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Autore: _Giuls17_    02/07/2013    1 recensioni
Ecco appena pronto il primo capitolo del seguito di "love, changes and battles" spero che possa piacere come la storia precedente.
Maka si ritrova ad affrontare una situazione difficile, qualcosa che tre anni fa, quando si era dichiara a Soul Eater Evans non aveva prevesito. Qualcosa che la metterà davvero in una situazione brutta e dovrà tornare a Death City per volere di Shingami, ma Perchè se n'è andata? E cos'è successo con Soul un anno dopo l'epilogo della storia precedente? Scopriamolo assieme, ma non sarà nulla di piacevole, per chi si aspettava un futuro felice per i due.
Capitolo 23: Provai a resistere, dovevo rimanere sveglia ma lentamente mi lasciai andare al dolore, finché tutto non divenne nero e per l’ultima volta pensai a quei bellissimi occhi rossi che mi mancavo come la vita.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Il vento soffiava leggero in quella giornata di sole, Death City non era mai stata cosi bella e così tranquilla.
Distolsi debolmente lo sguardo dalla città e mi concentrai sulle persone più importanti della mia vita, Soul e Hope.
Soul le stava insegnando a camminare ma lei non faceva altro che cadere ma Hope non piangeva quasi mai, era come il suo papà forte e coraggiosa sapeva rialzarsi dopo ogni caduta.
E anche io e Soul lo avevamo fatto esattamente tre anni…

***
-Dottore!.- il medico che aveva operato con lui uscì dalla stanza con un sorriso stampato in faccia.
-Cosa succede?.- chiese non capendo.
-E’ un miracolo!!!.- urlò ancora più forte, rientrando dentro.
Stein lo seguì senza esitare.
E quello che percepì lo lasciò senza parole, lei era tornata.
Riusciva a percepire la sua anima, si stava ricomponendo, Maka stava tornando e lui non riusciva a crederci; aveva perso tutte le speranze ma sapeva in fondo al cuore che quella ragazza non si sarebbe mai arresa.
Nonostante tutto era la figlia di Spirit.
Si sedette in una sedia accanto a lei e vide il suo volto prendere colore, non era più pallida come la morte ma ora era rosea, un po’ come la vita.
Asciugò una lacrima che gli scese lungo il viso, lui non piangeva mai, ma stavolta sorridendo tra se e sé si concesse di farlo, troppa era la felicità.

Cambiò posizione e appoggiò la schiena al muro, chiuse gli occhi e incrociò le braccia, aspettando che il cuore di Maka riprendesse a battere.
-Soul!!.- furono le urla di Black Star che risuonarono per tutto il corridoio della Shibusen, facendo piangere ancora Hope.
Tsubaki non sapeva più come farla stare zitta, aveva provato di tutto ma niente aveva funzionato.
Così riprese a cullarla nella speranza che smettesse di piangere, nel frattempo Black Star era corso incontro a Soul e lo stava stritolando in suo abbraccio.
L’albino ricambiò ma ancora sentiva su di sé la stanchezza di quella che non avrebbe definito di certo un’avventura.
-Black Star lo stai soffocando!!.- urlò Tsubaki cercando di farlo smettere.
-Scusami amico, ma mi sei mancato.- disse cercando di trattenere le lacrime.
-Anche tu mi sei mancato, mi siete mancati tutti.- ma i suoi occhi stavano cercando lei, la sua unica ragione ma non riuscì a trovarla.
L’unica cosa che l’incuriosì fu il movimento di Tsubaki, poiché lui ancora non sapeva.
-Che cosa tieni in braccio.- si avvicinò con calma all’amica, quasi per paura che nascondesse una brutta sorpresa ma non appena lei spostò le coperte i suoi occhi rossi si incrociarono in altri occhi rossi.
Guardò Tsubaki, non riusciva a trovare le parole per esprimersi troppa era la gioia di vedere quel piccolo essere davanti a sé.
-Sì soul, lei è tua figlia.- disse porgendogliela.
E come per miracolo la bambina smise di piangere, ma i suoi occhi non si staccarono mai da quelli di suo padre.
-E’ bellissima.- l’accarezzò delicatamente, avendo paura di romperla anche se sapeva che non era una cosa possibile.
-Si chiama Hope.-
Sorrise al suono di quelle parole, sicuramente era stata Maka a darle questo nome ma non gli dispiaceva, perché se lui ora era li a stringere sua figlia era tutto merito della fortuna e della speranza che lo avevano assistito.
-Ciao mia bellissima Hope.- la piccola mosse la bocca in una specie di sorriso e riuscì a percepire il suo cuore scoppiare di gioia.
-Dov’è Maka? E’ già sveglia?.-
-Soul…Maka ancora deve tornare.- disse Black Star facendo virgolette.
-Non capisco.- disse lui.
-Vedi…- si grattò la testa cercando di trovare le parole giuste.
-Non appena ha saputo che tu eri disperso la sua anima si è spezzata, e lei non è più stata la stessa, poi questa notte ha avuto un infarto e Stein è riuscito a salvare la piccola ma Maka…beh lei non si è salvata.-
-E’ morta?!.- sentì un dolore terribile al petto.
-No ascoltami!!.- stavolta era stata Tsubaki a intervenire, -Lei era morte, non ha permesso a Stein di curarla, ma non sappiamo come e perché ma adesso lei sta tornando.-
Soul non riusciva a capire se Maka non era sopravvissuta all’infarto voleva dire che era morta, e basta.
-Pensiamo abbia sentito la tua anima e che in qualche modo stia cercando una strada per tornare, Stein è di là che la sta aspettando.- indicò la porta che stava di fronte a loro.
Il ragionamento di Tsubaki non faceva una piega ma non le avrebbe creduto finché non l’avrebbe vista con i suoi occhi, così strinse un po’ più forte Hope e varcò la soglia.

*** -Perché non vieni a giocare con noi?.- mi chiese Soul riportandomi al presente.
-Arrivo.- dissi alzandomi da terra e andando incontro a loro; era stata Tsubaki a raccontarmi quella parte della storia, poiché Soul aveva deciso che era meglio mettere da parte quei momenti e andare avanti con le nostre vite ma io ancora non c’ero riuscita.
Erano passati tre anni da quel giorno ma io non smettevo mai di ricordare, mai di ringraziare il cielo per essere ancora viva, anche se avevo avuto fortuna, sapevo bene che il merito era tutto di Soul, se lui quella sera non fosse tornato io, non avrei mai ricomposto la mia anima e non sarei stata qui, a giocare con lui e mia figlia.
Non appena vidi il volto sorridente di Hope sorrisi di gioia, lei era uguale a noi, aveva i suoi occhi rossi e i miei capelli biondi, ma non era solo me o solo Soul, ma era la nostra perfetta unione, anche se ancora non sapevamo se avesse solo sangue di arma oppure…
-A cosa pensi?.- chiese Soul prendendomi tra le sue braccia.
-Penso che ti amo e che sono fortunata.- gli misi le braccia intorno al collo.
-Anche io ti amo Maka ma basta con la storia della fortuna, noi siamo qui ora, solo questo conta.-
-Ma se tu non fossi….-
-Lascia stare il passato, mettilo da parte, io sono tornato, sono sopravvissuto a quei mesi da solo in Africa perché sapevo di dover tornare, sapevo che c’eravate voi che mi stavate aspettando, se qualcuno deve essere il fortunato, sono io.-
il suo sguardo era leggermene severo ma potevo capire benissimo il perché, -Mi sono salvato da quella grotta solo per fortuna, perché se mi fossi trovato a soli 5 centimetri più avanti del dovuto sarei finito schiacciato sotto le macerie, posso chiamare fortuna il fatto di essere sopravvissuto senza cibo e acqua per due settimane e posso chiamare fortuna il fatto di essere stato trovato dagli abitanti del posto e posso chiamare fortuna il fatto di aver rincontrato quel ragazzo che avevamo salvato e che sia stato lui ad avvertire Spirit.-
-Hai ragione.- lo dovetti ammettere perché il mio destino era dipeso sempre e solo da lui,
-Io dovevo solo aspettare il tuo ritorno perché una parte di me sapeva che saresti tornato, ma durante quel periodo ho commesso molti errori.- ammisi abbassando lo sguardo.
-Ormai quelli sono il nostro passato e lei è il nostro futuro.- indicò la piccola che ci stava guardando.
-Sì, concordo con te, basta con il passato.-
Presi Hope in braccio che mi strinse in una specie di abbraccio.

La strinsi forte e Soul si unì a noi, tutto adesso era perfetto, potevamo vivere la vita che avevamo sempre voluto, rimanendo liberi di compiere nostre scelte di commettere i nostri sbagli;
Soul aveva rinunciato di essere la Falce della Morte, rimanendo solo la mia buki, aveva capito che le cose importanti erano nella vita di tutti i giorni ed io avevo ritrovato il coraggio di vivere, per lui e per mia figlia. Non sapevamo cosa ci riservava il futuro, forse un nuovo nemico o forse una vita tranquilla ma sapevamo di poter contare gli uni sugli altri e su i nostri amici che non ci avevano mai abbandonato.
Così per quel giorno decidemmo di tornare a casa, felici, uniti, e ignari del nostro avvenire.


_Angolo autrice ∞: Ciao ciao, spero che questo epilogo possa piacere e che in qualche modo vi lasci una sensazione di pace e serenità, dandovi il coraggio di credere in voi stessi.
Anche se Soul e Maka non esistono e le loro vicende sono frutto della nostra immaginazione, ci insegnano ad affrontare la vita, a credere in noi stessi a non arrenderci e ad avere fiducia nelle persone a cui vogliamo bene !
Questa storia mi ha dato molto, e spero che abbia lasciato qualcosa a tutti voi lettori, un ricordo speciale. Al più presto riprenderò a scrivere anche You are a part of me, e spero di cimentarmi in altre storie su di loro, per chiunque voglia seguirmi lo invito a passare dalla mia pagina! Un grazie immenso a tutti voi,

_Giuls17_
   
 
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