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Autore: SameGioeCa1D    28/06/2013    4 recensioni
Lei è il tipo di persona che alle feste se ne sta in disparte. se ne sta seduta in un angolo e osserva, le dispiace per chi non si diverte e sorride invece per chi urla e fa casino.
Le piace cogliere le sfumature delle vite degli altri, dimenticandosi delle sue.
Adotta lo stesso comportamento quando deve relazionarsi con qualcuno, entra nella vita delle persone in silenzio, non fa frastuono, non urla, non batte i piedi per terra, preferisce che siano gli altri a farlo, per questo poi quando se ne va nessuno se ne accorge, mentre la loro assenza diventa quasi palpabile per lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Panico. Il panico si poteva leggere nei miei occhi. Ero solo nel bel mezzo di un parcheggio semi-deserto, solo e con il panico che si stava diffondendo per tutto il mio corpo lentamente come un veleno mortale. Per non rischiare di impazzire ricapitolai ciò che mi era successo: ero andato al locale a prendere la mia giacca e quella di Hope, le avevo detto di andare alla mia macchina, forse si era avviata e qualcuno l’aveva rapita, forse colpendola o facendola svenire. Una serie di pensieri, uno più terribile dell’altro si accumularono nella mia testa. Dovevo chiamare qualcuno, i miei genitori forse, no. Avevo bisogno dei miei amici.

Presi velocemente il telefono dalla mia tasca e composi il numero di Liam, avevo bisogno di una mente capace di non andare in panico e Liam era la persona più adatta.

-Lou, non sai che casino è capitato.

-Liam, hanno rapito Hope.

-Cosa?! Momento come fai a sapere che è stata rapita?

-Lo so e basta, però una ragazza me lo ha confermato, dovete venire qui, tu e i ragazzi.

-Louis, hanno picchiato Harry. Siamo in ospedale, tutti.

-Che cazzo sta succedendo?!

-Io e Niall ti raggiungiamo tra poco dacci due ore e siamo a casa tua.

Attaccammo entrambi, dovevo tornare a casa calmarmi e spiegare ai miei genitori cosa stava succedendo, dovevo avvertire anche la mamma di Hope.
**
Pov. Hope

Un’altra botta, un altro fosso, altri rumori e la mia testa girava come se stessi su una giostra. Sentivo delle voci ma sembravano così lontane che non riuscivo a capire neanche una parola, avevo mani e piedi legati e in bocca avevo un fazzoletto. Il furgone si era fermato con una frenata improvvisa sembrava che quel viaggio non finisse mai, ma ero certa di essere ancora a Doncaster, ero ancora distesa perché non avevo ancora trovato il modo di rialzarmi senza svenire o avere l’impressione che tutto quello che avevo mangiato venisse su.
Le porte si aprirono e un ragazzo rosso con una maglia blu elettrico si avvicinò a me, senza troppi complimenti mi fece scendere dal mezzo poi slegandomi i piedi mi spinse dentro la casa non molto diversa da quella dei genitori di Louis.

L’ingresso era così oscuro che non si vedeva un bel niente sentivo solo la mano fredda del ragazzo rosso che mi guidava, dopo una breve salita mi ritrovai in una stanzetta molto piccola e illuminata solo dalla  luce della luna che penetrava flebile dalla finestra dove c’era un materasso con una coperta di lana spessa.  Il ragazzo mi spinse lì lasciandomi alla solitudine e alla fredda stanza.

Durante le ore di veglia pensai a Louis, a come lo avevo lasciato lì solo, avrebbe cercato qualcuno? Avrebbe chiamato i ragazzi? E se non fossi uscita viva da questa faccenda la mamma coma avrebbe fatto? La mamma. Mi mancava terribilmente, avevo paura di non rivederla. Una lacrima fredda e salata mi rigò il volto, avevo freddo così presi la coperta stringendola a me. Pensai a Louis e alla mamma tutta la notte, pensai a come scappare, provai ad aprire la finestra ma naturalmente questa era chiusa e non c’era modo neanche di romperla visto che era poi ricoperta di ferro e solo delle sbarre facevano filtrare la luce, ero in cella.
**
Pov. Liam

Harry era stato ricoverato, presto ci avrebbero fatto sapere le sue condizioni. Ero particolarmente scosso, ma non volevo perdere il briciolo di calma che mi era rimasto.

 -Ragazzi, hanno rapito Hope- esordii io nel silenzio dell’ospedale. Un mormorio da parte dei ragazzi, la faccia sconvolta di Terry ecco come i miei amici accolsero la notizia.

-Louis mi ha chiesto di andare da lui il prima possibile, quindi..-proseguii io interrotto poi da Niall.

-Quindi dobbiamo andare a Doncaster, e anche subito-disse lui serio, anche se la sua voce tremava.

-E’ stato lui, vero?-mi chiese Terry.

-Credo proprio di sì, ma per il bene di Harry è meglio che tu non venga e stia qui con lui-dissi deciso io.

-E’ la mia migliore amica! Come puoi permettermi di rimanere qui mentre lei rischia la vita?-mi chiese lei sconvolta.

-Loro potevano prendere anche te questa notte, non lo hanno fatto perché li hai fatti scappare insieme ad Harry, pensa se venissi con noi. Pensa a come sarebbe preoccupato lui-indicai Harry-sii ragionevole- conclusi io con tono supplichevole.

-Liam ha ragione, pensa se rapissero anche te, lui penso che morirebbe-disse Zayn che fino ad ora non aveva mai parlato.

-Liam, Niall e Zayn promettetemi che metterete tutti voi stessi nel cercarla, promettetemi che non abbandonerete le ricerche, promettetemi di essere forti-disse lei e poi crollò e pianse anche l’anima.  Delle persone non possono rovinare la vita di gente buona e semplice come lei in questo modo, era inaccettabile.

-Te lo promettiamo, te lo giuriamo perché noi a te ed a Hope teniamo come non abbiamo tenuto mai a nessuno-disse infine Niall.

-Grazie, e adesso andate-disse lei congedandoci.

Poi uscimmo dall’ospedale e salimmo nella mia auto correndo e combattendo una corsa contro il tempo.

Pov.Louis

-Louis, tesoro, e Hope?-chiese mia madre accogliendomi con la sua vestaglia color panna e il suo profumo di gelsomino.

-Mamma-mi bloccai- è stata rapita- dissi io.

-Come?-il panico nella sua voce cominciava a farsi sentire.

-L’hanno rapita, adesso i miei amici stanno arrivando. Cominceremo le ricerche-dissi io con voce roca.

-Louis, non credi che dovremmo denunciare tutto alla polizia?-chiese lei accarezzandomi la guancia.

-Non lo so, non so più niente, vorrei solo stringerla nelle mie braccia e baciarla-dissi io abbandonandomi sul divanetto accanto al tavolino di legno.

-Adesso calma, vado a preparare una tisana, fai mente locale. Doncaster è piccola-disse lei allontanandosi.

E se non fossero a Doncaster? Il mondo mi crollo addosso nel secondo in cui lo pensai, poi un campanello mi fece ridestare.

Ed eccoli i miei migliori amici meno uno, Harry che stava male.

-Louis, amico-disse Zayn in tono comprensivo.

-Come sta Harry?-chiesi io.

-Harry è stato picchiato da due dei suoi amici, sembra vogliano finirci tutti-disse Niall, Liam annuì.

-Dobbiamo trovarla ragazzi, non so dove potrebbe essere. Credo che però Luke si farà sentire preso-dissi io facendoli entrare.

-Sicuro, vuole qualcosa-disse Liam.

-O vuole farci solamente perdere la pazienza con uno dei suoi giochetti subdoli-disse Zayn.
**
Pov.Hope

Lo sbattersi di una porta mi fece trasalire, così mi sedetti velocemente sul materasso smollato.

-Jonson-disse con voce carezzevole il mio rapitore.

-Perché?-chiesi solo io, la mia voce era piena di dolore.

-Voglio raccontarti qualcosa, sai-disse poi lui sedendosi accanto a me, io mi allontanai di scatto.

-Hai così tanta paura di me?-chiese lui, io non risposi lo guardavo con aria diffidente.

-Molti lo confermano alle mie spalle, lo dicono ai loro amici che poi lo dicono ad altri. Dicono che sono fuori. Dicono che sono pazzo, lo dicevano anche i miei genitori e le mie due sorelle, mi hanno abbandonato. Non vogliono sapere nulla di me-disse lui con gli occhi sgranati e uno strano sorriso stampato sulla faccia.

-Ma non è così, io sono normale, i miei amici hanno troppa paura di me per dirmi in faccia che lo sono- disse poi lui. Non dissi niente, lasciai che continuasse.

-Cominciarono a dubitare di me quando comunicai loro che tu eri mia, insomma io posso avere qualunque ragazza al mondo ma ho scelto te-disse poi lui.

-Tu sei mia, solo mia, sei di mia proprietà-disse lui, non volevo crederci.

-Poi mi hanno informato dicendomi che tu sei fidanzata. Così ho pensato che dovevo agire, ed eccoti qui-disse poi lui.

-Io non sono tua-dissi rigida io, non appartenevo a nessuno.

-Invece lo sei!-gridò poi lui, si alzò e cominciò a camminare per la stanza.

-Lo vedo da come mi guardi, tu sei mia, l’ho saputo dal primo sguardo-disse lui, guardandosi i piedi.

-Non sono di nessuno, io sono libera di appartenere a chiunque, e adesso solo il mio cuore appartiene a Louis-dissi io pensando di aver fatto la più grande cazzata della mia vita.

-Louis?-si domandò poi rise, una risata isterica.

-Non hai capito che adesso sei qui, nella mia proprietà? Louis non può arrivare qui!-disse a bassa voce nel mio orecchio.

-Credo che dovrò marchiarti, sì, devo metterti un segno-disse lui.

-Anzi per ogni volta che dirai che non sei mia aggiungerò segni-disse poi lui, così uscì dalla stanza.

Altre lacrime mi solcarono il volto quel giorno. Poi entrò il pomeriggio con un vassoio, credevo ci fosse cibo. Invece c’erano una serie di attrezzi che alla luce del sole pomeridiano emanavano una luce sinistra. Insieme a Luke entrarono anche il ragazzo rosso della sera prima.

-Dammi il suo cellulare-disse Luke al tipo, poi gli porse il mio cellulare.

-Cosa dovete fare? Chi dovete chiamare?-avrei dato l’oro del mondo per sapere come stava Louis e sentire la sua voce armoniosa pronunciare il mio nome.
-Taci!-disse lui, poi cercò qualcosa e premette il tasto verde.

-Tu agisci-ordinò al suo compagno che prese un attrezzo dal vassoio, lo intinse in un liquido e si avvicinò a me.

-Louis, sei tu?-chiese Luke.

-Stronzo dov’è Hope? E’ meglio per te dirmelo..-disse lui, ma prima che potesse dire altre parole diede un comando al suo amico. Lui prese il telefono e Luke prese lo strumento e in meno di un secondo quell’oggetto appuntito stava scivolando sul mio braccio, il dolore sembrava trafiggermi anche l’anima, gridavo e gridavo, sembrava che le mie lacrime stessero per finire, la mia voce stesse per placarsi. Ma il dolore sembrava non finire. Era pazzo, pazzo davvero.

-Non toccarla! Cosa le stai facendo?! Hope se mi senti, non mollare io ti amo-disse lui disperato.

-Ti chiamerò ogni volta che le inciderò qualcosa sul braccio sulla faccia, sulla pancia o anche più in basso. La torturerò, fino a farle dimenticare la tua esistenza-disse Luke.

-No! Louis non ti dimenticherò, te lo prometto-dissi io.

Luke si avvicinò a me e si mise a cavalcioni, sentivo il suo peso opprimermi le vie respiratorie. Poi riprese a trafficare con quel suo arnese. Cominciò il pianto, le urla e il dolore.

-Hope, mi dispiace, amore resisti-le uniche cose che sentii erano le parole di Louis e Luke che poggiò l’aggeggio sul vassoio con un rumore metallico.

Guardai il braccio e comparte la scritta “proprietà” con mio orrore scoprii che il dolore e le lacrime non sarebbero finite quel giorno.
**
Pov.Louis

-L’ha torturata, la sta torturando-dissi io flebilmente, la mia voce tremava.

-Cosa le starà mai facendo?-chiese Niall.

-Non la vuole uccidere ne sono certo, vuole dimostrarti che è sua marchiandola, spesso questo genere di persone lo fa-disse il poliziotto della mia città. Avevo deciso, grazie ai miei amici e ai miei genitori, di rivolgermi a gente che ci sapeva fare.

-Signor James, la prego, la riporti  da me-supplicai io.

-Faremo del nostro meglio, ma adesso è meglio che si calmi-disse lui, con tono professionale.

-Quanto ci vorrà?-chiese Zayn bianco come un lenzuolo.

-Se ci aiuterete e collaborerete, anche meno di una settimana-disse lui.

-Dobbiamo prendere i suoi amici-disse Niall. 

*l'angolo dei funghi che sudano come i funghi porcini*
Spero vivamente abbiate capito la battuta del mio spazio autrice AHAHAHAHAH no okay torniamo seri. Volevo dirvi che mi siete mancate tutte, e che per me rimarrete perfette, sto leggendo "beautiful creatures" è meraviglioso, mi sta lasciando con il fiato sospeso.  Promosse? Bocciate? Rimandate? Fatemi sapere. Vi voglio sempre bene #loveya. Cara Edishlyn ti amo <3 ciao
  
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