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Autore: TeenSpiritWho_    01/07/2013    4 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Tornammo nella mia stanza e parlammo a lungo.

Gwen era nata in una piccola famiglia composta da madre, padre e un fratellino quando la guerra era già cominciata da ormai trent'anni. Da tempo avevano perso contatti con i parenti, senza sapere nemmeno dove fossero finiti. Nei suoi primi anni di vita la guerra era continua, in tutto il mondo. Le città venivano bombardate quasi tutti i giorni, i Grigi razionavano il cibo della popolazione nelle città e qualsiasi trasgressore delle dure leggi di Courtney veniva fucilato pubblicamente. La gente moriva di fame per strada o in casa, per i pochi fortunati che avevano un tetto. Ma era stato quando Gwen aveva compiuto 13 anni che erano cominciati i veri problemi. Il padre era l'unico lavoratore tra i due genitori. Era un medico,e curava i feriti e i malati negli accampamenti dei ribelli.

-Era un uomo fantastico. Ci preparava frittelle a colazione tutte le domeniche, ci raccontava favole prima di dormire e ci cantava canzoni allegre per non farci spaventare quando eravamo rintanati in cantina durante i bombardamenti. Ma si era messo nei guai, aiutando quei ribelli. Courtney doveva avere scoperto questi movimenti di ribellione e aveva deciso di sopprimerli, partendo dalle figure più fondamentali. E i medici erano tra queste. E' successo una mattina. Io ero in giardino sull'altalena e lui mi stava spingendo. Era una delle poche ore al giorno in cui potevamo stare all'aperto. Ad un certo punto, però, mio padre è caduto a terra. Un cecchino gli ha perforato il cervello con una pallottola.-

Sua madre non era più riuscita a trovare lavoro e, per un lungo periodo, avevano rischiato di morire di fame. Poi dei ribelli, che perlustravano una zona in cerca di sopravvissuti dopo un bombardamento, li avevano trovati e aiutati, portandoli nel loro covo. Al tempo c'erano molti gruppi di ribelli sparsi per tutta la nazione. Li avevano nutriti, vestiti e gli avevano trovato persino un posto in cui abitare, un posto sicuro fuori dalla città. Ed era stato in quel momento che Gwen aveva deciso che, appena fosse stata abbastanza grande, si sarebbe arruolata nei ribelli. Voleva diventare come loro. Ma poco dopo il loro trasferimento nella nuova casa, che alla fine era un enorme condominio per sfollati, era scoppiata l'ultima guerra, e il gruppo di ribelli che li aveva aiutati era stato spazzato via, insieme a molti altri.

-Fortunatamente a 18 anni ho trovato DJ e tutti gli altri. Mi hanno accolta, e ormai sono qui da due anni, mentre la mia famiglia è rimasta laggiù, fuori città. Appena posso vado a trovarli, ma è difficile trovare un passaggio fuori città. La gente ha paura anche solo ad uscire di casa.-

Mi raccontò che la situazione non era cambiata, era rimasta la stessa per cinquant'anni. Io le credevo. Tutte le storie dei bombardamenti, le guerre... erano credibili, perché avevo visto quello che succedeva fuori dal rifugio. E mi rendeva immensamente triste, perché mi sentivo in colpa. Ma mi faceva provare anche una gran rabbia. E si rafforzò in me la decisione di dover fare qualcosa, di dover cambiare il destino di questa gente. Avrei vendicato Shirley, e anche il padre di Gwen.

-Non posso credere che Court abbia fatto tutto questo- commentai incredulo, alla fine del suo racconto -Voglio dire, è sempre stata un po' isterica, ma psicopatica...-

Gwen si sistemò a gambe incrociate davanti a me, sul mio letto.

-Ah si? E com'era? Sono curiosa di saperlo, sui libri di storia raccontano solo della Courtney cattiva, quella che ha perso la testa, ma mai di quella umana, quella che aveva un fidanzato e una famiglia...-

Appoggiai la testa contro al muro e alzai lo sguardo sul soffitto, pensoso.

-Era una ragazza fantastica. Carismatica, intelligente, bella... sapeva relazionarsi con la gente. A scuola era la presidentessa di un'infinità di circoli e club, era una cheerleader e la prima della classe, se non della scuola. Quando ci siamo conosciuti avevamo quindici anni. Al tempo io ero un adolescente e uno spaccone, ci provai con lei solo perché era bellissima.- sorrisi al pensiero -Fu il mio amico Geoff a presentarci ad una festa. Ma lei non mi considerava neanche di striscio. Per me era uno scherzo, un gioco. Poi a diciotto anni è successa...- mi bloccai, poi scossi la testa -... una cosa, e ci siamo innamorati. E, indovina un po'?, quattro anni dopo abbiamo deciso di sposarci.-

Gwen mi guardò interrogativa perché avevo saltato una parte della storia, ma decise di non fare domande.

-Doveva essere davvero innamorata di te, visto come ha reagito dopo che l'hai lasciata.-

-Ma io non l'ho mai lasciata!- esclamai -E' solo che... non ero pronto per il matrimonio, tutto qui. E non lo sono ancora adesso. Sono un irresponsabile, un egoista, un bambino, non sono adatto al matrimonio.-

Gwen rise di gusto, poi mi lanciò nuovamente un'occhiata curiosa -E com'era la vita ai tuoi tempi? Fa effetto pensare che sei nato più di cinquant'anni fa.-

Gli raccontai dei computer, di internet (che, stando a quanto mi disse lei, non esisteva più nel 2063, così come le televisioni), dei concerti, delle giornate al mare, delle feste e tutto quello che mi veniva in mente. E vedere il suo stupore così sincero quasi mi commosse. Non mi ero accorto di quanta nostalgia provassi.

-Davvero hai rubato in un negozio con il tuo amico Geoff?-

-Oh si, più di una volta.-

-Davvero? Wow, che trasgressivi.- disse, con un briciolo di ironia.

Io risi, ma ero distante, la testa persa nei ricordi.

-Ti manca Geoff?-

-Non sai quanto. Non posso pensare che sia morto.- rabbrividii.

Restammo entrambi zitti per alcuni minuti, pensosi.

Poi Gwen mormorò -Potremmo portarlo indietro.-

-Cosa?-

-Il tuo amico, potremmo portarlo qui. Non possiamo fare niente per tua sorella Shirley, è troppo piccola e la macchina del tempo la ucciderebbe, ma Noah l'ha sistemata e ora può trasportare un adulto alla volta senza che soffra qualcosa di più di una nausea.-

Mi sentii invadere dalla gioia e un enorme sorriso mi sbocciò sulle labbra.

-Dici sul serio?-

Gwen arrossì un poco -Certo. Ma solo lui, perché se portassimo via molta gente potremmo alterare troppo la storia e sarebbe un guaio, me l'ha detto DJ.-

Balzai in piedi, pieno di energia.

-Allora che aspettiamo? Andiamo a chiamare Noah!-

Gwen scoppiò a ridere -Ehi, frena! Innanzitutto, dovresti chiedere il permesso a DJ prima di fare qualsiasi cosa.- io sbuffai, facendo un gesto poco elegante con le mani -Secondo,- continuò lei, non senza un'altra risata -hai visto che ora si è fatta?-

Alzai lo sguardo sull'orologio appoggiato al comodino: era l'una del mattino.

-Oh cazzo- mi lasciai sfuggire.

-Non ti preoccupare, ci penseremo domattina.-

Le sorrisi, grato, e mi sedetti di nuovo accanto a lei. Ci addormentammo solo alle tre del mattino, l'uno appoggiato sulla spalla all'altra.

  
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