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Autore: Water_wolf    02/07/2013    3 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"You were a thief, you stole my heart."
P!nk, Just give me a reason


<< No, no, no! >> gridò Andrea, mentre sfogliava furiosamente le pagine alla ricerca di una sola traccia d’inchiostro.
Se non fosse stato l’Atlante della Verità, ma un semplice eserciziario di matematica, non avrebbe esitato a scaraventarlo fuori dalla finestra. Il libro gli sfuggì dalle mani tremanti di rabbia e cadde sul pavimento, chiudendosi.
Il biondo si chinò per riprenderlo, ma quando provò a riaprilo non ci riuscì. Tentò ancora, ma le pagine sembravano fissate tra loro con la colla. Lo raccolse e, senza dire una parola, uscì dalla stanza.
<< Andre’, ma che ti prende? >> gli chiese Jonas.
Lui si fermò, si voltò e disse << No. >>
Camminò per il corridoio diretto verso il giardino della Residenza Winter, e solo quando fu fuori si sentì meglio. Il sole splendeva, i suoi raggi riempivano di luce il prato e facevano brillare le foglie, di un verde sano.
Andrea si diresse verso il salice dove si trovava Shai quando Jonas era stato catturato, si sedette a gambe incrociate e sospirò, frustrato.
Perché l’angelo aveva il pieno controllo della manifestazione materiale di Chion e lui, con Niayh, no? Perché lui doveva arrivare sempre secondo? Perché non riusciva mai a vincere?
Era sempre stato un ragazzo paziente, calmo e pacifico come la Terra, che comunque girava, ma nessuno ci badava più di tanto.

§


C’era una volta un bambino, capelli biondi come le spiagge che lambivano le coste del suo mare, occhi verdi come le olive che gli piacevano tanto. Con lui, altri ragazzini. Uno di loro, castano, aveva un pallone da calcio in mano. Il bambino biondo lo sfidò con gli occhi, l’altro ricambiò, avvicinando le palpebre a fessura.
<< Sfida: chi arriva prima al vecchio ulivo senza mai perdere il pallone, vince. Chi perde non sarà più il capo del gruppo e dovrà cercarsene un altro. Ci stai, pappamolla? >>
<< Certo che ci sto, cacasotto. >> rispose a tono.
Come per magia, un altro pallone fece capolino da dietro la schiena di un bambino, che lo lanciò contro ‘il pappamolla’ nella speranza che lo colpisse. Lui, invece, lo fermò proprio sopra la sua testa e fece una linguaccia all’altro. Si misero in posizione, calcolando la distanza che li separava dalla meta e la tempra dell’avversario.
<< Pronti… >>
Misero giù i palloni.
<< Partenza… >>
Assetto da corridore.
<< Via! >>
Scatto.
Il bambino biondo corse più veloce di quanto avesse mai fatto. Le gambe erano fulmini, i piedi sfioravano la terra, le scarpe sembrano avere le ali. << Forza, Andre’! >> si sentì gridare dietro. Era Rosa, una ragazzina con le lentiggini gentile con tutti.
Calciò il pallone; era difficile correre così veloce e mantenere il controllo su di essa, ma lui era bravo. Il vecchio ulivo era davanti a lui, lo poteva quasi toccare. E lo fece, quasi ci si schiantò sopra.
Sentì esultazioni dietro di lui.
Ho vinto!, si disse. Sorridente, alzò lo sguardo e vide una cerchia di bambini che battevano le loro mani sulla schiena del suo rivale. Era arrivato prima di lui, era lui il più veloce.
La verità crollò su di lui rovinosa, e se prima era pieno di felicità adesso era pieno di delusione. Corse, scappò via, le lacrime che premevano ma che non uscivano, finché una mano sulla spalla non lo fa voltare. Era Rosa.
<< Mi dispiace che tu non abbia vinto, ma sei stato bravo, davvero! Se ti va, torno con te a casa, mh? >>
Andrea si ritrovò ad annuire, e il sorriso rassicurante di Rosa gli scaldò il cuore. Mano nella mano, si allontanarono dalla collina.

§


Il campo era gigantesco, l’erba vastissima. Stefano e Andrea correvano, il biondo era davanti e aspettava il passaggio dell’amico. Il compagno venne placcato da due ragazzi dalle spalle larghe. Lui giocò con la palla, la tenne tra i piedi prima qua e poi là, finché non vide un buco. Subito, alzò il pallone e lo calciò verso Andrea, che lo fermò col petto.
Corse come un forsennato, evitando gli avversari, finché non fu davanti alla porta. Tirò con forza, facendo rete.
Tutti esplosero in esultazioni, e l’arbitro segnò la fine della partita di calcio. La loro squadra aveva vinto. Andrea andò dai compagni, ma loro avevano occhi solo per Stefano, il ragazzo castano. “Passaggio stupendo!”, “Troppo bravo!”, “Che bomber!”, si congratulavano.
Il biondo non capiva. Non era forse lui quello che aveva segnato? Quello che li aveva fatti vincere?
Andò negli spogliatoi, si tolse la maglietta  e prese un asciugamano. Si sedette sulla panca, scosse la testa. Che cosa si aspettava? Era sempre così, invisibile. Come la Terra girava, ma nessuno ci badava più di tanto. Eppure c’era.
Di nuovo, una mano sulla spalla. << Bel goal, Andre’. >>
Non c’era nemmeno bisogno che si voltasse per sapere chi fosse. << Grazie, Rosa, come sempre. >> rispose, atono.
<< Posso scattarti una foto? Per il mio album di ricordi. >> gli chiese, gentile.
<< Aspetta, >> la fermò Andrea << ho un’idea migliore se vuoi ricordarti di questo giorno. >>
Rosa girò la testa di lato, la polaroid che le pendeva dal collo, i ricci rossi indomabili che le ricadevano sulle spalle. Il biondo si sporse verso di lei, baciandola delicatamente sulle labbra. Si staccò subito dopo, prese la sua maglia e uscì. Rosa, intanto, era rimasta immobile.
Andrea, il ragazzo più calmo e riservato che avesse mai conosciuto aveva realmente preso quell’iniziativa? L’aveva veramente baciata?
Forse, pensò, non è sempre il secondo in tutto.

§


Una mano si posò sulla sua spalla. Andrea alzò il capo, incontrando gli occhi blu di Shai. << Avanti, dobbiamo andare. >> lo incalzò.
Lui alzò un sopracciglio. << Perché? Dove? >>
<< Chiara ha deciso che farà un altro viaggio per risolvere il problemino delle pagine bianche. Vieni, prima che cambi idea. >>
Il biondo si alzò, prendendo con sé il libro, e seguì la mora fino ad arrivare nella stanza di Chiara. << Tutto bene? >> gli chiese, gentilmente.
Lui le sorrise. << Sì, grazie. >>
Si misero tutti in cerchio, prendendosi per mano, Jonas con Chion sulle ginocchia, Andrea con Niayh vicino al petto. Emilia scoccò un’occhiata sottecchi a Dimitri. Dopo il loro bacio non avevano ancora parlato seriamente di quello che era accaduto, ma tra loro era nata una sorta d’intesa.
Quando Chiara aveva deciso di fare un nuovo viaggio, notando la stanchezza di Dimitri, aveva proposto che lui poteva rimanere alla Residenza con Emilia. Il ladro aveva rifiutato, utilizzando come scusa il ‘non voler privare di una sana avventura la ragazza calorifero’.
E la bionda aveva ribattuto che, comunque, ‘si sarebbe creato un altro tipo di avventura se fossero restati lì’.
Dimitri aveva cercato senza risultati di non ridere per l’allusione al sesso di quella frase. Emy, allora, aveva alzato le spalle definendo la sua uscita una ‘battuta per persone dalle menti traviate’.
Il ladro aveva concluso il tutto con ‘però ti piacciono le menti traviate’. La bionda aveva appena avuto il tempo di sussurrare un ‘già’ languido che Shai aveva tossito, interrompendo l’inizio di una scenetta patetica.
La meta era il deserto, i vulcani di cui trattava la pergamena. La quindicenne si concentrò, visualizzando nella sua mente l’Atlante della Verità con sfondo immagini dai toni caldi, asfissianti, della sabbia cotta al sole.
Dal ciondolo –che si era rimessa al collo- si sprigionò la solita luce, che inghiottì tutto lo spazio intorno ai ragazzi, trasportandoli via da Upward. I sei Custodi aprirono gli occhi, curiosi di scoprire dove si trovavano.
Davanti a loro c’erano due dune perfettamente uguali, dietro, a destra e a sinistra rocce calcare solcate da crepe  e tanta, tantissima, sabbia fine color dell’oro. Poi, le mosche. Ronzavano un po’ dappertutto e riempivano l’aria di un fastidioso bzz-zzbz. Infine, c’era puzza di zolfo e fango secco che aleggiava tutt’intorno.
<< Che merda. >> commentò Emilia, alzandosi in piedi. << La Biblioteca ti lasciava stupito per la bellezza, questo posto per lo schifo. >>
<< Che finezza. >> borbottò Shai.
<< Be’, allora, dove credi che dovremmo andare, Andre’? >> domandò Chiara, un sorriso forzato stampato in faccia.
Il biondo scosse la testa, poi indicò le dune. Speriamo in bene, pensò la Custode dell’Acqua, mettendosi in cammino.
Ben presto i loro nasi si abituarono al tanfo circostante e rimasero solo le mosche a dare fastidio. Jonas marciava fiero con Chion ficcata tra la cintura e pantaloni, come un vero soldato. Quando raggiunsero la base delle dune, Emy domandò << Non è che potreste portarci in volo, voi angeli? Si farebbe prima. >>
Jonas annuì, spiegando le ali. Prese Chiara per mano, che la afferrò, e partirono in volo. Shai lo imitò, come compagno Andrea. Emilia, che aveva sperato in un passaggio, porse la mano a Dimitri e, lanciando una fiammata, si alzò in  alto.
Volarono al di là delle dune, le quali si dimostrarono più grandi di quello che sembrassero da terra, e poi atterrarono. Emilia aprì la bocca e la richiuse subito dopo.
La roccia era di un rosso cupo, come sangue seccato al sole, e si innalzava per chilometri. La cima era appena visibile così coperta dalle nubi di fumo e gas. Da lassù, scendevano come lacrime strisce di magma nero, solidificato da anni. Era un vulcano.
<< Qualcosa da ridire, ora? >> Andrea canzonò Emilia.
La bionda scosse la testa. << E’-è un vulcano? >> farfugliò.
<< Esatto. >> rispose Shai << Quello che cercavamo. >>
Emilia si staccò dal gruppo, avanzò verso le pendici del vulcano e posò una mano sulla sua superfice. Un calore ardente la travolse, e sentì come delle lingue di fuoco tirarla verso l’interno. Gridò, mentre quelle catene invisibili la trascinavano dentro.
Chiara sgranò gli occhi. << Emilia! >> strillò, lanciandosi verso l’amica, già per metà dentro la roccia. L’afferrò per una mano, la tirò verso di sé, ma fu costretta a staccarsi subito, urlando per il dolore.
<< Vattene! Brucerai! >> cercò di scacciarla la Custode del Fuoco. Chiara scosse la testa, le riprese la mano e si oppose con veemenza << Mai! >>
Jonas sguainò Chion, accorrendo verso le due ragazze, seguito a ruota da gli altri.
<< Chiara, lasciala! >> gridò, in tono di supplica.
La Custode dell’Acqua si voltò verso di lui, gli occhi prossimi alle lacrime di dolore, e ribadì la sua posizione << Non posso, Jonas! >>
<< Sì che puoi! >> gridò Emilia << Jonas, portala via prima che vada in fiamme! Non può sopportare questo calore! >>
<< Credi che non lo sappia?! >> sbraitò l’angelo.
Brandì la sua spada la puntò contro Chiara. << Scusami, devo farlo. >> mormorò a fior di labbra, e ordinò a Chion di attaccare. Un’onda d’aria travolse la Custode dell’Acqua, che fu sbalzata lontana.
Ad Emilia, intanto, mancava poco per essere risucchiata completamente. Dimitri fremette. Sentiva il bisogno di fare qualcosa per salvarla, ma cosa? Prese il posto di Chiara, lanciò uno sguardo agli occhi della Custode e ordinò << Tu lasciami fare, ok? >>
Lei sussurrò un “sì”, mentre le lingue di fuoco la tiravano sempre più dentro. Dimitri si appoggiò alla roccia e la baciò con passione. Avvertì attraverso il legame lo stupore di Shai, così come la domanda che gli fece subito dopo: che cosa diavolo stai facendo, Dimitri!? “Quello che c’è da fare”, pensò distrattamente, mentre le fiamme si prendevano anche il suo corpo.
Ignorò il dolore per quanto gli fu possibile, concentrandosi solo su Emilia, sul bacio che le stava dando. La sua pelle andò in fiamme, come quella di Chiara, e desiderò poter gridare. Il legame gli comunicò, tramite l’angoscia immane di Shai, che era entrato completamente nella roccia.
Si staccò da Emilia e cadde a terra con un grido di dolore. Erano in una spaccatura delle pendici, alta poco più di un metro e sessanta, stretta e bollente. La bionda fu subito accanto a Dimitri, che si lamentava per le scottature.
Gli deterse il sudore della fronte con un lembo della maglietta, ansimando per lo stupore e la preoccupazione. Si trattenne dal schiaffeggiarlo.
<< Perché l’hai fatto?! >> lo aggredì.
Dimitri fece una smorfia. <<< Perché qualcuno doveva venire con te. >>
Emilia fissò gli occhi scuri del ladro, non stava dicendo tutta la verità. Infatti… << E perché sono innamorato di te, ragazza calorifero. >>
Il suo cuore perse un colpo. Si riscosse in fretta, si alzò e, facendo attenzione a non sbattere la testa, percorse lo spazio dove si trovava. La temperatura era molto più alta del normale, quel luogo doveva essere sotto un qualche tipo di incantesimo.
<< Usciremo da qui. >> affermò, più per se stessa che per Dimitri.
Tastò le pareti, avvertendo piccole scosse, cercando qualcosa di anomalo. Le sue dita incapparono in solco circolare. Sulla stessa linea altri quattro cerchi della stessa forma. Il bordo era segnato da strani caratteri, forse rune.
Che cosa devo fare? si domandò.
Dimitri gemette. Si passò nervosamente una mano tra i capelli, e il bracciale che portava al polso da quando aveva scoperto i propri poteri tintinnò. Fu come se una lampadina si fosse appena accesa nella sua testa. Si tolse il braccialetto ad anelli, li contò e notò che erano cinque, proprio come il solchi. Cercò di nuovo i segni circolari e, ogni volta che le sue dita ne incontravano uno, lei ci mise uno dei cerchi del suo gioiello.
Non appena finì quell’operazione, sentì che la temperatura scendeva rapidamente, ritornando nella media. Poi, come se fosse appena esplosa della dinamite, sia da nord che da sud, saltò in aria della roccia.
Emilia si chinò sopra Dimitri, creando una gabbia di fuoco per proteggersi. Attese che gli scoppi cessassero prima di ritirare la protezione. Si alzò in piedi, notando che le esplosioni avevano aperto un tunnel verso l’esterno e uno verso l’interno. Gli anelli del suo bracciale erano a terra, disposti in cerchio. Li raccolse, se li rimise, e uscì fuori.
Non fece in tempo a chiamare qualcuno che Chiara l’abbracciò, piangendo. << Mi hai fatto prendere un colpo, Emy… >> piagnucolò, come tornata all’improvviso bambina.
A dividerle fu la domanda lamentosa di Shai << Dimitri? >>
<< Dentro, fa’ presto, non è esattamente il ritratto della salute. >>
La mora corse all’interno del vulcano, preoccupata come non mai. Appena vide Dimitri, steso a terra agonizzante, scoppiò in lacrime. Si chinò su di lui, creò un globo di luce e lo applicò ad un’estesa bruciatura sull’addome. E intanto piangeva, senza sapere se per la felicità, per la rabbia o per il dolore.
Quando, attraverso il legame, sentì che Dimitri si stava lentamente riprendendo, gli chiese << Sei tu il ladro, non lei, com’è che ti ha rubato il cuore, fratello? >>
Il Custode dello Spazio sorrise. << Mi ero dimenticato di mettere l’antifurto. >>


***
 

Angolino dell'autrice:
Ciao a tutiti, sono tornata!
So che vi sono mancata mooooltissimo, che non potevate vivere senza i miei angoletti da sclerata... so anche che mi faccio tanti film mentali hahah
Inizio col dire che le idee sul vulcano mi sono venute scrivendo e che non le avevo per nulla programmate, hanno allungato questo capitolo di un bel po'! Come per la Biblioteca Perduta ho diviso in parte 1 e parte 2, che sarà molto più incentrata su Andrea di questa prima volta.
Intanto, di lui scopriamo qualcosina di più sul suo passato non molte rose e fiori, così come il fatto che potrebbe avere qualcuno di imortante ad aspettarlo a casa e che potrebbe fargli dubitare dei vantaggi di una relazione un po' di che da amici con Shai come molti pensano *malvagia*
Poi, la parte tenerella tra Dimitri e Emilia, la "non - prevista".
Solo una mete malata come la mia può far soffrire come cani i suoi personaggi così per cavargli fuori parole dolci xD Se potessi materializzare i sei Custodi qui, sono sicura che mi darebbero di quelle legnate hahah LoL
Ringrazio moltissimo tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, 7 recensioni mi hanno fatto venire il diabete da zucchero! *-* Sono anche stupita e felicissima che le persone inizino ancora a leggere questa storia nonostante sia già piuttosto avanti nella stesura, recuperando capitoli su capitoli! Siete tutti dolcissimi, recensori e sileniosi!
Be', concludo qui, al prossimo aggiornamento!

Water_wolf

 

  
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