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Autore: ineedhoran    01/07/2013    15 recensioni
Niall e Emma si conoscono online e fra di loro si instaura un'insolita amicizia a distanza, destinata però a terminare nel momento in cui il ragazzo - grazie al grande successo dovuto a un talent show canoro - scopre la fama. Emma è delusa dal comportamento dell'ormai ex amico e decide di non avere più niente a che fare con lui. Ma non sa che dovrà affrontare ciò che il destino ha in serbo per lei.
-
Questa fanfiction è l'intreccio di cinque storie diverse, ma tuttavia legate fra loro. Liam, Zayn, Louis e Harry ne saranno protagonisti tanto quanto Niall.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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like knives



- Sì, conosco Tyler - disse Emma. - A scuola frequentiamo un paio di corsi assieme - continuò sorridendo.
- Aspetta, Em... intendi quel Tyler di cui mi hai parlato? Il ragazzo gay con cui chiacchieri mentre gli altri fanno educazione fisica perché né tu né lui siete portati per alcuno sport? - domandò Niall, assumendo uno sguardo diffidente.
Liam era più confuso che mai, Harry aveva perso il filo del discorso e Charlie e Tyler sembravano rimasti a bocca asciutta.
- Sì, parlo di lui - rispose Emma ridacchiando. - Perché?
Niall non rispose e si voltò verso Liam, che a sua volta puntò lo sguardo su Charlie, guardandola in cagnesco.
- Lui non è il tuo ragazzo, vero? - sibilò.
Emma capì la perplessità di Niall e sgranò gli occhi.
- Forse è meglio se li lasciamo soli - disse Niall allontanandosi con Emma e Harry, seguito anche da Tyler e alcune amiche di Charlie, che si diressero verso la pista da ballo.
L'ultima cosa che Liam sentì fu la voce di Harry che chiedeva spiegazioni, poi si concentrò totalmente su Charlotte, che teneva gli occhi puntati sulle proprie mani.
- Charlie.
Lei finalmente alzò lo sguardo e il castano poté notare che i suoi occhi erano lucidi.
- Liam m-mi dispiace, io... io non volevo arrivare a questo punto, ma la cosa mi è sfuggita di mano - ammise lei, toccandosi i capelli in modo nervoso.
- Mi spieghi chi è quello? - domandò lui, con una voce leggermente meno tagliente rispetto a prima.
- Tyler... te l'ho detto, l'ho conosciuto quella sera che sono uscita a cena con degli amici.
- Be', mi avevi anche detto che vi frequentavate, non che era gay - le fece notare. Charlie abbassò nuovamente lo sguardo. - Lui... quella sera mi ha vista giù di morale. E' stato gentile, mi ha chiesto perché fossi triste e io gli ho detto che era a causa tua e gli ho spiegato perché. Allora lui si è offerto di fingere di essere il mio ragazzo, così magari tu ti saresti ingelosito e avresti finalmente...
- No, aspetta, a causa mia? - la interruppe il castano.
- Sì, Liam, per l'ennesima volta eri rimasto a dormire da me e per l'ennesima volta ti sei rifiutato di dirmi che mi ami.
Il castano spalancò gli occhi. Immaginava che lei lo sospettasse, ma non credeva ne fosse così sicura.
- Lui doveva solo chiamarmi qualche volta in tua presenza, niente di più... poi questa sera sono uscita con i miei amici e sei spuntato tu, ero nel panico e abbiamo improvvisato questa messa in scena, ma è arrivata quella ragazza che conosce Tyler e... - lasciò la frase in sospeso, a corto di parole. Prese una delle grandi mani di Liam fra le sue e lo guardò negli occhi. - Mi dispiace tanto, davvero, ma ti amo anche io e sai che...
- Wowowowo, frena! Tu cosa? - Liam la guardò scandalizzato.
La reazione del castano fece spuntare un piccolo sorriso sul volto di Charlie. - Ti amo, Liam. Non dirmi che non l'avevi capito.

- Allora? Che ti ha detto? - chiese Niall non appena vide Liam andargli incontro. Il castano aveva un'espressione abbastanza sconvolta.
- Mi ama. Ha detto che mi ama - mormorò, dirigendosi poi assieme agli altri verso la macchina di Harry.
Non disse altro per tutto il tragitto verso casa.


Il mattino seguente l'appartamento degli One Direction corrispondeva a una macedonia di emozioni.
- Quindi, ricapitolando: hai incontrato sua madre per strada, l'hai accompagnata in farmacia e poi a casa, dove le hai dato una mano con le buste della spesa. Poi hai portato Victoria all'O2 per il concerto di Bruno Mars, e lei ne è rimasta così felice che non ha fatto altro che baciarti per tutta la serata. Esatto?
- Esatto - rispose Zayn, sorridendo sornione.
Harry si gettò sopra il Pakistano per abbracciarlo, mentre Niall applaudiva come un pazzo, esultando animatamente.
- Le mie più sincere congratulazioni, Zayn, io non avrei retto a quattro mesi di resistenza - sorrise il riccio.
- Cazzo, hai ragione, sono quasi quattro mesi che le sto dietro. Sono stupito di me stesso! - rise lui, ricevendosi una pacca amichevole da parte di Liam.
- Hai fatto bene a non mollare - gli fece un occhiolino Niall, addentando un toast. - Soprattutto hai fatto bene a mettere subito in chiaro i tuoi sentimenti - mugugnò Liam, sedendosi affianco a lui sul divano.
Niall lo guardò apprensivo. - Dai, Liam, ormai è andata così. Comunque lei ha detto di amarti, non è sufficiente?
Il castano alzò le spalle. - Mi ha preso un po' per il culo con la storia del finto fidanzato.
- Be' ma alla fine ha funzionato, dato che finalmente le hai detto che la ami - si intromise Harry.
Liam aprì la bocca, ma non disse nulla. - No. Liam, non dirmi che sei stato zitto anche questa volta! - esclamò Zayn.
- Dopo tutti gli avvenimenti di ieri sera me ne sono dimenticato! - Il moro gli tirò uno schiaffetto sulla testa.
- Ma come fai a dimenticarti di una cosa del genere? - rise Niall.
- Ad ogni modo mi ha detto che sa che la amo, quindi...
Zayn gli diede una leggera spinta. - Sei una causa persa - ridacchiò. - E tu, Lou? - chiese, rivolgendosi al maggiore.
- Sì, com'è andato il tuo appuntamento con la rossa? Ieri sera ho provato a chiamarti ma il telefono era spento, non è che vi stavate già dando da fare e non volevi essere disturbato? - domandò Harry con un tono di voce carico di malizia, alzando le sopracciglia ripetutamente e suscitando le risate degli altri tre.
- Verrei arrestato se solo ci provassi - borbottò il castano, accarezzando il pelo a Austin. Poi sospirò. - Non siamo usciti. Sono andato là ma lei doveva finire di sistemare alcune cose in negozio, e quando eravamo pronti per andarcene ci siamo accorti che la porta era bloccata dalla neve. Siamo rimasti tutta la sera chiusi lì dentro e, prima che tu faccia altre battutine, no, non abbiamo fatto sesso tra i barattoli di cibo per cani - disse, rivolgendosi a Harry. Il riccio smise immediatamente di ridere. - Me ne sono andato verso l'1, quando i suoi sono tornati a casa dalla cena per il loro anniversario e hanno liberato l'ingresso del negozio dalla neve - continuò, dopo aver fatto un altro sospiro. - Comunque non ti ho risposto perché non c'era campo - concluse, rivolgendosi di nuovo a Harry.
Lui si sedette affianco al castano e gli appoggiò una mano sulla spalla. - Cos'è successo?
Louis si alzò dal divano e iniziò a camminare nervosamente, stropicciandosi gli occhi con una mano. - Ha 17 anni.
Liam spalancò la bocca e Zayn per poco non si strozzò con la propria saliva. Niall e Harry invece rimasero impassibili.
- No, aspetta... ma stiamo parlando della stessa persona? Macy, la rossa che c'era al mio compleanno e a cui avrei dato come minimo 19 anni, se non 20?
Il castano annuì.
- Sicuro che non ti stesse prendendo in giro? - chiese Liam. - Voglio dire, l'ho vista anche io e non mi pare proprio avesse...
- No, era seria.
- Anche Emma ha 17 anni - si intromise Harry.
Niall inizialmente corrugò la fronte, poi annuì e sorrise. - E' vero. Ha 17 anni, eppure è una ragazza matura - intervenne. - Quasi sempre... - precisò sghignazzando.
- Sì, Niall, ma tu hai 19 anni, io 21.
- E questo cosa c'entra?
- Che tu e Emma... ah, lascia stare.
Zayn, dopo vari ragionamenti personali, riprese la parola. - Per me ti preoccupi per niente.
- Ma Zayn, è una ragazzina!
- Ed è rilevante, se ti piace? Ti ricordo che Savannah aveva tre anni in meno di te, non è che la differenza sia tanta.
Louis non replicò. Effettivamente il suo amico aveva ragione.
- Voi due, invece? Non avete nulla da dirci? - chiese Liam, guardando Harry e Niall. Il riccio alzò le spalle, mentre l'Irlandese non disse nulla.
- Come va con Emma? - entrambi drizzarono le orecchie.
- Oggi non l'ho ancora sentita - disse il biondo, guardando lo schermo del proprio cellulare.
- Avete in programma qualche altra cosa da innamorati come mettervi la crema per i brufoli o scattarvi foto per tutto il giorno? - lo schernì Il Pakistano.
- Innamorati? Emma è solo un'amica.
Gli altri quattro si guardarono fra di loro.
- Ti ha friendzonato? - domandò Louis.
Niall si mise a ridere per il termine usato dall'amico, ma tutti gli altri rimasero in silenzio, in attesa di una risposta.
- No, io le voglio bene come amica e per lei è lo stesso. Nessuno ha friendzonato l'altro - ridacchiò.
Harry fece per intervenire, chiedendo perché allora non avrebbe potuto provarci lui, ma Louis, capendo le sue intenzioni, lo fermò, scuotendo la testa.


Zayn stava facendo un pisolino, Louis e Liam erano andati a portare a spasso Austin mentre Niall e Harry si stavano annoiando davanti a un film comico che di divertente aveva ben poco, quando Emma andò a trovarli e, inconsapevolmente, diede un po' di colore alla giornata di entrambi.
- Tu non dovevi studiare? - domandò il biondo, sedendosi sul divano.
- Già fatto - sorrise lei. - Però non voglio che ti siedi - disse, mettendo il muso e tirandolo per un braccio, facendolo ridere. - Oggi voglio che mi porti in giro.
Lui le baciò la fronte, sorridendo. - Va bene. Ho in mente qualche posto da farti visitare qua a Londra.
Lei saltellò fino alla porta d'ingresso, mentre Niall indossava il giubbotto.
Harry si stava preparando mentalmente all'idea di doversi annoiare per il resto del pomeriggio, quando la voce dolce di Emma lo sorprese. - Haz, non vieni con noi? - domandò, facendolo sorridere.

- Ti ha mai detto nessuno che la tua macchina sembra quella di Batman? - domandò Emma salendo sulla Porsche nera.
Harry rise, prendendo il posto del guidatore. - In realtà no.
- Be', te lo dico io allora. Ma non è che è la macchina di Batman per davvero? - chiese ancora, guardandosi intorno. - Per caso sei il figlio di Bruce Wayne?
- Sì, Em, e io sono il figlio di Joker - ridacchiò Niall, accomodandosi sul sedile del passeggero.
Lei gli fece una linguaccia. - Allora... dove andiamo?
- Io proporrei un bel posto dove possiamo fare uno spuntino, sto morendo di fame - disse Niall.
- Anche io - si lamentò la bionda.
- Nando's? - propose il riccio, conoscendo i gusti del suo amico.
- Nando's! - acconsentirono gli altri due all'unisono.

- Pensavo che Niall mangiasse tanto - disse Harry, mentre osservava Emma addentare un'ala di pollo - ma è niente in confronto a te - concluse ridendo.
Lei finì di masticare e fece per rispondere, ma venne interrotta da Niall, che era seduto affianco a lei. - In effetti mi chiedo come sia possibile che una persona così piccola possa contenere tutto quel cibo - la schernì.
- Si allenerà ogni giorno a mangiare tutta questa roba - ridacchiò il riccio, bevendo un sorso d'acqua e chiedendo poi il conto.
- Ah, questo è sicuro! - la prese in giro Niall, dandole due leggere pacche sullo stomaco.
- Ho imparato dal migliore - Emma fece una smorfia, suscitando la risata del biondo, e tirò fuori i soldi dal proprio portafogli, per poi porgerli al cameriere.
- Tranquilla, faccio io - disse Harry, facendole l'occhiolino.
La bionda sorrise e ringraziò, poi uscirono tutti e tre dal ristorante.
- Dove vogliamo andare ora? - domandò il riccio.
Emma frugò nella propria borsa finché trovò una macchina fotografica. - Io oggi voglio fare la turista - disse, prendendo a braccetto i due ragazzi e facendoli ridacchiare - e voi mi farete da guide! - sorrise infine, trascinandoli verso la macchina di Harry.

I tre stavano passeggiando sul ponte di St. James, osservando le papere e i cigni nuotare tranquillamente. Essendo fine febbraio il clima non era di sicuro dei più caldi, quindi in giro non c'era molta gente.
Emma stava scorrendo le foto sulla propria digitale, mentre gli altri due camminavano in silenzio. - Harry, sei un fotografo pessimo - lo sgridò scherzosamente - in questa foto hai ripreso solo metà Westminster Palace! - esclamò porgendo la macchina fotografica al riccio.
Lui stava per ribattere, ma quando vide la fotografia corrugò la fronte. - Hai ragione - ammise. - Comunque sono sempre meglio della ragazza che ci ha scattato la foto davanti al Big Ben - continuò, dopo essere passato alla foto successiva. - Non ce n'è neanche una messa a fuoco - rise.
- Stava tremando - ridacchiò Niall, sporgendosi per vedere gli scatti.
- Non capita tutti i giorni che due componenti della band più famosa del momento ti chiedano di scattare una foto per loro - gli fece notare Emma, ridendo a sua volta.
- Questa è venuta bene! - esclamò l'Irlandese, rendendo la macchina fotografica all'amica.
Ritraeva tutti e tre, Harry e Niall ai lati e Emma al centro, che sorridevano in modo sincero. Ed era davvero bella.
- Mi piace - sorrise, mentre si appuntava mentalmente di stamparla e inserirla in una cornice. - Anche se ho il naso rosso per il freddo, mi piace.
Niall ridacchiò. - Vieni Rudolf - disse, allargando le braccia.
Emma gli saltellò incontro e si buttò su di lui sghignazzando e facendolo quasi cadere.
Harry cercò di posare lo sguardo ovunque tranne su di loro, ma non poté fare a meno di voltarsi verso i due piccioncini quando la bionda chiamò il suo nome.
- Abbraccio di gruppo? - propose lei. Lui era tentato a dire di no, ma lo sguardo della bionda era talmente tenero che non seppe resistere.
Una volta sciolto l'abbraccio ripresero a camminare, chiacchierando del più e del meno.
Harry si sentiva felice. Solo il fatto che Emma l'avesse invitato a uscire con lei e Niall e che poi l'avesse reso partecipe di quella dimostrazione d'effetto, gli aveva fatto tanto piacere da renderlo... soddisfatto. Sebbene non sapesse bene perché.
- Le guardie della regina! - squittì Emma, indicando gli uomini vestiti di rosso che si trovavano in piedi di fronte a Buckingham Palace. - Voglio una foto anche con loro - disse, incamminandosi a passo svelto ed emozionata verso l'entrata della residenza reale.
- Salve - salutò, una volta arrivata davanti a una delle guardie. L'uomo non la guardò nemmeno. - Mi chiedevo... sì, insomma... posso fare una foto con lei? - domandò, senza però ricevere alcuna risposta.
Emma fece il broncio e fece segno ai suoi due amici di avvicinarsi. - Non parla - si lamentò come una bambina.
- E' il loro lavoro, Em - la informò Niall sorridendo.
La ragazza lo afferrò per una manica del giubbotto e lo posizionò a lato della guardia. - Ci fai una foto, Haz?
Il riccio acconsentì e, dopo aver scattato una fotografia, Emma vide l'uomo col cappello imbarazzante scrutare Niall con la coda dell'occhio.
- Visto? - disse, sfoderando un sorriso divertito. - Sono proprio Niall e Harry degli One Direction.
La guardia tornò subito alla sua postazione originaria, senza battere ciglio.
- Voi siete mai riusciti a fare ridere uno di loro? - chiese la bionda, rivolgendosi ai suoi due amici. Niall scosse la testa e Harry ammise che in realtà non ci aveva mai provato.
- Fatelo ora - li sfidò.

Ormai erano le 19 inoltrate. Erano passati da Trafalgar Square, avevano percorso Picadilly e in quel momento stavano passeggiando fra i negozi di Oxford Street, ma ancora non avevano smesso di ridere.
- Quando vi siete messi a ballare la Macarena stavo per morire, vi giuro - disse Emma fra le risate.
- Perché eravamo troppo bravi - ribatté Niall, osservandosi le unghie come una diva. - Certo, soprattuto a cantare la canzone - disse la bionda sarcasticamente, continuando a sghignazzare. - Ma poi quando tu ti sei messo a piangere per finta inizialmente mi sono preoccupata, e penso che anche la guardia abbia avuto la stessa reazione! - continuò rivolgendosi a Harry.
Il riccio si mise a ridere, alzando le spalle. - Non sapevo più che fare e ho improvvisato - si giustificò.
- Già, dato che l'imitazione di Madonna non aveva funzionato - lo schernì il biondo, beccandosi una gomitata.
- Ad ogni modo il tentativo migliore è stato quando hai chiesto a quel musicista di strada di prestarti la chitarra. Tralasciando il fatto che gli hai dato 200 sterline e che con quelle si sarebbe potuto comprare una chitarra nuova, la tua performance di "The One That I Want" di Grease è stata spettacolare, davvero - ammise Emma, ancora in preda alle risate.
- Dai, in quel momento sono riuscito a strappargli un sorriso!
Anche Harry scoppiò a ridere. - Ma dove? Probabilmente si è trattenuto dal mandarti via con un cazzotto!
- Sempre meglio della tua interpretazione di "Hung Up"! - lo prese in giro il biondo. Harry assottigliò lo sguardo. - Non ti conviene prenderti gioco di me, altrimenti la prossima volta che giochiamo a FIFA non ti lascio fare nemmeno un goal - lo minacciò scherzosamente.
- Come se fossi più bravo di me! - esclamò l'Irlandese. - E comunque giocherei in squadra con Emma. Perderesti 20 a 0.
Il riccio la guardò sbalordito. - Sai giocare a FIFA?
- Me la cavo...
- Ha detto la stessa cosa a me. Pensavo scherzasse, o comunque che fosse semplicemente capace di capire quali fossero i suoi giocatori e quali gli avversari - la bionda scosse la testa ridendo. - Invece ha fatto 3 goal nei primi 10 minuti.
Harry assunse uno sguardo meravigliato, che cercò di camuffare. - Ma sì, Niall è una schiappa, non è poi così difficile batterlo.
Il biondo gli diede uno spintone amichevole ed entrambi scoppiarono a ridere.
- Finitela, tanto vi straccio entrambi - affermò lei, spostandosi i capelli biondi dalle spalle come per darsi delle arie.
I due ragazzi la guardarono ammaliati. Harry si ricompose quasi immediatamente, mentre Niall rimase ad osservarla a bocca aperta ancora per qualche secondo.
- E' quasi ora di cena... andiamo a casa? - propose lei, facendolo risvegliare da quello stato di trans.
- Prima voglio portarti a vedere un'ultima cosa - sorrise il biondo, facendo incuriosire l'amica.

Si trovavano al Parco di Richmond, seduti su una panchina in attesa di qualcosa. - Mi dici cosa stiamo aspettando? - domandò Emma, dato che erano seduti lì già da un quarto d'ora.
- Abbassa la voce! - sussurrò il biondo, scrutando fra gli alberi.
- Me lo dici tu? - mormorò ad Harry, che si trovava alla sua destra.
Vedendo quello sguardo dolce, lui sentì la voglia irrefrenabile di accarezzarla. Le circondò le spalle con il braccio e si avvicinò al suo orecchio. - Aspetta.
- Ecco, guarda là! - bisbigliò Niall, indicando un punto a una decina di metri da loro.
Emma aguzzò la vista e finalmente riuscì a vederlo: un cervo.
Stava annusando l'erba e piano piano si avvicinava loro, ma la bionda fu distratta da qualcos'altro. - Un cerbiatto! - disse a bassa voce. - E' così tenero!
Rimasero per un po' ad osservare i cervi girovagare fra gli alberi. Il braccio di Harry si trovava ancora attorno a Emma e lei percepiva una strana sensazione. Non le faceva piacere ma non le dava nemmeno fastidio, non sapeva che cosa significasse.
Il riccio al tempo stesso pensava e ripensava alla giornata appena trascorsa e non poteva fare a meno di sorridere come un idiota. Quello che provava per Emma si stava velocemente fortificando e ormai era sicuro che nemmeno lei fosse indifferente alla sua presenza. O al suo tocco. Le accarezzò una spalla e infatti la sentì fremere, facendolo compiacere di sé stesso.
Quando Niall, che era rimasto tutto il tempo a prestare attenzione ai cervi, si accorse dell'estrema vicinanza del suo amico e della bionda, si sentì all'improvviso estremamente geloso. Non capiva perché, ma quella situazione lo disturbava, si sentiva in un certo senso escluso. Così, senza nemmeno pensarci, afferrò la mano della bionda e attorcigliò le proprie dita alle sue.
Lei si voltò subito per guardarlo e sorridergli dolcemente, facendogli capire che il gesto era stato apprezzato.
Ma soprattutto rendendo quel piccolo momento solo loro e di nessun altro, nemmeno del ragazzo il cui braccio era fastidiosamente appoggiato sulle spalle della sua Emma.


- Zayn...
- Mmh.
- Zayn, devi svegliarti.
- Lasciami in pace, Liam - mugugnò il moro, coprendosi il viso con il cuscino. - No, Zayn, riguarda Vicki.
Il Pakistano aprì gli occhi e si mise a sedere. - Che c'è?
L'amico gli porse titubante una rivista. Zayn lo guardò confuso, ma non appena vide in copertina una foto che ritraeva lui e Victoria, andò in panico.
Iniziò a sfogliare freneticamente le pagine finché ne trovò una che era colma di scatti della sera precedente. Guardò Liam in modo allarmato e si affrettò a leggere l'articolo.


TONGUE DIRECTION
ESCLUSIVA: ZAYN SI SBACIUCCHIA CON UNA MORA LONDINESE
Gli One Direction continuano a far strage di cuori e questa volta non si parla dei cuori palpitanti delle Directioners.
Zayn Malik è stato fotografato ieri sera in compagnia di una giovane donna, il cui nome, stando alle fonti, è Victoria. I due sono andati alla O2 Arena per il concerto di Bruno Mars, che per la cronaca Victoria deve aver trovato fantastico, considerando la lunga serie di baci che ha concesso al suo accompagnatore, come mostrato in copertina.
Ovviamente la coppia Zicki non è ancora nulla di confermato. Che Victoria sia solo una nuova preda per Mr. Malik? Oppure è l'idolo delle teenagers ad essere caduto nella ragnatela di una ragazza desiderosa di fama?


- No - fu l'unica cosa che riuscì a dire, una volta finito di leggere l'articolo. Si alzò di scatto dal letto e si precipitò verso la scarpiera, dalla quale tirò fuori delle Nike che si infilò frettolosamente. - No, no, no.
Afferrò il proprio telefono e compose il numero di Victoria, precipitandosi fuori dalla sua camera, indossando il giubbotto e correndo verso l'ascensore.
- Ti prego, Vicki, rispondi.
Era quasi arrivato alla macchina quando finalmente sentì una voce dall'altro capo del telefono. - Siamo spiacenti, il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungib...
- Merda! - inveì, scaraventando il cellulare sul sedile del passeggero e mettendo in moto la macchina.
Il tragitto fino a casa di Victoria parve eterno, sebbene Zayn passò un paio di volte col rosso. Non appena fu davanti all'abitazione della ragazza, saltò giù dalla macchina e corse fino al portone, suonando il campanello più volte.
- Ma dove cazzo è finita? - urlò più a sé stesso che a qualcuno in particolare, siccome nessuno veniva ad aprire. Tornò alla macchina, raccolse il suo cellulare e provò nuovamente a chiamarla, ma risultava ancora non raggiungibile.
Decise di sedersi sui gradini che portavano al portone della mora, in attesa che rincasasse. Dopo neanche due minuti, però, la sua pazienza era già esaurita, così cambiò piano: sarebbe andato a cercarla all'università, in biblioteca, al supermercato o in qualsiasi altro posto che gli veniva in mente. Rimanendo lì sarebbe riuscito solamente ad accrescere la propria ansia.
Prima di risalire in macchina, però, decise di chiamarla un'ultima volta. Quando ormai aveva capito che Vicki non avrebbe risposto, gli sembrò di sentire un rumore dall'interno della casa. Una canzone. Dovette rimanere in ascolto per qualche secondo prima di capire che quella canzone era la suoneria del telefono di Victoria.
Cominciò a bussare violentemente sul portone. - Vicki! - Nessuna risposta. - Vicki, so che sei in casa, aprimi!
Zayn si stava innervosendo. Non poteva nascondersi da lui, dovevano parlare.
Ormai stava tirando dei veri e propri pugni sul legno freddo, continuando a urlare il nome della ragazza. Qualche passante lo guardava spaventato o incuriosito, ma lui li ignorava.
- Vicki, cazzo, apri questa porta o giuro che la sfondo! Vick...
Fermò la mano a mezz'aria poiché finalmente qualcuno venne ad aprire, lasciandolo con la bocca spalancata.
Quel qualcuno era Victoria. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi rossi e gonfi, segno che doveva aver appena finito di piangere.
Zayn le si fiondò contro e la strinse in un abbraccio, accarezzandole dolcemente le ciocche more. Lei di riflesso ricominciò a singhiozzare. - No, Vicki, ti prego, non... - Cosa sei venuto a fare? - domandò acida, allontanandosi velocemente dalla sua stretta.
- Io... volevo sapere come stavi, ho visto...
- Senti, Zayn, io lo sapevo fin dall'inizio che non era un bene che ci frequentassimo.
- No, ma...
- Hai letto cosa hanno scritto di me? - domandò, asciugandosi le lacrime sulla manica della felpa. Sparì e ritornò dopo una manciata di secondi con cinque diverse riviste in mano, e le gettò sul pavimento. In tutte c'era una loro foto in copertina. - Ragazza desiderosa di fama, approfittatrice, groupie! - gridò, tirando un calcio ai giornali di gossip, avvicinandoli ai piedi di Zayn.
Lui provò ad avvicinarsi per accarezzarle un braccio, ma lei si scostò bruscamente.
- Ma tu non...
- No, Malik, basta! Io non volevo uscire con te e facevo bene! - gracchiò, ignorando le lacrime che continuavano a scenderle imperterrite sulle guance.
Lui fece un passo verso di lei. - Vicki, per favore...
- Non voglio più vederti! - esclamò, mettendosi le mani fra i capelli. - Sei solo un ragazzotto sciocco e viziato che non ha altro in testa se non la popolarità, i soldi e quelle canzoncine da asilo nido che gli procurano una cosa e l'altra. Non mi piaci, Malik, non mi sei mai piaciuto. E be', se hai creduto che fra noi ci potesse essere qualcosa ti sei sbagliato di grosso - Tirò su col naso e abbassò lo sguardo. - Io non voglio persone così materialiste e superficiali attorno a me.
Zayn irrigidì la mascella. Si sentì sentì come se l'avessero appena accoltellato, come se gli avessero lanciato un pugnale e questo l'avesse trapassato da parte a parte, facendogli provare un dolore lancinante.
- La sai una cosa? - chiese, lo sguardo impassibile. - Me ne hai fatte passare tante. Io le ho provate tutte per conquistarti, dalle cene romantiche, ai regali, al cinema, alle serenate. E tu sei sempre stata così... riluttante, lunatica. Tranne ieri sera. E io pensavo che finalmente ce l'avevo fatta a conquistarti, che avevi imparato a fidarti di me e avevi capito che posso darti, posso... essere tutto quello di cui hai bisogno. Ma no - Il moro sorrise amaramente, poi il suo sguardo cadde sui giornali sparpagliati sul pavimento. - Dovresti sapere che i giornalisti scrivono un mucchio di stronzate solo per vendere riviste e che devi fregartene di quello che dicono, perché tanto sono tutte cazzate - Scosse la testa e si voltò, avviandosi verso l'uscita. - Io sono stanco. Stanco di te e dei tuoi sbalzi d'umore, del tuo non essere mai soddisfatta. Ma soprattutto delle tue cattiverie - Victoria assunse uno sguardo spaventato e fece per fare un passo verso di lui, ma le sue parole la fermarono. - Credevo che mi piacessi, ma... probabilmente non mi piaci abbastanza da sopportare tutto questo.
Detto ciò le girò le spalle definitivamente e uscì da quella casa, chiudendo la porta dietro di sé.




Well, I put up a good fight
but your words cut like knives
and I'm tired.
- tell me a lie





















?
E' tardi, lo so, perdonatemi. Non ho scuse. :(
Come alcuni di voi avevano capito, Charlie nascondeva qualcosa... e ora sappiamo di cosa si tratta! Sinceramente non si chi sia più pirla fra lei e Liam loooool!
Louis è ancora scombussolato dalla scoperta che Macy ha 17 anni, mentre fra Emma, Harry e Niall si sta smuovendo qualcosa... ma lascio a voi i commenti! :D
Vicki odia stare al centro dell'attenzione e diciamo che un fidanzato come Zayn Malik non è esattamente l'ideale per lei. Sta di fatto che Zayn è stufo di questo tira e molla, quindi decide di finirla lì. Che ne pensate? Approvate o no la reazione del nostro bel Pakistano?
Ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la mia storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite. :) Vi amo tantissimo!
Noi ci vediamo settimana prossima, fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo!

Un bacio,
Teddy



  
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