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Autore: _Juliet98    02/07/2013    5 recensioni
" Gli inglesi dicono ' fall in love', e credo che non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amare è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno a prenderti. Io mi sento così: che mi hai fatto Juliet? "
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.

 
Avete presente un tumulto di emozioni? Quando non sapete quello che provate? Bene, se l’avete presente, in quel momento era l’unico modo per descrivermi: un tumulto di emozioni.
Paura – che tutti i medici hanno- , confusione, rabbia – perché magari se non l’avessi lasciato solo non sarebbe successo niente- e senso di colpa.
Va bene, avevo pregato Dio in modo che non me lo facesse vedere il meno possibile, o meglio ancora, che non me lo avesse fatto vedere mai più, ma non era esattamente questo quello che intendevo quando dicevo che non volevo più vederlo. Però, da ammettere, Dio era stato davvero tempestivo.
Ma che andavo a pensare mentre un paziente aspettava le mie cure? Il mio cervello era davvero fuso.
<< Che gli è successo? >> dissi, indicando Joe, con l’ossigeno nel naso e che si lamentava.
 

 

Joe’s pov.
 

Quando Juliet uscì fuori dalla mia visuale, mi voltai a fissare la strada. Se fossi riuscito ad attraversarla mio fratello, Nick, avrebbe fatto meno fatica per posteggiare la macchina e aiutarmi a sedere. Questa gamba del cazzo. Giuro che non giocherò mai più a calcio, dopo aver bevuto più birre insieme ai mie amici.
Se magari avessi bevuto meno birre, e fossimo stati più sobri, non avrei preso questa maledetta storta alla caviglia. Tra due settimane sarei dovuto partire per l’Africa, non potevo più partire!
Niente più birra. Promesso.
Ok, forse per niente no, solo , avrei ridotto le quantità.
Stavo pensando se fossi mai riuscito a mantenere quella specie fatta con me stesso, quando il semaforo divenne verde per i pedoni. Mi guardai attorno ed ero solo, nemmeno una macchina, e pochi pedoni come me.
Iniziai ad attraversare lento come una lumaca, per via della mia maledettissima gamba, ma è stato allora che sentii il suono di un clacson, mi girai dalla  parte da cui sembrava provenisse il suono: fu allora che il panico mi attanagliò lo stomaco, per poi diffondersi nelle vene, fino ad arrivare al cervello a cui non riuscì a dare nessuno comando, né di muoversi, spostarsi.. insomma scappare.
La morsa alla stomaco fu l’ultima cosa che sentii.
I fanali luminosi della macchina furono l’ultima cosa che vidi prima di urlare e cadere a terra immobile.
 
Sentivo solo voci indistinte che si accavalcavano tra di loro.
<< Mio dio, non avevo visto il semaforo! >> sentii qualcuno dire tra la folla.
<< I medici, subito. Chiamate i medici. >> quello forse era mio fratello.
Non so, non ne ero sicuro. Non ero sicuro di niente.
Avevo in testa una confusione enorme: le voci delle persone cozzavano con il dolore che provavo all’altezza del bacino, l’odore dell’asfalto che mi riempiva le narici cozzava con la sensazione di paura.
Volevo urlare, non ci riuscivo. Riuscivo solo a rantolare, e sicuramente non mi capivano, perché sentii qualcuno dire: << Cosa vuole? Dio, si sarà fatto male! >>
Poi sentii delle mani sotto la mia schiena , non sentii più l’odore dell’asfalto che invadeva prepotentemente le narici, senza farmi respirare, sentii il mio corpo rilassarsi mentre veniva riscaldato da qualcosa che man mano entrava dentro di me, ma non riusciva a capire né cosa, né da dove provenisse.
Poi vidi solo il bianco.
Quindi era questa la morte. Sentirsi caldi e leggeri, sentirsi meglio di quando si era in vita. Beh, non era così male. Anzi, era completamente diversa da come l’avevo immaginata, ho sempre immaginato la morte qualcosa di cupo, pauroso, qualcosa cui non ho mai voluto pensare, mi faceva paura.
Lentamente, vidi comparire una sagoma, prima più sfocata, poi sempre più limpida. Era un ragazzo. Aveva un fisico slanciato, i capelli castano-dorati e le mani chiaramente da pianista: era lunghe e le dita affusolate.
Le ali. Vidi le sue ali. Mi sentii raggelare il sangue: lui era il mio angelo custode che mi stava per dire che il suo compito era finito? O era l’angelo che mi avrebbe indicato la strada del paradiso? O magari inferno, purgatorio. Chissà dove sarei finito.
 E’ vero, non mi ero comportato benissimo in vita: da bambino è capitato che rubassi la merendina a qualcuno, o che facessi il bullo con quelli più deboli, ma non credo che Dio contasse queste cose!


<<  Ciao. >> disse l’angelo
<< Chi sei? >>
<< Non credo ti possa interessare, perché non credo che ci rivedremo più. Comunque se davvero ti interessa, ciao piacere, io sono Lucas e sono il motivo per cui Juliet ha gli occhi spenti. >>
<< Ok, dài, farmi prendere in giro anche quando muoio, no dài. >>
<< Non sto scherzando.  Ho la faccia di qualcuno che scherza? >>
Effettivamente no, non aveva la faccia di qualcuno che scherza. Era, anzi piuttosto serio, lo indicavano i suoi occhi:  grandi e scuri, nessun segno di scherno.  Decisi quindi di stare al gioco.
<<  N.. No. In realtà incuti abbastanza terrore. >>
<< Mmm, no. Non era questo il mio intento. Ti ringrazio per avermi facilitato il lavoro, avevo intenzione di farmi vedere nel tuo sonno, ma è successo questo, quindi ‘carpe diem’.
 Comunque ho poco tempo. Ecco cosa dovrai fare: Ti prego, bada a Juliet. Fa’ che le passino dalla testa tutti questi pensieri sul suicidio. Ti prego. Falla vivere, falla aprire al mondo, falla ritornare la Juliet bella, dolce, solare e felice che era prima. Ti prego. >>
Restai di sasso. Perché proprio io, pensai?
<<  Sei un cantante, no? – annuii- Fa’ finta che tu abbia superato un’audizione, perché ,teoricamente, è quello che hai appena fatto. Solo che tu non sapevi che stavi partecipando. Ti prego, giuralo. Ti prego. >>
<< Leggi i pensieri? >> lo guardai scioccato
<< Giura. >>
Lo guardai. Cosa significa per Juliet questo Lucas? Era stato il fratello? Il cugino? O magari il fidanzato?
Aveva degli occhi imploranti.
Io, Joe Jonas, avrei giurato? Avevo giurato a me stesso di aiutarla ma si sa, le promesse con se stessi sono più o meno nulle, -come quella della birra-, però Juliet, aveva qualcosa di magico, un non so che di misterioso. Ma cosa più importante avevo gli occhi spenti e tristi. E io non potevo vederne di occhi così.
Sì, mi dissi, avrei aiutato Juliet, te lo prometto Lucas, aiuterò Juliet.
<< Bene. Grazie, oh la pagherai se poi ti tirerai indietro. >>
<< Aspetta -  dissi prima che Lucas scomparisse davvero- come farò per aiutare Juliet? Insomma, io non la conosco.  L’ho vista per la prima volta in vita mia oggi.. non.. saprei da dove iniziare. >>
<< Joe, guardala negli occhi e capirai tutto. Adesso, devo andare, non ho più molto tempo qui. Ricordati della promessa che hai fatto. Ne pagherai le conseguenze se non la rispettarai. Arrivederci, Joe. >>
Detto questo, mi lasciò nel bianco più totale. Quindi non sarei morto?

 
 
Iniziai a sentire qualcosa solo quando Lucas scomparve del tutto, e la prima cosa che sentii fu la voce di Juliet: << Che gli è successo? >> chiese con un tono di voce che ne diceva tante.

 
 
 
Juliet’s pov


Joe era stato investito da un auto che non l’avevo visto, era stato operato e adesso le sue condizioni erano più o meno stabili.
Speravo che si risvegliasse con tutte le mie forze – non solo perché mi sentivo piuttosto in colpa e aveva una famiglia fantastica preoccupata per lui, ma anche perché Joe, febbricitante, quando stava per essere operato, aveva sussurrato il nome di Lucas.
Adesso, sarebbe potuto essere chiunque: Lucas poteva essere un suo amico, suo nonno morto, magari, o il fratello.
Ma il fatto che l’abbia detto in sogno era stato un campanello d’allarme.
Troppo coincidenze.
 Il nome Lucas pronunciato in sonno. Sapevo – sentivo- che il MIO Lucas c’entrasse qualcosa, chiamatelo pura una sorta di sesto senso.
Io non ho mai creduto alle coincidenze. Perché avrei dovuto iniziare adesso?
Se non mi racconterà tutto non appena si sveglierà, farò qualsiasi – qualsiasi- cosa pur di sapere cosa c’entri Lucas in questa storia.

 
 

Inizio Flaskback.
<< Si, Lucas, lo prometto. >>
<< Joe? Joe? Cosa stai dicendo? Svegliati! >>
Solo dopo mi accorsi che   Joe era ancora svenuto,e aveva brontolato il nome di Lucas nel momento stesso in cui lo vidi. Qualcosa non andava.

 




Spazio autrice.
Buona sera/ notte ragazzuole! Come da copione, grazie a chi recensice, chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e anche a chi legge e basta. Mi fate davvero felice, non avete idea di quanto io abbia sclerato non appena il primo capitolo ha toccato le 170 visualizzazioni *--* aahahaha
Scusatemi se aggiorno una volta dopo cento anni, ma ho dei problemi personali, che quando ho iniziato la storia non erano per niente previsti, che non mi tengono la mente libera, e non riesco a scirvere con la mente occupata. Anche perchè uscirebbero dei capitoli davvero depressi, e la storia non è tra le più felici già dalla trama.
Grazie ancora, buona notte.

  
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