possedesse. Si mordeva il labbro inferiore e mi faceva sussultare ogni volta che si avvicinava a me.
-Potrebbe essere la nostra canzone.- alzai lo sguardo, cercando disperatamente i suoi occhi verdi in cerca di una conferma rispetto a ciò che aveva appena  detto: Harry mi regalò uno sguardo una grande sicuro e rassicurante. Continuavamo a ballare, ed Harry cantava con grande euforia la canzone al mio orecchio, scandendo ogni frase.
-Sai, per me è lo stesso.-
-Che vuol dire Haz?- non capivo la sua ultima affermazione.
-Intendo dire, che…è più o meno quello che penso io di te. E’ un bel testo, insomma, sì.- il mio sguardo si illuminò e strinsi il ragazzo davanti a me sempre più forte.
 
-Oddio! Sta piovendo! E ora come ci torno in Hotel?-
-Alzati il cappuccio e corriamo per un paio di isolati, se siamo stanchi ci mettiamo sotto qualche balcone o ci infiliamo in un portone.-
Cominciammo a correre mano per la mano sotto la fitta pioggia londinese, finché non ci fermammo in un vicolo poco distante dall’albergo.
-Non ce la faccio più, stop.- mi piegai, poggiando le mani sulle ginocchia.
-Em ho bisogno di fare un cosa.-
-Cosa c’è ora Harry?- dissi quasi seccata.
-Ti posso baciare? Bagnata sei ancora più sexy.-
Finita la frase, il riccio mi si avvicina pericolosamente, spingendomi con violenza verso il muro della stradina: poggiò la sua mano sinistra su uno dei mattoni accanto al mio volto, mentre la destra accarezzava la mia guancia. Pian piano iniziò ad avvicinare il suo bacino al mio, facendo scontrare i nostri petti. Solo ora mi rendevo conto della nostra differenza d’altezza, e di quanto questo fosse imbarazzante per me, ma evidentemente, ad Harry piaceva questo particolare. Piegò la testa per arrivare alle mie labbra; al contatto tra le nostre labbra, cominciò a prender piede in me un sentimento nuovo, che mi era capitato poche volte di provare: mi sentivo bruciare all’altezza del cuore, e i miei zigomi erano in fiamme. Harry muoveva le sue mani lungo tutto il mio corpo, stringendo la mia schiena, mentre spesso spostava le sue labbra lungo il mio collo, lasciandomi piccoli baci sulla mascella. Qualche secondo dopo, ci allontanammo e rimanemmo a guardarci per dei minuti, cercando di comprendere cosa fosse appena successo.
-Stasera vuoi venire a casa?- la voce di Harry in quel momento era dolce, flebile, magari anche insicura.
-Io vorrei, ma purtroppo non posso. Non penso che i miei accetterebbero.- ero triste nel dover dargli una risposta del genere.
-Sarà per un’altra volta, se per te va bene…-
-Ovvio, ora però devo proprio andare in albergo, ci concordiamo in un secondo momento.- ci sorridiamo complici e, dopo esserci scambiati un ultimo veloce bacio, ricominciammo a correre verso l’Hotel.

   
 
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