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Autore: Rakyr il Solitario    13/01/2008    2 recensioni
Da quel momento si conoscono tutti i principi ed i segreti di questa arcana scienza al massimo, permettendo loro di potere eseguire una trasmutazione senza bisogno di disegnare un cerchio alchemico.
Alcuni di questi sono i fratelli Edward ed Alphonse Elric, oltre alla loro insegnante Izumi, che infransero quell'odiato tabù per riportare in vita le persone a loro più care.
Esistono però anche persone che hanno queste conoscenze in mente fin dalla loro nascita, questi geni dell'alchimia di cui è difficile conoscere il numero esatto sono sparpagliati par tutto il mondo ed è attorno ad alcuni di loro che la storia di cui vado a narrare parla.
Siate pronti a tutto, perché il loro viaggio si perde per le mistiche nebbie dell'incredibile.
Genere: Malinconico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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13: A fool or a lionheart

“Occhi luminosi
accecati dalla paura della vita,
ed il drago oscuro s’innalza”
Blind Guardian – Bright eyes

-Ma…come vi conoscete?- Feren faticava a staccare lo sguardo dal moro, che aveva un’espressione tesa ma fredda, da cui non trapelava alcun sentimento, in cui riconobbe l’espressione che aveva nella lotta contro di lei.
-Questo bastardo ha profanato la tomba del mio mentore ed infangato il suo nome…ora pagherà-
Una risata scoppio, folle, dalla bocca del rosso –Credi di essere così in gamba?- le sue pupille erano ridotte a un puntino minuscolo, un concentrato di pazzia e crudeltà illimitata.

Catene spuntarono dai muri, intrappolando Rakyr al muro –Ora sei alla mia mercé…chiedi pure pietà, piangi, strepita…sarà più divertente farti soffrire!-

Gli si avvicinò sicuro di sé.
A tre metri.
Due metri.
Un metro.
-Spiacente per te- congiunse i polpastrelli di pollice ed indice e toccò le catene, che gli si legarono al bracciale al suo polso.
Arden era rimasto un po’ scosso…non aveva previsto un’azione del genere e non capiva come avesse fatto senza guanti, ma non gli importava.

La distrazione tuttavia gli costò una ferita sull’addome da parte della lucente lama del cacciatore, ora legata alla catena.
-Mi stupisci sai? Pensavo sarebbe bastato trattarti da pivello e invece…invece guarda, sei più abile di quanto pensassi-
Congiunse le mani ed una patina gelida ricoprì Rakyr, che si mosse a disagio, rallentato dal freddo e dalla rigidità del ghiaccio.

Questo permise al fratello di toccare il gelido strato con le mani.
Il ghiaccio s’infranse in un milione di scintillanti schegge che graffiarono la pelle, la perforavano come chiodi e s’incastravano nella carne.

Tuttavia il cacciatore non cedeva, era in piedi e, sebbene ansimasse per il dolore e la fatica, non avrebbe smesso di lottare.
Stava difendendo una persona importante.

La porticina dei sentimenti traballò, facendo accelerare il battito cardiaco e facendolo tossire saliva mista a vermiglio sangue.

Nello stretto vicolo Arden corse per colpirlo, alzando il pugno.
Rakyr tese l’indice verso il suo sangue, disegnando veloce due cerchi alchemici sui muri paralleli facendo attenzione che Feren fosse dietro ad essi.
Li colpì proprio mentre il pazzo tendeva il braccio.

Dai muri spuntarono due file di lame, poste orizzontalmente a protezione dei due, in modo che gli aggressori si ferissero ancora prima di raggiungere il bersaglio e che non potessero nemmeno sorvegliare la fuga della vittima.
Tutto troppo veloce perché Arden potesse sfuggire all’acciaio.

E così fu.

Caldo sangue tinse il metallo mentre il ragazzo si stringeva la mano, mutilata del pollice e quasi inservibile per il suo terribile stato.
Guardò con uno sguardo terribile Rakyr, che sorrideva soddisfatto dall’altra parte della barricata, per poi raccogliere il dito mutilato –Pagherai…ti ucciderò per questo affronto!- così dicendo fuggì.
-Ci conto…così potrò finalmente vendicarmi e salvare…lei- tossì di nuovo sangue.

La vista si annebbiava, i margini sempre più sfocati.
Le palpebre erano pesanti…troppo.
Barcollò in avanti e cadde stremato.

Tuttavia prima di cadere era riuscito a rivolgere un bel sorriso alla ragazza, che arrossì.

Ma lui non lo vide.

Si risvegliò su di una superficie morbida, tanto differente dal duro asfalto.
Il puzzo di alcool, urina e umidità era stato sostituito da profumo di pane appena sfornato e fiori freschi.
-Dove…sono?-
-Alla buon ora pigrone- Paninya gli stava davanti, gli occhi scuri severi lo scrutavano, esaminò la possibilità di darsela a gambe ma concluse che non sarebbe servito –Dovrei darti una bella lavata di capo…guarda come ti sei fatto conciare!- si guardò e ricordò tutto, la ragazza, le catene, il duello…era svenuto? E lei dov’era?

L’espressione della moretta si addolcì –Ma per questa volta lascio correre- fece per andarsene –Ah…la ragazza su cui hai messo gli occhi è davvero carina-
Lui diventò viola, ridendo, e lei rise a sua volta della sua goffaggine –Dico sul serio- ribatté.
-È una ricercata-
-La devi…uccidere?- lei si fece cerea.
-No…non lo farei mai…anzi, se poteste ospitarla…mi prenderei la responsabilità di ogni sua azione-
-Ci tieni così tanto?-
La porticina scricchiolò, iniziando ad incrinarsi -Non…non lo so-
-Vai ora…era sotto shock e appena l’abbiamo messa a letto si è addormentata…nel sonno ha fatto il tuo nome-
Lui arrossì –Grazie nee-san*-
-Di nulla, siamo una famiglia, no?-

Si avviò per il corridoio, appoggiandosi alla parete di legno.
Il giovane Edward al suo passaggio si voltò senza rivolgergli parola.

Entrò nella stanza di Feren piano per non svegliarla.
Era bellissima, i capelli lisci le incorniciavano il viso dai bei lineamenti.
Aveva un’aria angelica.

Si appoggiò alla finestra, al di fuori del raggio visivo della giovane, che iniziò ad aprire gli occhi.
-Buongiorno Feren- sussurrò con voce leggermente arrochita e dolce.
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Nee-san: sorellona
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Ringrazio molto Onee_chan e Romance (Ti Amo da morire!) e mi scuso per l'eccessivo ritardo di pubblicazione

  
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