Anime & Manga > Koi suru Bo-kun
Segui la storia  |       
Autore: Panny_    01/07/2013    4 recensioni
«MORINAGA! COSA CAZZO MI SUCCEDE?!» urlò Souichi, mostrandogli la pancia. «sto male da quando l’abbiamo fatto l’ultima volta! Mi hai drogato neh? Tipico di te, dato che la prima volta l’ho fatto con te sotto effetto di un eccitante!»
-------------------------------------------
«COME SONO FINITI I MANDARINI?» urlò Souichi, attirando il pubblico.
«Mi dispiace signore, li abbiamo finiti ieri e il nuovo carico deve ancora arrivare»
«MA IO VOGLIO DEI MANDARINI!» sbraitò lui, da risposta.
---------------------------------------------------
«No... no tu non sei un mostro... Tu sei una persone incredibile.... un uomo che aspetta un bambino... è qualcosa di... di... »
«Orribile...» concluse il biondo, dandosi un pugno sulla pancia.
-----------------------------------------------------
I caratteri dei personaggi potrebbero cambiare nel corso della storia, negli avvertimenti aggiungerò anche l' OOC quindi vi pregherei di non scrivere nelle recensioni "Morinaga/Souichi è troppo OOC" o roba simile.
Grazie dell'attenzione. I capitoli nuovi verranno pubblicati ogni lunedì.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nient'altro che noi-Capitolo 13

Morinaga non era poi così convinto che fossero i bambini. Aveva letto da qualche parte che i gemelli solitamente nascevano prematuramente e da metà settimo mese era sempre in allerta.
«Senpai, rilassati e stenditi sul divano... forse tutto questo movimento non piace ai bambini...» esternò Tetsuhiro alzandosi e aiutando il senpai a sdraiarsi sul divano. Appena il biondo si stese su di esso completamente, lanciò un forte urlo. Il suo pantalone, ora che se ne accorgeva, si era bagnato.
«Senpai! S-si sono rotte l-le acque!» gridò, allarmato, il kohai, correndo a prendere un asciugamano da appoggiargli sotto al sedere. Kanako sentendo il trambusto si svegliò dal suo riposino e si affacciò da sopra la rampa di scale, per poi correre giù vedendo il senpai sofferente.
«Nii-San!» gridò la ragazza, raggiungendo il fratello.
«K-Kanako.. f-fa m-malissim-AAHHH!» il senpai gridò forte e Morinaga subito corse da lui, spostando bruscamente la sorellina del suo amato e aggiustandogli l’asciugamano come aveva pensato prima e sfilandogli i pantaloni.
«Kanako, ti vuoi muovere a chiamare l’ospedale?!? E dici che si tratta di Souichi!!!» gridò Morinaga, pur mantenendo un certo autocontrollo «Senpai, respira come faccio io e stringimi la mano quanto vuoi... voglio sopportare insieme a te questo dolore...» concluse Morinaga, rivolgendosi al senpai.
Kanako, cercando di scacciare via il panico, compose il numero dell’ospedale, tremolante come una fogliolina di un albero in pieno autunno.
Sapeva che se avesse perso il controllo avrebbe solo peggiorato la situazione, ma se l’avesse perso il futuro papà, sarebbe stata la fine.
Il senpai cominciò a gemere sempre più forte dal dolore, iniziando perfino a piangere.
Morinaga cercava di calmarlo accarezzandolo e pulendogli il sudore con un altro asciugamano mentre sopportava in silenzio tutto il dolore che il suo senpai stava provando, nascondendolo dietro a una faccia felice, sperando che potesse rassicurarlo.
Non era mai stato felice di ricevere percosse da quell’uomo, ma in quel momento ne era contento perché tutto quel dolore avrebbe portato a una gioia immensa tra le loro braccia.
Si sentì la sirena dell’ambulanza quando ormai era entrato in travaglio: lo si poteva dedurre dal sangue che gli usciva da... lì.
Entrò una squadra di infermieri, ben attrezzati, e giunse lì anche il loro nuovo ginecologo. Quest’ultimo notò che era entrato in travaglio e dedusse che era impossibile farlo arrivare in ospedale in quelle condizioni...
Tetsuhiro sbarrò gli occhi. Si sentì mancare: e se fosse successo qualcosa?
Nonostante i brutti pensieri annuì a tutto quello che disse il ginecologo. Uno degli infermieri prese un bisturi dalla valigia che il dottore si portava, costantemente, ovunque, sterilizzandolo sulla fiamma della cucina. Lo porse al suo senpai e questo cominciò a incidere sul pancione di Souichi.
«Purtroppo non ho anestetici... dovrà sopportare il dolore... mi spiace...» proferì l’uomo, sapendo cosa stava facendo. Fece un taglio profondo, mentre il povero Souichi gridava come se lo stessero ammazzando.
«MORINAGA! TI ODIO!» gridò in preda al dolore più atroce.
Il moro rimase in silenzio, accarezzandolo e facendogli mordere il braccio, così che non si spaccasse i denti dato che li stringeva forte per sopportare il dolore.
Sentì i denti del biondo affondare nella carne... sopportò tutto quel dolore con un solo pensiero in testa: “Lui sta soffrendo più di me per regalarmi la più grande gioia che possa esistere a questo mondo!”
Le mani del ginecologo esperto, ovviamente coperte da guanti sterilizzati, affondarono nel ventre del senpai, il quale cercò di calmarsi per non perdere i sensi.
Due ragazze della squadra di pronto soccorso aiutarono il primario, tamponando il sangue che usciva e asciugandogli la fronte di tanto in tanto.
Kanako si allontanò, non riuscendo a sopportare la visione di tutto quel sangue, ma nel caso serviva il suo aiuto sarebbe scattata come quando una delle ragazze dell’equipe le chiese degli asciugamani per i  bambini.
Dopo qualche minuto, il primo bambino uscì: si trattava del maschietto. Al bambino tagliarono subito il cordone che legava lui alla mamma per gli ultimi secondi.
Il senpai vide il piccolo nelle mani della ragazza, la quale accolse in neonato che piangeva prontamente tra le braccia.
Per un secondo sul volto del senpai fiorì un dolce sorriso, per poi lasciare spazio a un’espressione di sofferenza.
Il dolore atroce che sentì quando le mani del dottore affondarono nuovamente nel suo ventre fu talmente forte che perse i sensi.
Lo si poteva capire: oltretutto stava partorendo e non aveva neanche un grammo di anestesia che gli scorreva nelle vene.
«SENPAI! S-SVEGLIATI!» urlò Morinaga, cercando di farlo svegliare.
La situazione si stava rivelando quasi ingestibile, anche perché il sangue che usciva dalla ferita usciva sempre più e il panico stava cominciando a percorrere ogni persona in quella stanza.
«Non riesco a trovare la bambina!» commentò il dottore, cercando in ogni angolo del ventre di Souichi.
Morinaga sentì il suo cuore pompare forte. Sentì un nodo alla gola che non voleva snodarsi in nessuna maniera e una paura folle di perdere le sue ragioni di vita.
Vide un’espressione felice sul viso del dottore. «L’ho trovata...» disse estraendo al bambina dal ventre del senpai.
Ma quella felicità non era destinata a durare a lungo: non si muoveva e il cordone ombelicale le stringeva il collo. Con maestria fu stesso il ginecologo a tagliare il cordone che soffocava la piccola neonata.
«Presto! Controllate che stia bene! Non so come, ma fatela piangere!» ordinò l’uomo, mantenendo la calma «e tu!» si rivolse a un ragazzo che era corso a controllare lo stato dell’altro neonato il quale sembrava essere in salute «ricuci la pancia di quest’uomo! Troverai il materiale nella mia borsa! Fai presto!» concluse, avvicinandosi alla piccola.
Morinaga si sentì mancare: la... bambina... Souichi... erano cosparsi di sangue... e non si muovevano...
Due delle sue ragioni di vita più importanti si trovavano probabilmente tra la vita e la... morte.
Lui doveva resistere. Lei anche. Entrambi erano forti, non potevano lasciarlo con l’altro piccolino.
Sentirono una nuova volante dell’ambulanza arrivare e irrompere in casa con due lettini. Su di uno caricarono il corpo svenuto del senpai, il quale sembrava morto e sull’altro poggiarono la piccola, coprendola con due asciugamani. L’infermiera che teneva in braccio l’altro bambino seguì la volante dove caricarono la piccola, mentre Morinaga, indeciso, seguì la piccola mentre lasciò il senpai a Kanako.
La ragazza, dopo aver assistito a tutto quello, era ancora rimasta traumatizzata, ma si riprese correndo nella volante insieme al fratello. Correndo con i due veicoli e con la sirena accesa, si fecero spazio tra il traffico, arrivando in meno di un quarto d’ora, laddove minimo ci voleva il doppio del tempo per arrivare alla struttura ospedaliera. Presto portarono la piccola creaturina che, durante il tragitto, non aveva ancora acquistato i sensi, e il senpai, il quale si trovava in una situazione simile alla sua bambina, in rianimazione. Il ginecologo chiamò il suo fidato amico che si occupò del senpai, mentre lui fu alle prese con la piccola.
Morinaga, non potendo entrare, aspettò fuori, insieme a Kanako.
«Stanno morendo... Kanako... stanno morendo!» si lasciò sfuggire Morinaga, strattonandola e lasciandola dopo poco, lasciandosi scivolare contro il muro.

------------------------------------------------------
eeeeh no, non poteva filare tutto liscio. Perché? Perché è Rosa Mele (il mio vero nome >.<) a scrivere la storia. 
Beh, spero di avervi attirato... a lunedì prossimo con l'ultimo o penultimo capitolo di "Nient'altro che noi".
Cosa succederà alla bambina e al Senpai? Il maschietto è davvero in forma come hanno notato? Chissà...
A lunedì... _Panny
------------------------------------------------------



                                                                                                       
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Koi suru Bo-kun / Vai alla pagina dell'autore: Panny_