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Autore: _ayachan_    16/01/2008    27 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-47

Capitolo quarantasettesimo

La caduta




Dio fa buone offerte.
Ma il Diavolo ne fa di migliori.



Di nuovo uno di fronte all’altra, dopo giorni di silenzio e lontananza.
Neji la fissò, ferma nella radura in cui si erano allenati tante volte, e vide che Tenten piangeva sommessamente.
«Che cosa c’è?» le chiese avvicinandosi, ansioso.
Lei scosse la testa, ma non arretrò.
«Tenten, dimmelo» la esortò lui, afferrandola per le spalle, con un impeto e un’angoscia del tutto anomale. «E’ quella cosa che ti impedisce di stare nel nostro gruppo, vero? Cos’è? A me puoi dirlo!»
«No... No...» mormorò lei, scuotendo la testa. «A te non interessa... non ti è mai importato nulla...»
«Sì invece!» urlò quasi.
Sì, sì gli era sempre importato di lei! Anche se aveva un obiettivo da raggiungere, anche se voleva diventare forte e riscattare la casata cadetta, aveva sempre avuto un pensiero per lei! Non si era mai accorta di come lui la guardava? Non voleva un’altra, non voleva ‘approdare a più fruttuosi lidi’, lui voleva Tenten e basta! Era sempre stata l’unica ragazza, e poi l’unica donna al suo fianco... sempre e solo lei.
Aumentò la stretta sulle sue spalle, e si chinò fino a sfiorarle la fronte con le labbra.
«Tenten... dimmelo... ti prego...» mormorò, in tono quasi supplice, contro la sua pelle tiepida.
Sentì le mani di lei posarsi sul suo petto, non per respingerlo, ma soltanto per stargli più vicina. Poi la sentì sussurrare qualcosa a mezze labbra, ma non capì.
Tenten alzò lo sguardo, gli occhi ancora lucidi ma senza lacrime, e si sporse verso il suo volto, fino a far incontrare le loro labbra.
Erano salate, più morbide, calde e umide di quanto avrebbe mai pensato...
...E Neji si svegliò.
Riconobbe il soffitto chiaro della sua stanza, la luce dell’alba che entrava attraverso le fessure delle imposte; sentì il cotone delle lenzuola contro il corpo sudato, e il calore afoso dell’aria intrappolata dalle finestre serrate.
Si rese immediatamente conto di aver sognato... eppure per un attimo si sentì ancora nella radura del bosco. Era come se Tenten fosse lì, davanti ai suoi occhi. Era come se piangesse, di nuovo. Era come se lo baciasse, per la seconda volta...
Neji sentì le labbra bruciare, e vi passò bruscamente il dorso della mano.
Maledizione! Odiava quel genere di sogni!
Stupida attività onirica, gli metteva in bocca parole non sue, gli faceva provare cose che era certo di non provare... Ogni volta che gli capitava di fare un incubo simile, ne subiva le conseguenze per tutto il giorno, e anche oltre.
Gettò indietro il lenzuolo e si alzò, assetato. Faceva caldo, troppo caldo lì dentro!
E lui non aveva mai guardato Tenten in un modo particolare!
Non sapeva se i sogni fossero frutto dell’inconscio o cosa, ma era certo che il suo primo pensiero fosse tutto per la casata e per suo padre, da sempre e per sempre. Una donna non poteva distrarlo, una donna era... una cosa inutile, ecco.
Bussarono sommessamente alla sua porta, e Neji trasalì.
«...Siete sveglio, nobile Neji?» chiese la voce di una domestica, in poco più di un sussurro.
«Sì...» rispose lui roco, nervoso. «Sono sveglio. Vengo subito»
Si sciacquò il viso con l’acqua fresca che gli era stata portata prima dell’alba, e indossò i vestiti puliti che trovò pronti, appoggiati su una bassa cassapanca in legno chiaro.
Anche nella casata cadetta veniva trattato con ogni rispetto, perché comunque figlio della personalità più importante della cerchia inferiore del clan, ma da quando lo zio lo aveva preso sotto la sua ala il suo tenore di vita era decisamente aumentato: godeva di ogni privilegio e servizio, aveva il cibo migliore e il trattamento più accurato, ma soprattutto aveva la possibilità di allenarsi con padron Hiashi in persona, e apprendere tutti i segreti delle arti marziali della casata.
Era indubbio che fosse lui il prescelto che avrebbe guidato gli Hyuuga, al momento giusto.
Neji uscì dalla sua stanza legando la cintura in vita, e attraversò i corridoi della residenza principale senza fare il minimo rumore.
Ogni mattina all’alba doveva trovarsi nel giardino interno dell’ala est, il luogo in cui lo zio gli faceva il grande onore di allenarlo, e per raggiungerlo impiegava pochi minuti. Quel giorno non fece eccezione. Il percorso era inciso a fuoco nella sua memoria, i suoi piedi naturalmente abili, i muscoli pronti e reattivi nonostante il brusco risveglio. Raggiunse la sua meta senza un secondo di anticipo o uno di ritardo, e vide che, come sempre, Hiashi lo aspettava godendosi i raggi del sole mattutino.
Poi, e questo non era ‘come sempre’, si accorse di Hinata, in piedi al suo fianco.
Si fermò sul patio, interdetto, e forse inspirò più bruscamente del solito, perché Hiashi si voltò a guardarlo.
«Buongiorno, Neji» lo salutò, con un sorriso appena più cordiale di quello freddo che rivolgeva a tutti gli altri. Sembrava di buon umore.
«Buongiorno, padron Hiashi» rispose lui ricomponendosi in fretta, e si inginocchiò per inchinarsi come conveniva.
«Hai riposato bene?» domandò il capoclan degli Hyuuga, in tono pacato e vago, mentre Neji, a testa bassa, si chiedeva cosa avesse in mente; Hinata non aveva mai assistito ai loro allenamenti mattutini. «Benissimo» rispose, mentendo spudoratamente. A dire il vero sentiva ancora le labbra che formicolavano, ma sicuramente quella non era una confidenza che avrebbe fatto a cuor leggero.
«Ottimo. Perché questa mattina ho preparato qualcosa di speciale» sorrise Hiashi.
Neji rialzò cautamente il capo, e per un attimo incrociò lo sguardo timoroso di Hinata. Sembrava ancora più pallida del solito, e... ora che lo notava, indossava la divisa da allenamento.
«Vorrei che oggi tu e Hinata combatteste per me» disse Hiashi, con un sorriso fin troppo compiaciuto. «Soltanto per vedere i rispettivi progressi, nulla di accanito... in fondo fate pur parte dello stesso clan, e spettacoli come quello che avete dato qualche anno fa all’esame di selezione dei chunin sono ormai dimenticati, non è vero?»
«...Ma certo» mormorò Neji dopo qualche istante di silenzio, distogliendo lo sguardo da Hinata, che, se possibile, alla menzione di quell’incontro si era fatta ancor più pallida.
«Bene. Hai bisogno di riscaldarti, Neji?» propose il capoclan degli Hyuuga, soddisfatto.
«No, padron Hiashi, sono caldo. Ho provveduto a sciogliere i muscoli mentre venivo qua»
«Anche Hinata è già pronta, non è così?» chiese Hiashi alla figlia, che chinò il capo in segno d’assenso, mordendosi nervosamente le labbra. «Allora... non vi resta che iniziare!»
Neji, con una certa reticenza, scese nel prato dove già stava Hinata; insieme fecero qualche passo verso il centro del giardino, per avere più spazio a disposizione; una volta fermatisi, Hinata deglutì a vuoto e assunse la posizione base delle arti marziali degli Hyuuga. Neji le scoccò un’occhiata rapida, e la imitò.
A quel punto aveva diverse possibilità: combattere al di sotto delle proprie capacità e tirarla per le lunghe finché Hiashi non si fosse stancato; combattere come l’ultimo degli idioti e farsi sconfiggere in fretta; combattere al meglio delle sue forze e concludere l’incontro il prima possibile, in modo che Hinata potesse scampare a quella tortura in tempi brevi. Sfortunatamente, i primi due metodi prevedevano che Hiashi comprendesse le sue intenzioni e si alterasse, e l’ultimo avrebbe probabilmente portato a conseguenze dolorose per Hinata, fisicamente e psicologicamente.
Che fare?
Neji sapeva di mettere in soggezione la cugina, soprattutto ora che sul capo di entrambi pendeva la minaccia del matrimonio, e se pure non poteva apertamente confortarla, poteva però cercare di non esserle di ulteriore disturbo.
Alla fine optò per la ‘modalità insegnante’, decidendo di combattere sì, ma soltanto per mostrare a Hinata quali erano i giusti movimenti e il ritmo da tenere. In ogni caso, non aveva la minima intenzione di farle del male. Non più.
Scattò prima ancora che lei se ne accorgesse, spostandosi alle sue spalle, e il pugno gentile avrebbe colpito esattamente la sua spina dorsale, se lui non lo avesse rallentato all’ultimo istante. Hinata si rese conto che il combattimento era iniziato, e con un attimo di ritardo scansò, colpendo debolmente il braccio di Neji.
Nella frazione di secondo in cui i loro sguardi si incontrarono, lui cercò di rassicurarla con un’occhiata... ma non fu certo che lei avesse capito.
Hinata fece la sua mossa, e, chinandosi rapida, cercò di oltrepassare la sua difesa e raggiungere il petto con lo juken. Ma i suoi movimenti erano incerti, privi di convinzione, e il colpo fin troppo prevedibile. Neji si mosse impercettibilmente, e con un gesto quasi gentile indirizzò la sua mano nel punto preciso in cui avrebbe dovuto colpire, serrandole il polso prima che raggiungesse la meta.
Hinata gli gettò un’occhiata confusa, e fece un passo indietro.
«Mi avevate quasi colpito, madamigella Hinata» disse lui, rimettendosi in posizione. «Ma dovete mostrare un po’ più di decisione se volete sconfiggere il vostro avversario»
Finalmente lei capì. Senza essere troppo sfrontato, Neji stava semplicemente cercando di evitare che si facesse del male. Era ovvio e scontato chi dei due fosse il più forte, ma lui non voleva mettere in luce la sua debolezza, né regalarle una vittoria stupida e palesemente orchestrata. Cercava di mostrare a Hiashi di essere maturato e di essere una persona pacata e razionale, e guidandola in quella specie di allenamento-farsa, evitava di umiliarla pubblicamente.
Mentre si rimetteva in posizione, Hinata deglutì di nuovo.
Il tentativo del cugino era sicuramente apprezzabile, e non poteva che essergliene grata, se lo confrontava col suo atteggiamento nel loro ultimo scontro... purtroppo, temeva che su Hiashi avrebbe avuto un effetto fin troppo positivo.
Senza che nessuno dei due avesse il coraggio di guardare il capoclan, lui sorrise, seduto sul patio.
Neji si era fatto furbo, aveva trasformato la sfida in un allenamento... ma dal suo punto di vista era soltanto un bene. Se, con la scusa di correggere gli errori di Hinata, quei due si fossero avvicinati un po’ di più, il giorno in cui sarebbe riuscito a convincere sua figlia a sposare il cugino sarebbe stato decisamente più prossimo.
Invisibile dietro una finestra, Hanabi strinse i pugni.
Quella stupida!” pensò, furente. “Così non fa che alimentare le speranze di nostro padre! Cos’ha in testa?! Perché deve sempre essere tanto arrendevole? Eppure ho cercato di renderla più coraggiosa in tutti i modi!” La minore delle sorelle Hyuuga si morse le labbra per la frustrazione. “E va bene... a mali estremi, estremi rimedi...”

Shikamaru sgranocchiava patatine seduto sul tappeto di Choji, con aria meditabonda. Il compagno, metodico e preciso, aprì il sesto pacchetto e affondò la mano in un gesto consumato.
«Sì, insomma... ci sono ancora un sacco di cose da definire» commentò Shikamaru, studiando una patatina particolarmente contorta. «Dove vivremo, come ci organizzeremo... non credo che potremo permetterci del personale di servizio, quindi o molliamo il bambino ai nonni, o uno di noi diventa baby sitter a tempo pieno... e l’altro comunque deve portare in cassa abbastanza grana per vivere bene, no?»
«Ti ci vedo con il grembiulino a pulire la casa» rise Choji sotto i baffi.
«Urgh... io decisamente no»
«Ci vedi lei?»
«Meno che mai»
«Ecco, vedi? Mi sembra una scelta scontata»
Shikamaru gemette, cupo. «E poi... c’è anche la questione del m...m...m...»
«Matrimonio?» suggerì Choji.
«Ecco, quello. Gaara mi ha fatto capire chiaramente che se non la sposo invidierò la sorte di un frullato, e, sai, non è che quel maledetto demonio sia la persona più rassicurante del mondo...»
«Quindi la sposi?»
Shikamaru si rigirò tra le dita la solita patatina, fissandola a lungo.
Alla fine se la gettò in bocca e la fece a pezzi con i denti.
«Sì. Direi di sì» confermò. «Anche se devo ancora dirglielo, e non so quanto gradirà... mi sembra una cosa troppo convenzionale, per i suoi gusti... Ma in fondo se dobbiamo stare insieme per quel bambino, è per sempre, no? E poi... beh, a me non dispiace l’idea di stare con lei tanto a lungo»
Choji sorrise sornione, allungandogli una bottiglia di aranciata, ma, all’improvviso, si fece serio.
«...Hai già parlato con Ino?» gli chiese.
Shikamaru si incupì. «No. Da quando sono stato a Suna la prima volta, non l’ho più vista... credo che mi stia evitando»
«Ovvio. Se non sbaglio, sta passando un sacco di tempo con Sai...»
«Sì, l’ho sentito dire. C’è qualche speranza che abbia perso la testa per lui, visto che un po’ assomiglia a Sasuke?»
«Sinceramente? No»
«Uff... lo sospettavo» Shikamaru si grattò la nuca, avvilito. «Immagino di doverglielo dire di persona...» borbottò.
«Sarebbe carino» confermò Choji.
« E va bene» si arrese il Nara. «Ma prima lasciami raccogliere le energie; allungami quell’altro pacchetto, va’...»

Era una strana giornata.
Una di quelle giornate che ti fanno restare fermo in mezzo a una stanza, che ti fanno guardare tutt’attorno, perplesso, che ti fanno sentire... osservato.
Era come se ci fosse qualcosa che reclamava la sua attenzione.
Un presentimento.
Naruto, tenendo un cartone di latte in mano, fissava il davanzale della finestra con le sopracciglia corrugate.
Era il gatto a dargli quella sensazione d’inquietudine? No, lui se la ronfava sotto il divano, non lo guardava nemmeno. E allora cosa...?
«Io esco» annunciò Sakura passando svelta attraverso la stanza. «Sarò ancora in ospedale, non so quando torno»
«Sakura...» la chiamò lui, mentre lei già aveva una mano sulla maniglia. «Cos’è che fai di preciso, in ospedale...?»
Una domanda vaga, quasi disinteressata. Non la guardò neppure, mentre la faceva.
Sakura tentennò sulla soglia.
Cosa faceva in ospedale? Cercava di occupare il tempo e la mente, e di tenersi più lontana possibile dall’ultimo piano. Cercava di dimenticare che Sasuke la metteva in difficoltà, e cercava di ricordare che la persona che amava era Naruto.
Ma, naturalmente, non poteva metterla in quei termini.
«Per la maggior parte del tempo sto in laboratorio» rispose asciutta. «E’ il numero tre, al pianterreno, accanto alle serre. Cerco di salvare la vita a Sasuke, vuoi sapere esattamente come? Devo elencarti le sostanze che uso? I tempi di ebollizione dei liquidi?»
Involontariamente il suo tono era stato più brusco del previsto, le parole più sferzanti.
Voleva difendersi ed evitare di essere accusata, e aveva finito per accusare lui.
«No, ho capito» ribatté Naruto irrigidendosi, e, guardandola, le rivolse un’occhiata pungente. «Scusa se ho chiesto e se mi interesso della tua vita, visto che tu non mi dici mai niente»
Sakura strinse la mano attorno alla maniglia della porta.
«Non sono l’unica ad essere sempre fuori!» recriminò, alzando la voce. «Anche tu sei sempre in missione, e quando torno a casa ti trovo esausto o addormentato! Pretendi che io resti qui ad aspettarti ogni singola ora del giorno? A dire il vero non mi sembra che tu abbia un gran bisogno di me!»
Furiosa con Naruto e con sé stessa, per i propri tentennamenti e per essersi lasciata andare a rimproveri inopportuni, aprì bruscamente la porta e uscì, senza lasciargli il tempo di ribattere. Mentre scendeva le scale, si accorse di avere gli occhi lucidi, e ci passò sopra la manica con rabbia.
Dentro casa, Naruto aveva stretto il cartone del latte tanto da deformarlo.
«E Sasuke, invece... ha bisogno di te?» mormorò, rivolto a nessuno.
Gettò la confezione nel cestino dei rifiuti, e poi appoggiò le mani al muro, chinando la testa.
«Maledizione!» imprecò serrando i pugni e le palpebre. «Anche io ho bisogno di te!»
Da sotto il divano, l’altro Naruto lo fissava, gli occhi azzurri come fuochi fatui nella penombra. La sua coda si agitava silenziosa, spargendo qualche bioccolo di polvere...
...Davvero, chissà cosa vedeva...

Sakura arrivò in ospedale con gli occhi ancora arrossati e una ruga tra le sopracciglia. L’infermiera all’Accettazione si guardò bene dal chiederle come andavano le cose, e si limitò a consegnarle i documenti che chiedeva e a lanciarle uno sguardo di nascosto.
«Ecco... mi scusi...» sussurrò timidamente. «Oggi è il giorno in cui Sasuke Uchiha dovrebbe scendere nel suo laboratorio»
Sakura trattenne un moto di stizza.
Anche quello!
Non solo aveva litigato con Naruto, ma ora doveva affrontare la causa del suo nervosismo, e pure da sola! Da un paio di giorni i ninja a guardia di Sasuke erano stati sollevati dall’incarico, perché Tsunade si era stufata di pagargli lo stipendio per giocare a morra cinese, e nel laboratorio accanto alle serre solo lei aveva il permesso di entrare.
Forse avrebbe dovuto chiedere a Shizune di darle una mano, così, per sicurezza...
No, che assurdità” si rimproverò. “Non sono una stupida ragazzina, non ho bisogno di nessuno per gestire questa cosa. Io so cosa voglio”
«Fatelo scendere tra una mezzora» disse asciutta all’infermiera, e poi si allontanò verso il laboratorio a passo di carica.
Lo raggiunse, lo aprì con le chiavi che aveva solo lei, ed entrando gettò il plico di documenti che aveva ricevuto su un tavolo già ingombro di carte e sostanze misteriose. Si tolse la borsa e indossò il camice appeso dietro la porta, legando i capelli in una coda bassa.
Il laboratorio era un misto tra quello di un chimico e quello di un ninja: accanto alle ampolle, alle ciotoline e alle polveri di diversi colori, c’erano rotoli, spessi volumi di arti magiche, sigilli e appunti scarabocchiati in fretta. L’odore che permeava l’aria era pungente, ma anche vagamente dolciastro e strinato di zolfo. C’erano due grandi tavoli ingombri di oggetti, e un paio di sedie scomode che ospitavano volumi spessi pieni di segnalibri. In fondo alla parete opposta alla porta c’era un lettino medico, ma era occupato da un vaso che conteneva una pianta dalle foglie carnose e di un rosso intenso.
Sakura scostò la tenda che dava sul giardino dell’ospedale, un’ala ombrosa e poco frequentata, che lasciava entrare soltanto una luce morbida e opaca; guardò fuori per un lungo istante.
Ahh, maledizione... sarebbe voluta tornare a casa per scusarsi con Naruto... era stata troppo aggressiva, sulla difensiva... forse avrebbe dovuto dirgli chiaro e tondo che aveva avuto dei dubbi, ma che non aveva intenzione di cedere... certo, non gli avrebbe mai parlato del tentativo di bacio di Sasuke, o ci sarebbe scappato il morto, ma almeno quello glielo doveva.
Perché lei lo amava, e si rendeva conto che non meritava di subire la sua frustrazione.
Naruto le era sempre stato accanto, l’aveva sostenuta ed aiutata nei momenti di sconforto, aveva sorvolato sui suoi difetti, smosso mari e monti per lei... e lo avrebbe fatto mille volte ancora. La sua dedizione era assoluta, incondizionata...
...Forse un po’ pesante, da sopportare.
Lasciò ricadere la tenda e diede le spalle alla finestra, turbata.
E quel pensiero da dove usciva? Cosa voleva dire?
Sentì il suo cuore che accelerava nel petto, e si impose di calmarsi.
Basta pensare a vanvera” ordinò a sé stessa. “Adesso devo occuparmi del sigillo maledetto di Sasuke...”
Con la testa ancora confusa, cercò gli appunti del giorno prima e li studiò, rileggendoli più e più volte. Ma i suoi occhi si rifiutavano di capire le frasi che lei stessa aveva scritto, gli ideogrammi le sembravano segni senza senso... e poi, all’improvviso, bussarono; e lei fece cadere i fogli.
«A-Avanti!» balbettò chinandosi per raccoglierli, e la porta si aprì cautamente, a meno di un passo da lei.
«...Che stai facendo?» chiese la familiare voce di Sasuke, facendole correre un brivido lungo la schiena.
«Mi sono caduti dei dati» rispose nervosamente, finendo in fretta e rialzandosi bruscamente.
Si trovò a nemmeno mezzo metro da lui, la distanza più breve che ci fosse stata tra loro dal giorno di quel famoso abbraccio. Trattenne il fiato per un istante, e poi si voltò e raggiunse un tavolo, posandovi i documenti con un gesto secco.
«Libera una sedia e accomodati» gli ordinò senza guardarlo.
Sasuke obbedì senza aprire bocca, spostando i libri da una sedia al tavolo, e si sedette senza far rumore. Sakura cercò mentalmente di costringere il suo stupido cuore a tornare a ritmi normali, e frugò tra le carte alla ricerca degli esami più recenti. Solo all’ultimo istante ricordò che erano tra i fogli che le aveva dato l’infermiera mezzora prima, e li afferrò irritata.
Calma. Calma, non succede niente... Calma
Raggiunse la sedia su cui si era accomodato Sasuke, e sfoglio in fretta il plico che aveva in mano.
«...Il veleno si è leggermente evoluto» borbottò tra sé. «Bisognerà apportare una leggera modifica al siero che abbiamo usato fino ad ora, ma credo di sapere come fare... Però bisogna sapere se il marchio è rimasto esattamente lo stesso oppure no, dato che rappresenta la componente magica...»
Gettò una rapida occhiata a Sasuke, e al collo scoperto. Il sigillo maledetto era ancora lì in bella mostra, nero e lucente, pronto a stillare sangue da un momento all’altro.
Sakura appoggiò i documenti sul tavolo, deglutendo a vuoto.
E rieccola; di nuovo così vicina a lui, alla sua pelle, al suo maledetto viso. E soprattutto... di nuovo così nervosa.
Gli si avvicinò quasi reticente, sospettosa, e si fermò a pochi centimetri dalle sue ginocchia.
Sasuke sembrava concentrato su un’ampolla piena di un liquido aranciato, incurante di tutto il resto, ma era sempre stato bravo a fingere indifferenza.
«...Devo esaminare il marchio» disse lei piano, e lui le gettò a malapena un’occhiata, tendendo il collo.
Oh, diavolo.
Sembrava una preda che si esponesse volontariamente al suo morso.
Senza riuscire a calmarsi, Sakura si chinò su di lui e sfiorò il Sigillo con le dita.
Le parve di sentirlo fremere.
Ma era il marchio o era Sasuke? Forse aveva le mani troppo fredde.
Doveva smetterla di distrarsi.
Corrugò la fronte e si costrinse a concentrarsi e ad analizzare la situazione da un punto di vista scientifico.
Lei era un medico.
Soltanto un medico.
Doveva esserlo.
Ecco, si rendeva conto che il marchio era leggermente in rilievo, e più caldo della pelle che lo circondava... anche un po’ ruvido.
Era confortante sapere che riusciva ancora a notare tutti quei dettagli.
Molto meno confortante sarebbe stato per lei vedere lo sguardo di Sasuke, fisso sul suo profilo. E sicuramente destabilizzante sarebbe stato conoscere i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento.
Sasuke non era calmo come si mostrava.
A dire il vero aveva atteso quel giorno con nervosismo e ansia.
Aveva abbracciato Sakura, aveva tentato di baciarla, era stato rifiutato e aveva ammesso di non poter fare a meno di ‘metterla in difficoltà’. Quella serie di eventi avrebbe mandato in confusione chiunque, persino un algido Uchiha votato alla vendetta e geneticamente predisposto all’eremitaggio in solitudine, ma ancora di più aveva effetto alla prospettiva di un tête à tête privato in un solitario laboratorio dimenticato dagli dei.
Anche se le mani di Sasuke erano posate sulle ginocchia, in atteggiamento apparentemente rilassato, i palmi erano sudati. Anche se si era mostrato interessato alle stranezze del laboratorio, non aveva occhi e orecchie che per ogni movimento di Sakura.
Era un maledetto idiota!
Lei stava con Naruto, lei amava Naruto!

Se non se la fosse levata dalla testa in fretta, si sarebbe soltanto fatto del male.
Aveva un obiettivo, aveva un proposito... non poteva concentrarsi su quello e basta?
Ora lo sapeva, si era ricordato... dopo la morte di Itachi, doveva riportare il clan Uchiha agli antichi fasti. Era il suo dovere, la nuova ragione per cui viveva.
Sì, e come si riporta in auge un clan senza eredi?, gli sussurrava una voce nel buio, quando ci pensava la notte.
Al diavolo gli eredi! Ci avrebbe pensato più tardi, quando fosse stato abbastanza in salute... che cavolo, fino a quel momento non aveva mai avuto neanche il tempo di baciare una ragazza, figurarsi di pensare agli eredi!
Eppure, quell’illusione... è stato davvero un caso? Sei sicuro che ci fosse lei al tuo fianco soltanto perché ti eri assuefatto alla sua presenza?
Sakura era sempre stata la ragazza più vicina a lui.
Quando aveva lasciato Konoha, lei era stata lì, lei aveva cercato di fermarlo. Quando erano in missione, c’era lei da salvare. Quando Orochimaru lo aveva marchiato, lei aveva vegliato tutta la notte.
Sempre, sempre, sempre lei... la sua irritante e costante presenza... la sua rassicurante presenza.
In un mondo che non gli aveva lasciato niente, i punti fissi erano qualcosa di estremamente prezioso.
E Sakura era un punto fisso.
Ma anche Naruto.
Desiderare Sakura... voleva dire perdere Naruto.
E poi lei non lo amava più, era un tentativo inutile...
Davvero? Sei davvero sicuro che sia così inutile...?
Sì che ne era sicuro. Doveva esserne sicuro, o non l’avrebbe mai lasciata andare...
...Ma... se così non fosse?
Se lei, in un angolino remoto della sua coscienza, non ti avesse mai dimenticato...?
...
No.
No, non doveva iniziare a fare pensieri del genere.
Era stupido, ed era deleterio.
Soprattutto ora che lei era tanto vicina, ora che il suo profumo lo avvolgeva come un abbraccio, ora che le sue dita scivolavano sulla sua pelle e lo facevano fremere involontariamente.
No.
No.
Maledizione, no!
Se si fosse sbagliato, se avesse fatto un passo falso, in un colpo solo avrebbe perso sia Naruto che Sakura!
Non poteva rischiare così tanto!
Non puoi rischiare? Ma chi credi di essere, eh? L’ultimo dei deficienti? Sei un Uchiha! Sei nobile, il tuo sangue parla di rischio fin dall’alba dei tempi! Hai puntato tutto sulla morte di Itachi, e se questo non era un rischio colossale, allora non so cosa lo è!
Rischia, avanti!
Rischia tutto, come hai sempre fatto!
Questo è il tuo modo di vivere.
Avrebbe voluto gridare. Gridare alla stupida voce nella sua testa di stare zitta, di non confonderlo più di così...
...Ma... sapeva che la voce nella testa era la sua. Sapeva che a parlare era il sangue Uchiha che scorreva nelle sue vene, lo stesso sangue che lo aveva portato sulle tracce di Itachi e che lo aveva costretto a vivere, anche quando non aveva niente e nessuno per cui farlo.
Era il vecchio Sasuke, il dodicenne che sapeva cosa voleva. E che ora cercava di tornare in superficie, di spingerlo verso un ponte che una volta attraversato sarebbe crollato alle sue spalle...
...Ahh... voleva solo che tacesse.
Che quella maledetta voce lo lasciasse in pace, che Sakura non fosse di Naruto, che Itachi non fosse morto... voleva solo tornare indietro.
Sempre, alla fine, tutto si riduceva a tornare indietro. Viveva di rimpianti e rimorsi, Sasuke.
Non seppe mai esattamente cosa gli avesse dato la spinta.
La voce nella sua testa? Lui stesso? L’istinto dell’animale uomo, quello che pensava di aver perduto insieme a Itachi e alla vendetta?
Chissà.
Solo, all’improvviso, sollevò una mano e sfiorò con le dita la pelle liscia della guancia di Sakura.
La sentì irrigidirsi al suo tocco, e vide i suoi occhi spostarsi fino ai suoi, spaventati e... esitanti.
«Sasuke...» sussurrò con un filo di voce, immobile.
Lui fece scorrere la mano lungo il contorno del suo viso, lo zigomo, la linea della mandibola, il mento... le labbra... La costrinse a guardarlo, alzò anche l’altro braccio e le prese il volto tra le mani, delicatamente ma senza possibilità di scampo.
«Sasuke...» ripeté lei, con gli occhi di un animale in trappola. «Io amo Naruto... Io sto con lui...»
«Lo so» le disse, fissandola.
E poi la attirò a sé, e premette le labbra contro le sue, puntando tutto su quel colossale azzardo.
Erano fredde, ed erano morbide. Erano ciò che da giorni desiderava, e se ne rendeva conto solo ora. Se ne allontanò per un istante, poi le cercò di nuovo, e ancora. Sakura rimase inerte tra le sue mani, senza fare nulla, senza opporsi. Dischiuse le labbra quando lui le lambì con la lingua, e, quasi senza accorgersene, si trovò con i palmi appoggiati allo schienale della sedia e il corpo verso di lui, verso il suo magnete naturale, teso e vibrante.
Sasuke, che fino a quel momento aveva trattenuto il respiro, non la sentì ribellarsi; allora la voce nella sua testa tacque, e con lui ogni altro suono. Anche il sussurro che voleva rammentargli cosa stava perdendo per sempre...
Allontanò le mani dal suo viso, le portò ai fianchi e la trasse a sé, facendola sedere sulle sue ginocchia. Sakura inarcò la schiena contro di lui, respirando sulla sua bocca, e un ultimo, fievole «No...» scivolò via, senza che nessuno lo udisse.
Sasuke scese con i baci al collo, strappandole un brivido di piacere, e scostò il camice da dottoressa facendolo frusciare sulla sua spalla calda. Glielo tolse, lo lasciò cadere silenziosamente a terra, e percorse lentamente il contorno delle sue braccia, godendosi ogni centimetro di pelle morbida e fremente.
Non sapeva cosa fare, nessuno glielo aveva insegnato o raccontato. Agiva per istinto, quell’istinto che era stato certo di non avere più, lasciava che fosse il suo corpo a muoversi e a prendere decisioni, perché ogni fibra del suo cervello era impegnata a non perdere nemmeno un frammento del milione di emozioni che lo invadeva.
Corse con le mani alla cerniera della maglia, la abbassò senza fretta, e poi, come già aveva fatto con il camice, la fece scivolare a terra.
«Sasuke... no...» sussurrò Sakura, cercando blandamente di fermarlo. «Sei ancora debole, non...»
«Shh...» soffiò lui al suo orecchio, arrivando al seno e accarezzandolo attraverso la stoffa del reggiseno. «So quello che posso»
E, mentre la sua ultima frase riecheggiava, sovrapposta al “so quello che voglio” che lei aveva arrogantemente pensato poco prima, la sua capacità di ragionare si esaurì bruscamente, lasciando il posto alla sua capacità di sentire.
Avvolse le braccia attorno al collo di Sasuke, cercò la sua bocca, e regolò il respiro sul suo.
Il cuore, difeso soltanto da carne palpitante, sembrò sintonizzarsi con quello di lui, altrettanto forte e accelerato...
...E fu così che cadde.

Fuori, nella zona più ombreggiata del giardino dell’ospedale, una leggera brezza calda fece stormire le fronde.
Davanti alla finestra del laboratorio, attirato da un pessimo quanto fondato presentimento, Naruto stava in piedi, immobile...





Nel prossimo capitolo...?

Francamene, mi sembra che una qualsivoglia preview questa volta sia esageratamente spoilerosa, o del tutto inutile. Per questo motivo, oggi non ci sarà. Take it easy!













*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

Neji e Tenten erano carini insieme, vero? Peccato che la mia bastardaggine abbia reso il loro incontro puramente onirico...
Ma come si evolverà il rapporto tra i due cugini Hyuuga? E cosa ha in mente Hanabi?
Eh eh, il suo ritorno è unicamente dovuto alle vostre richieste, cari lettori!
Volevate rivederla, volevate la reincarnazione di Satana... e io ve l'ho data!
Anche Shikamaru e Choji sono stati simpatici, vero? E le patatine che si mangiavano?
Per non parlare dell'aranciata...
^_^
...Sì, sto cercando di evitare l'argomento principale! Muahahahahah!
Ma cosa volete che vi dica?
Insomma, non può andare bene ai fan del NaruSaku per ovvi motivi,
d'altro canto anche i fan del SasuSaku devono convenire con me che sono stata proprio bastarda con Naruto...
Uhm... da una parte e dall'altra pioveranno pugnali, direi.
Spendiamo qualche parola su Sasuke, dai:
basta bradipo-mode.
Mi sono stufata della piattola che si piange addosso, Sakura è il suo nuovo obiettivo e lui l'ha puntata come un tempo aveva puntato Itachi.
La ama? La vuole solo per gli eredi? Solo perché è un punto fisso?
Non lo sa lui, e nemmeno ne sono tanto sicura io.
L'unica cosa di cui sono certa è che non si è dovuto impegnare tanto per avere ciò che voleva, e che Sakura non ha fatto poi molto per resistergli.
Parte istintiva 1 - Parte razionale 0
Solo una domanda... ma voi vi aspettavate che "a muoversi" fosse lui? O Sakura?
E a tutti coloro che minacciavano Hinata perché "rischiava" di mettere in pericolo la NaruSaku...
...fossi in voi le farei le mie più sentite scuse! U_U

Per ovvi motivi di "clima", diciamo così, questa volta non avrete l'angolino della correzione automatica...
...e, tra parentesi, vi consiglio di procurarvi la canzone Iris dei Goo Goo Dolls per il prossimo capitolo...
(non per i testi, non mi ricordo neanche cosa dice - XD - solo per l'atmosfera!)

Oh, quasi scordavo.
Niente 48 finché non ho il numero di commenti che dico io! U_U
(e voi NON sapete qual è... uhuhuh... commentate, commentate...)

Veleno94: beh, chissà che il matrimonio non si riveli una cosa positiva per Shikamaru? (No, decisamente no! XD) Comunque Gaara sa quello che fa... almeno per il bene di Temari! Nel prossimo capitolo, da quello che si è potuto intuire leggendo questo, Ino verrà a sapere del patatrac... e allo stesso tempo avremo modo di conoscere le prime reazioni a ciò che ha combinato Sakura... Per curiosità, la reazione di Naruto dell'ultima volta quale parte di Harry Potter 7 ti ha ricordato? L'ho letto quest'estate, non preoccuparti di farmi spoiler! ^_*
Jenna Uchiha: direi che ora SAI cosa ha combinato Sasuke! U_U Ne sei contenta? O scontenta? ^_* Con "amante a tempo perso" Gaara intende... ehm... come spiegarlo a parole...? Vediamo... una ragazza che... pur non essendo stabilmente legata a lui, come dire... goda dei privilegi... ehm... "tecnici" di una sua eventuale moglie o fidanzata... (ti prego, leggi tra le righe! ç_ç)
kaho_chan:
chiedo umilmente perdono per averti costretta a leggere tutto lo ShikaTema che vi ho fatto sorbire fin qui... non rovinarti i quadricipiti sgambettando! XD E tra l'altro l'incrollabile (?) Sasuke ha fatto il danno in questo capitolo! U_U Ahi ahi ahi, non sono bei momenti per te...! (se ti può consolare, non lo sono neanche per me) Comunque mi fa molto piacere che tu sia riuscita ad apprezzare almeno oggettivamente Shikamaru e Temari! Volevo riuscire a renderli in maniera naturale e credibile davvero con tutta me stessa, e che una persona come te che "se ne intende" (non di ShikaTema, ma di personaggi e fanfic! XD) dica che ci sono riuscita, è per me fonte di onore e gloria! >_< Me è davvero tanto felice!
OneWingedAngel: oooh, sei la prima persona a mettere in luce questo aspetto! Io non ne ho parlato apertamente, ma penso che si capisca... Shika è stato grande, si è preso le sue responsabilità e ha fatto la cosiddetta "scelta giusta", ma così facendo ha anche sacrificato il cavallo (e la regina con lui), per restare nella metafora scorsa. Si è condannato, ha messo la parola fine alla sua adolescenza, ed è diventato uomo come spunta un fungo! (XD) Sono contenta che Naruto ti sia piaciuto, mi ci sono impegnata tanto! E la rubrica del correttore automatico dovrebbe tornare dal prossimo capitolo, se non succede nulla di strano nel frattempo e/o non cambio idea!
bambi88: >_< E no, così mi emoziono troppo! >_< I complimenti, i complimenti... devo imparare a rispondere, uno di questi giorni, o morirò d'infarto entro i 30 anni! *_*
sammy1987: Sasuke ti è piaciuto anche oggi? XD Sakura è ancora "poverina"? Eheh, è stato un capitolo abbastanza intenso, non è vero? Per Ino dovrai aspettare ancora fino a venerdì, ma poi saprai tutto, o quasi! ^_* Porta pazienza, porta pazienza...
vegani: la discussione tra Naruto e Sakura c'è stata, come hai visto... ma direi che non è la cosa più importante che è successa in questo capitolo! XD Il tuo tifo, ahimé, è andato sprecato... Sakura ha ceduto. E ora che cosa succederà con Naruto? Come reagirà?
kimi: la tua voglia di SasuSaku è stata soddisfatta? Ti ritieni abbastanza felice o no? Dai, almeno per ora accetta quello che viene...! ^_* Shikamaru avrà molto di cui preoccuparsi nei prossimi tempi, moglie, figlio, lavoro, complicazioni di vario tipo... senza contare la nuova famiglia acquisita, i bizzarri Sabaku! XD Di Ino sapremo tutto lo scibile (o quasi) nel prossimo capitolo, porta pazienza...! ^_*
Talpina Pensierosa: ho operato una conversione! XD Lo ShikaTema fan club ha dunque un nuovo membro??
arwen5786:
*_* awaaaaa! Che bello, che bello! Allora la ShikaTema ti è piaciuta? Ne sono davvero orgogliosa, se sono riuscita a commuoverti un po' (anche aiutata dal raffreddore...! XD) mi sciolgo! >_< Lo confesso, sui capitoli di questa parte della storia sto trattenendo il fiato come non mai! Ogni volta è un attimo di sospensione, un continuo chiedersi "saranno IC?", "andrà bene così?", e fino ad oggi mi avete dato soltanto soddisfazioni! Certo, è QUESTO il capitolo che più mi rende nervosa... ma ora posso solo aspettare, da brava, e attendere. U_U Può darsi che ciò mi porterà alla morte! ç_ç  Bene... hai visto? Questa volta è successo qualcosa! Sasuke ha finalmente agito, e, così com'è successo nella tua fanfic... beh. E' successo! XD Insomma, hai già deciso che loro si mettono insieme, Naruto si fila Hinata, e Kiba va a spasso? ç_ç Ma povero! E' l'unico che sta male, insomma! Ah, visto che Neji ha fatto la sua apparizione? E in che termini, per giunta... anche se era solo un sogno, c'è stata la scena con Tenten! E poi, un pochettino, anche quella con Hinata... dici che lo Hyuugacest è ancora così improbabile...?
lale16: beh, direi che da questo momento in poi "come va a finire" tra Shika e Tema è piuttosto prevedibile... esiste essere umano senziente che oserebbe disobbedire a Gaara...?
"Confido che nel prossimo capitolo... si riapprofondirà il rapporto tra naruto e sakura... " <-- dimmi, devo davvero commentare questa tua affermazione, alla luce degli ultimi avvenimenti? ^^' Sasuke di certo non è tornato debole, fragile e malaticcio, anzi devo dire che mi sembra piuttosto in forma... chi invece potrebbe lasciar presto questo mondo sono io, mi sa. Diciamo che questa potrebbe essere l'ultima volta che rispondo a una recensione... U_U L'unica cosa che chiedo è che non mi si mandi un virus! ç_ç Più della vita, mi preme il pc!
Julia83: questo "SEMBRA non fermarsi davanti al fatto che lei è impegnata" può essere eliminato, ormai. Non si ferma proprio, e prosegue imperterrito come un bulldozer! XD Diciamo che, razionalmente, distruggere la relazione tra i tuoi due unici "punti fissi" non è il miglior modo per mantenerli, ma Sasuke Uchiha non ha mai brillato per intelligenza, in termini di "obiettivi da conseguire nella vita"! U_U E comunque per ora NON SI SA come andranno avanti le cose, perché Naruto è lì, davanti a quella finestra, ma io non vi ho ancora detto come reagirà a ciò che - poveretto - ha appena visto! Per favore, lasciatemi in vita abbastanza a lungo da proporvelo! ^^'
harryherm: no, non è successo nulla lungo il tragitto stanza-laboratorio. D'altro canto... quello che è successo non sarebbe avvenuto agevolmente contro un muro, direi! XD I palazzi deserti sono prerogativa di Suna e Shikamaru! Come dire... vuoi farmi a pezzi ora? Dai, io ho cercato di prepararti psicologicamente ieri pomeriggio, se il colpo è stato troppo forte devi imputarlo solamente alla tua debolezza! U_U E poi, onestamente, ho cercato di preparare tutti i lettori a questo momento fin dal primo capitolo! XD (fin dal titolo, addirittura!) In compenso, oltre ai due bamboli, ci sono stati anche Neji, - indirettamente - Tenten, Hinata e anche un po' di Shikamaru e Choji... Se per ora ti dici quasi convertita allo ShikaTemismo, sappi che dal prossimo capitolo tornerai alle precendenti convinzioni, mi sa... ma potrebbe anche non essere così. Magari nel prossimo capitolo vorrai soltanto farmi a brandelli! XD
Rhymes: messaggio ricevuto. Sto cercando il becchino per Sasuke! U_U E, forse, anche per me... ^^' Sicuramente Naruto NON è felice, mentre Sasuke E' felice, in questo particolare momento. Il che ci porta a dire che tu NON sei felice, e che io dovrei essere preoccupata! Ahahah! Ma perché rido? ç_ç
Killkenny: l'opzione "fai stuprare Sasuke da Sakura" mi sembra poco considerabile, per il semplice motivo che Sasuke sarebbe consenziente, e che, in effetti, le cose sono state più che altro... invertite! XD Alla fine è stato - incredibilmente - lui a fare il primo passo! Non che lei non lo abbia seguito al volo... Kakashi avrebbe preferito affrontare l'Akatsuki, l'alleanza delle terre del nord-est, Madara Uchiha e Kyuubi tutti insieme, invece delle femmine malefiche che lo hanno accerchiato. In quel caso almeno avrebbe saputo come muoversi... Sul "se lo meritava" non so se concordare, perché non sono sicura che le arpie si sarebbero fatte convincere a parole a lasciarlo perdere... forse ci volevano davvero le maniere forti! XD
Hila92: bentornata! XD Come come? Sasuke piaciuto?? E oggi sei dello stesso parere? XD Dai, ho cercato di indorare la pillola postando anche la NaruSaku... avrei potuto essere bastarda e lasciarla per quando avrò finito questa, invece l'ho messa ora... il che significa che dovrò scrivere ancora di più e che riuscirò a studiare sempre di meno! @_@ Maledizione, se solo non dovessi dormire...!! >_< Bacio! ^^ (forse ti starai chiedendo: "come osa sorridere?!", e io ti risponderò: perché POSSO! Muahahahah!)
Reina:  ehh, KK sa un sacco di cose che tu non sai! U_U Ha risorse inaspettate! (non per me, ovviamente!) La perfidia applicata a Shikamaru mi sembra NULLA se confrontata con quella applicata a Naruto... siamo ancora sadiche anime gemelle oppure ho osato troppo? La proposta di matrimonio è ancora valida? XD

Aya
  
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