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Autore: CowgirlSara    21/09/2004    1 recensioni
Un rigido e tagliente critico cinematografico, una recensione a dir poco cattiva, un attore incavolato, una donna algida ed elegante, dubbi, parole, scherzi del destino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua un nuovo capitoletto; questo racconta un episodio abbastanza importante, ai fini della storia

Ecco qua un nuovo capitoletto; questo racconta un episodio abbastanza importante, ai fini della storia. Devo confessarvi che, mentre lo scrivevo, mi sono trovata ad appoggiare la posizione di Kate, perché come donna, in una situazione simile, la capisco.

 

Voglio solo precisare che non mi fa particolarmente piacere infierire su due persone (Orlando e Kate) che, all'apparenza, si vogliono molto bene; anch'io non li vedo benissimo insieme, ma ciò non toglie che al momento appaiono felici. Del resto, non sarebbero la prima coppia che sembra male assortita, e poi invece dura; glielo auguro di cuore

 

Nella mia ff non è così, perciò mi dispiace, ma cara Kate è giunto il momento di uscire di scena! ^____-

Dedico il capitolo alle donne tradite e incazzate... e a quelle che hanno causato le corna, non tutte lo fanno con malignità (non certo la mia Josie!). Ciao a tutti!

Sara

 

~ Capitolo 9 ~

 

"Orlando è tornato dal Messico?" Domandò Cinthya a Kate, posando la tazza sul tavolo; l'amica si girò con aria annoiata, reggendo la sigaretta con noncuranza.

"Sì, domenica, è rimasto solo un paio di giorni." Rispose, mentre buttava la cenere.

"E... che cosa ti ha raccontato?" Fece l'altra ragazza; Kate storse la bocca.

"Fa il misterioso, dice che non può ancora rivelare nulla." Dichiarò poi, spengendo il mozzicone. "A volte è di un palloso siderale." Aggiunse alzando gli occhi al cielo.

"Sei sicura che si tratti di un nuovo film?" Buttò lì Cinthya; l'amica si girò di scatto verso di lei, rimanendo a mezz’aria con l'accendino.

"Che cosa vuoi dire, scusa?!" Esclamò Kate, togliendosi la nuova sigaretta dalle labbra.

"Beh..." Esordì l'altra. "...mi spiace essere io a dirtelo, che ti sono amica, ma..." E tirò fuori una rivista. "...stamattina mi è capitata tra le mani questa..." Kate gliela strappò e si mise a sfogliarla frettolosamente.

La ragazza spalancava sempre di più gli occhi, mentre sul viso le si formava un'espressione furibonda; infine, chiuse con violenza il rotocalco e alzò gli occhi su Cinthya.

"Mi dispiace tantissimo, Kate." Affermò l'amica, con un tono anche troppo chiaramente falso, era, infatti, risaputa la sua invidia del fatto che Kate avesse accalappiato uno degli scapoli più desiderati del mondo.

"Posso tenerlo?" Domandò la ragazza, arrotolando il giornale e stringendolo tra le mani quasi volesse stritolarlo; Cinthya annuì. "Ciao." Kate la salutò sbrigativamente e se n’andò.

Arrivata al parcheggio provò subito a chiamare Orlando, ma il suo telefono era spento, allora chiamò Mark, l'assistente del ragazzo, lui era irraggiungibile; con un’incazzatura che avrebbe scuoiato il primo passante, Kate chiamò l'agente dell'attore. Robin le poté solo dire che Orlando non aveva impegni programmati per quel pomeriggio, e di chiamare Mark per sapere più precisamente, lei sbuffò arresa. La ragazza, quindi, salì in macchina ringhiando; a metà strada si dovette fermare per riprendere il controllo, ma le venne la cattiva idea di riguardare quelle foto. Chi poteva saperne qualcosa? Si mise a riflettere, c'erano solo tre persone a Los Angeles con cui Orlando si poteva confidare: Scott, Deb e Dominic Monaghan; Kate afferrò di nuovo il telefono.

"Questa è la segreteria telefonica di Scott e Deb Cooper, non siamo in casa..." "Pronto?" La voce di Deb rispose affannata prima che finisse il messaggio.

"Sono Kate, siete in casa?" Domandò con urgenza la ragazza.

"Sì..." Fece perplessa l'altra. "Siamo appena rientrati dal lavoro, ma..."

"Tra mezz'ora sono lì, fatevi trovare." Ordinò perentoria Kate e riattaccò; Deb rimase con la cornetta in mano, sbalordita.

La telefonata successiva beccò Dominic mentre scherzava con alcuni amici sulla spiaggia; vedendo sul display chi lo chiamava si stupì, si scostò dai compagni e rispose.

"Kate?" Fece sorpreso.

"Ascoltami bene, Monaghan, e niente cazzeggi." Proclamò la ragazza decisa. "Tra mezz'ora ti voglio trovare a casa di Scott e Deb, vedi di esserci." Gli ordinò poi.

"Hey, aspetta un a... Pronto?" Ma Kate aveva già interrotto la comunicazione. "Mah..."

"Tutto a posto, Dom?" Gli domandò uno dei suoi amici; lui si girò con un sorriso.

"Sì, tranquilli!" Li rassicurò. "Devo solo andare in un posto, ma ci vediamo stasera!" Gli disse salutandoli, poi si diresse alla macchina, richiamando il numero di Orlando. "Dove cazzo sei..." Mormorò, quando il cellulare dell'amico risultò spento.

 

Orlando, nel frattempo, era all'aeroporto con Josie; erano riusciti ad incontrarsi solo un'oretta prima, davanti a casa di lei, giusto in tempo per salire in macchina e correre a prendere l'aereo. Adesso si aggiravano nel terminal tenendosi per mano, confondendosi tra le persone in attesa; certo lui era praticamente mimetizzato, con quel cappello e gli occhiali scuri.

"Stanno chiamando il mio chek-in." Annunciò ad un certo punto la ragazza; Orlando alzò gli occhi sul pannello, per verificare la notizia, poi la guardò negl'occhi.

"Siamo stati lontani cinque giorni, ed ora ho avuto solo mezz'ora per salutarti." Si lamentò.

"Anche tu mi manchi." Replicò lei; l'attore sorrise.

"Beh, ci scambiamo un bacio appassionato?" Fece allora il ragazzo; Josie rise appena.

"Non credo sia il caso." Rispose poi. "Anzi, credo che dovrei fare anche a meno di abbracciarti..." Aggiunse con finta serietà.

"Ah, e perché?" Ribatté Orlando, mettendo le mani sui fianchi.

"Ecco... il fatto è che, metterti le mani addosso, sentire il tuo corpo sotto quella maglietta leggera..." E lo accarezzò con un'occhiata. "...inspirare il tuo profumo, mi mette in testa fantasie erotiche che francamente ritengo poco adatte ad un aeroporto..." Spiegò in tono seducente.

"Ahahh..." Annuì lui divertito e lusingato. "...non sei la brava ragazza che vuoi far credere!"

"Forse no." Ammise maliziosa Josie; Orlando si mise a fissarla con dolcezza.

"Mi mancherai." Mormorò; lei gli sfiorò il viso con una carezza delicata, chissà se aveva capito che il ragazzo adorava quel suo tipico gesto.

"Non esagerare." Gli disse quindi. "Torno domenica sera." Orlando fece un breve sorriso e le posò le mani sulle spalle.

"Mi chiami, quando arrivi?" Le chiese, lei annuì, poi si baciarono a fior di labbra, dopodiché la ragazza si diresse al chek-in salutandolo con la mano.

 

Dominic era arrivato a casa di Scott e Deb circa un quarto d'ora dopo; venendo da una spiaggia vicina ci aveva messo meno di Kate, che scendeva da Beverly Hills. I minuti di attesa, i tre amici, li avevano passati a cercare di capire il perché di quella "simpatica" convocazione, e tentando di rintracciare Orlando, il cui telefono restava impietosamente spento. Poi suonò il campanello; fu Dom ad aprire, Kate marciò dentro l'appartamento senza degnarlo di uno sguardo.

Scott e Deb osservarono preoccupati la scena, in piedi dietro al tavolo rotondo al centro del soggiorno; lei si fermò davanti a loro.

"Beh, che c'è?" Fece Dominic, seguendola; la ragazza si girò con aria minacciosa.

"Tu stai zitto." Gli ordinò indicandolo, poi si mise a frugare in borsa.

"Ohhh, biondina!" Replicò risentito lui, ma fu ignorato.

"Lo sapete dov'è Orlando?" Domandò tranquilla Kate, senza guardare i suoi interlocutori e posando la borsa su una delle sedie e il cellulare sul tavolo; i tre si scambiarono sguardi perplessi, se non lo sapeva lei...

"Sarà... al lavoro..." Rispose timorosa Deb, lanciando un'occhiata all'orologio. "...a quest'ora..."

"No, ha preso due ore di permesso." L'interruppe bruscamente l'altra ragazza, mentre metteva le mani sulla spalliera della sedia. "E, lo sapete dov'è andato lo scorso fine settimana?" Sguardi sempre più interrogativi corsero tra i presenti.

"Non è andato in Messico?" Replicò Deb, poi si girò verso il marito. "Ti ha detto così, vero Scott?" Lui si passò una mano sulla nuca.

"Sì, beh, ha detto che andava a vedere le location per un nuovo film." Affermò poi.

"Io l'ho sentito solo per telefono, ma mi ha detto la stessa cosa." Intervenne Dominic; Kate li guardò tutti, con espressione schifata; il suo atteggiamento li confondeva.

"Adesso ve le do io, le risposte giuste a queste domande." Dichiarò acidamente. "Lui in Messico c’è andato, sì, ma per fare questo!" E sbatté sul tavolo con violenza una rivista. "E adesso è con questa troia!" Aggiunse indicando la ragazza nelle foto; poi si raddrizzò sospirando e si mise le mani sui fianchi.

Deb prese con timore il rotocalco e lo guardò; Scott e Dom le si misero ai fianchi e fecero la stessa cosa. Sulle pagine c'erano due serie di tre foto; nelle prime tre c'era, in alto, un ragazzo riconoscibilissimo come Orlando, anche per come sfoggiava il suo pancino tatuato, in piedi sullo scalino a mare di una barca, poi, al centro, sempre lui seduto sullo stesso scalino che parlava con una ragazza dai capelli castani immersa nell'acqua. Nella terza c'erano i due, lei ancora di spalle, che si schizzavano con la doccia, e Orlando rideva allegramente.

"Ohh..." Fece Deb, accusando dei sudori freddi da imbarazzo crescente.

"Ah." Disse soltanto Dom, ma in realtà gli scappava da ridere.

Scott non pronunciò parola, ma sentì un brivido gelido scorrergli lungo la schiena, come la realizzazione di un presentimento, e pensò: maledetto segaiolo, non me lo potevi dire?!

Imbarazzatissima, Deb guardò anche le altre foto; queste erano più simili tra se, c'erano, in tutte, Orlando e la ragazza mora, inquadrati sui materassini di prua, sotto il sole, in varie "pose"... Deb si portò una mano al petto e deglutì.

"Avete visto?" Fece Kate retorica, indicando la rivista. "Avete visto cosa faceva quell'infame, mentre io ero qui ad aspettarlo, annoiandomi e portando a spasso quel disgustoso bioccolo che chiama cane?!" Continuò alzando la voce. "Mentre mi chiedevo perché non chiamasse, lui mi stava beatamente CORNIFICANDO sotto il sole dei Carabi!" Sbottò rabbiosa.

Scott guardò altrove, passandosi le dita sulla fronte; Dom continuava a guardare le foto, cercando di trattenersi dal ridere.

"Kate, ma... insomma, potresti stare esagerando..." Tentò Deb, cercando di ricucire la situazione. "...cioè, in fondo, stanno solo sulla stessa barca, a prendere il sole..." L'altra ragazza la guardò malissimo, aprendo stupita le labbra.

"Deb..." La chiamò Dominic. "...guarda meglio." Le suggerì; lei ed il marito tornarono ad osservare le fotografie.

"Ma che cosa sta facendo?" Domandò Scott, accorgendosi di strani movimenti nella seconda foto; Deb, nel frattempo, si sentiva morire per Orlando, in previsione di cosa lo aspettava.

Alla fine, arresa, la ragazza rispose al marito. "Le sta togliendo... il reggiseno." E, rassegnata chinò il capo con un sospiro.

"E, ad ogni modo, Deb." Riprese Kate, facendole rialzare lo sguardo. "Non stai avvinghiato come un pitone, ad una che conosci in modo... superficiale." Continuò, mimando le virgolette con le mani. "Poi, gira pagina, che non è finita." Aggiunse sarcastica.

Intimorita dal tono dell'amica, Deb sfogliò la rivista, trovandosi davanti un'altra serie di tre fotografie; un sempre più riconoscibile Orlando stava flirtando su un balcone, con la solita mora di prima. Lei era seduta sul muretto bianco del terrazzo e lui le palpeggiava spudoratamente il sedere, finché, nell'ultima foto, non si baciavano.

"Si stanno... baciando..." Deb pronunciò l'ultima parola in un soffio, sempre più allarmata dalla delicatezza della situazione.

"Non è solo questo, Deb." Intervenne Kate, calcando in modo fastidioso sul nome della ragazza. "Io sono abbastanza esperta, sul modo di baciare di Orlando, e posso senz'altro affermare che, in tale occasione, ci ha messo un bel po' di lingua." Spiegò poi, scientifica.

"Lingua? Io piuttosto la chiamerei endoscopio..." Non si trattenne dall'affermare ironicamente Dom; Kate lo guardò in cagnesco, poi prese un respiro profondo, tipo toro che carica, e gli mollò un feroce e dolorosissimo scappellotto sotto l'orecchio destro.

"Ahia!" Esclamò sbalordito il ragazzo, portandosi le mani alla parte lesa. "Ma che cazzo fai? Mi metti le mani addosso?!" Gridò, rivolgendole un'occhiata omicida.

"Faccio quello che mi pare, hai capito, grandissimo paraculo?!" Replicò arrogante la ragazza, puntando l'indice. "Quelli come te andrebbero castrati alla nascita, per evitare che si riproducano!"

"Ah, sì?!" Sbottò Dominic, altrettanto deciso. "A quelle come te, invece, ogni tanto gli andrebbe tirato un bel calcio nel culo, tanto lo sanno loro il perché!"

"Ragazzi, per favore!" Gridò Deb, mettendosi in mezzo; poi si rivolse alla ragazza. "Kate, comunque, noi non ne sapevamo nulla, vero?" E guardò Dom che, pur adirato, non poté fare altro che annuire. "Non è vero, Scott?" Si rivolse al marito che, però, con fare indifferente, guardava altrove; Deb fu colta da terribile sospetto. "Tu non ne sapevi niente, vero, Scott?!" Domandò preoccupata.

"Beh, io, veramente..." Fece vago l'uomo, che stava sudando freddo, visto lo sguardo inceneritore di Kate. "...io... un cicinino... ma proprio qualcosina..."

"Tu sai chi è questa troia?!" Esclamò Kate indicando la rivista. "TU LO SAI?!?!" Gridò; lui sobbalzò e guardò la moglie.

"Scott Cooper, se tu sai chi è quella donna, è il momento di dirlo." Gli consigliò severa Deb. "Ora." Aggiunse imperiosa.

L'uomo alzò gli occhi su Dominic che, al contrario delle due donne, lo sconsigliava, negando vigorosamente col capo; ma, ormai, era inutile giraci intorno, lui l'aveva riconosciuta, e poi poteva essere solo lei. O lo diceva, o rischiava di essere scuoiato.

 

Il momento di silenzio che seguì, parve a tutti anche troppo lungo; alla fine Kate posò le mani sul tavolo, sporgendosi verso l'uomo.

"Scott?" Fece minacciosa, lui sospirò arreso.

"Non mi sembra molto giusto nei confronti di Orlando, ma posso anche capire come ti senti tu..." Esordì infine, abbassando gli occhi.

"Parla!" Lo incitò la moglie.

"Si tratta di..." Tutti col fiato sospeso. "...di Josephine McArthur." Confessò balbettando.

"Chi?!" Sbottò incredula Deb, fissandolo negl'occhi.

"'orca troia!" Scappò a Dominic. "La tarantola... Orlando si tromba la tarantola..." Aggiunse a bassa voce.

"Il critico cinematografico?!" Chiese esterrefatta Kate; Scott annuì. "No, ti rendi conto!" Esclamò allora la ragazza, roteando gli occhi. "Guarda, io posso anche accettare di avere le corna, con un uomo come Orlando può capitare, ma cazzo, essere tradita con una vecchia!" Continuò scandalizzata e sempre più incazzata.

"Non esagerare, Kate!" Intervenne Scott. "La McArthur non è vecchia, avrà la mia età!"

"Scott." Ribatté torva lei. "Tu hai dieci anni più di me!"

"Ascolta Kate." La chiamò Deb. "Io credo che adesso dovresti cercare di calmarti, prima di parlare con Orlando..."

"Io non voglio consigli da voi." Dichiarò la ragazza, con troppa calma. "Voi tre siete troppo amici di Orlando, gli volete troppo bene, consapevoli o no, gli avete coperto il culo per chissà quanto tempo, perciò: non - voglio - consigli - da - voi." Scandì, accentuando le parole con gesti delle mani, poi riprese la sua borsa e il telefono.

"Ah, guarda, tanto io non avevo proprio intenzione di dartene!" Affermò Dom, alzando le mani e facendo una smorfia.

"Sì, sì..." Annuì retorica la ragazza. "...tanto lo so che non mi hai mai potuto vedere, Monaghan." Incrociò le braccia, fissandolo.

"Bah, visto che mi sono reso conto stasera che la cosa è reciproca, sono molto felice di porre fine alla nostra idilliaca conoscenza." Replicò sarcastico lui.

"Vai all'inferno, tu, Orlando, e tutta la vostra amata Compagnia." Gli augurò infine Kate.

"Almeno, con loro mi divertirò." Ribatté alzando le sopracciglia; lei gli mostrò il medio e lui fece una risatina poco divertita.

Kate si diresse verso la porta, sotto lo sguardo inquieto di Deb e Scott, ma dopo pochi passi si girò. "Sappiate, che a Orlando non gliela faccio passare liscia." Minacciò cupa, poi gli diede le spalle e uscì.

Dominic, appena la ragazza fu uscita, si sgonfiò subito dell'atteggiamento borioso che aveva tenuto fin lì, e si girò con uno sguardo preoccupatissimo verso gli amici.

"Dobbiamo avvertirlo!" Proclamò con urgenza.

"Riprova a chiamarlo!" Gli suggerì Deb; lui lo fece, ma bastarono pochi secondi perché tornasse a fissarla preoccupato.

"E' spento!" Esclamò disperato. "Questo grandissimo testa di minchia... Ma non lo sa che sotto il sole non si fa? Paparazzi merdosi..." Imprecò a bassa voce. "Voi non sapete dove potrebbe essere?" E tornò a guardare Scott e Deb; lei negò.

"Io non so dov'è, ma so dove abita lei." Disse l'uomo; Dom lo incitò a parlare con gesti affrettati. "Bel Air, 1540 Crest Hill Grove."

"Ok." Fece Dom annuendo, mentre cercava di recuperare la calma. "Voi riprovate a chiamarlo, io vado lì a vedere se lo trovo." Affermò di fretta, poi andò verso la porta; prima di uscire si girò di nuovo. "1540 Crest Hill Grove?" L'amico annuì confermando.

 

Orlando tornò a Malibu verso le sei e mezza del pomeriggio; solo quando scese dalla macchina, lasciata nel vialetto, dato che quella di Kate ostruiva l'entrata del garage, si ricordò di non aver riacceso il cellulare. Lo rimise in funzione mentre entrava in casa; ci trovò sopra un'infinità di chiamate perse, un paio erano di Kate e tutte le altre erano quasi equamente divise tra Deb e Dom. "Mah..." Fece perplesso l'attore, avvicinandosi al tavolino del salotto; solo la luce del tardo pomeriggio illuminava la stanza, entrando dalle grandi vetrate.

La sua attenzione fu catturata da una rivista abbandonata sul tavolino di cristallo; era strano, perché Kate teneva i suoi rotocalchi vicino all'altro divano. La prese, la guardò e il sangue gli gelò nelle vene, mentre una voragine si apriva nel suo stomaco; in quel momento gli squillò il telefono. Rispose senza guardare, tipo trance.

"Pronto..."

"Sono Dom." Fece una voce urgente, che lui stentò a riconoscere. "Ti devo avvertire di una cosa, Orlando..."

"Non importa." L'interruppe l'amico, che improvvisamente aveva collegato le telefonate. "Lo so già." La sua voce era atona, guardava fisso le pagine, senza vederle.

"Ah..." Mormorò Dominic. "Tutto a posto?" Chiese allora, un po' preoccupato.

"Per ora." Rispose Orlando. "Ti chiamo dopo."

"Ok..." Acconsentì l'amico, e così si lasciarono, senza le solite smorfie telefoniche.

Kate, nel frattempo, era uscita dalla cucina e lo fissava; lui aveva rilasciato le braccia lungo i fianchi, nella mano sinistra stringeva ancora la famosa rivista.

"Non dici nulla?" Gli domandò la ragazza; l'attore non si girò, ma chinò il capo.

"Penso che un oh, merda sarebbe un po' troppo banale, non credi?" Replicò mesto.

"Oh, sì che lo credo." Annuì lei; solo allora lui le lanciò un veloce sguardo. "Mi meritavo tutto questo, Orlando?" Aggiunse avvicinandosi; il ragazzo negò col capo.

"Certo che no."

"Vorrei solo sapere da quanto va avanti." Chiese allora la ragazza. "Così, per una mia curiosità personale." Lui sospirò.

"La conosco da... tre mesi." Ammise poi, continuando a guardare in basso. "Ma... non è cominciato subito..."

"Come se questo mi facesse sentire meglio." Dichiarò cupa Kate, fermandosi davanti all'attore; Orlando era meravigliato che i toni fossero così bassi. "Non vuoi proprio dire nulla?" L'incitò ancora lei.

"So che non c'è niente che io possa dire... per giustificarmi." Esordì il ragazzo, mantenendo la voce bassa e il tono mesto. "Avrei solo voluto avere il coraggio di farla finita prima." Kate fece un altro passo verso di lui.

"Se è così..." Affermò, con intonazione accondiscendente. "...se mi giuri che non la vedrai mai più, io potrei anche decidere di perdonarti..." Continuò toccandogli una mano.

"Di finirla con te..." Sussurrò Orlando, con voce flebile.

"Come hai detto?" Gli chiese la ragazza, piegando il capo per guardarlo in faccia.

"Avrei dovuto lasciarti quando mi sono accorto che i miei sentimenti erano cambiati." Precisò Orlando, alzando gli occhi in quelli di lei.

"Come hai detto, scusa?!" Ripeté la ragazza, ignorando le sue parole.

"Kate, per favore." Affermò lui alzando le mani. "E' già abbastanza squallido così..."

"Sì, hai detto la parola giusta, è squallido!" Sbottò lei scostandosi. "Mi hai tradita, senza pensare nemmeno per un minuto a quello che avrei potuto provare!"

"Questo non è vero!" Protestò Orlando. "Non volevo farti soffrire." Le assicurò accorato.

"Questo non toglie che lo hai fatto!" Gridò Kate. "Io ti ho dedicato tre, dico tre, anni della mia vita, della mia carriera!" Continuò indicandosi.

"La tua carriera?!" Replicò stupito Orlando. "Io, sono la tua carriera! O ti devo ricordare che quando mi hai conosciuto eri un'attricetta che poteva sperare solo in una parte nell'ennesima soap opera?" Lei spalancò la bocca scandalizzata.

"Con che coraggio mi rinfacci certe cose?!" Sbottò adirata. "Io ti ho seguito in culo al mondo, in mezzo al deserto, in condizioni precarie..."

"Ma a chi la vuoi raccontare?" Ribatté Orlando allibito. "Dove abbiamo girato, in Marocco, c'era perfino l'aeroporto, e stavi in un hotel cinque stelle!" Ecco, i toni si erano inevitabilmente alzati.

"Guarda che il torto ce lo hai tu, caro mio." Affermò allora la ragazza, posando le mani sui fianchi. "Sei tu che mi hai tradita con questa puttana!" Aggiunse indicando la rivista; Orlando, prima guardò allibito il rotocalco, poi lo lanciò sul tavolino.

"Come l'hai chiamata?!" Fece poi.

"Col suo nome." Rispose Kate. "Una che va a letto con un uomo impegnato può essere solo una troia, le do soltanto quel che merita." Orlando si sentì profondamente offeso.

"Tu non la conosci, non hai la minima idea di che persona sia, perciò non hai il diritto di giudicare!" Replicò con rabbia.

"La difendi! Non ci posso credere..." Disse la ragazza, voltandosi. "Io vorrei soltanto sapere..." E si girò di nuovo verso di lui. "...perché."

Orlando era sinceramente rammaricato, quando si era immaginato quel dialogo con Kate non aveva certo previsto quelle odiose foto, o che lei avesse scoperto il tradimento; tutto si era complicato, e non facilitava le cose il fatto che lui fosse oppresso da tremendi sensi di colpa.

"Kate..." Tentò il ragazzo, ma lei lo interruppe con un gesto della mano.

"Perché mi hai tradita? Credevo che le cose andassero bene tra di noi." Gli chiese con atteggiamento melodrammatico.

"Kate, io... non lo so..." Rispose triste Orlando. "Mi mancava qualcosa, una sicurezza che tu non mi davi, io ti voglio bene, ma..."

"Mi vuoi bene?!" Esclamò inferocita la ragazza. "Bel modo di dimostrarlo, non c'è che dire..." Aggiunse sarcastica. "Davvero, io, non capisco."

"Mi sono innamorato di lei, Kate!" Proclamò arreso il ragazzo, poi chinò il capo. "La amo più di quanto... abbia mai amato te..." Aggiunse a bassa voce.

Kate cominciò a tremare ed a respirare sempre più intensamente, una rabbia cieca si stava impadronendo di lei, sentiva di stare perdendo in modo irrimediabile tutto quello che aveva conquistato; se fosse stata solo una scappatella, una scopata, era un conto, ma così... Se era innamorato non c'era niente da fare, era finita, lo conosceva troppo bene, ma non era disposta ad accettare la situazione senza fare nulla, doveva pagarla...

Stava per scoppiare, doveva esternare la sua frustrazione; fece un passo indietro, alzando le mani e urlò. "Ahhhhhhh!!!" Orlando si allarmò, sobbalzando lievemente.

"Kate..." Fece avvicinandosi a lei. "Kate... ti prego, non fare così..." E allungò una mano.

"STAMMI LONTANO! NON MI TOCCARE!!" Gli gridò contro, indietreggiando ancora con i pugni alzati. "Ti odio!"

"Non puoi prenderla così, ti prego!" L'implorò Orlando, tentando ancora di avvicinarsi. "Non avrei mai voluto ferirti, credimi! Tutto quello che ci siamo dati in questi anni, non lo possiamo buttare via così!"

Lei alzò uno sguardo furibondo, gli occhi pieni solo di rabbia. "Sei tu che lo stai facendo, Orlando, mi hai usata e buttata nel cesso, ora puoi anche tirare la catena!" Detto questo Kate si coprì il viso con le mani, cominciando a singhiozzare; lui sospirò amareggiato.

"Puoi anche non credermi, ma io ti ho voluto, e ti voglio, bene." Mormorò infine. "Non avrei voluto mai, mai, mai, farti del male, ma io la amo e non posso farne a meno..."

La ragazza emise una specie di sibilo a denti stretti, poi tirò su col naso e ringhiò, o forse fece un ghigno, chissà, poi gridò: "Stronzo bastardo!" E caricò un destro che colpì Orlando in piena faccia.

Stavolta non vide luci bianche, o stelline, o uccellini tipo cartoon, sentì solo una specie di schiocco e un forte dolore; fece un passo indietro, sorpreso dal gesto, inciampò in qualcosa, si sentì cadere, poi una botta dolorosa alla testa e, infine, solo buio...

 

CONTINUA...

   
 
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