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Autore: SmartieMiz    02/07/2013    2 recensioni
Spoiler! Characters
Sono fuggiti, hanno combattuto, hanno sconfitto i demoni e spezzato la maledizione.
Sebastian Smythe, Thad Harwood, Nick Duval, Jeff Sterling, Blaine Anderson e Trent Nixon, i sei ragazzi che hanno pianificato la fuga dalla Dalton Academy, l’assurdo e agghiacciante riformatorio dove sono stati rinchiusi, si sono illusi, credendo di poter sfuggire ai loro incubi, ma si sa che il passato ritorna sempre a bussarti alla porta.
Ora sono nei guai, ma forse un nuovo arrivato potrà essere la loro ultima speranza…
Ecco a voi il sequel – l’ultimo – di “Welcome to Dalton Academy, Sebastian Smythe” e “Welcome to Montgomery Manor, Warblers”.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hunter Clarington, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Welcome to the hell, W.A.R.B.L.E.R.S.'
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Reg. 5 – La biblioteca è aperta tutto il giorno e consultabile soltanto durante la pausa pomeridiana

Il giorno dopo, Hunter e Brody avevano quasi temuto che il nuovo compagno di stanza fosse morto. Aveva dormito profondamente per molto tempo e fu un sollievo vederlo risvegliarsi piano piano, battendo lentamente le palpebre.
«D-dove mi trovo?», farfugliò il ragazzo, con gli occhi ancora socchiusi.
«Alla Dalton», rispose scioccamente Brody: «Alla Dalton Academy…».
Thad annuì, issandosi leggermente e appoggiando la schiena contro la parete. Trattenne un urlo quando la sua schiena massacrata premette contro il muro freddo. Aprì completamente gli occhi e finalmente realizzò di trovarsi in una stanza della Dalton con quei due nuovi ragazzi che, a primo impatto, erano stati piuttosto gentili ed ospitali nei suoi confronti.
Pensò immediatamente a Sebastian e agli altri e al nuovo incubo che stavano affrontando separati. Questa volta sembrava non esserci una via d’uscita, eppure il capo dei demoni era stato sconfitto e i demoni non esistevano più. Sarebbe dovuto essere tutto più semplice, e invece non lo era affatto.
Hunter gli porse la bottiglina d’acqua.
«Grazie», bofonchiò Thad.
«Chi ti ha ridotto in queste condizioni?», gli chiese Brody.
«Il Regolamento dichiara esplicitamente di non chiederlo», si intromise Hunter, freddo. Per qualche strano motivo a Brody ignoto, lo correggeva sempre e cercava sempre di fargli comprendere le cose giuste da fare e quelle sbagliate.
Mentire era inutile, e per Thad non era affatto un problema raccontare la verità. «Per me non è un problema dirvelo, ma se ci tenete alla vostra vita, beh, dovrete far finta di non sapere nulla».
Brody ci rifletté, dubbioso. «Beh, ecco, non sei costretto a dircelo…».
«Sono stati i docenti della Dalton», rispose Thad pacato, con una posatezza impressionante da sconvolgere i due ragazzi: «Chi infrange il Regolamento o chi osa soltanto opporsi, ne paga dolorosamente le conseguenze… e anche chi prova a evadere, ovvio».
Brody sgranò enormemente gli occhi.
«E se hai un potere, un’abilità, una capacità innata, qualcosa che ti distingue e con cui convivi da sempre, beh… sei condannato a vita, semplice», continuò il ragazzo, tranquillo.
Hunter chinò il capo.
«… proveranno a cambiarti, a portarti su quella che considerano la retta via, e non capiscono che è impossibile cambiare la vera natura di una persona…», fece Thad: «Vedete le mie cicatrici, le mie ferite ancora fresche? Bene, ti tor…».
«Okay, basta, credo di aver sentito già abbastanza», lo interruppe Brody, turbato.
Thad si fermò, per rispetto. Brody sospirò. «Ma… ma è tutto vero?», chiese, incerto.
«Perché avrei dovuto mentire?», gli chiese l’ispanico: «Sì che è vero».
«Io ti credo», asserì Hunter, sicuro di sé: «Non vedo perché avresti dovuto raccontarci frottole».
Brody sembrava profondamente scosso. «Io… non… non è possibile. Davvero sono stati i docenti della Dalton a farti questo?».
Thad annuì. «Proprio loro», confermò.
Brody scosse il capo, inquieto. «Non so cosa pensare…».
«Da quanto tempo sei qui?», chiese invece Hunter, serio.
«Questo sarebbe il mio quinto anno», rispose Thad, lasciando Brody di stucco.
Solo in quel momento Thad si rese conto che aveva trascorso quattro anni e mezzo lì alla Dalton. Quando era arrivato lì era soltanto un ragazzino di quattordici anni, scosso e spaventato: due anni prima aveva perso i suoi genitori in un incidente stradale al quale lui era sopravvissuto. Aveva visto la morte con i suoi occhi, un attimo prima di perdere completamente conoscenza. Chi aveva assistito all’incidente chiamò un’ambulanza; si svegliò all’ospedale e, quando fu in grado di parlare e muoversi, chiese immediatamente dei suoi papà: sperava con tutto se stesso di essersi sbagliato, di non aver visto il sangue sgorgare dai loro corpi, inermi.
L’infermiera gli annunciò con amarezza la notizia. Gli disse che era l’unico sopravvissuto all’incidente e gli intimò di essere forte, di non mollare mai.
Pianse, pianse disperatamente. Non riusciva a raccapezzarsi di quel che era successo.
Si chiese perché non fosse morto anche lui, perché non fosse salito in cielo assieme ai suoi genitori. Aveva perso tutto, non c’era ragione per la quale continuare a vivere.
Quando fu rimesso, venne affidato a Jane, sua zia, sorella di suo padre Eric, e a suo marito Louis.
I primi giorni a casa di Jane furono molto silenziosi. Thad si chiudeva nella camera che gli era stata data e non parlava con nessuno; rispondeva a stento alle rare domande che gli porgevano Jane e Louis. Un giorno i due zii schernirono i suoi genitori, e Thad s’infuriò; non poteva credere al fatto che potessero essere così meschini e spregevoli e prendersi beffe anche di persone decedute.
Fu un periodo buio per Thad: gli zii lo trattarono come se fosse uno straccio, lo deridevano, lo sminuivano in continuazione, lo criticavano per ogni cosa.
Due anni più tardi scoprì di poter parlare con i morti. Un giorno sentì qualcuno che lo chiamava, che sussurrava flebilmente il suo nome; avvertì una presenza. Perse conoscenza, e conobbe Allison, una ragazza morta anni prima che soggiornava in quella casa prima che vi abitassero i suoi zii. Thad non aveva amici, neanche a scuola, e Allison si rivelò una piacevole compagnia. Ma un giorno i suoi zii sentirono Thad vaneggiare, parlare “da solo”. Incominciarono a preoccuparsi perché per la loro incolumità non potevano vivere insieme ad uno “psicopatico” come lui. Venne perciò iscritto alla celebre Dalton Academy, dove vi era nuovamente rinchiuso.
Non parlava con nessuno. Si limitava a studiare e a non infrangere il Regolamento. Un giorno parlò con i professori dei troppi compiti. Fu gentile, cortese, ma le sue virtù non vennero apprezzate e per la prima volta subì quello che poi si ripeté per tutti gli anni a seguire per motivi differenti: torture, violenze e supplizi.
Il clima rigido, il Regolamento, i docenti, le torture contribuirono a renderlo una persona fredda e impassibile; gli anni passarono, le estati le trascorreva alla Dalton ma di certo non avrebbe preferito tornare dagli zii.
Si chiese perché fosse ancora vivo, finché non conobbe Nick Duval, il suo nuovo compagno di stanza. Il loro rapporto fu ambiguo: c’era molta sintonia tra loro, entrambi riservati ma abbattuti, demoliti dentro, ma non mancarono liti ed incomprensioni. Non seppero nemmeno precisamente quando e come, ma incominciarono a vedersi sotto un altro punto di vista, a frequentarsi. Forse lo facevano soltanto per sfogo, per frustrazione, per insoddisfazione, per colmare temporaneamente il vuoto che albergava dentro di loro.
Il tempo passava, tra Thad e Nick si era istaurato un rapporto quasi fraterno; i controlli alla Dalton divennero sempre più rigidi e i due giovani vennero sorpresi in atteggiamenti poco decorosi; vennero separati e puniti per quattro lunghi mesi.
E poi ci fu quella notte. Si incontrarono di nascosto e decisero di scappare, di andare via da quel luogo orribile così, inaspettatamente, senza preavviso. Ma il loro primo e unico tentativo andò male: vennero colti in flagrante e ripeterono l’anno.
Thad aveva diciotto anni, era ormai diventato un ribelle, si era inasprito, era diventato completamente distaccato ed inflessibile; non era più il ragazzino terrorizzato di quattro anni prima.
Ciò che non lo aveva ucciso lo aveva fortificato. Ma poi Sebastian Smythe era arrivato alla Dalton ed era entrato nella sua vita con la stessa forza di un uragano, con quel sorriso sempre dolce e con quei meravigliosi occhi verdi.
Sebastian, la prima persona nella sua vita che non fosse uno dei suoi papà ad avergli detto ti voglio bene. L’unico ad avergli detto ti amo. L’aveva accettato con tutti i suoi difetti, aveva amato ogni parte di lui, da quella più luminosa a quella più cupa.
E da quando si era inevitabilmente innamorato di lui, aveva riposto in lui tutta la sua fiducia, tutto il suo amore.
Sebastian era il suo sostegno, il suo rifugio, la sua ancora di salvezza.
Era la ragione che gli permetteva di non compiere pazzie, di continuare a vivere perché grazie a lui esisteva ancora un motivo valido per essere in vita.
Lui, Nick, Jeff, Trent, Blaine. Erano diventate le persone più importanti della sua vita, gli amici che non aveva mai avuto, le persone di cui potersi fidare, con le quali aveva qualcosa in comune: un passato tormentato e un potere, un qualcosa che li legava indissolubilmente.
Con loro aveva conosciuto Kurt, un ragazzo sfortunato e buono come il pane, affrontato i demoni. Erano fuggiti con i Warblers, trentasei di loro; c’era stato l’episodio di Villa Montgomery, ma tutto era finito: ora erano tutti lì, senza una via d’uscita.  
Ripensando a tutto quello che aveva passato, una lacrima gli rigò la guancia. Una lacrima di dolore per la perdita dei suoi genitori, di infelicità per la sua sorte, di gioia per Sebastian, di affetto per i suoi amici, di terrore per il futuro.
Ma doveva farsi forza.
Gliel’aveva detto quella giovane infermiera quattro anni prima, gliel’avevano sempre detto i suoi genitori. Lo avrebbe voluto Sebastian, lo avrebbero voluto Nick, Jeff, Trent, Blaine, Kurt.
Non doveva mollare. Poteva farcela.
 
Sebastian non aveva dormito quella notte. Aveva studiato ogni genere di piano per uccidere quel Peter a mani nude. Aveva persino pensato di strangolarlo durante il sonno, ma era un mezzo demone e ogni tentativo sarebbe stato sicuramente inutile: era invincibile.
«Hey, Bas, dormito bene?», gli chiese Peter beffardo quando si svegliò.
Sebastian non gli degnò né di una risposta né di uno sguardo.
Peter rise, sprezzante. «Beh, io vado a farmi una doccia. Se vuoi seguirmi, prego».
Sebastian trattenne una smorfia. «Fai schifo», imprecò sottovoce, indignato.
«Giusto, dimenticavo che tu sei fedele soltanto al tuo Thaddino che forse avrai la fortuna di vedere soltanto ai piacevoli incontri con la July».
Sebastian trattenne l’istinto di sferrargli un pugno. Quando Peter entrò in bagno, il ragazzo si avvicinò alla porta della stanza, tentando invano di aprirla.
Chiusa a chiave.Non c’era niente da fare. Sebastian si lasciò andare, afflitto.
Ma doveva farsi forza.
Non doveva arrendersi, doveva farlo per Thad. Doveva farlo per Nick, per Jeff, per Trent, per Blaine, per Kurt. Per tutti.
Non doveva mollare. Poteva farcela.
 
Jeff riuscì a dormire quella notte a causa della stanchezza e della debolezza fisica.
Ryder era stato molto gentile con lui: gli aveva offerto dell’acqua e qualcosa da mangiare.
Quel pomeriggio gli aveva anche chiesto se voleva unirsi a lui per studiare, ma Jeff aveva rifiutato, dal momento che non poteva neanche uscire dalla stanza.
Jeff era solo quando si sentì stordito. Vide davanti a sé un ragazzo, ma non riuscì a distinguerne i tratti, e un libro tra le mani, poi il buio.
Jeff si lasciò andare sul letto, perplesso. Non aveva mai avuto una visione così frammentaria e confusa.
 
«Non si capisce niente da questo libro di fisica», si lamentò Brody quel pomeriggio in biblioteca: «Vado a vedere se c’è qualche libro dal quale posso capire qualcosa».
Brody si alzò dal suo posto, e ad Hunter sfuggì un sospiro di sollievo. Brody era piuttosto snervante.
Una strana sensazione colse improvvisamente Hunter. Una strana angoscia si impadronì di più.
La stessa angoscia che provò un attimo prima che morisse suo padre. La stessa angoscia provata un attimo prima che morisse sua nonna, sua zia e la sua amica.
Hunter sudò freddo. Si alzò immediatamente per mettersi alla ricerca di Brody che in meno di due secondi era già scomparso dalla sua vista.
«Brody!», lo chiamò.
Camminò tra gli scaffali, con l’ansia che gli divorava dentro, finché non lo vide vicino ad una libreria, con un libro tra le mani.
«Non aprirlo!», gli intimò Hunter.
Ma Brody sembrò non prestargli ascolto. I suoi occhi chiari si scurirono e fissavano prepotentemente la copertina del libro; Brody sembrava come fosse ipnotizzato e fuori di sé.
Appoggiò la mano sul libro, sfiorando la copertina.
«NO!», urlò Hunter, scagliandosi addosso a lui per impedirgli di aprire il libro.
Il libro cadde a terra con un tonfo. Gli occhi di Brody ritornarono chiari come prima e il ragazzo sembrò tornare alla realtà.
«Qualcosa che non va?», subito comparve la bibliotecaria ad assicurarsi che fosse tutto a posto.
«Sì, ci siamo scontrati», mentì Hunter, sperando di essere credibile.
La bibliotecaria squadrò Hunter da capo a piedi, poi scrollò le spalle e andò via.
«Mi dici cosa ti è saltato in mente?», bisbigliò Brody al ragazzo: «Stavo cercando un libro di fisica per studiare!».
Hunter lo guardò male. «Sì, un libro di fisica. Non toccare quel libro, intesi?», gli ordinò, duro.
Brody sembrava confuso, ma non disse niente.
Magia oscura, pensò Hunter, completamente smarrito.

 



Angolo Autrice


Buona serata a tutti! :D
LO SO, SONO UN DISASTRO, NON AGGIORNO QUESTA FANFICTION DA APRILE. D: So benissimo di essere una ritardataria cronica, mi dispiace tantissimo ma no, questa ff non è morta xD Ci penso sempre a questa ff perché ci tengo davvero tanto! <3
Okay, dopo le mie scuse xD parliamo del capitolo...
... mi sono soffermata molto sulla storia di Thad perché volevo parlarne, ma anche un po' per riassumere tutto quel che è successo. Mi è piaciuto descrivere il passato di Thad e sì, in questo capitolo mi sono soffermata molto sui Thadastian xD Mi manca scrivere qualcosa su di loro. <3
Abbiamo Jeff e le sue visioni, e abbiamo Hunter che riesce a salvare Brody! Un libro... che sarà mai?
Ringrazio il mio migliore amico per i preziosi consigli che mi ha dato e per i suoi suggerimenti ;) ♥
Ringrazio tutti coloro che leggono e Diana924, BrokenRoses e AngelAnderson15 che hanno recensito lo scorso capitolo! :)
Ah, quasi dimenticavo: tra qualche giorno partirò e mi sa che non sarò viva per l'intero mese D: Ma continuerò a scrivere, sperando di aver occasione per pubblicare i capitoli! :33
Alla prossima! :D

   
 
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