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Autore: Puragu Chan    29/06/2013    6 recensioni
Kevin è un normale liceale a cui piace studiare e giocare a tennis, ma non è consapevole del fatto che, in un altro mondo, vive una ragazza uguale a lui. I due dovranno affrontare un lungo viaggio ricco di incontri e pericoli per recuperare il cristallo di Mag e salvare i loro mondi da Evil, intenzionato a distruggerli per vendetta.
Angolo dell'Autrice:
Non siate troppo cattivi con me >.< vi auguro una buona lettura e spero che il mio lavoro abbia dato i suoi frutti.
Laelia__
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
-Fuga da un incubo-

 

Kevin percorreva tranquillamente la strada pedonale accompagnato da un panino. Un'altra giornata di scuola si era conclusa brillantemente. Quattro verifiche e due interrogazioni superate con il massimo dei voti, ma non c'era da stupirsi: il ragazzo era l'idolo della scuola, rispettato da insegnanti, studenti e, soprattutto, studentesse. Gli occhi ambra risaltavano ancora di più sulla pelle chiara, e i capelli neri gli davano quell'aria misteriosa a cui era difficile resistere.
Kevin, però, sembrava quasi all'oscuro di tutto questo: non si vantava mai e spesso si isolava da tutti.
Il giovane si fermò un attimo, sospirò e si avviò lungo una stradina alberata.
Sono già a casa... pensò aprendo la porta ed entrando nel soggiorno della villa. Un maggiordomo si precipitò da lui e gli prese la cartella, un altro lo scortò nella sala da pranzo.
-Signorino Kevin.- sussurrò l'uomo -Dimmi Fred.- disse il corvino, sussurrando a sua volta -Se sua nonna vi vede entrare con quel panino, non vi farà più mettere piede in questa casa- sorrise il maggiordomo lisciandosi i baffoni grigi -Lo dia pure a me; lo porterò in camera vostra.- -Sei grande, Fred.- il ragazzo sorrise a sua volta. Quando superò la soglia del salone, però, si rabbuiò. Seduta capotavola all'inizio di un tavolo che pareva infinito, sua nonna Sara lo fissava con occhi di ghiaccio. -Buongiorno Kevin- lo salutò la donna-ghiacciolo -Com'è andata oggi a scuola?- gli chiese ancora -Come vuoi che sia andata? 10 di biologia e francese, e le verifiche le consegneranno domani. Posso andare in camera mia o vuoi continuare l’interrogatorio?- rispose freddamente il ragazzo. La nonna lo guardò con severità -Il fatto che tu sia un ottimo studente non ti dà il diritto di parlarmi con questo tono di voce. Ma tranquillo: ti avrei spedito in camera comunque. Fred!- urlò.
Il maggiordomo si ripresentò nel salone -Sì, madame?- -Accompagna questo maleducato in camera sua: chissà che una giornata di digiuno non gli faccia passare la voglia di rispondere in questo modo.- ordinò la donna
Non avrei chiesto di meglio... pensò Kevin. -Sì, madame.- Fred s'inchinò e affiancò il giovane.
Arrivato davanti alla camera, Fred sussurrò nell'orecchio del ragazzo -Vi ho messo il panino nel solito posto. Buon appetito, signorino.- lui lo ringraziò -Grazie Fred, sei l'unico raggio di luce in questo cumulo di nubi grigie.- ed entrò nella stanza.
Povero signorino... il maggiordomo guardò tristemente la porta della camera che si chiudeva.

 

Quando sentì i passi di Fred che si allontanavano, Kevin si chiuse a chiave in camera e si tuffò nel mare di cuscini che occupavano il letto. Odiava quell'ambiente, quella casa, quella maledetta donna... non riusciva a credere che un mostro di quel genere avesse partorito un angelo. Sua madre.
Anche lei aveva odiato quella casa come lui, per questo compiuti i diciotto anni era scappata per andare a vivere con l'uomo che sarebbe diventato suo padre.
Il viso del ragazzo cominciò a rigarsi di lacrime. Maledizione... si morse talmente forte il labbro che ad un certo punto sentì il sapore del sangue in bocca.
Osservò il calendario appeso alla parete: il 31 marzo era stato cerchiato con un pennarello rosso. Ancora pochi giorni e sarà la fine di questo incubo.... pensò sorridendo.
Involontariamente, i suoi occhi ambrati si posarono sulla fotografia appesa alla parete davanti a lui: una donna che teneva in braccio un bambino dai capelli neri e un uomo barbuto gli sorridevano allegramente. Il corvino si alzò dal letto e cominciò ad accarezzare dolcemente i visi ritratti; prima lei, poi lui.
La mano si staccò dalla foto e il braccio scivolò lungo il corpo del ragazzo, quasi come se fosse senza vita: aveva preso la sua decisione.
Cominciò a riempire il suo inseparabile zainetto rosso: il portafoglio, un notes, una penna, la fotografia, il panino avanzato... . Dovrebbe esserci tutto... chiuse lo zaino e se lo caricò in spalla, poi aprì la finestra. Diede una rapida occhiata al giardino A quest'ora i giardinieri sono rientrati per la pausa pranzo: perfetto. pensò mentre saltava giù. Il salto nel vuoto non fu così terribile, infatti il giovane atterrò saldamente sui piedi. Si attaccò ai muri e cominciò strisciarci contro finché non arrivò dietro la villa. Diede un'ultima occhiata attorno a sé, dopodiché corse verso il cancello e, dopo averlo scavalcato, scappò in un boschetto.

 

 

Angolo dell'autore:
Salve gente :) Purtroppo, anche se sono in vacanza, ho pochissimo tempo libero. Abbiate pazienza se i tempi sono un po' lunghi tra un capitolo e l'altro.
Sono un po’ di sere che ho dei problemi a scrivere (avete presente quei momenti in cui vorreste che un incudine cadesse ACCIDENTALMENTE sopra il vostro computer? -.-” ), quindi se trovate qualche errore -o orrore- di ortografia ditemelo subito.
Ringrazio tutti coloro che leggono questa storia. Buone vacanze a tutti XD
Laelia__

 

 

 

  
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