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Autore: Turo    30/06/2013    8 recensioni
Lesbica. E’ questo che la società non accetta. Se sei gay, nero, obeso, anoressica, la società ti etichetta come una persona a cui non bisogna rivolgere la minima attenzione. Si, io sono lesbica. Lo sono circa da un anno e mezzo, quando quella ragazza stupenda mise piede per prima volta nella mia classe; Ricordo che mi sconvolse tutto, Sam; Quello era il suo nome.
Ora lei è la mia migliore amica, sa del mio orientamento sessuale, e lo rispetta, ma non sa che sono innamorata di lei.
Una persona che invece non riesce a mandare giù questa storia è mia madre.
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“Ma mamma, a me piacciono le femmine, come devo dirtelo?”
“Ma a me non sta bene Bee, ok? Non voglio che tu sia.. sia..” smette di affettare le carote per guardarmi dritta negli occhi.
“Dillo! Visto? Sei come tutti, omofoba” urlò sbattendo una mano sul bancone.
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“Ciao Niall, sono Julie, la mamma di Bee”
“Ciao Julie, dimmi tutto”
“Avrei bisogno di chiederti un grande favore”
“Dimmi” quella donna stava davvero suscitando la mia curiosità.
“Dovresti far.. Oddio non lo sto facendo davvero.” Sento un suo respiro dall’altro capo “Devi far innamorare Bee di te”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa ti affligge questa mattina?” chiede qualcuno alle mie spalle.
Vedo Liam sedersi sul muretto dove sono io e iniziare a far ciondolare le gambe giù da esso. Sospiro nervosamente spostandomi una ciocca di capelli dal volto.
“Niente” rispondo continuando ad armeggiare con il telefono. Liam si sporge in avanti cercando di incrociare il mio sguardo serio, che in un attimo diventa divertito a causa dell’espressione dipinta sul volto del ragazzo moro.
“Sul serio, niente” sorrido.
“Avanti, hai questa faccia da martedì. Dev’essere successo qualcosa!” esclama Liam allargando le braccia.
Mi sento strana.
Voglio dire, se in questo momento me lo chiedesse Harry probabilmente lo starei mandando a cagare. Anzi, lui capirebbe e mi lascerebbe in pace. Oppure mi darebbe uno di quegli abbracci che io rifiuterei con finto disgusto mascherando la mia adulazione per quel contatto dolce. Ma lui non c’è. E io sto bene. O dovrei.
“Allora?” la voce di Liam mi funge da sveglia.
“Sai che ti ho raccontato di Harry?” inizio scocciata.
Cioè, ok che devo essere più aperta, ma non mi va di raccontare tutto ciò che mi passa per la testa a qualche mezzo conoscente solo per farmi sembrare simpatica. Perché ,se c’è una cosa che non so fare, è quella di farmi piacere alle persone. Me lo diceva sempre Harry. Ma io avevo lui. Lui me.
No, ok, sto esagerando.
“Si, certo” sorride lui sistemandosi il laccio della scarpa.
“Viene qui, domani” sbuffo.
“Seriamente Bee? Questa non ci voleva” aggiunge grattandosi la testa.
“Ma davvero?” chiedo ironica.
“Dai, andrà tutto bene domani. Ci sarò io, Peter e Abigail.. Insomma.. Non ti va così male, no?”
Come no. Non me ne frega niente di Abigail e gli altri, cosa possono fare? Se Harry inizia con i suoi poemi lunghissimi non possono aiutarmi. Al massimo una padellata in testa potrebbe starci, ma so che io glielo impedirei mostrando il mio lato da eroina mancata.
“Già” sospiro rassegnandomi all’idea che Liam non capirà mai.
Non fraintendiamo, è una bravissima persona: sempre pronto ad ascoltare, dolce al modo giusto, altruista e divertente. Insomma, è un ragazzo perfetto. Ma a me la perfezione non piace.
A me piacciono i difetti di Harry, tutti quanti.
Mi piace il fatto che non riesce a dormire se non mette in carica il telefono.
Mi piace il fatto che è permaloso, ma dopo due secondi ci scherza su.
Mi piace il fatto che sa preparare del pane e della pizza squisiti, ma è una capra con la pasta.
Mi piace il modo in cui mi saluta la mattina.
Mi piace la sua gelosia nei miei confronti, e la sua rabbia quando gli dico qualcosa che non gli piace.
“Buongiooorno” strilla Peter dandomi una pacca sulla spalla così forte da farmi quasi cadere dal muretto.
“Giorno” replico io stancamente, osservandolo mentre corre ad abbracciare l’amico.
“Hai chiuso la serratura?” chiede Liam assumendo uno sguardo severo –probabilmente conoscendo la risposta del coinquilino.
“Si paparino, e ho anche sistemato la tazza che qualcuno” inizia sottolineando l’ultima parola “ha lasciato questa mattina sul tavolo. Che zozzone” ride.
“Quel qualcuno” ripete imitando il suo tono “Ha lavato tutto il pavimento ieri pomeriggio.”
“Perché qualcun altro stava facendo la lavatrice” continua Peter imperterrito.
“E quindi qualcuno” ribatto io prendendoli in giro “tra poco si becca una sberla” concludo infilando il telefono in tasca e scendendo dal muretto con un balzo da ninja in preda alle convulsioni.
Sento la risata di Peter echeggiare nel cortile stracolmo di studenti mezzi addormentati, che si girano a guardarlo incuriositi. Con uno sguardo cerco di fargli capire che non stavo scherzando e quindi di farlo tacere, ma ottengo la reazione opposta, facendolo sganasciare completamente dalle risate.
“Che palle” sbuffo incamminandomi verso l’entrata della scuola.
Odio questo posto benché io sia qui da nemmeno una settimana. Sono tutti troppo gentili, pazienti, sorridenti e .. oppressivi. Non posso stare un attimo in pace che mi ritrovo persone diventate magicamente psicologi pronti ad ascoltarmi. Ma a me non frega un cazzo di dire a loro i miei problemi.
Sistemo velocemente qualche libro nell’armadietto e corro in classe, anche perché non mi va di stare a sentire i discorsi di Peter e Liam sull’importanza delle pannocchie e delle barbabietole in tutti i paesi del mondo.
Entro facendo sbattere la porta e mi fiondo sul mio banco, appoggiandoci comodamente i piedi sopra e attendendo l’arrivo della professoressa e dei miei compagni.
“Ecco il ritratto della felicità” ironizza Abigail cercando di lanciare lo zaino sul suo banco , che invece mi finisce quasi in testa.
“E tu sei il ritratto della buona mira” ironizzo in risposta buttandoglielo a terra.
“Cosa ha combinato Harry?” chiede ignorando il mio commento e venendosi a sedere.
“Cosa ti fa pensare che sia così per Harry?” la guardo in cagnesco maledicendola per il fatto che riesce sempre a capire tutto – nonostante mi conosca da poco.
“La tua faccia. Andiaaaaamo” cantilena sporgendosi verso di me “racconta”.
“Prima staccati sottospecie di sanguisuga” rido spingendola lievemente con il braccio.
Lei si ritrae apparentemente offesa, ma posso giurare di riuscire a vedere un piccolo sorriso minacciare di spuntare sulla sua faccia.
“Allora, muovi il culo” sbuffa sistemandosi meglio sulla sedia “Io sono arrivata che lui viene.. Ommioddio è già domani” urla.
“Ti hanno mai detto che sei un attenta osservatrice?” schernisco in sua direzione, facendola diventare visibilmente rossa.
“Scusami se non ho il tuo amico come pensiero fisso” ribatte di rimando “A differenza tua”
“Io non ci penso nemmeno, che scherzi!” esclamo fingendomi arrabbiata.
“No, figurati” dice fintamente tirando fuori un quaderno tutto distrutto dal suo zaino in condizioni ancora peggiori “Scommetto che ti stai cagando sotto per domani perché sei sicura che rivedendo questo misterioso Harry – di cui devi ancora farmi vedere una foto – cadresti ai suoi piedi.”
Sto per ribattere quando lei aggiunge “ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo”
“Non è vero” sbuffo rassegnata.
“Si”
“No”
“Si”
“Dacci un taglio” concludo costringendo il mio cervello a mettere da parte l’idea dell’imminente arrivo di Harry per concentrarmi sulla lezione di matematica.
*
“Perché devi fare la radice quadrata di tre! Quante volte ancora devo dirtelo?” mi stropiccio gli occhi osservando Abigail presa a rifare il problema per la settima volta di fila.
“Ma non l’avevamo già fatta prima?” chiede confusa.
“Si, nel problema precedente” rispondo seccata.
Due ore e mezza chiuse in camera mia tentando di insegnare un minimo di matematica ad Abigail, che è totalmente negata in questa materia.
Un cartone della nostra pizza preferita, rucola e mozzarella, è aperto e poggiato contro l’armadio, mentre il suo contenuto è bello felice nelle pancia mia e della mia amica.
“La matematica è così difficile” si lamenta lei abbandonandosi sullo schienale della sedia.
“No, sei tu che sei una capra” ribatto convinta facendola ridacchiare.
“Hai poco da insultarmi” inizia assumendo un’aria risoluta “altrimenti domani ti lascio da sola”
“Puoi smetterla di parlare di domani e concentrarti su oggi? Se poi la verifica di matematica la fallisci e ti trovi il debito a fine anno non venire a piangere da me”
“Si capo” ride ancora massaggiandosi la pancia. “Penso che mi stiano per arrivare”
“E questo perché dovrebbe interessarmi?” chiedo sarcastica.
“Te l’hanno mai detto che sei simpatica come la sabbia attaccata ai cogl…”
La interrompo con un gesto brusco della mano. “Metti la tua finezza da camionista da parte e rifai questo problema”
“Ma non mi viene” sbatte i piedi per terra sembrando una bambina.
“Sicuramente facendo così ti verrà” ironizzo convinta del fatto che da qui non ci si muove.
“Ma se tipo facciamo che il problema me lo risolvi tu?” tenta speranzosa.
“Io lo so fare. Lo capisci? Mentre tu sei una gnocca da paura, io riesco a prendere bei voti non studiando. Per questa volta ti è andata male”
“Io gnocca? Si, hai ragione, ma nemmeno tu scherzi. Andiamo, ti sei vista? Diventerei lesbica per te” ride.
Sento la saliva andarmi di traverso e inizio a tossire come una fumatrice incallita. “Ora muoio” penso mentre cerco di respirare tra un colpo di tosse e l’altro. Guardo Abigail ma la trovo paralizzata alla sedia.
“Si può sapere che ti prende?” urlo dopo essermi ripresa “Potevo soffocare!”
“S..scusa ma.. Queste cose mi spaventano” risponde triste.
Oh, forse è meglio che stia zitta. Così opto per un sorriso forzato e un segno di approvazione con il pollice in su. Sfangata.
“Comunque è meglio che vada, o quella perfettina del cazzo di mia madre non me la prepara la cena”
“Smettila di chiamarla così, è pur sempre tua mamma” dico irritata.
“Parli tu che l’hai abbandonata”
“Ci tieni così tanto a litigare?” domando curiosa.
“No, scusa. E’ che sono nervosa: la scuola, mia madre che insiste. A volte vorrei ucciderla per davvero”
“Faccio finta di non aver sentito il tuo ultimo commento ma le tue scuse le accetto lo stesso” sorrido.
“Dovresti provare anche tu a scusarti per il tuo carattere da Shrek”
“Il mio carattere da cosa?” la guardo sbalordita.
“Sai l’orco buono ma che tutti credono cattivo ? Che però si comporta un po’ da persona rude e…”
“D’accordo, hai ragione tu. Notte Ab” dico spingendola fuori dalla camera.
“Stronza. Buonanotte” sorride dandomi un bacio sulla guancia. “A domani” esclama.
“Già, a domani”
*
“L’ultima mia speranza era quella che si fossero schiantati” commento osservando la fila di pullman che entrano uno dopo l’altro nel parcheggio della scuola.
“Ma fai sul serio? Non si scherz..”
“Scherzavo Payne, datti una calmata” sbuffo divertita al comportamento del ragazzo.
“So che scherzi, ma sai quanto sono suscettibile su questi argomenti” ridacchia.
“Lo so” rido di rimando.
“Vuoi che andiamo dentro? Non credo ti farebbe piacere incontrarlo di prima mattina”
“Già, comporterebbe il mio già decadente cattivo umore” rispondo seguendolo all’interno dell’edificio grigio.
“Ci mancherebbe solo quello”
“Simpatico”
“Comunque hai pensato a come affrontarlo?” chiede lui affiancandomi nel corridoio.
“Non hai capito: la mia intenzione è proprio quella di non vederlo nemmeno mezza volta, capito?”
“E’ scientificamente impossibile Bee. Sarà qui per qualche giorno.. E verrà a cercarti”
“Non penso proprio, o almeno evito di pensarlo.. “
“Dovremmo tipo fare un piano” sussurra Liam avvicinandosi al mio orecchio.
“Non credo che possa sentirti” lo rimprovero dolcemente “ e comunque, in cosa comporterebbe questo fantastico piano caro zero zero sette?” lo prendo in giro cercando disperatamente il mio libro di inglese nella cartella.
“Non lo so.. Tipo nasconderci da lui fingendoci dei professori.. o dei cespugli”
“Ma fai sul serio?”
“No, era per prenderti in giro” ride guardandomi mentre continuo la mia ricerca. “Cosa hai perso?”
“Il libro di inglese”
“Magari l’hai dimenticato” propone lui con una scrollata di spalle.
“Sveglia Payne, è giovedi. Controlla i compiti. Se non ho il libro mi da quattro meno, e non ne ho proprio bisogno” ribadisco.
“Giusto” sospira pensieroso iniziando ad entrare in classe “Ma sbaglio o lo stavi ripassando qualche minuto fa al muretto?”
“Cazzo, hai ragione” esclamo cambiando direzione e avviandomi verso il cortile.
E ad un certo punto mi ricordo di che giorno è. Giovedì. Pullman. Harry. La mia corsa sfrenata si arresta di colpo, facendomi venire a sbattere contro due studenti che me ne tirano di tutti i tipi.
“Non posso andare la fuori” cerco di riprendere fiato dalla corsa osservando Liam che mi ha raggiunto. Non pensavo fosse così bravo a correre.
“Sembra che stia scoppiando la terza guerra mondiale Bee, è solo un ragazzo”
“E’ quel ragazzo” ribadisco convinta della mia idea.
“Buongiorno ragazzi” dice Peter avvicinandosi a noi con la sua solita aria da MA DOVE VIVO.
“Peteeeer” esclamo passandogli un braccio intorno alla vita, cogliendolo di sorpresa “Sai che stamattina sei più bello? E poi il tuo sorriso è più luminoso. Cambiato dentifricio?” chiedo.
“Per quanto tu sia bella e io mi stia trattenendo dal provarci con te , so che questi complimenti sono strani da parte tua.. Quindi.. cosa ti serve?”
“Il mio libro di inglese” dico tornando seria ma mantenendo il braccio nella posizione precedente.
“Non te l’ho rubato io, giuro” esclama allarmato.
“Ma no” rido “L’ho lasciato fuori sul muretto.. E .. Ho male alla gamba.. Quindi non riesco a correre.. “
“Ho capito. Vado.” Sorride dandomi un bacio sulla guancia e allontanandosi da noi.
“Approfittatrice!” ride Liam.
“Vuoi dirmi che tu non lo usi?”
“Solo per lavare i piatti!” specifica .
“Hai detto niente”
*
“Mi devi un favore”
“E’ tutta la mattina che me lo ripeti, ho capito” sospiro esasperata sedendomi al tavolo della mensa in compagnia di Liam e Peter.
Abigail sarà con il suo ragazzo, come sempre a quest’ora. Ma almeno lei, finito di stare con lui, viene da me.
“D’accordo, la smetto”
“Ti ringrazio”
“Anzi, se vuoi puoi subito riscattare il tuo debito con me” dice Peter sorridendo malizioso.
“Se vuoi infilarmi la lingua in bocca puoi anche aspettare secoli”
“Non sono così approfittatore” si lamenta lui tirandomi una sberla sul braccio.
“Ah no?” aggiunge Liam beccandosene una sulla nuca.
“Comunque, vai a prendermi delle patate fritte, subito” mi ordina non riuscendo a trattenere una risatina.
“Va bene” sbuffo alzandomi dal tavolo e dirigendomi al bancone apposito.
“Con il ketchup” urla Peter da lontano, trovandosi il mio dito medio come risposta.
*
LIAM’S POV.
“E quindi mi ha chiesto di fare l’unica espressione che non avevo fatto. Per di più alla lavagna” spiego a Peter, intento a pensare alle sue patate fritte in arrivo.
“Questa si chiama sfiga, amico” commenta “Ma sai cosa devi fare in queste situazioni?”
Scuoto la testa incuriosito, incitandolo ad andare avanti.
“Allora, innanzitutto devi..”
“Scusate” veniamo interrotti da una voce maschile, anche piuttosto roca.
Ci giriamo subito verso il punto da cui è provenuta quella voce e troviamo un ragazzo molto alto, riccio, con due grandi occhi verdi che ispirano simpatia.
“Si?” chiede Peter gentile.
“Io sono Harry, Harry Styles” dice lui tendendoci la mano. Il mio amico l’afferra prontamente, presentandosi a sua volta, mentre io rimango a guardarlo a bocca aperta.
Ok, detto così posso sembrare un finocchio, ma … E’ lui il famoso Harry di cui è tanto terrorizzata? E che ci fa qui? E se vedesse Bee? E se lei vedesse lui? Merda.
“L-liam” dico dopo qualche secondo di esitazione.
“Posso sedermi?” chiede gentilmente facendo riferimento ad uno dei due posti liberi.
Io annuisco debolmente, continuando a fissare incuriosito quel ragazzo.
“Bene.. Arrivo al dunque. Voi conoscete Bee, vero?” domanda.
Ed è in quel momento che la noto. Quando pronuncia il suo nome , una piccola scintilla sembra apparire nei suoi occhi. Sono proprio un poeta mancatissimo.
“Come fai a saperlo?” domanda Peter a  sua volta.
“Oh, l’ho vista qui qualche minuto fa” spiega sorridente Harry.
“Si, la conosciamo” mi intrometto io sentendo gli occhi del riccio cercare di catturare il mio sguardo.
“Ecco… Bhe.. L’ho persa di vista, sapete dove posso trovarla?”
“Uhm” allungo il collo per cercare Bee, e finalmente la trovo. Ma preferisco non dire niente ad Harry, cercando di prendere tempo con domande stupide del tipo: “Quanto restate qui?”.
Lo sguardo mio e della ragazza si incrociano, e lei mi rivolge un sorriso. Che sparisce non appena nota la terza figura seduta al tavolo. Dopodiché , sul suo volto appare un espressione terrorizzata e insicura.
Harry si gira verso il luogo in cui sto guardando, e non appena vede Bee, scatta in piedi come una molla.
“Cazzo” sibilo tra i denti.
Non riesco a muovermi e mi limito a fissare Harry andarle in contro a grandi passi mentre lei scappa via.
*
BEE’S POV.
“Non può essere lui” penso scorgendo una massa di capelli ricci tra la folla.
“Bee” urla lui venendo verso di me.
No, no e no. Le mie gambe sono ferme, immobili; Così mi costringo a mettermi a correre verso il bagno, in cui lui sicuramente non può entrare.
Mi infilo dentro il primo bagno libero e riprendo fiato.
Ecco, non me lo immaginavo così il nostro incontro. Voglio dire, credevo di essere abbastanza matura da salutarlo con tranquillità e far finta di niente, ma in realtà non ne sono capace. Sono solo una fallita.
“Bee?” sento dei passi familiari entrare nel bagno delle ragazze.
Ma cristo, non può venire qui. Sospiro leggermente cercando di non farmi sentire, ma lui continua ad avanzare verso le porte.
“Scusa, sai che non puoi stare qui?” chiede una voce familiare.
Abigail! Dio, quella ragazza potrebbe essere la mia salvezza.
“Scusa, stavo cercando una persona…”
“Chi?” chiede lei scocciata.
“Non credo tu la conosca.. “
“E perché non dovrei?” domanda scettica facendomi sorridere.
“Bhe, lei non frequenta questo tipo di persone” commenta gentilmente Harry.
“Cosa intendi dire? Che sono pazza?” dice alzando la voce di una tonalità.
“No, assolutamente.. Comunque si chiama Bee” risponde semplicemente.
Sento Abigail ridere di gusto, per poi bloccarsi di colpo. “Mi spiace deluderti, caro Harry, ma Bee è una mia amica”
“Sul serio? E come sai il mio nome?”
“Si, e non preoccuparti di come ti conosco. Piuttosto dimmi come mai la cerchi proprio qui”
“Perché l’ho vista mentre entrava..” si giustifica lui.
“Oh” Abigail sembra colta di sorpresa. “Bee?” mi chiama.
Sento dei passi allontanarsi e la porta del bagno sbattere.
Non posso rispondere. Ma devo aspettare che Harry esca da questo fottutissimo posto. A guardarmi mi faccio ridere:  nascosta in bagno, attaccata al muro, con la paura di uscire fuori neanche ci fosse un assassino ad aspettarmi.
“Bee?” continua lei.
“S-si?” chiedo trovando un minimo di coraggio.
“Per l’amor del cielo, apri questa porta” strilla lei.
“Prima datti una calmata” ribatto io.
“Scusa” sibila lei.
Faccio scattare il blocco della porta e la spalanco, trovandomi davanti Abigail rossa in volto.
“Se ne è andato vero?” chiedo uscendo e avvicinandomi a testa bassa allo specchio. “Dio, non potevo pensare di vederlo ancora, non ora almeno” rido alzando la testa.
Merda. E lo vedo. Lo vedo tramite il riflesso dello specchio. Appoggiato al muro, con una faccia preoccupata e gli occhi lucidi.
“Oh” sospiro incapace di spiccicare parola.
“Bee” lo vedo avvicinarsi. Ha un paio di jeans aderenti color nero, e una maglietta bianca che gli fascia la vita. Poi la sua solita collana con l’aereo di carta.
Sento i battiti del mio cuore accelerare di colpo, sovrastando il rumore dei miei pensieri confusi. Vedo Abigail sgattaiolare via, lasciandoci soli nel bagno deserto.
Chiudo gli occhi sperando che sia solo un brutto sogno. Mi concentro e ci riesco , fino a quando non sento due mani cingermi i fianchi e farmi girare.
“Apri gli occhi” sussurra.
Faccio come mi dice lui, trovandomi i suoi fantastici occhi verdi che mi scrutano dall’alto. Cerco di ignorare il suo sguardo e il calore che emana il suo corpo ma, più cerco di scappare, più vengo attratta e catturata nella sua trappola.
Sento il suo respiro farsi più pesante mentre fa aderire quasi completamente i nostri corpi.
“Non farlo” lo prego inutilmente.
“Sono venuto qui per questo” continua lui prima di baciarmi.

Angolo della scrittrice.
Buona sera! Buon 30 giugno a tutti voi (?).
Come state? E come procede la vostra estate? Bene, non rompo le palle ancora per tanto anche perché devo apparecchiare il tavolo.
Datemi le vostre opinioni!:)
@brunostalent
  
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