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Autore: Arkra9    30/06/2013    2 recensioni
La figlia di Roran Fortemartello, Ismira, a 20 anni lasciata Alagaësia insieme al fratello minore Kra, naviga verso Est, per raggiungere altre terre abitate. I pericoli sono dietro l'angolo, ma grazie al suo spirito d'avventura, l'istruzione d'eccezione e il fratello li affronterà a testa alta. Arrivata a terra, insieme al suo gatto mannaro e al fratello proverà ad aiutare l'umanità una volta per tutte a liberarsi dalla piaga dei Ra'zac. Non sa ancora della profezia che grava sul suo capo..
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio | Coppie: Roran/Katrina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due fratelli videro crearsi intorno a loro una nuvola di fiamme, che si dissolse con la stessa rapidità con cui si era creata. Si arresero subito con grande sollievo della cavallerizza, che gli legò mani e piedi con delle funi, cacciate da una bisaccia accanto la sella.

<< Talos non ce la farà a portarci tutti inseme sul suo dorso, quindi procederemo a piedi. Non siamo molto distanti dalla reggia. >>

Scese la sera, e poi la notte. Kra e Ismira erano sfiniti, mentre Saxa, la padrona del drago bianco di nome Talos, aveva sempre la stessa espressione severa e decisa sulla faccia.

Ad un certo punto Saxa si fermò, dicendo

<< Ci fermeremo qui per la notte, dato che voi non ce la fate più a camminare. Talos vi terrà d’occhio, quindi non provate nemmeno a scappare, altrimenti sarete carbonizzati all’istante. Chiaro? >>

I due fratelli annuirono contemporaneamente, e si sdraiarono sull erba già umida di rugiada a pochi passi dall enorme drago bianco, che sembrava avere quattro anni o più.

Si addormentarono subito, dopo i due giorni più stancanti della loro vita.


La mattina dopo furono svegliati all’alba da Saxa, e si rimisero in marcia. Cominciarono a incontrare piccoli villaggi o case isolate che sembravano disabitati, ma che in realtà ospitavano persone impaurite da quello che avrebbero potuto trovare fuori dalla loro porta. Mano a mano che andavano avanti, la strada sotto i loro piedi si allargava e da semplice sentiero diventava una strada lastricata, dove i pochi passanti tributavano i loro onori al drago bianco e alla cavaliera, ignorando totalmente i due ragazzi che camminavano dietro di loro. Giunsero infine alla vera e propria citta, circondata da un muro di cinta più alto e spesso di quello della maggior parte delle citta di Alagesia. All interno della citta svettavano due torri, ornate da pinnacoli e guglie in ogni dove.

<< Questa >> disse Saxa << E’ la capitale del territorio governato dalla razza umana su questo continente. Si chiama Audr Edur, che dalla lingua degli elfi significa.. >>

<< Sul promontorio >> la interruppe Ismira << Io e mio fratello conosciamo l’antica lingua, non si preoccupi. >>

<< Mi fa piacere. Almeno non dovrò spiegarvi il significato di tutto quello che c’è in città, e sopratutto, nella reggia. >>

Entrarono nella città, dove Saxa salutò per nome tutte le persone che incontravano, fino ad arrivare al palazzo centrale, la reggia. La ragazza e il drago si fissarono intensamente negli occhi per qualche secondo, poi il drago spiccò il volo sollevando una nuvola di polvere e si allontanò verso la foresta ai margini della citta.

Nella reggia tutti ignoravano i due ragazzi mentre salutavano calorosamente la cavaliera. Salirono su una delle torri, dove Saxa bussò sonoramente ad una porta di legno.

<< Sofia >> disse << Ci sono ospiti. >>

Una ragazza poco più grande di Ismira aprì la porta, sbadigliando. Dietro di lei c’era una piccola stanza molto illuminata, con un tavolo apparecchiato al centro.

<< Chi sono? Non li ho mai visti prima. >> chiese la ragazza ancora mezza addormentata a Saxa, sbadigliando un altra volta.

<< Non lo so >> fu la risposta << pensaci tu, io ho da fare. >>

Detto questo Saxa se ne andò, lasciando i ragazzi a Sofia.

<< Avete fame? >> chiese la ragazza << Ho appena finito di preparare il pranzo. >>

I due fratelli senza dire una parola si sedettero alla piccola tavola e divorarono un intero pollo speziato, appena sfornato e quindi ancora fumante. Nel sentire l’odore del cibo uscì dalla veste di Kra un piccolo gatto, che cominciò ad addentare una coscia del pennuto arrostito.

<< Oh, avete anche un gatto! >> esclamò Sofia vedendolo apparire, e cominciò ad accarezzarlo.

<< Sono un gatto mannaro, per la precisione. >> disse Grattastinchi, continuando a mangiare senza degnare di un occhiata la ragazza rimasta a bocca aperta. I due fratelli risero sotto i baffi, nel vedere la faccia di Sofia, scioccata da un gatto parlante.

Alla fine del pranzo la ragazza cominciò a parlare.

<< Penso sia scostumato chiedervi chi siete senza sapere chi sono io, quindi mi presento. Sono Elenasofia, ma potete chiamarmi Sofia, e sono una damigella di compagnia della regina Del Gais. Adesso, parlatemi di voi. >>

<< Io sono Kra >> cominciò il ragazzo << e lei è mia sorella Ismira. Veniamo da Alagaesia, e.. >>

<< Non dire stupidaggini ragazzo, nessuna barca è arrivata fin qui da Alagaesia. Dimmi la verità. >>

<< Ma noi veniamo veramente da Alagaesia! >> sbottò il ragazzo << Io sono un guerriero e mia sorella è una maga, e siamo venuti qui per esplorare nuove terre. >>

<< Confermo quello che ha detto mio fratello. >> disse allora Ismira << Ho con me la lettera della regina di Alagaesia, Lady Nasuada, che può confermarlo. >>

Sofia accigliata rispose

<< Non vi credo del tutto, ma ci sono poche persone così coraggiose e sfacciate da raccontare di venire da una regione molto distante dalla nostra.. Vi manderò dalla regina, che oggi non ha molto da fare, e si divertirà a sentire una storia come la vostra >> concluse Sofia con un sorriso, facendogli cenno di alzarsi.
 

Li condusse alla base della torre e da lì per alcuni corridoi elegantemente decorati, con un tappeto rosso per terra e molti quadri raffiguranti uomini e donne, probabilmente gli antenati della odierna regina, appesi al muro.

Arrivarono davanti una grande porta in legno di quercia, alla quale Sofia bussò, attendendo molto prima di essere annunciata da un singolo trombettiere.

<< La damigella Elenasofia chiede di parlare con vossignoria, maestà. >> disse egli ad alta voce dopo aver fatto entrare i tre ragazzi.

<< Oh Zar, sai che non c’è bisogno di tutta questa formalità ogni volta che una damigella entra nella sala del trono. Sofia vieni pure, e presentami questi due ragazzi che sono con te. >>

<< Maestà, purtroppo non conosco la loro vera identità. >> rispose Sofia, indicando i due ragazzi inginocchiati, resisi conto di trovarsi al cospetto di una regina << ma sono sicuro che potranno raccontarvi una storia molto interessante. >>

<< Allora alzatevi ragazzi, e raccontate a me ciò che avete raccontato alla mia damigella. >>
Ismira quindi si alzò in piedi e cominciò a raccontare.

<< Maestà la nostra storia è molto lunga, quindi se qualcuno ha domande riguardanti il mio racconto è pregato di farle quando avrò finito

Io sono Ismira e lui è mio fratello Kra. Siamo figli di Roran Fortemartello, eroe di Arughia e generale di Lady Nasuada. Penso che lei conosca in generale cosa è accaduto in Alagaesia negli ultimi venti anni, e quindi sorvolerò. Io e mio fratello dopo la caduta dell impero siamo vissuti nella Valle Palancar, accuditi da nostra madre e diverse badanti. Io cominciai a studiare la magia e le scienze generali con una maga di nome Angela e poi con Arya, la regina degli Elfi della Du Weldenvarden, diventando così una delle più potenti maghe di Alagaesia a soli 18 anni. Mio fratello invece ha studiato l’arte della scherma con maestri del calibro di Eragon Ammazzaspettri, diventando un abile spadaccino, che se la cava anche contro gli elfi. Quando entrambi fummo pronti decidemmo di viaggiare verso Est, partendo da Teirm per arrivare fino ad altre terre abitate. Ma quasi alla fine del nostro viaggio l’equipaggio della nostra nave si è rivoltato contro di noi perché erano tutti servi fedeli dell Impero prima della sua caduta e avevano prestato un giuramento nell’antica lingua a Galbatorix. Hanno fatto esplodere la nave ed io e mio fratello ci siamo salvati per miracolo, insieme al nostro gatto Grattastinchi. Abbiamo quindi costruito una zattera con la quale siamo arrivati fino a terra, dove io e mio fratello abbiamo visto una colonna di fumo alzarsi da poco lontano. Siamo arrivati ad una casa dove un Ra’Zac ha provato ad ucciderci, ma Grattastinchi ci ha salvato saltandogli al collo. Siamo stati quindi avvistati da Saxa e dal suo drago Talos, che ci hanno portato fin qui. >>

La regina guardò i fratelli per qualche secondo, poi andò a parlare in privato con Sofia nella staza vicina. Intanto apparve una ragazza dell’età di Ismira, che si presentò.
 

<< Io sono Sara, un altra damigella della regina. Cioè, io e Sofia siamo le uniche, quindi non aspettatevi molte altre presentazioni >> disse ridendo sguaiatamente. Intanto Grattastinchi era sceso dalla spalla di Kra e si strofinava contro le caviglie di Sara, facendo le fusa e lasciandosi grattare dalla damigella.

La regina intanto tornò nella sala del trono e annunciò << Ho deciso di credervi, per ora, ma dovrete dimostrarmi cosa sapete fare appena possibile. Intanto potete accomodarvi.. >>

Del Gais fù interrotta dal trombettiere Zar, che entrando di corsa nella sala, urlò << I Ra’Zac attaccano! Tutti al riparo! >>




Nota dell'autore:
Dal prossimo capitolo inserirò dei termini nell'antica lingua che potrete facilmente tradurre con il vocabolario che trovate dietro ogni libro del ciclo dell'eredità (consiglio Brisingr e Inheritance, che hanno più vocaboli) oppure con un vocabolario su internet. Nel prossimo capitolo apparirà una vecchia nostra vecchia conoscenza, quindi non perdetevelo!
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