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Autore: Mr_Pink    29/06/2013    1 recensioni
Le vicende del malinconico Eleazar, in viaggio per recuperare la propria anima e per scoprire cosa si cela dietro misteri antichi quanto il mondo stesso.
è il primo racconto che pubblico su EFP, e che ho deciso di scrivere dopo un lunghissimo periodo di pausa. La vicenda inizia nel pieno della storia già dai primi capitoli, ma alcuni punti più oscuri saranno integrati con alcuni falshback o con racconti dei personaggi principali, spero di riuscire ad appassionare chiunque decida di seguire le avventure, e le disavventure, di una male assortita accozzaglia di improbabili individui.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Koude winter brand.
Aan de rand van de aarde.
Rusten, laat pijl en zwaard.
Hier aan het einde van de wereld.
 
Uw oude ziel.
Denk helemaal wat je hebt.
Blijf hier, aan mijn zijde.
Hier aan het einde van de wereld.
 
Nu is het beëindigen van nacht.
Afscheid dus...
 
con aria mesta Eleazar, imitando gli altri avventori,levò alto il proprio boccale una volta che l'eco dell'ultima, malinconica nota si fu disperso nell'aria, per poi poggiarlo nuovamente davanti a se senza berne però neppure un sorso.
Altrettanto fortunata non si poteva dire la birra del suo nerboruto amico: Reus stava tracannato l'ennesima pinta,ormai era arrivato alla quarta,  o forse era la quinta, il giovane non vi aveva fatto caso. Ad ogni modo, la sua capacità di buttare giù alcool era comunque fuori dal comune.
Con aria soddisfatta il nano posò il boccale ormai vuoto sul tavolo, grugnendo di soddisfazione e squadrando la sala grande della malconcia locanda
« Di un po' Laz, non ti sembra una canzone poco adatta ad una taverna? insomma, dalle mie parti le canzoni sono decisamente più allegre,ah! » 
Il giovane, che si era nel frattempo messo a giocherellare con una regina di rame, si limitò a rispondere senza staccare lo sguardo dalla moneta
« Silvanere è l'ultimo villaggio accogliente prima della Grande Desolazione, qui si può sempre trovare una traccia di tristezza, perfino nelle canzoni da osteria» poi, rimettendosi il pezzo di rame in tasca aggiunse «...Non è bello abitare sull'orlo del mondo.  » 
Reus lo squadrò da sotto le cespugliose sopracciglia rossicce, in ogni occasione e di qualunque umore fosse il nano conservava sempre il suo aspetto truce e rozzo, ma era davvero uno dei compagni di viaggio migliori che si potessero desiderare.
« Ehi, scricciolo, è da quando siamo entrati in città che hai quell'aria pensierosa, sangue di troll non hai nemmeno toccato la tua birra! Si può sapere che hai?» 
Oh quella si che era una bella domanda, c'erano almeno una mezza dozzina di motivi per cui Laz aveva tutte le ragioni di non aver voglia di fare baldoria, prima tra tutte il motivo stesso del loro viaggio, che ormai andava avanti da quasi tre mesi senza che avessero concluso proprio niente.
Tuttavia, in quella particolare situazione era un'altra la ragione del suo malumore
 « Beh, » rispose quindi il giovane « da quando siamo entrati in città ho la sensazione che Lui ci stia osservando » 
Sentendo quelle parole, il suo amico sospirando alzò lo sguardo al cielo 
« Oh, che cavolo Eleazar, impara ad essere meno paranoico! E' da più di una settimana che non troviamo tracce, direi che possiamo anche rilassarci un po' »
Il ragazzo guardò il nano con aria seria, nonostante la lunga esperienza su campi di battaglia e i decenni passati in giro per i regni del Sud, Reus conservava un'incredibile propensione ad abbassare la guardia, certe volte veniva da chiedersi come avesse fatto a campare tanto a lungo con quell'atteggiamento.
 « E' proprio perché non abbiamo più tracce che sono convinto che si sia reso conto che lo abbiamo scoperto, e questo lo spingerà a compiere la sua mossa. E quale posto migliore di questo?» fece indicando con un ampio gesto della mano l'affollata locanda  « sa che qui di certo avremo la guardia abbassata, proprio per questo non dobbiamo farci cogliere impreparati. »
Il suo amico si limitò a chiudere il discorso sbuffando e buttandosi sullo schienale della sedia, che scricchiolò minacciosamente sotto il suo peso. Laz sorrise tra sé e sé: Quando Reus si rifiutava di continuare una discussione,sapeva bene che significava che il concetto gli era entrato in quella zucca pelata.
E questo non poteva che essere un bene, l'abitudine del nano a prendere le cose sotto gamba in quel caso poteva davvero risultare fatale ad entrambi.
Da quando avevano lasciato la città di Ravencliff, Il giovane aveva chiaramente avvertito che qualcuno li stava pedinando, sensazione che si era rivelata fondata quando pochi giorni dopo aveva trovato le prime tracce del loro inseguitore.
Chiunque fosse, sembrava che sapesse il fatto suo, ma Eleazar aveva dei mezzi piuttosto poco convenzionali per rilevarne le tracce, e inoltre da dopo gli eventi accaduti in città era restato più che vigile proprio nell'eventualità che qualcuno desse loro la caccia, al diavolo Reus che lo definiva paranoico.
La cosa inaspettata però, era successa qualche giorno prima, quando le tracce erano improvvisamente scomparse: era evidente che il loro misterioso amico avesse scoperto di essere stato rilevato, così con ogni probabilità aveva deciso di cambiare strada ed aspettarli direttamente al villaggio, dato che anche un bambino ormai avrebbe potuto intuire che il loro scopo era dirigersi a Silvanere per oltrepassare il confine.
Solo che, malgrado Laz non fosse per niente d'accordo, alla fine si erano comunque fermati in città, nonostante il pericolo: come anche il suo amico gli aveva fatto notare, erano in viaggio da giorni, ed era impensabile oltrepassare il confine per la Grande Desolazione senza rifornimenti o provviste di alcun genere...
E così, si erano ritrovati a pernottare in quel piccolo villaggio ai piedi delle montagne, la gente del posto non era affatto abituata ai visitatori, non si sarebbe potuto dire se trovassero più bizzarro l'aspetto del nano o quello del ragazzo: da quelle parti tutti quanti avevano capelli biondi e la maggior parte degli abitanti superava il metro e ottanta, Laz doveva sembrargli un'insolito tappetto, con la carnagione pallida e i capelli color nero pece.
In ogni caso si erano dimostrati estremamente ospitali, certo all'inizio erano stati avvicinati con un po' di titubanza, ma alla fine i due viaggiatori erano stati condotti verso l'unica, piccola locanda del paese e accolti dalla gente come una gradita novità.
« Ed allora, il cibo era di vostro gradimento ragazzi? »
La voce della ragazza, venuta a ritirare i piatti e i boccali vuoti, riscosse il giovane dal flusso dei suoi pensieri.
« Ah-ah! di gradimento? erano anni che non ero così felice di essermi fermato in una locanda, mi stava venendo in mente di trasferirmi qui! »
L'incrollabile buon umore di Reus riuscì a strappare un sorriso alla giovane cameriera
« Sono certa mastro Reus, che tutti quanti qui ne sarebbero felici » rispose mentre passava velocemente uno strofinaccio sul tavolo.
Di sicuro era sincera, ma nonostante la buonissima accoglienza in città Laz non aveva potuto far a meno di notare un paio di facce scontente del loro arrivo,
 « Ah, e allora che cosa mi dite di quel vecchio lì in fondo? è da quando siamo entrati che non ci toglie gli occhi di dosso. » disse il giovane indicando un tavolo al margine opposto della sala, dove sedeva un tipo dall'aria arcigna, simile ad un vecchio avvoltoio.
Istintivamente la ragazza girò la testa in quella direzione, per poi distogliere immediatamente lo guardo e chinarsi verso i due avventurieri 
« Quello è il prelato della nostra comunità, Padre Simeon. » disse quasi in un sussurro, come se quello potesse sentire ciò che diceva.
Il nano si sporse dalla sedia per lanciare all'ecclesiastico un'occhiataccia, ma quello si limitò ad ignorarlo e a sorseggiare dalla sua tazza mantenendo lo sguardo torvo.
« Non mi piace per niente. »  sentenziò infine tornando a rivolgersi al suo amico e alla giovane locandiera.
la ragazza li guardò preoccupata.
« Non dovreste dire queste cose in giro per la città signori, da queste parti tutti nutrono per lui un grande rispetto,anche se a me sinceramente quell'uomo fa un po' paura... »poi, abbassando ancora di più a voce «...Sapete, c'è chi dice che prima di ritirarsi qui,fosse un cacciatore di streghe. » 
Sentendo quelle parole Laz e Reus si scambiarono una rapida occhiata, che la giovane tuttavia sembrò non notare affatto. 
...Possibile che il vecchio sospettasse qualcosa di loro?
Poco probabile, per quello che ne sapevano tutti, erano solo due scavezzacollo in cerca di avventura diretti nelle terre oltre le montagne, non c'era motivo di preoccuparsi.
« Beh, state certa signorina, che non abbiamo intenzione di crear problemi di nessun tipo, il vostro prelato dovrebbe smettere di preoccuparsi tanto dei viaggiatori. »
Sentenziò Laz cancellando il timore dal viso della ragazza
 « Non avevo dubbi riguardo a questo, volete per caso che vi mostri le vostre camere?» disse sorridendo nuovamente ai due.
In effetti, Dopo la lunga giornata di cammino e di preoccupazioni un po' di riposo non avrebbe fatto male ai viaggiatori, così annuendo si fecero condurre verso le camere al piano di sopra.
La locanda, sebbene non fosse molto grande, aveva comunque tre piani e delle stanze calde e confortevoli, e data la scarsa affluenza di clienti in un posto sperduto come Silvanere, fortunatamente era anche piuttosto economica, così i due si erano potuti permettere una camera eccellente, spaziosa e con un camino di pietra che trovarono già acceso al loro ingresso.
Augurata loro a buonanotte, la ragazza della locanda si congedò lasciandoli liberi di rilassarsi dopo le fatiche della giornata.
Reus si gettò sospirando sul letto di piume, facendo gemere pericolosamente la struttura con il suo peso.
Nonostante non raggiungesse il metro e sessanta, altezza comunque già sopra la media per un nano, aveva un torace largo quanto due uomini messi uno di fianco all'altro e nerborute braccia grosse come prosciutti;l a sua stazza, e il suo temperamento in battaglia rendevano senza dubbio più sicuro avere quell'ammasso di barba e muscoli come alleato piuttosto che come nemico.
Più di una volta il giovane aveva avuto prova della incredibile forza ed abilità del nano, con i suoi stessi occhi lo aveva visto atterrare uno dopo l'altro una dozzina di uomini armati roteando il colossale martello da battaglia che si portava dietro, al confronto la sua spada sembrava quasi un giocattolo innocuo.
« Laz, senti che sogno questi letti...oh Dei, non mi ricordo nemmeno da quanto è che non dormo in un bel materasso invece che su un fottuto mucchio di foglie. »
Laz si lasciò sfuggire un sorriso mentre si slacciava il cinturone del fodero e appendeva la cappa all'appendiabiti vicino alla porta.
 « Di sicuro è da prima che lasciassimo Ravencliff. »
Reus sbuffò rizzandosi a sedere « Bah, le stanze di quella topaia facevano schifo. Com'è che si chiamava quel posto...? » 
 « Mi pare...la Sirena Ubriaca, o qualcosa del genere. » Disse il giovane sfilandosi la casacca e gettandola su una sedia.
Mentre anche lui si lasciava cadere su un letto, all'altro capo della stanza, tirò fuori dalla tasca uno strano oggetto di forma rettangolare, grigio, lungo circa mezzo dito e con un'estremità metallica ed irregolare.
Si mise ad osservare lo strano strumento sollevandolo davanti a sé, contemplandolo come se così potesse scorgere qualcosa oltre quella forma lineare ed apparentemente priva di senso.
Anche il nano si soffermò a guardare, prima di chiedere, questa volta con tono serio « Pensi davvero che quell'affare possa esserci utile per trovare le rovine? »
Il giovane si strinse nelle spalle, continuando ad osservare quel piccolo mistero.
 « In tutta sincerità, non lo so nemmeno io. Ma è tutto quello che abbiamo, una volta trovato il passaggio, lo scopriremo. » 
La risposta sembrò non soddisfare per niente il suo amico, ma Reus si limitò ad annuire senza dire nulla, sapeva bene che Laz stava facendo tutto ciò che era in suo potere proprio per trovare delle risposte, il suo compito era accompagnarlo fino alle antiche rovine sano e salvo, non importava altro.
Il ragazzo rimase ancora sdraiato sul letto, immerso nei suoi pensieri per qualche altro minuto. poi sospirando si mise in tasca lo strano, piccolo oggetto e si avvolse nelle  coperte.
« Meglio andarsene a dormire, domani ci aspettano i preparativi per il viaggio, meglio essere riposati. »
Il nano per tutta risposta cacciò un sonoro sbadiglio, buttando la testa sul cuscino e addormentandosi all'istante. 
 
 
A svegliare Laz fu un'insolito rumore proveniente da oltre la finestra.
era ancora buio pesto, la mezzanotte doveva essere passata da tre o quattro ore al massimo.
Nonostante ogni fibra del suo corpo spingesse per  dirgli di rimanere al caldo sotto le coperte, a malincuore il giovane si costrinse ad alzarsi e a camminare con passo stanco fino all'altro capo della stanza.
Il fuoco nel camino si era spento da un pezzo, perfino le braci non emanavano più nemmeno un'accenno calore, Laz rabbrividì dal freddo.
Oltrepassato il letto dove Reus russava beatamente aggrovigliato tra le coperte, il giovane avvicinò il volto al vetro della finestra, gettando uno sguardo oltre la strada sottostante.
purtroppo la posizione della stanza non gli permetteva di vedere bene oltre l'angolo delle case adiacenti, ma a giudicare dai deboli bagliori e dalle voci che sentiva, metà del villaggio doveva essere uscita nella piccola piazza davanti all'entrata della locanda.
Stava per afferrare il mantello ed uscire per vedere cosa stava succedendo, quando gli giunse ovattato il debole rumore di passi appena fuori dal'entrata della stanza.
Allarmato, si acquattò di fianco alla porta, proprio mentre questa si apriva lentamente ed una figura entrava circospetta muovendosi nell'oscurità.
Laz si mosse per bloccare il misterioso intruso, ma tirò un sospiro di sollievo quando afferrandogli un braccio si rese conto che era solo la cameriera della sera prima, che a stento trattenne un'urlo per lo spavento.
« Meno male, siete già sveglio! » disse sussurrando una volta ripresa dall'iniziale sorpresa
« Presto, dovete prendere le vostre cose e andare, scappare via dalla città! » 
Il ragazzo non ci stava capendo davvero un'accidente
« Un momento, un momento. Che significa? Cosa sta succedendo? » 
il volto della giovane era la preoccupazione in persona, scuotendo nervosamente la testa rispose, sempre tenendo la voce più bassa possbile
« Ve lo spiego mentre usciamo di qui, adesso fate in fretta vi prego! »
Mentre Laz, ancora pieno di interrogativi ma persuaso dal non fare troppe domande, allacciava la spada alla cintura e si metteva il mantello sulle spalle, la ragazza della locanda si mise a strattonare Reus nel tentativo di svegliarlo.
 « Ehm-ah, ma cos...! » il nano iniziò ad articolare frasi incomprensibili mentre si rizzava a sedere di soprassalto, prima di staccarsi di dosso gli ultimi residui di sonno e fissare senza capire la giovane
« Ah, che strano... anche nel mio sogno era pieno di belle biondine... un attimo che succede qui? » 
La ragazza arrossì visibilmente, mentre Laz afferrava le ultime cose e lanciava gli stivali al suo amico
« Datti una svegliata Reus, a quanto pare ce la filiamo » 
Il nano lo fissò ancora più confuso di prima « ...Che? »
Laz si strinse nelle spalle e indicò la cameriera, che si staccò dalla finestra, se possibile ancora più agitata di prima.
 « Ok, vi spiego tutto, ma nel frattempo seguitemi, dobbiamo uscire dal retro. »
I due si rassegnarono a seguirla, incamminandosi a malincuore fuori dalla camera e procedendo silenziosi lungo i bui corridoi della locanda.
 « La città è tutta in subbuglio. » spiegò loro la giovane « Padre Simeon sembrava impazzito, è andato dal capo villaggio blaterando di notizie da fonti certe e del suo vecchio istinto di cacciatore, diceva che voi due non dovreste essere i benvenuti nel nostro villaggio. »
Laz e Reus si scambiarono un'occhiata carica di preoccupazione, avevano già capito dove il di scorso sarebbe andato a parare. 
« Alla fine, è riuscito a convincere gli anziani, e metà degli uomini del villaggio, che bisognava "accertarsi delle vostre buone intenzioni", così ha detto, secondo me quel vecchio è fuori di testa! » 
Girarono un'angolo e scesero una lunga rampa di scale fino al piano terra, oltrepassando la fredda sala principale, sembrava molto più grande ora che era completamente svuotata della gente della sera prima.
« Io non lo so perché cel'abbia con voi, ma quell'uomo non mi è mai piaciuto, e voi mi sembrate a posto. » Disse svoltando e entrando nelle cucine.
« In ogni caso, anche se dovesse avere ragione, credo che i vostri affari vi appartengano e che nessun qui abbia il diritto di intromettersi in quello che fate, per questo ho deciso di aiutarvi ad andare via prima che vengano qui a cercarvi. » 
La situazione era davvero pessima, tutta quella faccenda era una bella gatta da pelare per loro.
Erano arrivati alla porta, la giovane armeggiò un attimo con la chiave prima di sentire la serratutra scattare
« Vi auguro buona fortuna ragazzi, mi dispiace davvero di non poter fare di più per voi, ma mi raccomando, in ogni caso, per favore non dite che sono stata io  farvi uscire di qui! » 
Il volto della giovane continuava a far trasparire tutta la preoccupazione del momento, preoccupazione per loro, per se stessa, e per tutto quello che stava facendo.
« Stai tranquilla, non ci sogneremmo mai di metterti in pericolo dopo che ci hai aiutata, » le disse Laz rassicurandola « Ti saremo per sempre grati per quello che hai fatto, forse un giorno ci vedremo di nuovo... » 
Reus aprì uno spiraglio nella porta facendogli cenno di andare, mentre il ragazzo aggiungeva con un sorriso mesto
« Beh...allora, addio. E grazie di tutto. » 
Mentre si chiudevano la porta alle spalle, i due sentirono la ragazza che gli augurava un'ultima volta buona fortuna, poi furono soli nei freddi vicoli della città.
L'aria notturna diede come una scossa a Laz, disperdendo definitivamente il poco sonno che ancora gli restava addosso e lasciando al suo posto un nervoso senso di allerta.
Facendo un cenno al suo amico, il giovane iniziò a muoversi silenziosamente imboccando la strada alla loro destra, dirigendosi nella direzione opposta alle voci della gente del paese.
Per loro sfortuna, quella notte neppure una nube oscurava il cielo, e la luce della luna rendeva difficile riuscire ad avanzare furtivamente, i due fuggitivi erano costretti a camminare attaccati  ai muri delle abitazioni,sfruttando ogni angolo d'ombra che potesse dargli un minimo di copertura.
arrivati ad un'incrocio,Laz si bloccò, facendo cenno a Reus di fare altrettanto, acquattandosi veloce dietro una pila di casse mentre un piccolo gruppo di cittadini li oltrepassava.
Erano circa sette o otto uomini, probabilmente si erano accorti della loro fuga dalla taverna e li stavano cercando, di bene in meglio.
Anche dopo che l'eco dei passi fu lontano, i due attesero per una manciata di secondi prima di uscire fuori dal loro nascondiglio, sfrecciando nel vicolo successivo il più silenziosamente possibile.
« Ehi Laz, credi che in tutto questo c'entri quel tizio che ci ha seguito negli ultimi giorni? » chiese ad un certo punto il nano, la tonante voce ridotta ad un sussurro.
 Il giovane si strinse nelle spalle « E' molto probabile, » rispose « ma ci conviene discuterne una volta che saremo lontani da qui...aspetta un momento. » 
Gli era sembrato di sentire qualcosa, erano all'ombra di una grande casa a due piani dal tetto di paglia, ma tutte le luci all'interno erano spente.
Per qualche istante non sentirono nulla, il ragazzo stava per fare segno a Reus di procedere, quando da una finestra sopra di loro fece capolino il volto di una donna.
Laz trattenne il fiato mentre il sangue gli si gelava nelle vene, per il momento sembrava non essersi accorta di loro, se erano fortunati e non facevano rumore, forse se ne sarebbe tornata a dormire senza notarli.
Inutile dirlo, la loro buona sorte per quella sera aveva già dato, proprio quando sembrava che quella stesse per chiudere le ante della finestra lasciandoli liberi di proseguire, lanciò una distratta occhiata alla strada in basso, facendo svanire in un'istante tutte le loro speranze di lasciare la città senza causare scompiglio.
Nel giro di una frazione di secondo entrambi si lanciarono verso il fondo della via, mentre alle loro spalle sentivano la donna urlare a tutta la città di aver trovato i due stranieri.
Ormai non importava più niente fare le cose silenziosamente, il nano e il ragazzo sfrecciavano a tutta velocità per le vie del paese, mentre una dopo l'altra le luci delle case  si accendevano e tutti gli uomini usciti per cercarli si precipitavano al loro inseguimento.
Svoltata una stretta via che passava a fianco della piazza principale, i due si trovarono di fronte un gruppo di paesani armati alla bene e meglio con quello che avevano trovato in casa, lunghi coltelli, forconi, accette da taglialegna e simili.
Senza pensarci due volte, fecero un rapido dietrofront schizzando nella direzione opposta mentre quelli partivano dietro di loro sbraitando e intimandogli di fermarsi.
Nel giro di pochi minuti, l'intero villaggio stava tallonando i fuggitivi, che per forza di cose, dopo poco tempo si ritrovarono in un vicolo cieco.
Messi con le spalle al muro, Laz e Reus avevano ben poco da fare... combattere poteva essere una soluzione, ma restava il fatto che per quanto abili erano pure sempre solo in due, mentre la folla che ormai si era radunata intorno a loro era composta da quasi una cinquantina di persone.
Senza contare che in fondo non avevano che una vaga idea di cosa tutta quella gente volesse da loro, poteva sempre esserci la possibilità che seguendoli senza fare storie alla fine non sarebbe successo nulla di così terribile.
Scambiandosi semplicemente uno sguardo, i due volsero lo sguardo verso il muro di uomini che gli sbarrava la strada,slacciarono le armi dai foderi e le gettarono a terra davanti a loro.
I cittadini sembravano più intimoriti che risoluti, anche ora che i loro bersagli erano disarmati e palesemente pronti alla resa, ma superato un momento di iniziale indecisione, una mezza dozzina di loro si fece avanti per raccogliere le armi e prenderli in custodia.
Lentamente, e tenendo le mani sopra la testa, furono condotti oltre la piazza della città,il rettangolo di terra battuta che costituiva il punto focale della cittadina non era particolarmente grande, con ogni probabilità da un lato all'altro non misurava che un centinaio di iarde o poco più.
Oltrepassarono la locanda dalla quale erano usciti solo pochi minuti prima, arrivando fino ad una costruzione in pietra facilmente riconoscibile come il santuario del posto.
Laz gettò uno sguardo oltre gli uomini che li scortavano: davanti alle pesanti porte in legno dell'abbazia, ad attenderli vi erano un piccolo manipolo di uomini, tra i quali figurava, avvolto in una lunga tunica nera e viola, il sacerdote Simeon.
Quando il gruppo che li accompagnava si disperse per lasciar passare il prelato e gli altri individui, il giovane avvertì una forte morsa allo stomaco, un'innegabile senso di pericolo.
Il vecchio si fermò davanti ai due, i piccoli occhi da rapace che saettavano dal volto del nano a quello del ragazzo, in quello sguardo arcigno si poteva chiaramente vedere la soddisfazione di chi assapora una vittoria.
Il silenzio era calato su tutti i presenti, silenzio che continuò ancora per alcuni lunghissimi attimi, prima che Reus spazientito decidesse di spezzarlo
« Ma insomma, vuoi stare fermo a guardarci tutta la fottuta notte, o c'è un motivo in particolare se ora siamo qui,vecchio sciroccato?!  » 
Padre Simeon non sembrò cogliere minimamente la provocazione, ma almeno si degnò di rivolgere la parola ai due, o meglio, di iniziare uno sproloquio che aveva tutta l'aria di avere già preparato in anticipo.
« Quasi trent'anni or sono io, Padre Simeon Shinail, fui incaricato dalle alte sfere del Credo di vegliare sulla brava gente della città di Silvanere, per tenere lontani gli oscuri pericoli e le aberrazioni che minacciano in ogni istante i retti uomini di fede.»
si prese una pausa per dare enfasi alle sue parole, mentre tutto intorno gli abitanti sembravano pendere dalle sue labbra
 « in passato trascorsi i migliori anni della mia vita nell'eterna lotta per debellare l'immonda esistenza delle più varie ed orrende creature che calcano queste terre, creature che voi ben sapete essere un pericolo per la pace di tutti noi. »
Ancora una volta si interruppe, gettando uno sguardo carico di disprezzo verso Laz e Reus  « In tutto questo tempo la mia sola presenza bastò a tenere alla larga tali atrocità, ma quest'oggi, uno di quei demoni ha avuto l'ardire di avvicinarsi subdolamente a voi, o brava gente, come un lupo che si intrufola nel gregge!» 
Mentre il prelato pronunciava quel discorso un mormorio si era fatto strada tra la folla, ora trasformatosi in un tumultuoso inveire contro i due stranieri.
Quella situazione aveva dell'assurdo, soprattutto pensando che solo poche ore prima entrambi stavano sorseggiando birra nella calda sala comune della locanda assieme a quella stessa gente che ora stava per linciarli.
« Quindi, fammi capire bene » intervenne Laz  «secondo quali fonti tu ci stai accusando di... di cosa poi? Stregoneria? » 
Di certo non sperava di far ragionare il vecchio cacciatore di streghe, ma forse almeno la gente del villaggio si sarebbe resa conto che non avevano niente per accusarli se non uno stupido sospetto.
Per tutta risposta, Padre Simeon arricciò le labbra in un'inquietante ghigno « Esatto, è proprio di questo che siete ritenuti colpevoli, credevate davvero di poter imbrogliare un'uomo che per venticinque anni ha cacciato bestie dell'abisso? »
Quel vecchio paranoico gli dava il voltastomaco, il fatto che in quel momento avesse il coltello dalla parte del manico rendeva il ragazzo nervoso come non mai.
Il prete però non sembrava ancora aver finito  « In ogni caso, già prima che metteste piede in città mi aspettavo il vostro arrivo. »
Se possibile assunse un'aria ancora più compiaciuta di prima
 « Due giorni fa, un Alto Inquisitore è passato per la nostra città, quell'uomo mi disse di essere sulle tracce di due nemici del Credo, e che forse sarebbero passati per Silvanere a breve. E proprio come aveva detto, eccovi qui, miei cari. Vi è andata male. »
Reus e Laz si voltarono l'uno verso l'altro nello steso istante, capendo al volo: non c'era nessuno stramaledetto Alto Inquisitore, era stato il misterioso uomo che li aveva pedinati e di cui le tracce si erano perse qualche giorno prima, a spacciarsi per membro della chiesa e a incastrarli, mettendo in guardia Simeon.
 « Aspetta un momento,» interruppe Reus rivolgendosi al sacerdote
« solo per il tuo "sesto senso", e perché uno sconosciuto spacciandosi per un membro dell'inquisizione ti ha detto che noi due siamo degli eretici, voi ci volete mettere in catene? »
La faccia del nano era diventata ancora più rossa della sua barba  « Voi siete matti! Noi siamo innocenti, non abbiamo fatto niente di male! »
Padre Simeon si avvicinò il volto a quello del nano, la luce delle fiaccole gettava riflessi sinistri sul suo naso adunco 
« Bene allora, se siete innocenti, non vi dispiacerà provarlo vero? se davvero è come dici, allora ci scuseremo e vi lasceremo andare per la vostra strada affare fatto? »
Reus fissò preoccupato Laz, la maggior parte dei metodi dell'inquisizione erano basati su stupide dicerie e false convinzioni, ma se davvero Simeon era stato un esperto cacciatore, allora forse il pericolo era davvero concreto.
Senza attendere una risposta dai due, Il sacerdote estrasse dalla sua tunica una lucente catenella, all'estremità della quale pendeva un piccolo punteruolo d'argento a forma di spada.
Sotto gli occhi attenti della folla, Padre Simeon, avvicinò la minuscola lama al volto di Reus, che impassibile puntò lo sguardo negli occhi del vecchio, mentre questo gli pizzicava la guancia con l'affilatissima punta.
La cosa però non sembrò scatenare neppure la più piccola reazione, alla luce di questo l'uomo storse il naso deluso, mentre il nano tirava un breve sospiro di sollievo.
Ora restava solo Laz, il vecchio ripeté la stessa identica procedura, questa volta perlomeno sul volto gli si leggeva una vaga insicurezza...
...alla quale si sostituì una risata trionfante quando sulla guancia del ragazzo di allargò una chiazza di pelle ustionata con un suono che ricordava in modo raccapricciate quello della carne messa sul fuoco.
Laz urlò di dolore mentre gli abitanti del paese si avvicinavano loro per immobilizzarli e padre Simeon trionfante dava ordine che venissero rinchiusi nei sotterranei dell'abbazia.
« Ehi! Ehi! Fermi un secondo! » La tonate voce di Reus sovrastava perfino il berciare della folla, che per qualche istante si bloccò puntando gli occhi verso il nano.
« Lo ammettiamo, va bene? il ragazzo è uno Strigo. » Nessuno lo aveva interrotto, così azzardò a continuare « Ma comunque non avevamo intenzione di farvi alcun male. Diamine, non è colpa sua se è in questa situazione! Vedete, è una lunga storia... la sua anima gli è stata rubata e ... » 
Sul volto di Padre Simeon comparve una maschera di pura e genuina rabbia furibonda 
« Pensi che vogliamo stare a sentire le vostre scuse?! Avanti, prendeteli e portateli dentro! » 
Gli abitanti della città si fecero nuovamente vicini, ora i due erano davvero nei guai, le alternative erano scappare o farsi bruciare vivi per Stregoneria.
Con un'urlo furioso Reus si liberò dalla stretta di due uomini, scagliandosi poi addosso ad un terzo facendolo volare come se fosse stato un fuscello; anche Laz dal canto suo non perse tempo, schivò un tizio che tentava di afferrarlo e gli sferrò una poderosa gomitata tra le costole lasciandolo steso a terra.
La loro improvvisa rivolta gli aveva dato qualche secondo di vantaggio, così i due ne approfittarono per sfuggire agli avversari più vicini e scappare facendosi strada a suon di pugni tra la folla.
Sembrava che stessero per essere sopraffatti dal numero dei loro assalitosi, quando all'improvviso non si trovarono più nessuno davanti.
Dopo un secondo di smarrimento, si gettarono assieme in una corsa sfrenata verso la strada che si apriva tra due case davanti a loro, mentre la folla furiosa si gettava al loro inseguimento. per la seconda volta in quella sera.
Non badarono nemmeno a dove li stesse portando la strada, sfrecciavano solo tra le case per sfuggire agli abitanti che gli correvano dietro.
Ad un certo punto da una stradina laterale sbucò un gruppo di una decina di uomini, evidentemente avevano fatto il giro per tagliargli la strada, la cosa poteva mettere fine alle loro speranze di fuga.
Laz notò tra di loro il tizio che gli aveva sequestrato le armi e i bagagli quando si erano arresi, infatti, dopo un'attimo sopraggiunsero un uomo che impugnava la sua spada ed un colosso che stava sollevando a fatica i martello da guerra di Reus.
Il giovane fece un cenno al suo amico, che annuì grugnendo.
Senza fermare la corsa, si buttarono a capofitto nel gruppo di uomini, il nano colpendo l'uomo che gli aveva rubato l'arma placcandolo alle gambe, e Laz saltando sopra le teste dei presenti, più in alto di quanto qualsiasi normale essere umano sarebbe riuscito a fare.
Mentre questi lo guardavano attoniti, il giovane atterrò alle spalle del tipo che aveva la sua spada, afferrandolo per un braccio, un ghigno spaventoso che gli stravolgeva i tratti del volto, rendendolo a dir poco spaventoso.
Con un solo, secco movimento, il giovane spezzò il polso al poveretto, afferrando al volo la spada che ovviamente lasciò cadere e riprendendo la corsa verso i boschi fuori città, con Reus che gli arrancava dietro.
Ormai erano quasi al limitare del piccolo paese, era incredibile che cel'avessero fatta a scappare, e doppiamente incredibile che fossero riusciti a recuperare se non tutto il loro bagaglio, almeno le armi, la dea bendata a quanto pare aveva cambiato idea per loro quella sera.
Con un'ultimo, disperato scatto, superarono l'ultima casa della piccola città di Silvanere, trasformando la loro rocambolesca corsa verso la salvezza in una corsa nei boschi notturni.
Senza voltarsi indietro continuarono filati nel fitto della foresta, senza fermarsi neppure dopo che le voci dei loro inseguitori furono lontane, ma continuando a correre a perdifiato nella fredda notte primaverile.


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piccole note:

bene, così si conclude il primo capitolo, un po' anche un'introduzione ai due personaggi principali, per chi deciderà di continuare la lettura,la storia adesso inizierà ad entrare davvero nel vivo XD
ci tenevo a  aggiungere una cosa per chiunque se lo sia chiesto... o anche per chi non l'abbia fatto: sia i nomi dei personaggi che dei luoghi hanno quasi sempre un senso, non sono inventati di sana pianta ma parole derivate da qualche lingua straniera o simili. in particolare, la breve canzone all'inizio l'ho scritta in inglese, e poi tradotta in olandese, che a mio avviso è una lingua che possiede una bella sonorità per un'ambientazione fantasy.
Detto questo, concludo questo breve commento dell'autore, sperando che il capitolo sia piaciuto :-) nel giro di un paio di giorni al massimo vedrò di inserire anche la seconda parte, un saluto!
  
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