Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Ho sognato Niall    02/07/2013    1 recensioni
" è impossibile solo se credi che lo sia" cit. Alice in Wonderland. I One Direction sono scomparsi dalle scene mondiali. Gli store tutti chiusi. Nessuna foto,nessun poster,nessuna rivista che parli di loro. Insomma,sembra come se i One Direction non fossero mai esistiti. Eppure le Directioners ci sono ancora, si confondono tra la gente, sembrano persone normali, ma continuano ancora a sperare e a sognare che quei cinque ragazzi, quei ragazzi normali adesso, tornino di nuovo a farle urlare ai concerti e a far battere di nuovo forte il loro cuore, a far riecheggiare il loro amore in tutto il mondo.
Harry, Niall, Louis, Liam e Zayn sono ragazzi normali, i "ragazzi della porta accanto" e prima di tornare di nuovo sulle scene musicali, vivono la loro vita come semplici persone.
In Inghilterra arriva una ragazza, Jane e la storia d'amore tra lei e Harry è inevitabile. Ma non dura per sempre. Vi racconteró di come si incontrarono, del loro primo sguardo, del loro primo bacio, di chi li separó e alla fine saprete se sará mai possibile che tornino insieme.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Can't believe your packin your bags 
Tryin so hard not to cry 
Had the best time and now it's the worst time 
But we have to say goodbye 
- Summer Love, One Direction


In time I'll find the words to say 
Before you leave me today
 
- Moments, One Direction - 


 

I promised one day that I'd bring you back a star. 
I caught one and it burned a hole in my hand. 

- Don't let me go, Harry Styles - 

 

If we could only have this life for one more day 
If we could only turn back time, you know I'll be 
Your life, your voice, your reason to be 
My love, my heart is breathing for this 
Moment.
- Moments, One Direction -

Wish that we could be alone now 
If we could find some place to hide 
Make the last time just like the first time 
Cause you were mine 
there's nothin that I wanna change
-Summer love, One Direction - 

 

FEELS LIKE SNOW IN SEPTEMBER

 

- Nevica! – esclamò Allie indicando la finestra e corse a vedere i fiocchi di neve che iniziavano a posarsi. Il sorriso le illuminava il viso e le sue pupille si muovevano di qua e di là, come se rincorressero i fiocchi di neve.
Zayn guardò l’orario e accese la televisione per lo spettacolo di Natale che stava per cominciare. La sigla dello spettacolo e le voci dei presentatori attirarono l’attenzione di Allie che corse subito a sedersi sul tappeto davanti alla televisione.
Jane guardò Niall e gli indicò con la testa la porta della stanza dove si stava provando il vestito da  Babbo Natale, facendogli capire che doveva andarsi a preparare. Liam corse a prendere la slitta di Babbo Natale e a metterla fuori prima del vialetto, Zayn e gli altri invece erano tuti a vedere la televisione mentre Danielle e Perrie sparecchiarono velocemente e poi li raggiunsero.
Lo spettacolo era davvero molto divertente, Allie era particolarmente su di giri e tutti erano molto partecipi, tranne Harry. Lui probabilmente non si era nemmeno accorto che erano davanti ad un televisore. Era con lo sguardo basso, assorto. Sembrava nervoso, visto che si passava continuamente le mani tra i capelli e si inumidiva spesso le labbra, come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Se era arrivato lo spettacolo di Natale, voleva dire che mancava poco a quando avrebbe dovuto lasciare Jane.
Jane si girò sorridente verso di lui per vedere quale fosse stata la sua reazione a quella battuta che l’aveva fatta tanto ridere e se ne accorse.
Tornò seria e rimase a guardarlo per un po’. Appena lui alzò lo sguardo, passandosi velocemente la lingua sulle labbra, lei gli prese il viso tra le mani e lo accarezzò.
-  Harry, stai bene?
Gli occhi di Harry diventarono lucidi e lui annuì semplicemente, se avesse parlato lei si sarebbe accorta che stava per piangere.
Jane allora si prese le ginocchia e ci poggiò sopra il mento, continuando a guardare la televisione. Ma davanti a lei scorrevano solo immagini. Era talmente assorta nei suoi pensieri che a stento riusciva a sentire le voci della televisione. Era preoccupata. A vedere Harry aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Avvicinò ancora di più le gambe al petTo. Il cuore le batteva troppo forte, le sembrava che rimbombasse e non voleva che gli altri sentissero l’eco. Harry le lanciò uno sguardo veloce, non ce la faceva a vederla così, non avrebbe voluto che lei si fosse accorta di lui. Le labbra iniziarono a tremolargli, chiuse gli occhi per un istante, come se volesse ricacciare dentro tutte le lacrime e si guardò intorno per vedere se qualcuno li stesse guardando: Louis. Louis stava guardando Harry da prima che Jane si accorgesse di lui. Voleva andare lì e abbracciarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, che lei avrebbe capito, ma si sentiva inutile perché non poteva fare niente. Nemmeno il suo sguardo riuscì a calmare Harry.  
Liam entrò dal retro, tutto trapelato per la grande fatica che aveva fatto, si ricompose e raggiunse gli altri, facendo finta di guardare dalla finestra.
- Ehi, c’è una slitta lì fuori – disse, attirando l’attenzione di tutti.
Jane, seduta sul tappeto vicino ad Allie, si portò una mano alla bocca e sgranò gli occhi, facendo finta di essere sorpresa.
Allie aveva un po’ paura di Babbo Natale, ma era anche un po’ eccitata: aveva sempre aspettato il giorno dopo per trovare i regali sotto l’albero, non aveva mia avuto occasione di vedere Babbo Natale.
Vieni, vieni, Allie, andiamo a vedere – disse Jane.
Ma prima che Jane potesse prenderla in braccio, Harry, con un tono di voce basso, le chiese se poteva parlarle.
Jane aggrottò le sopracciglia. 
-  Sì – disse con un filo di voce, si alzò e lo seguì.
Di nuovo il rimbombo del suo cuore. I brividi le attraversavano la schiena continuamente, i pensieri le si affollavano in testa e le si mescolavano, senza darle il tempo di capire che cosa pensare per primo. Quella frase non le era mai piaciuta. Era spaventata. Aveva paura, paura che Harry la lasciasse. Era strano in effetti. Pregava con tutto il suo cuore che non fosse così. Non doveva crearsi aspettative, non voleva. Non voleva rimanere delusa, non voleva soffrire. Le gambe le tremavano, non sapeva nemmeno come facesse a camminare, sperava che nessuno la stesse guardando.
Gli occhi di Niall, invece, per quando fosse impegnato nel suo ruolo di Babbo Natale, erano su di lei.
Harry si infilò in cucina, la fece passare e poi chiuse la porta.
Il silenzio di quella stanza era agghiacciante. C’era troppo silenzio per Jane e Harry. Erano troppo immersi nei loro pensieri per accorgersi che in realtà non c’era silenzio e soprattutto non era agghiacciante.
Harry aveva lo sguardo perso nel vuoto, guardava la strada buia fuori dalla finestra, continuando a cercare un modo per parlarle senza farle male.
Jane guardava le spalle di Harry, ascoltava il suo silenzio, si mordeva continuamente il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, timorosa di parlare.
Harry tirò un lungo sospiro e si sentiva che nella sua voce c’era qualcosa che non andava, sembrava rotta dalle lacrime.
Jane strinse i pungi, si fece coraggio per parlare, stava per esplodere.
- Harry, va… tutto bene?
Il lungo silenzio di Harry a cui non seguì nessuna risposta le fece capire di no.
Harry si scompigliò i ricci e si passò una mano tra i capelli, senza continuare a parlare. Senza girarsi verso di lei.
Perché Harry non si girava verso di lei? Perché non parlava? Quel silenzio le sembrava un’eternità, si sentiva morire. Si fece coraggio di nuovo, cercò di controllarsi,di controllare l’infinità di pensieri che aveva in testa e fece per chiedergli cosa fosse successo. Aveva paura della risposta.
Ma Harry la precedette.
Prima che lei potesse parlare, si infilò una mano in tasca e strinse la collana che aveva comprato per lei, lasciando che la catenella scivolasse tra le sue dita. Poi si girò di scatto verso di lei.  
Stava per chiedergli cosa fosse successo, ma Harry la precedette.
- Sto partendo per l’America. – disse, freddo.
Jane fu percorsa da un brivido. Lo sapeva, se lo sentiva.
- Te ne vai?
Taylor mi ha proposto di lavorare con lei e io ho accettato. – Harry tratteneva il respiro.
-  Grandioso. – Jane abbassò lo sguardo e trattenne le lacrime.
-  Ma lo faccio solo per lavoro. Tra… tra noi è finita, da tempo ormai. – lo disse così in fretta che sembrò che dovesse riparare a quello che aveva detto prima.
-   Già… - certo, era finita. Come no.
-  Jane… Jane, ho l’occasione di tornare famoso, di provare tutto quello che ho provato allora. Di rivivere il mio sogno! - 
Jane alzò lo sguardo su di lui, con le sopracciglia rivolte verso il naso: - E i ragazzi?! Non ne fanno parte anche loro?!
- I ragazzi potrebbero non tornare mai più, Jane. È la mia occasione. L’unica – Ma si sentiva? Stava parlando come Rob. Probabilmente quelle parole avevano fatto male a Jane così come avevano fatto male a lui quando le aveva sentite.  
-  Harry… - . Infatti.
La voce di Jane era bassa, quasi come un sussurro, perché non voleva fargli capire che stava per piangere e si inumidiva velocemente le labbra, ma Harry non staccava un attimo lo sguardo da lei e se ne accorse. Negli occhi di Jane che scrutavano i suoi quasi a voler leggere dentro il suo cuore c’era una sorta di disprezzo per quelle parole: davvero Harry era capace di arrivare a tanto? E i suoi amici?
Poggiò la mano sulla maniglia della porta e la spinse giù.
Harry la fermò, sfiorandole la mano, ma lei la allontanò subito, guardandolo come se stesse guardando un mostro e si allontanò.
Lo sguardo di Harry diventò ancora più triste. Quella luce nei suoi occhi si era spenta da tempo. Harry dentro stava morendo, quella reazione lo aveva ferito, ma avrebbe dovuto aspettarsela.
Si passò una mano tra i capelli e la lingua sulle labbra.
-  Ok, ok, lo so che può sembrare che io sia un egoista, ma è l’unico modo.
-  L’unico modo per fare cosa?
Per stare insieme.
-  Cosa?!
Lo so, adesso potresti non capire, ma ti prego non arrabbiarti con me, non mi guardare come se fossi… un mostro. Se lo fossi stato, probabilmente non sarei nemmeno stato in grado di amare.
Jane si fermò un attimo e si tirò indietro i capelli. Respirò a fondo, come se volesse buttare fuori tutto quello che aveva dentro e alzò lo sguardo su Harry.
-  Perché deve andare sempre così?
-   Così come?
-  Perchè quando le cose sembrano andare bene tra noi tu scompari? Io ci sto male. Ci sto male. E
tutto quello che mi hai detto ieri? Tutto quello che io ho detto a te? Ho aspettato questo momento tutta una vita. Mi sono innamorata, ma a quanto pare sarebbe stato meglio se non lo avessi fatto.
Harry a quelle parole abbassò lo sguardo e lasciò che le lacrime gli rigassero il viso. Doveva pure far uscire in qualche modo quello che aveva dentro.
No, non dire così, ti prego…
Jane rimase ferma, in mezzo alla stanza, di fronte a lui ma distante. I muscoli del viso si rilassarono pian piano e lei buttò fuori l’aria che aveva dentro. Non riusciva a vederlo piangere.
Si avvicinò a lui, gli sollevò il viso e lo abbracciò, poggiando una guancia sulla sua spalla.                                  
-   Non andare via, ti prego. Non andare via… non mi lasciare. Non sono così forte senza di te.
-   Tu credi che per me sia facile lasciarti, credi che io sia così forte da trovare il coraggio di varcare quella soglia e non rivederti mai più? – si sciolse dall’abbraccio e la guardò: - Anche io ho aspettato questo momento tutta una vita. Mi sono innamorato, mi sono innamorato davvero e non credo mi sia mai capitato. Probabilmente mi è capitato perché non sarei riuscito a vivere cento anni senza averti conosciuto, senza te. Non ti sto lasciando, non lo farei mai, ti ho fatto una promessa quella sera quando siamo stati insieme e non sarei un uomo se non avessi il coraggio di mantenerla. Non ci sarà mai un’altra ragazza nella mia vita, te lo prometto, anche perché non riuscirei mai a  trovar una uguale a te Ma questa cosa è importante per me, troppo importante. Riguarda te. Non posso non farla. -
gli occhi di Jane diventarono lucidi e lei tratteneva le lacrime. Harry allora prese una cosa dalla tasca, le mise i capelli dietro l’orecchio e continuò:- Ieri ti ho detto che avevo preso un regalo per una persona speciale. – si guardò la mano, prese la sua, l’aprì e le poggiò la collana sul palmo. – E’ chiusa a chiave e l’unica chiave che può aprir quella serratura ce l’ho io al collo. Promettimi che non cercherai di aprirla fino a quando non ritornerò. E promettimi che non crederai a niente di tuto quello che si dirà in giro su di me, a nulla. Non ho mai amato nessuno come amo te, né amerei mai un’altra ragazza che non sia tu. Ma ho bisogno di fare questa cosa, Jane. -
Jane guardò prima Harry e poi la collana che aveva in mano. Le lacrime presero a rigarle il viso ancora prima che lei le potesse fermare.
-  No, no, ti prego, no piangere – e le asciugò una lacrima. – Non lo potrei sopportare, non di
nuovo. Hai pianto troppe volte per me. – l’abbracciò.
–Ti prometto che tornerò, Jane, te lo prometto.
Jane aveva ancora gli occhi pieni di lacrime. Harry la guardò come l’aveva guardata la prima volta, le mise le braccia intorno alla vita e la strinse a sé iniziando a baciarla. La baciò come la prima volta che l’aveva baciata, accarezzando le sue labbra dolcemente. Lei si strinse ancora di più intorno a lui e gli mise le gambe intorno ai fianchi, continuando a baciarlo.
Una macchina nera si fermò di fronte alla finestra della cucina.
Harry mise giù Jane e si avvicinò alla finestra, scostando la tenda. La macchina lampeggiò.
Harry respirò a fondo.
Ti prego, non te ne andare… - disse Jane, quasi sussurrando. La voce rotta dalle lacrime.
Harry la guardò fisso negli occhi. Cominciava a sentire il pizzicorio al naso, quello delle lacrime.
Ti prego… - la voce di Jane tremolava.
Harry prese la sua mano e incrociò le proprie dita con quelle di lei, e si incastravano perfettamente come se fossero state fatte proprio per lui. Tenne lo sguardo di lei nel suo.
-  Ti amo, Jane – e la baciò di nuovo, stringendola.
-  Harry, ti prego… -
Ma Harry stava già per andare via, aveva già messo la mano sulla maniglia e la teneva giù.
-  Ti amo. Ti amo più di qualunque altra cosa al mondo. Sarai sempre nel mio cuore. – Harry non
riusciva a staccarsi da lei. Nella sua mente continuava a ripetersi che partire era sbagliato. La prese di nuovo, la strinse a sé e la baciò di nuovo e poi ancora e ancora  e ancora. – Aspettami, ti prego – e la guardò per l’ultima volta, vide il proprio riflesso negli occhi di lei e sentì il calore lasciare piano piano il suo corpo man mano che le loro mani si separavano e poi, prima che potesse piangere davanti a lei, già in lacrime, la porta si chiuse alle sue spalle.                                                                 
 
***
 
Da quella finestra Jane guardò Harry infilarsi in macchina  e partire.
In quel momento avrebbe voluto che lui tornasse indietro, tornasse indietro da lei. Si sentiva come se quella macchina le avesse portato via la cosa più importante che le apparteneva. Avrebbe voluto che in quel momento la porta si fosse aperta e Harry fosse tornato da lei.
Chiuse gli occhi e rivide la scena che era accaduta poco prima. Le mancava come se Harry fosse partito anni prima.
Sospirò e guardò la collana che aveva poggiato sul tavolo.
La prese tra le mani e la girò e rigirò, continuando a fissarla, a guardare quella serratura che solo la chiave intorno al collo di Harry avrebbe aperto.
Nella sua testa continuavano a rimbombare le parole di Harry. Perché era importante per lui? Perché era partito? Cosa c’era in quella collana di tanto importante perché lei non potesse aprirla?                                                                               
Si inumidì le labbra e sentì quasi il sapore delle labbra di Harry che lui aveva lasciato sulle sue.
Chiuse un attimo gli occhi, poggiando la testa contro il muro, e cercò di non pensare a nulla, ma non ci riusciva. Le sembrava che fosse difficile respirare, si sentiva come se non avesse più niente a cui aggrapparsi e come se stesse cadendo nel buio senza poter arrivare alla fine e soprattutto senza nessuno che la potesse salvare.
-  Jane, Babbo Natale ha anche una cosa per te. Vieni – la vocetta di Allie che entrava in cucina le
fece aprire gli occhi e ritornare alla realtà.
Allie con la sua con la sua dolcezza e andò verso di lei  e la prese per mano.
Le girava la testa. Si infilò la collana e la seguì.
Questo è per te, Jane – disse Babbo Natale andandole incontro e consegnandole una lettera.
Jane guardò Babbo Natale con lo sguardo perso nel vuoto, la prese quasi con timore e andò al piano di sopra in una stanza enorme, si sedette e aprì la busta. Dispiegò i fogli e iniziò a leggere.
 

Mia amata Jane,
forse quando leggerai questa lettera, io mi sarò perso nei tuoi occhi per l’ultima volta. Avrò visto le lacrime rigare il tuo viso e mi sarò sentito morire.
Chissà, forse avremo litigato, mi avrai detto cosa che mi avranno fatto male, ma ti capisco. Anche io avrei fatto lo stesso: non sopporto nemmeno l’idea di poterti perdere e mi chiedo che cosa ho fatto tutto questo tempo prima di conoscerti. Mi sembra come se tu sia sempre stata parte della mia vita.
Non sono ancora partito, sono qui nella mia stanza, a due passi da te, ma è come se fossi già lontano, mi sento vuoto, mi sento come se m,i mancassero l’anima e il cuore.
Sul mio letto ci sono già i bagagli e sto cercando con tutto me stesso di non piangere anche se non riesco, non sono pronto a lasciarti, non sono pronto a svegliarmi domani e a non rivederti più accanto a me. Credo di non riuscire a sopportarlo.
Spero solo di riuscire a trovare in tempo in le parole da dirti prima di lasciarti.
Vorrei anche non dover partire. Vorrei non aver mai firmato.
Io ti ammiro, Jane: sei riuscita a dirmi cosa avevi nel cuore, io invece ho bisogno di scrivertelo perché non sono capace.
Sentirti dire quelle cose ieri sera mi ha fatto capire quanto mi ami e io ho capito che non ho mai fatto nulla per dimostrartelo, per questo ho deciso di partire, per questo ho deciso di firmare. Questa lettera e la collana non erano abbastanza.
Una volta mi hai detto che ti sarebbe piaciuto andare a vedere le stelle e io non ti ci ho mai portato.
Che stupido sono stato, avrei dovuto passare più tempo con te. Ma tutti i ricordi che abbiamo costruito sono chiusi dentro il mio cuore, sono in quella collana. Sono stato come tutti quanti gli altri, vero? Forse è anche per questo che sono partito, per dimostrarti che non lo sono.
E mi viene da piangere se solo penso a quanto saremo lontani, al tempo che coi dividerà, alla distanza. Ma forse, amore mio, la distanza è solo un modo per vedere quanto lontano può arrivare il nostro amore.
Il nostro amore, già, il nostro segreto. Il nostro segreto è in quella collana, in quella collana c’è la nostra promessa.
Di tutti i ricordi più belli che abbiamo costruito, quello che riempie di più il mio cuore è stato quando siamo stati insieme. Mi tremano la mani, mi sento nervoso, mi sento come quando ti ho sfiorato la prima volta. Ero spaventato, avevo paura di farti male. Te lo ricordi? Te lo ricordi quel momento? Adesso ti ho davanti a me, ho davanti a me noi due che facciamo l’amore. Allora eri bella come non mai, il cuore mi batte forte come allora, sento quasi lo stesso nervosismo di allora, lo stesso respiro affannoso, sono completamente perso nei tuoi occhi e poi ci sei tu che mi accarezzi i capelli, mi sorridi e mi guardi come nessuno mi ha guardato mai.
Non lo dimenticherò mai che siamo stati insieme, che tu sei stata mia.
In quel momento ti ho fato la promessa più bella. Ti ho promesso che un giorno ti avrei riportato indietro una stella. E beh, sai cosa? Ci sono riuscito, ne ho presa una , ma lei mi ha bruciato la mano e mi ci ha fatto un enorme buco.
Beh, se ci pensi, non siamo poi così lontano allora. Ti basterò alzare lo sguardo per vedere la nostra stella.
Se solo potessimo avere questa vita per un altro giorno, se solo potessimo tornare indietro.
Voglio che tu sappia, amore mio, che sarò sempre la tua vita, la tua voce, la tua ragione per essere il mio amore, il mio cuore batte per questo momento.
Vorrei che fossimo soli adesso. Se solo trovassimo un altro posto dove poterci nascondere, fare l’ultima volta come la prima volta. Non c’è niente che vorrei cambiare.
Tu invece hai cambiato i miei piani. Di tutto ciò che avrei voluto avere mi hai fatto capite che c’era qualcosa che mi mancava.
Amore mio, tu sei qualcosa che non ho mai scelto, ma allo stesso tempo qualcosa che io non voglio perdere. Sei la cosa più bella di cui io abbia bisogno. Devo ammettere che tu non facevi parte del mio libro, ma se adesso lo apri e ci dai un’occhiata, sei l’inizio e la fine di ogni capitolo.
Amore mio, non credevo si potesse dare una definizione dell’amore e non credo di riuscire a farlo nemmeno adesso: l’amore è davvero qualcosa di indescrivibile, tu sei qualcosa che nemmeno si può definire, non esistono parole talmente perfette a descriverti.
Sai, amore mio, qual è la cosa che mi piace di più di noi? Che nessuno sa di noi, ci siamo solo noi. Io e te. Non ci sarà mai nessuno tra noi, ci saremo solo io e te, per sempre.
 Io ti amo, Jane. Ti porterò sempre con me, nei miei sogni. Il mio sogno sei tu. E se sognarti sarà l’unico modo per averti vicino allora non smetterò mai di farlo.
In quella collana ci siamo noi, amore mio. Ti prego, non aprirla fino al mio ritorno.
Ti prometto che ritornerò, Jane, aspettami. Perché questo mondo sarebbe immenso se non ci fossi tu qui con me.
E adesso mi sento come la neve a settembre.
Ti amo, Jane.
 
Harry

 
Jane lasciò cadere la lettera sulle sue gambe e guardò fuori dalla finestra, con i gomiti poggiati sul davanzale.
La scia di un aereo attraversò il cielo, come se fosse la scia di una stella cadente.
-  Io sarò con te, Harry. Dovunque tu vada, qualunque cosa tu faccia. Io sarò per sempre con te. Resteremo per sempre insieme, qualunque cosa accada.
E mentre teneva stretta quella collana, le lacrime iniziarono di nuovo a rigarle il viso.
 
***
Su quell’aereo, intanto, Harry aveva la voglia incredibile di tornare indietro, di correre da lei, ma le sue gambe continuavano a camminare fino al suo posto.
Era serio, pensieroso, nervoso. Stava per scoppiare, voleva andare via di là, l’abitacolo dell’aereo gli sembrava stretto, gli dava fastidio la voce di Taylor e Rob che chiacchieravano tranquillamente come se lui fosse invisibile, gli davano fastidio le luci troppo fioche dell’aereo, la poltrona gli sembrava scomoda e il finestrino troppo piccolo.
Ma teneva tutto dentro, cercava di farsi accorgere il meno possibile. Ma da chi poi? Tanto nessuno sembrava accorgersi di lui.
Voleva Jane, la sua Jane, solo Jane. Si sentiva… vuoto, come se gli mancasse qualcosa, come se gli mancasse il cuore. Gli mancava più di quanto immaginasse.
A volte si guardava persino intorno come se stesse cercando un modo per scappare, per andarsene. Ma perché cavolo era andato via da lei? Ah, sì, ecco perché, adesso ricordava.
Le porte dell’aereo si chiusero con un gran fracasso e lui poggiò le spalle contro lo schienale, sbattendo nervosamente i piedi a terra, quasi avesse avuto davvero intenzione di scappare.
Taylor, mentre parlava con Rob, si girò verso di lui e sorrise. Lui distese un poco gli angoli della bocca e appena lei si girò di nuovo verso Rob, lui si girò verso il finestrino, iniziando a calmarsi.
L’aereo decollò. Harry sospirò, con gli occhi tristi. Si avvicinò di più al finestrino e cercò con lo sguardo per vedere la casa dov’era Jane, anche se sapeva che non ci sarebbe mai riuscito.



In my memory, all the small things, like daggers in my mind

In my memory, while my head bleeds, the words I'll never find
That I always meant to say to you I can't


Cause you turned your face, and now I can't feel you anymore
Turn your face, so now I can't see you anymore
Walk away until you're not standing at my door
Turn your face, walk away and
stay


Turn your face, hmm oh


In my memory, I was hurting, long before we met, oh
In my memory, there's still burning, fingerprints you left
And I'll always meant to say to you I can't


So just turn your face, until I can't see you anymore
Turn your face, until I can't see you anymore
Walk away until you're not standing at my door
Turn your face, walk away and stay


Turn your face


Each time I take you back
You bring one thousand cries
And I accept them, like a fool oh


So now what's your excuse
What do we have to lose?
Since I'm already losing you


So hard to face, that I can't feel you anymore
Hard to face, that I can't see you anymore

So walk away, until you're not standing at my door
Turn your face, walk away, and stay


Turn your face
Turn your face, and stay
Turn your face
- Turn your face, Little Mix - 


 

 

Questo capitolo lo adoro, ci tengo davvero tanto, mi piace moltissimo. Ma mi piacerebbe sapere anche cosa ne pensate voi :D Spero davvero che vi piaccia perchè ci ho messo il cuore per scriverlo ed è forse il più bello che abbia mai scritto <3
Le parole delle canzoni che ho messo all'inizio sono quelle che ho usato per scrivere la lettera, mentre ho deciso di mettere "Turn your face" alla fine perchè è come se fossero le parole di Jane.
Questo è l'ultimo capitolo per il momento perchè non ci sarò per un mese. Appena torno vi pubblico tutti i capitoli che scriverò :D 
A presto <3 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ho sognato Niall