THE TIME OF OUR LIVES
- A Zayn Malik fan fiction
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Capitolo 8
Let me love you
Venerdì,
22 agosto
Il tempo stava volando. Sembrava fossero passati pochi giorni da quando ero arrivata, e invece erano passati due mesi. Da due mesi non vedevo la mia famiglia; da due mesi conoscevo Eddie; da due mesi faticavo ogni settimana per riuscire a rendere la vacanza di qualcun altro la migliore possibile; da due mesi mi rendevo ridicola ogni sera per gli spettacoli del villaggio; ma soprattutto, da due mesi conoscevo Zayn, il ragazzo arrogante e strafottente che in realtà era tutt’altro che quello. Passavo ogni minuto libero dal lavoro con lui, e ogni tanto riuscivamo a stare insieme anche durante gli orari del miniclub. Era incredibile come le cose fossero cambiate, e proprio per questo, allo stesso tempo sembravano essere passati secoli, era quasi come se ci fosse sempre stato.
Tra lo staff, giravano parecchie voci che io e Zayn fossimo qualcosa di più che semplici amici, ma ormai non ci facevo più caso: sentivo il momento in cui avremmo dovuto partire per tornare a casa, lui a Bradford e io a Newcastle, farsi sempre più vicino, e ne avevo una paura folle, nonostante le sue promesse che saremmo riusciti a farcela in ogni caso. Ero innamorata, il solo pensiero di dover stare lontano da lui mi faceva male dentro.
“Buongiorno splendore! Sbrigati che non vedo l’ora di vederti :) x”
Fu il primo messaggio che lessi al mio risveglio, come sempre, e come sempre mi mise un sorriso. Erano quelle cose semplici che mi facevano impazzire, quelle piccole accortezze da parte sua che ogni giorno mi mettevano di buon umore, sapendo che in pochi minuti l’avrei visto. Mi preparai di fretta e scesi verso l’uscita dell’edificio dello staff, per trovare Zayn lì, mentre finiva la sua sigaretta e mi aspettava.
“Ciao”
Gli dissi solo, e lui in risposta mi tirò a sé per un piccolo bacio, per poi prendermi per mano e andare verso il ristorante. Il tavolo della sua famiglia era ancora vuoto, come la maggior parte dei tavoli, così prendemmo entrambi posto lì.
“Lo sai vero che giorno è oggi Zayn?”
“Il giorno in cui mi chiedi di saltare tutti i tuoi impegni e scappare via insieme?”
Finsi una risata, poi scossi la testa, addolcendo lo sguardo man mano che il suo si faceva più difensivo.
“Oggi è venerdì amore, tornei sportivi durante il giorno e grande festa la sera”
“Con balli e diavolerie varie. Preferivo la mia idea sai?”
Concluse tentando di apparire infastidito, ma arricciando le labbra nel modo più adorabile possibile. Il tema di quella sera sarebbe stato “Un walzer al chiaro di luna”, uno di quegli eventi a cui nessun ragazzo avrebbe voluto partecipare, ma che erano così romantici da far sì che le ragazze non aspettassero altro.
“Oh dai, tanto alla fine ti diverti anche tu”
Dissi buttando giù anche la seconda tazza di caffè.
“Tutto quel caffè ti rende iper attiva Lexie… E in ogni caso, mi diverto solo se poi quando è finito possiamo stare un po’ da soli, che ne dici?”
“Affare fatto, ma sappi che se mi addormento sulla tua spalla non è colpa mia, ma tua che mi vuoi togliere il caffè. Potremmo andare sulla spiaggia, è da tanto che non lo facciamo”
“Tu sì che mi conosci scimmietta. Tu impegnati a stare sveglia, farò io tutto il resto”
Concluse con un sorriso, lasciandomi per l’ennesima volta senza fiato.
La giornata passò abbastanza velocemente, nonostante avessi dovuto partecipare a tutti i tornei come giocatrice e non come arbitro, dato che Eddie, tornato al lavoro da pochi giorni, era ancora poco sicuro sulla gamba. Quando tornai verso la mia camera per prepararmi per la cena e poi la serata, ero praticamente distrutta, e non notai Zayn finché non mi chiamò.
“Devo chiamarti scimmietta perché ti giri Lexie?”
Mi chiese alzando la voce e incassando piuttosto bene la mia occhiata fulminante. Almeno metà dello staff che era negli appartamenti doveva averlo sentito e già mi immaginavo le loro domande, i loro volti confusi sul perché Zayn mi chiamasse scimmietta, le infinite prese in giro. Sospirai, in ogni caso non sarei riuscita ad arrabbiarmi con Zayn, e al contrario andai ad abbracciarlo, per poi mordergli la guancia quando lui aspettava un bacio.
“Ti avevo promesso che ti avrei buttato in piscina vestito Malik, occhio che lo faccio. E poi non ti salvo”
“Ma guarda che trattamento che devo ricevere. E io che sono venuto qui solo per te. Se vuoi me ne vado”
Detto ciò fece per andarsene, offeso, poi si girò sorridendo. Sul mio viso doveva esserci un’espressione a metà tra il confuso e lo scettico.
“Paura che me ne andassi davvero eh?”
“Troppa paura, davvero troppa, guarda, sto tremando!”
Scherzai, poi lo portai dietro alla casa, in modo che fossimo meno visibili. Non appena girammo l’angolo, mi prese il viso tra le mani e mi baciò, per poi tornare a guardarmi negli occhi.
“Non vedo l’ora che sia stanotte –disse- Voglio mostrarti una cosa, non sto nella pelle per sentire cosa ne pensi”
“E non puoi mostrarmela adesso questa cosa?”
“No, meglio se aspettiamo stanotte, sarà molto meglio così”
“Uffa, tu e il tuo vizio di stuzzicare la mia curiosità e lasciarmi a bocca asciutta.”
Mi accarezzò la guancia, per poi passare la mano sul collo, la spalla sinistra, il braccio, il fianco, e infine mi lasciò un bacio sulla fronte.
“Ci vediamo più tardi piccola”
Più guardavo Zayn, più mi convincevo che non aveva nessuna voglia di essere nell’anfiteatro quella sera, e non avevo il coraggio di torturarlo di più facendolo ballare tutto il tempo. Lasciai che stesse nel suo angolino la maggior parte del tempo, lanciando un’occhiata di tanto in tanto e sorridendo quando i nostri sguardi si incrociavano, finché non salutammo gli ospiti e chiudemmo la serata. Non appena riuscii a sfilare via dai miei colleghi lo raggiunsi, notando che aveva con sé uno zaino.
“Cos’hai lì dentro?”
“Sorpresa. Seguimi per scoprirlo bambina”
Rispose, per poi avviarsi verso la spiaggia. Alzai gli occhi al cielo, poi lo seguii, portando la mano sulla sua nuca, per poi poggiarmi su di lui. Per quanto tempo passasse non mi stancavo mai di passeggiare con lui; era naturale, spontaneo, non c’erano silenzi imbarazzanti o conversazioni buttate lì, giusto per riempire gli spazi.
“Bene, ho due coperte, una bottiglia di vino, due bicchieri, e… Beh, questo. Che ne dici di dormire in spiaggia stanotte?”
Spalancai gli occhi, dovevo aver sentito male, o forse stava scherzando.
“Sono serio, e non ho ancora bevuto, non fare quella faccia dai. Domani è il tuo giorno libero, non hai problemi di lavoro. E io non ho niente da fare e ho detto a mia madre che non sarei tornato a dormire stanotte, quindi a meno che tu non voglia lasciarmi da solo, sei costretta a stare con me bambina, mi spiace”
Concluse, mostrandomi il suo solito sorriso. In effetti aveva pensato a tutto, e l’idea di passare la notte con lui aveva viaggiato nella mia mente moltissime volte, se non che non avevo mai trovato il modo per farla funzionare. Ma la sua idea, per quanto folle, era perfetta.
Lo aiutai a stendere la prima coperta verso la pineta, vicino al posto dove di solito si accendeva il fuoco per i falò, in modo che fossimo più riparati dal vento, poi mi ci sedetti, mentre Zayn preparava il vino e i bicchieri, che riconobbi come quelli del ristorante: lo guardai, trattenendo a stento una risata.
“Che c’è? Quelli di plastica sono brutti e poco chic, invece questi facevano proprio al caso nostro… Li ho chiesti al maitre, gli ho promesso una mancia e che glieli avrei riportati domani”
Fu la sua risposta al mio sguardo, che mi impedì di trattenere oltre la risata.
“Non ti stavo accusando di averli rubati Zayn” Gli dissi ridendo, per poi aiutarlo a versare il vino bianco nei bicchieri.
“A noi due piccola”
“A noi due”
Annunciammo alzando i bicchieri e brindando, per poi scambiarci un bacio al gusto di vino bianco. Zayn poggiò la testa sulle mie gambe e trascorremmo diversi minuti in un silenzio confortevole, a guardare la luna appena velata da alcune nuvole, finché Zayn non portò lo sguardo su di me.
“C’è un’idea che non riesco a togliermi dalla mente sai? A parte mia madre che mi ha dato l’idea nessuno sa nulla, però davvero, non faccio che pensarci”
Lo guardai curiosa accarezzandogli i capelli, sorpresa che non mi fulminasse per averglieli toccati, e al contrario sorridesse semplicemente, come se fosse quasi timido.
“Riguarda la cosa che volevi mostrarmi?”
“Direi proprio di sì”
“Allora dimmi dai, sono curiosa”
Inspirò ed espirò a fondo prima di cominciare a parlare, era come se questo fantomatico argomento gli stesse così tanto a cuore che faceva fatica a fidarsi delle sue parole per dirmelo.
“Di solito guardi i programmi come X Factor?”
“Se ci sono, non mi dispiacciono a dirla tutta, ma di certo non passo la mia vita ad aspettarli… Perché?”
“Perché -spiegò facendo una pausa per un altro sospiro- mi piacerebbe partecipare”
Ci riflettei un secondo. Pensandoci, aveva una voce angelica anche solo quando parlava. E non faticavo ad immaginare come sarebbe stato mentre cantava. Però era anche vero che fumava, e normalmente i cantanti non lo fanno. Il risultato della mia riflessione fu la più totale confusione su cosa avrei dovuto aspettarmi. E in tutto questo, mi accorsi che Zayn ridacchiava, probabilmente per l’espressione che dovevo avere stampata in viso.
“You should let
me love you
Let
me be the one to
Give
you everything
you want and need
Baby
good love and
protection
Make
me your selection
Show
you the way
Love's
supposed to be
Baby
you should let me
love you, love you, love you, love you, yeah”
Ero
ipnotizzata, incantata, imbambolata. Quindi Zayn non era solo
un figo da paura, un artista, un ottimo baciatore, un perfetto
imitatore di
leoni; era anche un cantante. E che cantante. Un paio di versi di una
canzone e
avevo i brividi che percorrevano tutto il mio corpo. La sua voce era
così…
Armoniosa, melodiosa, unica. Teneva ogni nota come se fosse la cosa
più
semplice al mondo, ed ero convinta che mi avesse mostrato solo una
piccola
parte di quello che sapeva fare. Io certo non ero Simon Cowell, ma il
talento
di Zayn era praticamente impossibile da non notare, persino da me.
Battei le
mani un paio di volte, lentamente, giusto per non rovinare
quell’atmosfera che la
sua voce aveva creato, incapace di allontanare lo sguardo dal suo, un
sorriso
probabilmente da ebete stampato sulle labbra, sorpresa chiaramente
leggibile
negli occhi.
“Beh,
che ne dici?”
Mi chiese
tirandosi su e poggiandosi sulle mani per potermi parlare
meglio. Fui contenta della sua scelta di quella posizione,
perché il mio
istinto, che non riuscii a frenare, mi portò a incontrare,
non proprio
delicatamente, le sue labbra con le mie, con tanto slancio da farlo
quasi
cadere all’indietro. Lo sentii ridere nel bacio, mentre
freneticamente cercavo
il suo corpo con le mani, i suoi fianchi, le spalle, il collo, la nuca,
il
viso, ogni piccolo lembo di pelle. Era come se avessi bisogno di sapere
che era
reale, che non era solo una visione angelica che sarebbe andata via non
appena
avessi riaperto gli occhi.
Senza
lasciare le sue labbra e cingendo il suo collo con le mani,
tornai a distendermi sulla coperta, in modo che lui fosse sopra di me.
Poggiò i
gomiti ai lati della mia testa per sostenersi, poi si staccò
da me, facendomi
aprire gli occhi. Rise, e io attesi la sua frecciatina.
“E
questa sarebbe la tua risposta?”
“Zitto
o ti faccio il bagno con il vino Malik”
Gli
risposi dopo aver alzato gli occhi al cielo, per infine
tornare a baciarlo. Stava cercando di non pesarmi addosso, ma a me non
interessava, adoravo ogni piccola sensazione di quel momento, le sue
labbra
sulle mie, il suo petto che si alzava e si abbassava, le sue mani tra i
miei
capelli, la semplice, leggera pressione che il suo corpo creava su di
me.
Portai le
mani verso il bordo della sua camicia, sfiorando la
pelle e sentendo i suoi addominali contrarsi al passaggio dei miei
polpastrelli, per poi passare ai bottoni. Le mani tremanti, gli occhi
chiusi, e
le labbra di Zayn ancora sulle mie di certo non aiutavano la mia
concentrazione,
ma in qualche modo riuscii ad aprirla del tutto, lasciando che lui la
facesse
scivolare prima da un braccio poi dall’altro.
La luce
della luna lo rendeva inspiegabilmente ancora più bello,
tanto che mi pareva quasi un peccato impedire ai miei occhi di vederlo.
Separammo
di nuovo le nostre labbra, e Zayn si inginocchiò, le gambe
ognuna ai lati del mio corpo. In un breve istante, il mio maglioncino
era
poggiato a fianco della sua camicia, mentre le sue mani sapientemente
abbassavano le spalline del mio vestito. Avevamo entrambi il respiro
corto e il
battito del cuore accelerato.
Era come
un sogno, io e Zayn, insieme, solo io e lui. Alzai il
bacino in modo da poter togliere il vestito, poi lasciai che anche lui
togliesse
i pantaloni. Tornò a sfiorare le mie labbra con le sue, per
poi tracciare il
percorso dalla bocca, al collo, il petto, fino al seno ancora coperto.
Mi
guardò malizioso ancora una volta, per poi lasciare che le
sue mani andassero
sulla mia schiena a giocare con il ferretto. Avevo i brividi, forse
anche di
freddo, ma la mia mente recepiva solamente l’immagine di
Zayn, incapace di
tradurre in sensazioni comprensibili tutto ciò che non lo
riguardava.
Bastò
un altro paio di movimenti che rimanemmo completamente
esposti l’uno all’altra. Lo baciai ancora, per
inebriarmi nuovamente del suo
gusto e della sua immagine, mentre le nostre mani vagavano per i nostri
corpi,
e lentamente apprendevano ogni piccolo centimetro di carne che
trovavano. I
nervi di entrambi erano tesi in uno sforzo per mantenere il controllo
di noi,
goderci quella prima volta come fosse per entrambi
un’esperienza speciale ed
unica, utilizzando il piacere dell’altro come fonte del
proprio. Ci muovevamo
insieme, tra i respiri affannosi provenienti da entrambi, entrambi
accomunati
dallo stesso desiderio e dallo stesso piacere. Riaprii gli occhi,
tornai a
guardarlo, e la vista di quel suo viso così perfetto, gli
occhi chiusi, le
labbra semi aperte, quasi in estasi, mi diede il colpo di grazia.
Ci
vollero diversi minuti prima
che ci riprendessimo e ci rendessimo conto della situazione e
ciò che era
appena successo, ma ormai era notte fonda e nessuno dei due aveva la
forza di
reagire in qualche modo. Zayn mi passò l’intimo e
la sua camicia, rimise boxer
e pantaloni, poi portò la seconda coperta sopra a entrambi,
e solo in quel
momento mi accorsi che quasi battevo i denti dal freddo. Mi avvicinai e
lo
abbracciai stretto, beandomi del calore che come sempre emanava. Zayn
in
risposta mi lasciò un bacio sui capelli.
“Ti
amo piccola” mi
sussurrò intrecciando le gambe alle mie e portando le
braccia attorno al mio
corpo.
“Ti
amo Zeze” replicai
allo stesso modo, stringendomi ancora un po’ a lui.
Fu
l’ultima conversazione che
ci scambiammo, prima che il suo respiro si facesse più
tranquillo e il suo
corpo si abbandonasse al sonno.
Cercai di
imprimere
definitivamente la sua voce nella mia mente, guardando e riguardando la
scena
di poco prima, di Zayn che cantava. Anche dopo parecchio tempo e
associandolo
solo a un ricordo, tornarono a formarsi quei brividi che avevo provato
la prima
volta che l’avevo sentito. Era incredibile, quella sua voce.
Avrebbe fatto
carriera, venduto album in tutto il mondo, avuto milioni di fan.
Sorrisi al
pensiero, quello Zayn silenzioso e solitario che scalava le classifiche
diventando l’idolo di milioni di persone su tutto il pianeta,
poi il sorriso
morì sulle mie labbra: ma in tutto quel mondo
così incredibile, avrei davvero
avuto la forza di immaginare un posto per me? Cosa c’entravo
io in tutto
questo? Io ero solo una ragazza di Newcastle con una famiglia
rompiscatole e il
sogno di viaggiare per tutto il mondo, non poteva esserci posto anche
per me
nel suo sogno. E di certo non potevo essere io a fermare quel suo sogno
così
ambizioso eppure così vicino a realizzazione per lui. Ma non
potevo pensarci in
quel momento, non potevo rovinare quella notte così perfetta
con quei pensieri.
Riaprii gli occhi e grazie a quel suo volto così pacifico,
ritrovai la
tranquillità, la calma per finalmente spegnere la mente e
dormire.
Sabato,
23 agosto
“Lexie…
Hey piccola
dormigliona”
La voce
di Zayn e le sue
carezze mi strapparono al sonno, ma tenni ostinatamente gli occhi
chiusi. Ero
distesa al suo fianco, la testa probabilmente poggiata sulla sua
spalla; mi
sfiorò la fronte con un bacio, poi riprese a parlare.
“Guarda
che lo so che sei
sveglia, è inutile che fai finta di dormire”
disse, e si sentiva
chiaramente che stava sorridendo. Lo zittii con uno “Shh”,
poi mi
strinsi ancora a lui: era fin troppo comodo per lasciarlo andare. Zayn,
sicuramente scuotendo la testa, si arrese, tornando ad abbracciarmi e
intonando
nuovamente la stessa melodia che aveva cantato la sera prima, poi fece
una
pausa, per infine borbottare un’ultima frase.
“Se potessi, starei qui per
sempre Lex”
Tommo’s
Corner:
Heyla!!
Nuova settimana, nuovo
capitolo… Vi aspettavate di meglio? Io sono un po’
scettica, non sono sicura
sia il migliore che ho scritto… Ma siete voi il pubblico,
quindi mi rimetto a
voi per la decisione finale :)
Ecco,
più che altro spero di
essere riuscita a mantenere il rating che avevo scelto
all’inizio di questa
storia e… Beh, questo.
E niente,
mi piacerebbe sapere
che ne pensate :)
Un bacio,
-S
P.S. : Grazie Curly_crush
e Dance2798 per aver recensito lo scorso capitolo, siete fantastiche,
grazie grazie grazie :)