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Autore: Grace82    28/06/2013    4 recensioni
Siete mai state innamorate di qualcuno? Immagino di sì.
E se quel qualcuno fosse il fratello della vostra migliore amica?
E se quel qualcuno fosse così bello da spezzare il fiato?
E se quel qualcuno non fosse interessato a voi?
Questa è la situazione in cui si trova Giulia, 17 anni, fidanzata con Marco, ma consapevole delle farfalle nello stomaco che la vicinanza di Simone le provoca, consapevole di essere totalmente e incondizionatamente pazza di lui.
Simone, però, la considera semplicemente 'l'amica di sua sorella'.
E se il destino ci mettesse lo zampino? Se il destino riuscisse ad avvicinare due persone apparentemente tanto distanti?
Questa è la mia prima fan fiction e da poco sono entrata in questo mondo bellissimo.
Spero che la mia storia vi piaccia anche perché a me batte il cuore ogni volta che la immagino nella mia testa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PROLOGO


Era un giorno di maggio del 2010.
Mi trovavo davanti la porta di casa della mia migliore amica, Laura.
Avevamo appuntamento per le 10.00, ed erano già le 10.30, ma di lei nessuna traccia. Avevo suonato il campanello come minimo 30 volte e nella maggior parte dei casi lo avevo tenuto premuto per 2 minuti.
Le chiavi erano attaccate alla porta ma io non mi ero ancora decisa ad aprire. Nonostante ci conoscessimo dalla nascita, così come le nostre famiglie, non me la sentivo di entrare senza permesso.
Una volta arrivate le undici, però, superato il limite di sopportazione, girai le chiavi e aprii la porta.
Magari stava dormendo.
-Laura!- Nessuna risposta.
-Lauraaa- Ripetei quasi urlando, ma niente.
Cominciai ad incamminarmi verso la stanza della mia amica, ma un piccolo tonfo mi fece sobbalzare.
Il mio cellulare era caduto per terra. Lo maledissi un paio di volte prima di chinarmi per raccoglierlo. Mi stavo alzando ma, nonostante conoscessi a memoria ogni angolo di quella casa, non mi ricordai delle mensole attaccate al muro, o meglio dei loro spigoli.
Lanciai un urlo fortissimo,, sperando che la mia voce facesse scomparire  il dolore lancinante che quella botta mi aveva provocato.
Misi la mano in testa e quando tornai a guardarla vidi del sangue sulle mie dita. Provai a tirarmi su, ma la vista cominciava ad appannarsi e se non fosse stato per due braccia muscolose sarei caduta a terra.
-Oddio Giulia! Avevo le cuffie, non ti ho proprio sentita! Scusami.- mi disse Simone, il fratello di Laura, mentre mi prendeva in braccio. Io riuscii a mugugnare un ‘non fa niente' , ma stavo per svenire, me lo sentivo.
Pian piano mi poggiò su un letto, probabilmente il suo.
-Vengo subito!- urlò mentre usciva dalla stanza. Poco dopo tornò con del disinfettante, ghiaccio freddo avvolto in uno strofinaccio e una buona dose di ansia.
Il contatto col primo mi provocò un lieve bruciore, col secondo un po’ di sollievo, ma, inaspettatamente, solo i suoi occhi riuscirono a trasmettermi calma e tranquillità.
-Mi dispiace, vedrai che passa.- disse sfiorandomi la guancia con due dita.
 
Da quel giorno cominciai a guardare Simone in modo diverso. Mi innamorai di lui, dei suoi occhi color nocciola, dei suoi capelli marroni sempre scompigliati, dei suoi addominali, della sua voce ma, soprattutto, mi innamorai del fratello della mia migliore amica. A lei non dissi nulla, anche perché non sapevo come avrebbe reagito. E comunque non sarebbe servito a nulla.
Simone era uno di quei ragazzi belli e impossibili, non perché stronzo e vanitoso, ma semplicemente perchè piaceva a tutto, ma dico tutto, il genere femminile presente sulla Terra. Aveva così ampia scelta da lasciarmi in un angolino remoto della piramide delle ragazze a sua disposizione. Non mi avrebbe mai guardata come io guardavo lui.
Bassina, mora, magra, niente tette, migliore amica della sorella. C’erano anche tre anni di differenza tra noi, io più piccola e lui più grande e, come se non bastasse, non riuscivo a vedere in me qualcosa che superasse il decente. No, decisamente non ero il suo tipo.
Ero innamorata di lui da 3 lunghi anni.
Nell’estate del 2012 le giovanili calcistiche del Bari lo avevano chiamato e lui, nonostante fosse distante da Modena, non aveva rifiutato. All’inizio mi era mancato un sacco poi, però, una parte del mio cuore venne occupata da Marco, un ragazzo che avevo conosciuto a scuola. Era gentile, premuroso, affettuoso e simpatico. Stavo bene, ma nulla a che vedere con le farfalle dello stomaco che mi provocava la sola vicinanza di Simone. A Marco avevo deciso di dare una possibilità credendo e sperando che prima o poi il vuoto che provavo dentro venisse colmato.
Col tempo mi sarei dimenticata di Simone e avrei imparato ad amare Marco così come lui meritava.
Peccato per mia madre e le sue grandi idee.

-Giulia, tesoro?-
-Dimmi mamma.-
-Tra due settimane partiamo.-
-E dove andiamo?-. 
-A Capri, con Laura.- Ansia.
-Che intendi per Laura?-
-Laura e la sua famiglia.- Panico assoluto.
-Specificare prego.- 
-Laura, Mariagrazia, Paolo e Simone.- Morte istantanea.
 
Avevo diciassette anni, appena finita la scuola e tutta un’estate davanti.
Estate che sarebbe diventata la più intensa della mia vita.
  
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