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Autore: Jennifer_94    02/07/2013    2 recensioni
Era all’in piedi davanti allo specchio del bagno della sua stanza d’ospedale. Le occhiaie le si allargavano come due laghi grigi sotto gli occhi che le sembravano ormai simili a due pieghe avvizzite. Il fazzoletto rosa le avvolgeva la testa calva, se lo sarebbe cucito addosso(...)“Odio la vita” disse con voce atona “Odio la vita”ripetè
“Renèe smettila” la rimproverò la madre “Piuttosto sistemati un po’,cambiati il pigiama,oggi hai visite “
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che tutto è nato da un incubo terribile che ho fatto stanotte .Spero vi piaccia,nelle altre fic che ho pubblicato ho notato un bel numero di silenziosi visitatori,mi farebbe piacere sapere che ne pensate!anche sapere che siete andate oltre il primo rigo :) buona lettura!
 
Renèe da sempre era stata una ragazza con una vita normale, ma le piaceva,la sua vita,non si lamentava mai. Abitava in un paesino vicino Londra, aveva delle buone amiche,genitori premurosi,aspirazioni e sogni. Adorava i One Direction,andava ai loro concerti,ascoltava le loro canzoni fino ad addormentarsi, visitava le loro pagine twitter, conosceva a memoria tutti i testi delle canzoni,più volte si faceva beccare dalla madre mentre ballava sul letto come un’idiota con lo stereo a tutto volume. Finchè tutto l’equilibrio su cui si reggeva la sua felice esistenza di ragazzina diciassettenne venne spezzato. Un male la divorava da dentro. Non un male psicologico che molte ragazze della sua età sbandieravano di avere, niente tagli sulle braccia. Era un male fisico, inesorabile, assolutamente al di fuori delle sue forze,nessuno poteva fare niente per arrestare quei globuli bianchi che si moltiplicavano,triplicavano. A diciassette anni la vita la stava abbandonando. A diciassette anni iniziò a desiderare la vita.
***
Era all’in piedi davanti allo specchio del bagno della sua stanza d’ospedale. Le occhiaie le si allargavano come due laghi grigi sotto gli occhi che le sembravano ormai simili a due pieghe avvizzite. Il fazzoletto rosa le avvolgeva la testa calva, se lo sarebbe cucito addosso. La pelle tirata e cerea non la impressionava più,cercava di nascondere il pallore con del fard : odiava non indossare trucco. Sospirò e pensò che anche respirare ormai era diventato doloroso.  Uscì dal bagno e si sedette sul letto “Tesoro cerca di mangiare qualcosa” la madre era seduta su una sedia ai piedi del letto “Hai sentito il dottore…” “Lo so” rispose Renèe secca. Poco dopo passò l’infermiera con un vassoio con su delle pillole che lei ingerì di malavoglia.
Si sdraiò sul materasso, o meglio, il suo corpo si sdraiò meccanicamente sul materasso. Chiuse gli occhi e cercò di pensare a quando era piccola ,quando dormire fino a tardi era un piacere e non una necessità.
“Odio la vita” disse con voce atona “Odio la vita”ripetè
“Renèe smettila” la rimproverò la madre “Piuttosto sistemati un po’,cambiati il pigiama,oggi hai visite “
“No” riuscì a dire “Non ne voglio visite!”
“Metti questa e sta zitta” rispose la madre con un mezzo sorriso mentre le lanciava una maglietta pulita.
“Che cavolo hai da ridere” borbottò Renèe contrariata mentre la madre usciva dalla stanza.
Indossò la maglietta smanicata e dei pantaloni comodi. Fece appena in tempo di alzarsi che entrò l’infermiera e disse “Signorina mi segua per favore”
Renèe fece spallucce e ciabattò dietro di lei. Giunsero in una saletta adiacente. L’infermiera le aprì la porta e la spinse dentro con delicatezza.  “Ma che…?” cinque ragazzi la aspettavano seduti e non appena la videro si alzarono andandole incontro. Li mise a fuoco.
I loro nomi le rimbombavano nella testa . Un grido le rimase intrappolato in gola,le ginocchia le cedettero e le mani scattarono sulla bocca spalancata. “Ciao Renèe!” esclamò per primo Harry accogliendola col suo sorriso luminoso e avvolgendola in un abbraccio . Si aggrappò alle sue spalle,i suoi occhi spalancati si stavano ricolmando velocemente di lacrime “Non piangere. Non.Piangere” si ribadì più volte mentre dopo essersi staccata da lui si gettava tra le braccia degli altri che la strinsero tutti affettuosamente. Abbracciò Louis per ultimo e pensò di stringersi a lui un po’ più a lungo dato che aveva una sbandata per lui - tuttavia la timidezza le impose di staccarsi come aveva fatto con gli altri.

  
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