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Autore: Heilig__    02/07/2013    10 recensioni
- Ehi!- ribattei, piuttosto scocciato - Sto andando più veloce che posso- dissi - E la mia auto non è sudicia- precisai poi.
- Sta' zitto e guida!- sbraitò lei.
Feci per controbattere, ma subito ripensai all'espressione compassionevole che il medico di Lynn, il dottor Brown, mi aveva rivolto qualche tempo prima e alle sue parole.
“A partire dal momento in cui le si romperanno le acque- mi aveva detto - Lynn non sarà più la sua ragazza, signor Kaulitz. Non sarà più la sua tenera e dolce fidanzata. Sarà solo una giovane donna in procinto di partorire. Non dovrà contraddirla, urlarle addosso o dirle di calmarsi, perché peggiorerebbe la sua situazione, e basta”
Inspirai a fondo e seguii il consiglio che quell'uomo mi aveva dato, pensando che, dopotutto, era la miglior cosa da fare.
- Quanto manca?- chiese Lynn dopo qualche minuto.
- Siamo quasi arrivati- risposi io, con serenità.
- Non ti ho chiesto se siamo arrivati o no- replicò lei in un sibilo - Ti ho chiesto quanto manca.
- Q-qualche minuto- balbettai - Una decina, forse.
- Era così difficile?- sbottò Lynn, distogliendo lo sguardo.
Sospirai, affranto: sarebbe stata un'esperienza traumatica.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Tokio Hotel (in questo caso, Tom Kaulitz) non mi appartengono,
Questo scritto è frutto della mia fantasia, non è a scopo di lucro, e non vuole in nessun modo essere strumento di diffamazione.
Pisenllov ♥♫








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Ero comodamente seduto sul divano, in preda alla noia più totale, quando l'urlo acuto di Lynn, seguito da un tonfo assordante, mi perforò le orecchie all'improvviso, facendomi sobbalzare.
- Lynn?!- feci, spaventato, non ottenendo però alcuna risposta.
Mi alzai di scatto, mentre strane supposizioni si facevano spazio nella mia mente e la raggiunsi immediatamente in cucina, dove la trovai a terra, in un angolo, a gambe divaricate, il volto paonazzo e sudato.
- Lynn!- esclamai, accovacciandomi accanto a lei - Cosa è successo?
- C-credo...- balbettò lei, mentre si teneva la pancia con una mano - credo che mi si siano rotte le acque- soffiò, gemendo di dolore.
Impiegai qualche secondo a realizzare il significato delle sue parole, e, quando lo feci, per poco non urlai anche io.
Le si erano rotte le acque.
La mia ragazza stava per partorire.
Deglutii rumorosamente, mentre Lynn, accanto a me, non cessava di strillare e contorcersi dal dolore.
- Fa' qualcosa!- urlò, stringendomi la mano in una morsa ferrea.
- Lynn, calmati...- le dissi tentando di tranquillizzarla.
Ottenni però l'effetto contrario.
- Non mi calmo, accidenti! Sto per partorire!- gridò - Portami in ospedale!-
Sapevo benissimo che sarebbe passato del tempo prima che arrivasse il momento in cui ci saremmo dovuti preoccupare sul serio, ma decisi di accontentarla comunque.
- Ok- acconsentii - Va bene, andiamo all'ospedale- dissi, accarezzandole i capelli, nel tentativo di rasserenarla - Ora vado a prendere l'auto. Tu aspettami qui, non muoverti, ok?-
Vidi Lynn annuire debolmente, al che mi alzai e corsi fuori dalla cucina. Afferrai al volo le chiavi dell'auto, appese al muro vicino alla porta d'ingresso e mi precipitai fori di casa, diretto al garage.
Una volta arrivato, salì in fretta e furia in auto, la misi in moto, ed uscì, parcheggiandola di fronte a casa.
Scesi e rientrai, e in cucina ritrovai Lynn nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata.
- Lynn, la macchina è qui fuori- dissi, inginocchiandomi al suo fianco - Riesci ad alzarti? Vuoi che ti porti io?-
Scosse lievemente la testa, e, con fatica, si alzò in piedi.
- Andiamo- disse, barcollante.
Le misi un braccio intorno alla vita per sostenerla, e con calma la condussi fuori dalla cucina.
- Dov'è la borsa?- chiese Lynn, d'un tratto.
Borsa?”
- Tom, dov'è la borsa?- ripeté, sempre più seccata, guardandomi con occhi di fuoco.
- Q-quale borsa?- balbettai.
- Quella che ho preparato per ogni evenienza. Come questa-
Capii di cosa stava parlando e, impercettibilmente, tirai un sospiro di sollievo.
- E' in auto- risposi - Nel bagagliaio-
Per un attimo, ringraziai Bill che mi aveva consigliato di mettercela qualche giorno prima, dopo averla notata in un angolo del corridoio.
- Sarà meglio che tu la metta in auto- aveva detto - Così sarete già pronti, nel caso doveste correre all'ospedale-
Quando però il mio sguardo cadde su quello di Lynn, capii di essere in guai.
Guai molto seri.
- Cosa ci fa la borsa in auto?!- sbraitò, allontanandosi dalla mia presa - Devo ancora metterci un sacco di roba!
- Lynn, non preoccuparti- dissi, cominciando a sudare freddo - Ora la cosa importante è andare in ospedale- aggiunsi, tentando di farla ragionare.
Lei rimase sulle sue posizioni ancora per qualche istante, quando all'improvviso si piegò su stessa, rischiando di cadere a terra una seconda volta, mentre soffocava un nuovo gemito.
- Lynn!- urlai, afferrandola al volo.
- Tom,- disse lei a denti stretti, mentre tentava di ricacciare indietro le lacrime che il dolore delle contrazioni le causavano - portami in quel fottutissimo ospedale-
Annuii, e quando lei si fu sollevata, le cinsi ancora i fianchi e la portai fuori casa, fino all'auto.
Aprii la portiera sul lato del passeggero e la feci salire, per poi andare all'altro lato della macchina e salire a mia volta.
Misi in moto la vettura e premetti il piede sull'acceleratore con tutta la foga che avevo in corpo, in un disperato tentativo di scaricare la tensione in qualche modo.
Al mio fianco, Lynn, cercava di mantenere il respiro regolare, inspirando ed espirando nel modo in cui il medico le aveva raccomandato di fare.
- Tom, sbrigati accidenti!- esclamò, tra un boccata d'aria e l'altra - Non voglio partorire mio figlio in una sudicia auto.
- Ehi!- ribattei, piuttosto scocciato - Sto andando più veloce che posso- dissi - E la mia auto non è sudicia- precisai poi.
- Sta' zitto e guida!- sbraitò lei.
Feci per controbattere, ma subito ripensai all'espressione compassionevole che il medico di Lynn, il dottor Brown, mi aveva rivolto qualche tempo prima e alle sue parole.
A partire dal momento in cui le si romperanno le acque- mi aveva detto - Lynn non sarà più la sua ragazza, signor Kaulitz. Non sarà più la sua tenera e dolce fidanzata. Sarà solo una giovane donna in procinto di partorire. Non dovrà contraddirla, urlarle addosso o dirle di calmarsi, perché peggiorerebbe la sua situazione, e basta
Inspirai a fondo e seguii il consiglio che quell'uomo mi aveva dato, pensando che, dopotutto, era la miglior cosa da fare.
- Quanto manca?- chiese Lynn dopo qualche minuto.
- Siamo quasi arrivati- risposi io, con serenità.
- Non ti ho chiesto se siamo arrivati o no- replicò lei in un sibilo - Ti ho chiesto quanto manca.
- Q-qualche minuto- balbettai - Una decina, forse.
- Era così difficile?- sbottò Lynn, distogliendo lo sguardo.
Sospirai, affranto: sarebbe stata un'esperienza traumatica.




* *



L'ospedale non mi era mai sembrato tanto lontano.
Ero in auto da nemmeno venti minuti e mi sembrava di guidare da anni.
E più il tempo passava, più mi sentivo inesperto, inadatto e decisamente poco pronto ad affrontare quella situazione. Mi sembrava quasi di vivere un film.
Un film dell'orrore, ad essere precisi.
Finalmente, però, dopo un paio di minuti, giungemmo a destinazione.
Scesi in fretta dalla macchina, ed aiutai Lynn a fare lo stesso, per poi dirigermi, sostenendo la mia ragazza per i fianchi, all'interno dell'edificio, fino al bancone del pronto soccorso.
- Mi scusi!- esclamai, cercando di ottenere l'attenzione dell'infermiera che, girata di spalle, stava sistemando alcune scartoffie.
La donna, una signora di colore alta e robusta, dagli occhi scuri e i capelli neri raccolti in una coda, si voltò e ci squadrò.
- Dimmi, figliolo- disse avvicinandosi - Qual è il problema?- chiese.
- Le si sono rotte le acque- dissi sbrigativo, indicando Lynn - Dev'essere ricoverata!
- Calmati, ragazzo, non c'è bisogno di agitarsi- disse la donna.
Premette alcuni bottoni di una tastiera che aveva di fronte a sé, e poi tornò a guardarmi.
- Ora arriveranno i miei colleghi- annunciò - Nel frattempo lei...- aggiunse, indicandomi -dovrà riempire alcuni moduli.
- Ma io devo andare con lei!- urlai fuori di me.
- No- controbatté l'infermiera - Lei rimarrà qui-
Qualche istante dopo apparvero due donne in camicie, munite di una sedia a rotelle, che si avvicinarono a noi.
- E' lei la ragazza?- chiese una di loro.
L'infermiera annuì semplicemente e la donna rivolse a Lynn un caldo sorriso.
- Vieni con noi, cara- disse, mentre la sua collega faceva sedere la mia ragazza - Ora ti portiamo in quella che sarà la tua stanza e ti faremo alcune analisi, va bene?-
Lynn annuì, e, prima che le due dottoresse la portassero via, mi sorrise lievemente e mi salutò con la mano.
Ricambiai il saluto e rimasi a guardare fino a quando non sparirono tutte e tre dalla mia vista.
Sospirai e mi voltai verso il bancone.
- Allora? Il modulo?- chiesi.
- Eccolo qui- mi disse l'infermiera, porgendomi un foglio ed una penna - E' il primo?- domandò poi, osservando il foglio che avevo cominciato a riempire.
- Come fa a saperlo?- feci io alzando di poco la testa.
- Ha scritto Kaulitz al posto del nome e Tom al posto del cognome- rise la donna - Non credo sia esperto di queste cose-
Controllai immediatamente, e diventai subito rosso d'imbarazzo accorgendomi del mio errore.
Feci per cancellare, ma lei mi fermò.
- Non si preoccupi- mi rassicurò - Non è importante-
Continuai quindi a scrivere, stando attento a non sbagliare, e quando finii consegnai il modulo alla signora.
Mi voltai e presi a correre verso la direzione che avevano preso le due dottoresse insieme a Lynn.
Durante il tragitto chiesi qualche indicazione, e dopo un paio di porte sbagliate, arrivai finalmente alla stanza di Lynn.
Senza bussare, aprii la porta e subito un giovane dottore mi si parò davanti.
- Non sa che non si può entrare in questo modo nelle stanze d'ospedale?- mi disse, in tono brusco.
- S-sono...- balbettai, in preda all'affanno - Sono il ragazzo di Lynn.
- Oh...- fece il medico - Beh, allora, entri pure- disse, mentre con un cenno della testa mi invitava ad entrare.
Raggiunsi il letto di Lynn, circondato da alcuni medici che si stavano occupando di lei.
- Tom!- esclamò lei appena mi vide.
Feci per rispondere, ma lei lanciò un urlo, più acuto dei precedenti, che mi fece indietreggiare dalla paura.
- Cos'ha?- chiesi terrorizzato al medico più vicino a me.
- E' assolutamente normale- mi rispose questo, cordiale.
Dopo poco Lynn gridò di nuovo.
E poi ancora. E ancora. E ancora.
- Le contrazioni si stanno facendo sempre più vicine - disse una dottoressa - Direi che ci siamo- aggiunse poi, guardando Lynn - Sei pronta, cara?-
Lynn annuì, mentre il suo respiro si faceva sempre più accelerato, e la donna mi rivolse uno sguardo con cui sembrava quasi chiedermi se fossi pronto anche io.
Annuii, senza quasi accorgermene, e lei sorrise, tornando al suo lavoro.
Ancora una volta mi sentii il protagonista di un film.
Vedevo le scene susseguirsi quasi al rallenty, mentre dentro me diverse sensazioni contrastanti si combattevano.
D'un tratto, però, accadde qualcosa di strano.
I suoni, le immagini... Tutto intorno a me cominciò ad affievolirsi lentamente, fino a quasi scomparire, mentre sentivo la dolce di Lynn, sempre più lontana, continuare a chiamarmi.
Tom, Tom, Tom...

Aprii gli occhi di scatto, e mi ritrovai sdraiato sul mio letto, completamente sudato, il respiro irregolare e il cuore che minacciava di uscire dal petto.
- Tom?-
Mi voltai e vidi Lynn guardarmi, preoccupata.
- Stai bene?-
- Che ore sono?- chiesi, senza rispondere alla sua domanda.
- Le cinque del mattino- rispose lei, perplessa.
Distolsi lo sguardo e mi guardai in giro, spaesato: niente ospedale, niente dottori, niente stanze dai muri dai colori improbabili, niente urla.
Niente di niente.
Era stato tutto un sogno.
Un semplice sogno.
- Tom, stai bene?- mi chiese ancora Lynn.
- Sì, sì- la rassicurai, abbozzando un debole sorriso - Sto bene- aggiunsi.
Dopo qualche minuto di silenzio, decisi di andare a sciacquarmi il viso, che probabilmente portava ancora le tracce dello sconvolgimento vissuto nel sogno.
- Vado in bagno- dissi, rivolto a Lynn - Torno subito-
Mi alzai ed uscì dalla stanza, diretto in bagno.
Una volta lì, mi osservai allo specchio e notai che, come avevo pensato, avevo decisamente bisogno di rinfrescarmi un po'.
Feci per aprire il rubinetto quando un urlo mi interruppe, facendomi sobbalzare.
Non può essere...”
Corsi subito nella mia stanza, dove vidi Lynn seduta sul letto, a gambe divaricate, il volto paonazzo e sudato.
- Lynn!- esclamai, raggiungendola sul materasso - Cos'è successo?
- C-credo...- balbettò lei - Credo che mi si siano rotte le acque.











Salve, popolo di EFP!
No, non ho una vita sociale, per questo mi trovate sempre qui :'(
In realtà, però, la colpa è di Tom, che mi ispira perennemente u.u Lo assumerò come musa (??) personale. LOL.
Anyway, questa era il terzo e l'ultimo episodio della saga (?)“Tom e Lynn”
Non ho idea di come sia uscita questa shot, quindi giudicate voi ahaha! :D
Un bacio a tutti/e e a presto!
Heilig__

   
 
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