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Autore: Grace82    01/07/2013    2 recensioni
Siete mai state innamorate di qualcuno? Immagino di sì.
E se quel qualcuno fosse il fratello della vostra migliore amica?
E se quel qualcuno fosse così bello da spezzare il fiato?
E se quel qualcuno non fosse interessato a voi?
Questa è la situazione in cui si trova Giulia, 17 anni, fidanzata con Marco, ma consapevole delle farfalle nello stomaco che la vicinanza di Simone le provoca, consapevole di essere totalmente e incondizionatamente pazza di lui.
Simone, però, la considera semplicemente 'l'amica di sua sorella'.
E se il destino ci mettesse lo zampino? Se il destino riuscisse ad avvicinare due persone apparentemente tanto distanti?
Questa è la mia prima fan fiction e da poco sono entrata in questo mondo bellissimo.
Spero che la mia storia vi piaccia anche perché a me batte il cuore ogni volta che la immagino nella mia testa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come diceva la canzone? Ah, sì.
Il tempo va, passano le ore
e finalmente starò con Simone.
Non credo fosse proprio così ma era quello il concetto.
Il giorno seguente dovevo partire per Capri con la mia famiglia e quella di Laura. Dal momento in cui mia madre mi aveva avvisata dell’imminente vacanza, avevo provato diverse sensazioni: sorpresa, felicità, ansia e spavento.
SORPRESA perché non credevo che sarei mai riuscita a passare tanto tempo, cioè tre settimane, con Simone, anche se effettivamente non era una vacanza riservata a noi due;
ANSIA perché non sapevo come avrei reagito alla possibilità di stare così a stretto contatto con lui dopo tanto tempo;
FELICITÀ perché, potevo negarlo quanto volevo, ma avevo una voglia matta di rivederlo;
SPAVENTO perché avevo una fottutissima paura di soffrire ancora per causa sua.
Ecco, ero sempre ferma allo stesso punto.
Simone, Simone, Simone.
Tutto ruotava ancora intorno a lui.
Non era mai stato un problema ammettere a me stessa di essere innamorata di lui, il problema stava nel dimenticarlo, nel sopprimere questi sentimenti suicidi.
Io stavo con Marco, e dovevo rispettarlo.
Mi addormentai sperando che tra il dire e il fare non ci fosse di mezzo così tanto mare.
 
****
 
Il giorno seguente mi svegliai piena di energia e buoni propositi, complice una sana dormita. Le valigie erano pronte e così optai per una bella doccia fresca. Il caldo cominciava a farsi sentire ed io lo avevo sempre odiato.
Per le nove ero bella, si fa per dire, e pronta. L’appuntamento era alle 9.30 davanti casa di Laura, quindi ero perfettamente in orario. Non avendo niente da fare mi stesi sul letto con le cuffiette nelle orecchie. La musica era da sempre il mio rifugio personale, tanto che prendevo lezioni di canto da quando avevo 10 anni.
Stavo canticchiando ‘La notte’ dei Modà, ma qualcuno saltò sul mio letto facendomi sobbalzare dalla paura.
-Giorno scricciolo-. Era Marco che con un ghigno mi guardava divertito.
-Sei un idiota.- gli dissi tirandogli un pugno sulla spalla.
-Mi mancherai anche tu.-
-Mi stavi facendo morire d’infarto cosa pretendi?-
-Pretendo che non parti e rimani qui con me.-
-Sai che mi hanno incastrata.- Effettivamente era così. Ma non potevo non essere felice di fare una piccola vacanza con la mia migliore amica.
-Scastrati allora!- disse facendo la faccia da cucciolo.
Non potei trattenermi dal ridere.
-Vedi che sei un cretino?-
-Un cretino a cui mancherai.- Quanto era dolce. Io mi sentivo in colpa per tutti quei pensieri su Sim…no! Non dovevo nominarlo.
Io mi sentivo in colpa per tutti quei pensieri sull’Innominato.
-Anche tu mi mancherai.- gli sussurrai prima di afferrare il colletto della sua maglietta e tirarlo verso di me per baciarlo.
Era un bacio dolce, intenso e caldo. Mi piaceva stare con lui.
Un colpo di tosse mi fece sobbalzare ed interruppe il nostro momento.
-Scusate ragazzi.- Mia madre. I suoi occhi. Le nostre labbra.
Stavo sprofondando dalla vergogna. Al contrario Marco sembrava a suo agio.
-Dobbiamo andare.-
-Allora io vado, ciao Giulia!- mi disse schioccandomi un bacio sulla guancia. Io, ancora imbarazzata, non potei far altro se non sorridergli mentre si allontanava dalla mia stanza.
-È un bravo ragazzo.- Ci mancava solo mia madre adesso.
-Si lo so-. le risposi un po’ scocciata scendendo al piano di sotto.
 Messe tutte le valigie in macchina e salutata la mia casetta, io, mia madre, mio padre e mio fratello partimmo verso casa di Laura. L’agitazione saliva e, insieme, anche il desiderio di picchiare mio fratello che non la smetteva di parlare, parlare e parlare. Luca aveva dieci anni, ma la sua loquacità non era all’altezza dell’età. Non la smetteva mai, aveva sempre qualcosa da dire. Per me era un animale, ma gli volevo bene.
-Puoi stare zitto per favore?-
-Che vuoi? Mi sembra di non essere intervenuto mentre tu e Marco facevate le zozzerie.-
Appunto.
-Siamo arrivati!- disse mia madre.
Non feci neanche in tempo a scendere dalla macchina che Laura si buttò su di me.
-Ciao tesoro! Non vedo l’ora di partire con te!-
-Anche io! Ci voleva una vacanza tra amiche.-
-Anche se abbiamo i nostri genitori di mezzo?-
-Anche se abbiamo i nostri genitori di mezzo. Non ti preoccupare, troveremo una soluzione per divertirci.-
-E chi vi dice che ve lo permetterò?-
Ecco. Quella voce. La SUA voce. Dio come mi era mancato.
Lentamente mi girai e mi persi a contemplare la sua bellezza.
Era più alto e muscoloso del solito, e un orecchino sfavillava sul suo orecchio destro.
Per il resto era rimasto dannatamente sexy.
 
Idiota hai la bavetta, chiudi la bocca.
 
Coscienza del cacchio.
-Fratellone, noi faremo quello che ci pare. Anzi, tu vedi di sparire.- disse Laura.
Sparire? Ma se io volevo saltargli addosso e non lasciarlo mai più!
-Ti piacerebbe.-
-Mi piacerebbe e sarà così. Vero Giulia?-
-Eh?-
 
Sei proprio scema. Ti vuoi riprendere razza di cretina?
Se tu parli io come mi riprendo?
 
-Ciao Giulia! Sei cresciuta tanto!- disse scompigliandomi i capelli. Ma chi ero? Un cane?
-Non credo che lo pensi veramente visto quello che hai appena fatto.- E tutta questa sicurezza da dove usciva?
-E non solo fisicamente deduco.-
-Deduci bene.- risposi fiera.
 
Alleluia! Brava!
Grazie!
 
Ad un certo punto cominciò a squadrarmi dall’alto verso il basso con uno strano sorrisetto sulle labbra. Stavo per avvampare ma Giulia intervenne salvandomi in calcio d’angolo.
-Smettila di guardarla così! Lei è mia ed è già fidanzata!-
-Io non stavo facendo niente idiota!- le rispose Simone.
-Oh sì invece-
La situazione si stava facendo imbarazzante, ma per fortuna c’era la mia seconda mamma.
-Ragazzi dobbiamo partire, altrimenti non arriveremo mai!- disse Mariagrazia.
Amavo quella donna.
Così mi voltai e cominciai a dirigermi verso la macchina dei miei.
 
-Ehi Giulia, ti va di viaggiare con noi?-
Come non detto.
-No, no, non ti preoccupare. Poi non ci entriamo.-
 
Che scusa del cavolo. Se te lo ha chiesto vuol dire che non è un problema, genio!
 
-Ma figurati! Non te lo avrei chiesto altrimenti!-
 
Appunto.
Puoi tacere per favore! Non riesco a ragionare.
Se ragioni è peggio, fidati.
 
-Allora?-
-Dai Giulia! Vieni con noi.- Questa era Laura.
-Va bene.-
-Coraggio, sali allora.-
Perfetto! Il viaggio sarebbe durato minimo 5 ore e 37 minuti.
5 ore e 37 minuti nella stessa macchina di Simone.
5 ore e 37 minuti di agonia e felicità.
 
Senza parlare delle rimanenti tre settimane. Non sapevo come sarei sopravvissuta indenne da quel combattimento epico.
Una cosa era certa: qualunque cosa avessi fatto, non sarei dovuta apparire debole.
Basta con la ragazzina innamorata e non corrisposta che fa di tutto per mostrarsi simpatica al ragazzo in questione senza rendersi conto di apparire solo patetica.
Basta.
Giulia, fuori le palle.
 
Già, quelle che hai nascosto per troppo tempo.
E stai zitta un po’.
  
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