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Autore: _ehiMarchisio    29/06/2013    0 recensioni
Gabriella, ragazza italiana che vive in Inghilterra da tanti anni, scopre del tradimento del suo fidanzato con la sua migliore amica mettendola incinta, e tutto il suo mondo le crolla addosso.
Ma ben presto scoprirà in Josh, il ragazzo che lavora con lei, un amico fidato che poi vedrà come qualcosa di più di un semplice amico. Intanto il suo ex ritorna da lei chiedendole perdono. ..lo perdonerò o lo manderà a quel paese? Un giorno per caso, in un negozio di musica incontrerà un ragazzo misterioso che le farà perdere la testa. Ma dovrà stargli alla larga se non vuole perdere Josh.
Gab riuscirà a resistere al fascino del ragazzo misterioso?
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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« Ehi ci sei? » mi richiamò Josh distogliendomi dai miei pensieri

« ehm si sono qui » dissi facendo un sorriso tirato.

« c'è un signore al tavolo là giù che aspetta di essere servito » lavorava da più tempo rispetto a me al 'One bar', ma il tono con cui si rivolse a me,mi fece innervosire. come se lui fosse il proprietario.

« perchè tu non puoi andarci? » chiesi guardandolo dritto negli occhi

« ehm sto già pensando ad un tavolo » fece segno verso il tavolino in cui sedeva una ragazza.

« okay ho capito ci penso io » dissi rassegnata.

se c'era qualche occasione per far colpo su una ragazza anche durante il lavoro, stai sicuro che josh non si sarebbe di certo tirato indietro!

« graaazie » mi disse con sguardo dolce dandomi un bacio su una guancia

« va' a lavorare! » gli dissi dandogli un buffetto sulla nuca.

« la mia birra? » chiese il signore dal tavolino che dovevo servire io.

« arrivaa » urlai io agitando una mano.

Lanciai un'ultima occhiata a josh che si dirigeva verso il tavolo della ragazza con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

Scossi la testa disgustata e presi un bicchiere di vetro trai tanti bicchieri selezionati sotto il bancone riempendolo di birra dal rubinetto.

Presi un vassoio ci misi un tovagliolo, degli stuzzichini e appoggiai sopra il tovagliolo la sua birra e mi diressi verso il suo tavolo appoggiando la sua birra e gli stuzzichini proprio di fronte a lui.

« grazie bellezza » disse l'uomo.

Provavo ribrezzo solo a guardarlo. Era grasso e peloso.

Gli sorrisi e feci dietro front ritornando al bancone per servire un altro tavolo.

Vidi josh ritornare verso di me con faccia triste.

« oh che c'è il tuo fascino non ha fatto colpo questa volta?» lo presi in giro.

« lo vedi quello? » chiese indicandomi un ragazzo che si dirigeva proprio verso il tavolo della ragazza « è il suo fidanzato. mi ha dato un bel due di picche.» continuò

scoppiai a ridere appoggiandomi al bancone con le mani.

« non hai rispetto per i miei sentimenti » disse josh ancora più depresso di prima

« sentimenti? oh,, scusa » dissi.. non avevo intenzione di litigare anche con l'unica persona con cui andavo d'accordo.

« ti perdono solo perché sei tu »

« ooh » dissi sbattendo più volte le ciglia

« questo atteggiamento da gatta morta non ti si addice»

« una volta tanto che volevo essere .. dolce» dissi facendogli una smorfia

« mi sà che hai fatto colpo Gra' » disse alzando il mento verso l'uomo peloso che avevo servito pochi minuto fa che guardava sorridendo,

« vuoi farmi vomitare o cosa? » dissi facendo una faccia schifata

« ahahha ma se è sexy »

« okay adesso vomito proprio »

« sisi dillo che ti piace » disse dandomi di gomito.

« oh ma come hai fatto a scoprirmi?! » dissi portandomi una mano sulla bocca

« con te a lavoro è meglio » disse sorridendomi

« non potrei dire la stessa cosa di te » dissi prendendolo in giro

« coome? » disse fingendo il broncio

« certo che tu ti fai prendere in giro in una maniera assurda. che cosa irritante,eh? » 

mi guardò a dir poco male.

« ragazzo mio devi darti una svegliata! » dissi dandogli piccoli colpi sulla spalla comprensiva

« ritiro quello che ho detto » disse adesso divertito

« eh beh certo.. mica ti conviene più il discorso.. lo sai che ho ragione io» gli feci una linguaccia

« piccioncini non voglio problemi con i clienti quindi svolgete bene il vostro lavoro se volete durare qui » disse jack in tono minaccioso.

non lo sentimmo arrivare mentre scherzavamo

« scusaci »

« che non ricapiti più una cosa del genere »

« si, scusaci ancora » dissi io passando uno strofinaccio sul bancone.

Lo vidi sparire nel suo ufficio. Quell'uomo incuteva terrore. Era davvero grande e aveva uno sguardo da vero capo.

guardai josh come a dire: "questa volta ce la siamo scampati" 

« cavoli! » rispose lui alla mia frase muta.

« appena finite venite nel mio studio che vi devo parlare» jack spuntò dal suo ufficio facendomi sobbalzare.

Io e josh annuimmo in contemporaneo.

Continuammo a servire i tavoli fino alle 20 di sera.. al turno serale dovevano esserci Alex e Paul.

Jack ci avvisò che doveva andare fuori città per qualche giorno e fidandosi di noi, ci lasciò le chiavi del bar.

Toccava a me e a josh aprire e chiudere il locale rispettando sempre i nostri turni. Lui avrebbe chiamato ogni giorno per sapere come andava la situazione. Lo rassicurammo che tutte sarebbe andato per il verso giusto. Non volevo guai e poi volevo tenermi questo lavoro per avere un'indipendenza tutta mia.

« ci andiamo a mangiare una pizza? » mi chiese josh quando uscimmo dal nostro posto di lavoro.

« nono sono combinata davvero male » dissi indicandomi. ed era vero. avevo assolutamente bisogno dopo 4 ore di lavoro davvero asfissianti. « ma se ti va ordiniamo una pizza e ce la mangiamo a casa mia mettendoci comodi e ubriacandoci tanto i miei non ci sono.» dissi alzando le spalle.

« mmh proposta allettante » disse passandosi una mano tra i capelli « mh va bene vada per questa pizza! » disse sorridendo

« ho la macchina parcheggiata proprio quì dietro » disse josh facendo un gesto vago con il dito

mi fece strada verso l'angolo della strada in cui si trovava un negozio di antiquato.

cercò le chiavi nella tasca posteriore dei jeans e li tirò fuori aprendo con un pulsante il suo Pick Up bianco vecchio stampo.

salì non senza fatica sul veicolo e mi accomodai sul sedile anteriore. Josh salì sbattendo la portiera, sussultai a quel rumore.

Mise in moto e accese lo stereo mettendo un cd.

« non sapevo ti piacesse bruno mars.. » dissi quando riconobbi le note di "When i was your man". E' uno dei miei cantanti preferiti. 

« mh si, fa buona musica»

« è meraviglioso » dissi io rilassando la schiena contro il sedile

« ti piace?»

« si lo adoro»

il viaggio in macchina fu tranquillo e silenzioso tranne quando non dovevo indicargli la strada per arrivare a casa mia.

Dopo qualche minuto arrivammo, io scesi dall'auto e josh posteggiò la macchina sul retro della casa.

Cercai le chiavi nella borsa e aprii accendendo le luci del salotto. I miei non c'erano proprio come mi avevano detto.. sarebbero stati fuori città per qualche giorno per un loro parente che non stava bene.

Socchiusi la porta e mi tolsi le scarpe gettandole sul pavimento vicino il divano. Andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Sentii la porta chiudersi e qualche secondo dopo josh spuntò sul ciglio della porta della cucina.

« fa' come se fossi a casa tua » dissi sorridendogli per incoraggiarlo. Lo vidi a disagio.

« uh dai non ti agitare » 

« ma se sono calmo »

« va beene come dici tuu. Vuoi qualcosa da bere? »

« mh,, piuttosto ho fame ma un bicchiere di birra lo accetto volentieri »

« aspetta dovrei avere il numero della pizzeria qua vicino .. lo vado a cercare» dissi dirigendomi verso il salotto. Cercai il numero nell'agenda che tenevamo vicino il telefono sul tavolino.

Arrivai alla 'P' e trovai quello che cercai. Presi il telefono e composi il numero. Attesi due squilli prima che una voce maschile rispondesse al telefono. 

« come la vuoi la pizza? » urlai a josh per farmi sentire 

« romana »

« allora due pizze: una romana e una margherita con patatine »

« fra 15 minuti siamo lì»

gli diedi l'indirizzo e lo ringraziai. 

Josh mi raggiunse mettendosi comodo sul divano.

« chissà se fanno qualcosa di carino alla tv » commentai

presi il telecomando e iniziai a fare zapping fin quando non trovai qualcosa di interessante da guardare.

« oh il campionato italiano!» dissi malinconica buttandomi sul divano

« ti piace il calcio? » chiese josh sorpreso

« ci puoi giurare! quando ero in italia partecipavo sempre ai tornei femminili di calcio a 5»

« davvero? » chiese josh sorpreso

« sì.» 

« che squadra tifavi in italia? »

« tifo tutt'ora la Juventus.. non so se la conosci »

« si ho visto qualche partita tra il City e la juventus.. anche contro lo united, il liverpool o chelsea in champions»

« lo segui anche tu il calcio» commentai seguendo lo schermo della tv. C'era proprio una partita tra Juventus e Inter;

« si..nel tempo libero con i miei amici giochiamo sempre a calcio »

« fai altro nel tempo libero? » chiesi realmente interessata

«ehm so.. sono un batterista in un gruppo inglese ma è solo per passarci il 
tempo »

« davvero? è da tanto che suoni la batteria? »

« da quando ero piccolino »

« waau »

sentii qualcuno bussare alla porta. "non gli piace usare il campanello?"

« arrivooo » urlai

aprii la porta e mi trovai davanti il fattorino con le due pizze in mano.

« casa Bianchi? ha ordinato una romana e una margherita con patatine?» disse il fattorino nervosamente

« si ho chiamato io esattamente 15 minuti fa » gli dissi sorridendo 

« qui ci sono le sue pizze» disse porgendomele

le afferrai e lo ringraziai pagandolo e chiusi la porta con il piede.

Josh si precipitò da me togliendomi le pizze dalle braccia per afferrarle lui. 
In quel breve contatto le nostre dita si sfiorarono facendomi provare un tremito.

« che dici se le andiamo a mangiare in giardino? c'è una bella serata o vuoi guardare la partita?»

« oh no, per me va bene fuori » sorrise e gli comparirono delle fossette accanto alle labbra facendo comparire i suiìoi denti bianchissimi. Aveva un bellissimo sorriso.

« allora prendo qualcosa da bere.. acqua, cosa o birra? »

« sono venuto qui perchè voglio ubriacarmi.. ricordi cosa mi hai detto?»

« oh è vero»

« ahah no scherzo, ma qualche birra puoi prenderla »

« okay»

mi diressi verso il frigo e presi due lattine di birra e una di coca-cola.

josh fece strada verso il retro con le pizze in mano.

poco dopo lo seguii anch'io prendendo anche due coprente da sopra il divano.. di solito la sera scendeva sempre una brezza fresca.

« ottima idea » disse josh indicando le coperte 

Distesi una coperta sul prato del mio giardino e josh ci appoggiò le pizze sedendosi anche lui; appoggiai le lattine accanto le pizze e mi accomodai anche io accanto a lui.

Aprimmo contemporaneamente il cartone di pizza per prenderne un trancio e mangiarlo « buona cena »

« a te » gli sorrisi. Iniziai a mangiare godendomi la mia pizza.

« la coca cola? devi farmi ubriacare da solo? » disse josh vedendomi prendere la lattina della coca dopo il secondo pezzo di pizza

« daaai » mi guardò con la faccia da cucciolo

« va bene ma solo un sorso »

sul suo voltò comparve il sorriso meraviglioso di poco prima.

aprii la lattina di birra e iniziai a sorseggiarla

« ma non dovevi berne solo un sorso? » mi chiese josh

« bere aiuta a dimenticare »

« no, non aiuta a dimenticare. forse solo per un po' ma poi stai peggio di prima» aveva ragione ma cavolo volevo dimenticare tutto il male che mi avevano fatto. « e poi cosa dovresti dimenticare?» chiese realmente interessato

« di tutta la merda che c'è in giro»

« hai sofferto tanto? »

« cosa? »

« si vede dai tuoi occhi.. »

« sei psicologo o cosa? »

spuntò un piccolo sorriso sulle sue labbra. Questa volta senza fossette. « no, ma sei praticamente come un libro aperto. Provi a nascondere tutto, e a volte ci riesci ma tuoi occhi parlano per te»

cavoli. Ci conoscevamo da poco ma era come se mi conoscesse da una vita.

« ehi complimenti! sei riuscito a capire più tu di me che io di me stessa»

« hai dei bellissimi occhi e quando sorridi è come se si illuminassero»

arrossii a quel complimento, non sapendo cosa dire.

« tu che rimani senza parole? beh allora devo aver colpito nel segno » disse scherzando ma non troppo 

« si, devo farti i miei complimenti. ma non voglio parlarne adesso. mi sto godendo questa serata con te»

« va bene ma se vuoi parlarne io ci sono va bene? »

« solita frase..»

« cosa?»

« solita frase detta sempre da tutti ma alla fin non c'è mai nessuno quando hai davvero bisogno di qualcuno. esperienza personale» dissi osservando una stella cadente.

« ognuno parla per le sue esperienze, ma io posso assicurarti che quando dico così è perchè poi davvero ci sono. non dico mai questa “solita frase"» disse imitando il mio tono di voce « ma quando la dico ci tengo a mantenere la promessa »

Non dissi nulla e mi distesi sulla coperta osservando il cielo stellato. Silenziose lacrime iniziarono a scendermi dagli occhi. Le asciugai immediatamente. Non volevo mi vedesse così debole e vulnerabile

Lui continuò a sorseggiare la sua birra.

« beh.. si è fatto tardi » fece per alzarsi e mi porse la sua mano aiutandomi ad alzarmi

« grazie per la bella serata » mi disse sorridendomi. Riecco quelle meravigliose fossette.

« che tu ci creda o no le cose si sistemeranno.. il tempo lava via tutto il dolore e tu dimenticherai tutto proprio come volevi fare stasera »

« ma tu non capisci! devo ritrovarmeli ogni giorno sotto il naso! felici e contenti con il loro bambino mentre io li guardo e non posso fare altro che soffrire e ricordare il dolore che mi hanno causato!» dissi alzando il tono di voce « scusa io.. ho perso il controllo » dissi abbassando lo sguardo.

« no— ehi.. » mi prese per il mento e mi costrinse a guardarlo negli occhi

« hai fatto bene a sfogarti » mi lasciò il mento e mi avvolse con le sue braccia. Mi abbandonai al suo abbraccio piangendo come una bambina.

« non andare… » dissi quasi supplicante

« non vado da nessuna parte» mi strinse ancora di più.

Entrammo in casa lasciando tutto sul giardino. Mi fede sedere sul divano e lui si tolse le scarpe sdraiandosi tirandomi contro il suo petto. Lo seguii e mi appoggiai la testa sul suo petto muscoloso e lui mi circondò con le braccia.

In pochi minuti anche a causa delle lacrime versate, mi addormentai tra le sue braccia.
   
 
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