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Autore: Sharel    02/07/2013    1 recensioni
"Mi hai fatto del male fino all’ultimo…fino a quelle ultime parole che avevo sperato di non sentir mai pronunciare.
Voglio che voi due stiate insieme.
Non avresti dovuto. Mi hai spezzato il cuore un’ultima, definitiva volta."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Non avrei mai pensato di riuscire a pubblicare di nuovo su questo fandom, per cui direi proprio di festeggiare! xD Scherzi a parte, volevo riprendere in mano alcune opere incomplete che ho sul pc su questi due ragazzuoli e mi è venuto in mente di vedere che succedeva nel manga...quando ho visto che è finito ho fatto una faccia! Non me lo sarei mai aspettato! Soprattutto come finisce...ma ci ho capito poco e niente, visto che ho letto solo il capitolo 93 :P Quindi, per chi ancora non avesse letto dico: SPOILERS...solo poco poco, perchè ovviamente ho preso solo spunto ^.-
Per chi mi conosce bentornato, per mi legge per la prima volta benvenuto, ma ad entrambi ricordo: non ho letto né manga né visto l'anime, quindi i due tags AU e OOC sono per questo motivo.
Ringrazio le anime brave che hanno letto i miei precedenti lavori e soprattutto chi ha recensito. Spero vi piaccia anche questa!
*buona lettura*










 

MORTE

 
Sei stato uno stupido, Kaname. Hai sacrificato te stesso, ti sei ucciso pur di impedire a queste inutili guerriglie di continuare. Fino alla fine tutto doveva essere fatto secondo i tuoi desideri, secondo quello che era un tuo comando. Hai ucciso tutto ciò che da te fu creato, tutto ciò che poteva richiamare un tuo ricordo. Mi hai fatto del male fino all’ultimo…fino a quelle ultime parole che avevo sperato di non sentir mai pronunciare.
 
Voglio che voi due stiate insieme.
 
Non avresti dovuto. Mi hai spezzato il cuore un’ultima, definitiva volta.
Tutti vennero a salutarti, increduli di quello che era successo; non era assolutamente possibile che tu non fossi più tra di noi, pronto a impartire ordini e muovere pedine. E noi…noi facemmo esattamente quello che tu avevi chiesto. Non sarei mai riuscito a negarti un desiderio, se me lo avessi chiesto, figurati poi quando, nel momento di pronunciarlo, lasciavi uscire l’ultimo respiro dal tuo corpo. Però mi dispiace, non sono mai riuscito ad amare veramente Yuuki; nonostante all’inizio di tutto provassi un forte sentimento per lei, alla fine esso si è andato dissolvendosi come polvere al vento.
Ho provato a dimenticarti, a fare in modo che le cose andassero lisce, che tra me e Yuuki tutto potesse andare nel migliore dei modi; ma anche lei sentiva il grande divario che si andava mano mano creando tra di noi, fino a quando non si arrese per prima.
«Zero…Zero non possiamo più continuare così. Ti ho amato, ti amo e ti amerò per tutto il resto della mia vita…sarai il mio primo grande amore e il mio più grande rimpianto, ma Zero…tu non ami me. Non mi ami da tanto tempo e se non fosse stato per Kaname, non avresti speso questi anni con me»
Me lo disse senza accusa, i suoi occhi nocciola limpidi come cristallo. Non la riuscii a guardare in viso nemmeno per due secondi, per tutto il tempo osservai il pavimento con occhi persi, seduto in cucina.
«Sono stata ceca e me dispiace. Non volevo vedere più in là del mio naso e non appena ho visto uno spiraglio di felicità, non ho perso tempo e mi ci sono buttata a capofitto senza pensare ai tuoi sentimenti. Senza volerli vedere. Dietro tutto quel rancore che ti portavi, erano ben nascosti (per lo meno ai miei occhi) i tuoi sentimenti per Kaname. Lo sapevi, vero? Lo hai sempre saputo…Solo, non ti sentivi all’altezza.»
«È sempre stato un bravo stratega, una persona sin troppo intelligente, qualcuno che vedeva ben più in là di chiunque altro. Non sarei mai potuto essere alla sua altezza…» non potevo aggiungere altro; non era a lei che dovevo certe parole. Tuttavia c’era qualcosa che le dovevo. «Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare questi anni, forse non avrei dovuto esaudire quello stupido desiderio.»
«Voleva vedere felici entrambi, Zero. Non t’incolpare di questo; ma una cosa devi farla: guarda avanti, Zero. Tieni ben stretto il suo ricordo, così come farò io, ma datti una possibilità di essere felice. Dattene veramente una, in fine.»
Non aggiunse altro, semplicemente raccattò tutte le sue cose e se ne andò. Non so dove e per molto tempo neanche cercai sue tracce; ed anche quando lo feci, fu solo da lontano che la vidi, sorridere finalmente felice come lo era solo i primi tempi di ignoranza alla Cross Academy, quando ancora considerava Kaname il suo principe azzurro.
 
Non riuscii a stare per molto tempo senza fare niente. Dovevo tenere la mente sempre in movimento, sempre impegnata perché altrimenti mi avrebbe portato alla deriva, a pensare cose che mai avrei potuto riavere. Rido se ripenso al periodo che passai con Kaito e Tohga a insegnare nella Cross Academy (alla fine riuscirono a riaprirla), o quando passavo tra i Vampiri senza sentire quella voglia di uccidere che mi pervadeva prima. Però era doloroso ogni volta che decidevo di venirti a trovare. Dentro quella teca di cristallo eri sempre bello, come se da un momento all’altro avresti aperto i tuoi bellissimi occhi amaranto e, guardandomi, mi avresti fatto notare qualche mancanza: chissà quante ne avresti trovate! Almeno, tuttavia, sarei riuscito a rivedere quei tuoi profondi occhi; quanto li ho amati e odiati, quegli occhi! Erano lo specchio di quello che io volevo essere e mai sarei stato; erano potere, un mondo diverso e una persona che, in un'altra situazione, non avrei faticato ad amare alla luce del sole, non nel silenzio del mio cuore spezzato.
Sei sempre stato irraggiungibile, Kaname; non volevi mai farti catturare da altri occhi e sin da subito ci sono stati screzi tra di noi…ma dopo che ve ne andaste dalla Cross Academy non sono riuscito a liberarmi del tuo pensiero. Il ballo un anno dopo; quando tutti tornarono per ricostituire la Night Class; tu, come principe azzurro che venisti a salvare Yuuki perché affamata e la prendesti in braccio, volatilizzandovi. Ti ho odiato e ti ho amato più di qualsiasi cosa. Odiato perché non avresti mai guardato me come facevi con Yuuki o anche solo Aidoh; amato perché…beh, come si fa a non amarti? Carismatico, splendido nella tua armatura bianca, quando facevi parte della Night Class, molto più che meraviglioso nelle tue tenute eleganti. I tuoi capelli d’ebano che riuscivano a catturare qualsiasi raggio di luce lunare…ho passato anni a odiarti perché desideravo il tuo sguardo su di me, anche solo per leggervi disprezzo.
Nei miei anni come insegnante alla Cross Academy passavo ogni momento libero nella biblioteca, nella speranza di trovare qualsiasi indizio che mi desse la possibilità di salvarti da quella morte cristallizzata.
«Non farti più male del necessario, Zero» Erano parole che mi sentivo dire di continuo degli altri, non volevano che rimanessi ferito ancora una volta. Ma perché preoccuparsi di me, se ile mie ricerche ti avrebbero permesso di tornare a camminare tra di noi? Per me non era assolutamente un problema, avrei volentieri lasciato bruciare il mio cuore al tuo posto: sarebbero state poche le persone a cui sarebbe importato qualcosa, che vi avrebbero fatto caso; ma tu hai lasciato una voragine nel cuore di molte, troppe persone. Nel mio in primis.
Trovai un fidato compagno in Kaito. Anche lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare un modo di riportare in vita le persone che tanto amava: il fratello, ucciso dai vampiri ed anche Ichiru; non gli ho mai confessato di aver compreso il forte sentimento che lo legava a mio fratello. Non avrei potuto far niente per Ichiru, lo avevo divorato ed era diventato parte di me, sarebbe sempre vissuto in me…sentivo il suo sangue rombare e cantare con il mio, saremmo sempre stati inseparabili; ma per te ero sicuro che qualcosa avrei trovato.
«Zero, penso di aver trovato qualcosa» mi avvisò Kaito.
E, in effetti, qualcosa aveva trovato.
«Devi lasciare con un po’ del tuo sangue bagni la sua teca e pronunciare questo incantesimo. Farà in modo che Kaname possa risvegliarsi…il problema è che quando lo farà sarà un normalissimo essere umano e ci vorrà un secolo perché possa aprire gli occhi» mi guardò rattristato, con i suoi occhioni noce. «Che hai intenzione di fare?»
Che cosa potevo mai fare? Se anche avessi dato il via al procedimento, non avrei mai potuto rivedere i tuoi bellissimi occhi, odorare ancora il profumo dei tuoi capelli o della tua pelle; ti avrei lasciato nelle mani di qualcun altro, qualcuno che non sarei stato io. E se anche questo non poteva ferirmi troppo in fondo se entrami avessimo camminato sullo stesso suolo, sapere di lasciarti alle cure di qualcuno e che io non avrei mai potuto godere della tua presenza neanche da lontano…tanto valeva strapparmi subito il cuore e non parlarne più! Il mio era un discorso egoista, ma in tutta franchezza poco m9i interessava: dopo venticinque anni potevo avere il sacrosanto diritto di essere egoista.
Caddi in una specie di depressione. Passavo molto tempo di fronte la tua teca e ogni giorno squadravo ogni centimetro quadrato del tuo corpo per essere in grado di memorizzare correttamente ogni tuo tratto. Kaito mi aiutò molto anche in quel frangente; mi rimase vicino come solo l’amico più fedele è in grado di fare e un po’ mi lasciai andare al forte sentimento che sentivo provenire da lui. Non mi considerare un codardo, ma in quel momento avevo bisogno di un porto sicuro e Kaito era quello che il mio cuore cercava da qualche tempo: un po’ di sicurezza. Tuttavia sapevo che non avrebbe potuto durare a lungo: non era a lui che apparteneva il mio cuore.
Fu sempre lui a trovare la soluzione: sono stato fin troppo insensibile nei suoi confronti. Mi propose di addormentare anche me per il lasso di tempo che sarebbe servito a te per il processo; anzi mi assicurò che mi sarei svegliato in anticipo, poiché il mio doveva solo essere un sonno profondo, non una mutazione in essere umano. Accettai senza neanche pensarci più di tanto. Volli giusto avere il tempo di salutare Tohga e Kaien, avevano fatto tanto per me che non potevo lasciarli senza neanche dargli spiegazioni del mio comportamento. Non c’è bisogno che ti dica come reagirono: Kaien mi saltò praticamente addosso, senza che potessi impedirglielo, ed in fondo grato di tutto l’affetto che mi aveva dimostrato negli anni, anche quando proprio non me lo meritavo. Tohga…beh, lui è sempre stato un po’ burbero nei miei confronti; non riusciva a credere che proprio io mi fossi preso una “cotta” (così volle chiamarla, letteralmente a corto di parole) per un Vampiro. Io! Io che mi lasciavo andare a sentimenti positivi verso le creature che avevo odiato più di tutte nella mia vita. Beh, non ci volle poi molto a fargli capire che il sentimento che mi legava a te era lo stesso che legava lui a Kaien. Quando glielo feci notare, arrossì come un papavero al sole! Non credeva che fosse così palese la relazione che avevano…per me erano come libri aperti, quelle emozioni.
Salutai anche Kaito, senza di lui non sarei proprio riuscito a fare niente, mi sarei semplicemente lasciato andare alla deriva senza combinare niente.
«Perdonami Kaito» gli dissi, poco prima di iniziare il procedimento su di te. «Non ti ho trattato come meritavi; ti meritavi molto più di un Level E perso per un Vampire, un Pureblood per giunta!» Sorrisi, perché la cosa era veramente buffa da parte mia.
«Sei stata la brezza di zeffiro che mi serviva, Zero. Spero che quando ti risveglierai le cose andranno meglio, per te» mi augurò, lasciandomi un ultimo bacio sulle labbra.
«Anche per te andranno meglio. Riuscirai a lasciarti Ichiru alle spalle, Kaito; troverai qualcuno che non ti lascerà, stanne certo»
Dopo aver lasciato cadere del sangue sulla tua teca, pronunciai le parole che ti avrebbero reso un essere umano; e solo mentre le scandivo, mi soffermai a pensare se fosse quello che avresti voluto. Magari preferivi rimanere un Nobile in una teca di ghiaccio ed io avrei fatto la più grande cazzata della mia vita…forse la seconda…
Ma non c’era modo di tornare indietro e, gettando un ultimo sguardo ed un sorriso a Kaito, mi sentii sprofondare in un sonno senza sogni per la prima volta in tutta la mia vita.
E così, come tu dormi, amore mio, anch’io mi lascio cullare da questi anni di sospensione. Sarà come rinascere un’altra volta e chissà cosa succederà in questa nuova vita…
  
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