Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jelenascheeks    30/06/2013    8 recensioni
non sono quel genere di adolescente che pensate.
non sono quel ragazzo super figo che tutte le ragazze vorrebbero.
sono un povero ragazzo di provincia che studia per avere un futuro migliore.
sono un povero nerd che tutti prendono in giro, che tutti picchiano per essere lodati dai loro amici e rispettati.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elisabeth Rowen
 
 
Dio, con il sangue che usciva lateralmente dalla sua bocca a causa dei pugni di Mike era così fottutamente sexy. Sentivo l'odore del suo sangue sin da qui. Raggiungeva le mie narici rendendolo ancora più desiderabile.

No, Elisabeth, non pensare a Justin in quel modo, non puoi permettertelo. Tuo cugino potrebbe picchiarti a morte se sapesse che stai pensando a lui in quel modo. 

 

Ma andiamo, guardalo. È così bello e così sexy. 



Quelle sopracciglia corrugate gli conferiscono una sorta di sguardo misterioso che attrae, che invoglia ad averlo.

E poi vogliamo parlare dei suoi occhi color miele? Li ho incrociati per circa qualche secondo, ma, Dio, quelli non sono occhi normali, ti incantano, ti lasciano senza parole. Non lasciano trasparire nessuna emozione, nessun sentimento. 

Cristo Dio, Elisabeth, riprenditi.

Ma allora perché lo sto aiutando? Perché lo sto portando in infermeria? Sono solo buona, nient'altro. Non potevo di certo lasciarlo lì… Mike l'avrebbe ucciso se non fossi arrivata io.

Forse dovrei dirlo a papà…
 
"Allora… tu devi essere Justin Bieber. Sei di nuovo stato picchiato?" l'infermiera attendeva urgentemente una risposta da Justin e di certo non avrei potuto lasciar rispondere lui, avrebbe detto tutta la verità e quella era l'ultima cosa che doveva succedere.

"No, è caduto dalle scale dell'entrata, vero Justin?". Affermai sicura di me stessa e fulminandolo con gli occhi.

"S-sì, è come ha detto lei". Mi guardò negli occhi. Potevo vedere la confusione sul suo viso, ma non potevo permettere che si venisse a scoprire tutto quello che fa mio cugino. Era un rischio che non potevo correre.


"Levati la maglietta, devo controllarti". Justin deglutì guardando l'infermiera con un'aria decisamente spaesata. Vidi il suo pomo d'Adamo scendere e salire lungo la sua gola.

Era chiaramente evidente che si sentisse a disagio, sicuramente non si era mai sbilanciato così tanto in presenza di una ragazza.

"D-devo proprio?" Disse sforzandosi di non balbettare o almeno di non sembrare insicuro.

"Sì, Bieber, devi proprio. Non farmi perdere tempo e levati quella maglietta, ragazzino!"

"O-okay, c-come vuole". Era adorabile quando balbettava, dio.

Con un gesto secco si sfilò velocemente la maglia e potei finalmente vedere i suoi addominali. Sembrava un dio greco, era perfettamente scolpito nei punti giusti e i suoi muscoli erano tonici. Chi lo avrebbe mai detto che sotto quell'aria da innocente nerd, c'era un corpo così?

"C'è qualcosa che n-non va?". Si era accorto che lo stavo fissando, potevo essere più stupida di così?

"No, nulla." Distolsi lo sguardo da un'altra parte con un evidente imbarazzo in volto. 

Sentii una risatina provenire dall'altra parte della stanza, così mi girai e potei vedere l'infermiera ridacchiare.

Indirizzò il suo sguardo verso Justin e aprì quella maledetta bocca.

"Allora, Bieber si è trovato la fidanzatina, o sbaglio?" 

"Si sbaglia, io e Justin non stiamo insieme". Intervenni bruscamente nella conversazione. Presi una sedia e mi andai a sedere vicino a lui, sempre con lo sguardo puntato sui miei piedi. Potevo sentire il suo sguardo seguire i miei incerti movimenti.

"Non so nemmeno come si chiama. A-a dire il vero non so nemmeno perché è qui".

"Avrei dovuto lasciarti picchiare" sussurrai così piano da non farmi sentire da nessuno, ma evidentemente Justin lo notò.

"C-cosa hai detto?"

"Nulla che tu debba sapere". Risposi acidamente e sciogliendomi lo chignon.
 


 
Justin Bieber

 
 

Quella ragazza era davvero un dilemma. Prima mi aiutava con Mike e ora diceva che avrebbe dovuto lasciarmi lì? Ma cosa le passava per la testa? Perché mi aveva tolto dalle grinfie di Mike? Forse le interessavo? Ma in fondo, cos'ero io? Solo uno stupido nerd. 

Però l'avevo sorpresa a guardare i miei addominali… Forse lo stavo solo immaginando. Era troppo bella per interessarsi a me. 

Aveva dei capelli splendidi che ricadevano dolcemente sulle sue spalle e ricoprivano la sua scollatura forse un po' troppo azzardata, ma che metteva in mostra il suo bel seno. La sua bocca era leggermente coperta da un rossetto di colore rosso sangue che risaltava le sue belle labbra carnose. I suoi occhi erano

vispi e furbi come quelli di una piccola volpe in cerca di prede. Il suo sorriso era costernato da denti bianchissimi in cui spiccava la sua dentatura perfetta e lineare. 

"Ora farà un po' male, ragazzo. Sta fermo." tali parole uscirono dalla bocca dell'infermiera, impedendomi di replicare. Mi stava fasciando il fianco sinistro poiché lì era presente un grosso livido che mi stava procurando dolore. 

Quando sarebbe finito tutto questo? Quando mi avrebbero lasciato in pace? 

Emisi un gemito di dolore e strinsi forte la mano di quella ragazza di cui ancora non conoscevo il nome. Era seduta di fianco a me e mi guardava con aria sofferente. Evidentemente provava solo pietà verso di me, nient'altro.

"Okay, ragazzo, abbiamo finito. Puoi andare".

Presi velocemente la maglia e mi rivestii. Mi sentivo estremamente in imbarazzo a petto nudo.

"Cosa più importante: sta attento quando scendi dalle scale". Aveva sicuramente afferrato che fossi stato picchiato.

"C-certo. Sarò più p-prudente la prossima volta. Grazie". Presi lo zaino e uscii velocemente da quella stanza che ormai mi procurava solo ansia. 

"Ehi, Justin, aspetta." Sentii soffocare quelle parole da dietro di me. Sapevo bene di chi fosse quella voce così non esitai a girarmi.

Mi guardò negli occhi e cominciò a parlare. "Comunque io sono Elisabeth, Elisabeth Rowen". Sgranai gli occhi al sentire pronunciare di quel cognome.

"S-sei la sorella di Mike?" balbettai. La sua presenza mi rendeva nervoso.

"No, sono sua cugina. Mio padre è il capo della polizia, non so se l'hai mai sentito nominare. Si chiama Charles Rowen." 

Il suono di quel nome ghiacciò completamente il sangue che era presente nelle mie vene. 

"S-si, l'ho sentito nominare…" Mi sentivo estremamente a disagio sapendo che suo padre era lo sceriffo della città e suo cugino il mio peggior nemico. 

"Volevo solo chiederti scusa. Mio cugino è parecchio impulsivo…". Potei notare il suo sguardo precipitare sulla punta delle sue scarpe.

"Eh, già… Parecchio impulsivo… Ehi, senti, magari ti va di venire a casa? A fare i compiti, ovviamente.." Cacciai quelle parole tutto d'un fiato. Non saprei spiegare dove avevo trovato il coraggio ma fu una cosa abbastanza naturale.

Un sorriso si espanse sul suo viso. "Ehm, certo… Andiamo con la mia macchina?"

"S-sì, certo… non ho una macchina, quindi accetto volentieri". Sorrisi energicamente. La conversazione stava degenerando, non ero bravo in questo genere di cose.

Fui trascinato da Elisabeth verso la sua macchina.

Quella ragazza mi piaceva, eccome se mi piaceva, ma ero consapevole del fatto che lei non si sarebbe mai innamorata di me. 




 
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ho cercato di fare il capitolo il più lungo possibile, 
spero vi piaccia uvdhjzf
comunque, andiamo al dunque (?) 
volevo ringraziare tutti quanti per le 220 visualizzazioni e per
tutte le recensioni che lasciate ogni volta.
per me è molto importante poichè io amo
scrivere.
scusate il ritardo ma non ci sono stata quasi per niente
questa settimana a casa.
comunque dovrei aggiornare martedì, quindi 
martedì connettetevi.
se volete seguirmi su twitter sono qui: http://twitter.com/paradiserew
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vorrei almeno 10 recensioni, daii.
   
 
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