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Autore: Paradichlorobenzene_    02/07/2013    1 recensioni
C'erano passati in tanti nel suo cuore - come dal cielo passano gli aerei - che lei non ci faceva più caso.
Prendeva tutto alla leggera, con la stessa freddezza che le aveva forgiato il carattere da sette anni a quella parte.
L'energia le si era consumata poco a poco, così, a tutti quelli che vi entravano per poi andarsene,
Florence chiedeva solo di spegnere la luce.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo sesto: In cui si scopre che il puzzle è incompleto.

La settimana era passata in fretta.
Avevi preparato tutto con la massima calma per dedicarti più tempo possibile.
E soprattutto per non pensare alla partenza.
I professori sembravano già sapere. Non ti interrogavano più, in classe era come se non ci fossi.
Quando un loro sguardo si posava – tra l’altro quasi per sbaglio! – su di te, trovandoti disattenta, non se ne curavano e passavano oltre.
I tuoi compagni ti guardavano stupefatti ogni volta che accadeva.
In cuor loro sapevano che gli nascondevi qualcosa. O almeno, così speravi.
Non avevi detto niente a nessuno e niente avevi intenzione di dire.
Come non sopportavi una partenza, un trasferimento così improvviso, non potevi sopportare un interrogatorio.
E poi, c’è quella lettera. Che probabilmente non invierai mai ma che è sempre li, sulla tua scrivania, che attenderà per più tempo di quando ce ne hai messo tu a scriverla, di essere aperta.
Metti le poche t-shirt rimaste nell’armadio nella valigia, ultima di una lunga serie.
Prendi alcuni dei tuoi libri, i tuoi preferiti, perché non puoi aspettare che te li consegnino insieme alle altre cose.
Chiudi tutto e prendi la lettera. Non vuoi lasciarla li, la porterai con te.
Guardi la busta bianca, incredibilmente pesante delle tue parole benché inconsistente.
Davvero non hai intenzione di consegnargliela?
Sospiri, e la metti nella tasca della giacca.
-         Florence! Sbrigati, è tardi!
-         Arrivo.
Ken non ha tatto. Solo perché è un maschio e ci mette poco a prepararsi non vuol dire che abbia il diritto di metterti fretta.
Ti viene da sorridere: sembrate fratelli di sangue.
Prendi il trolley e scendi di corsa le scale.
 
Sull’aereo ti rigiri continuamente la lettere, quella pseudo dichiarazione, tra le mani.
Così coraggiosa eppure, a volte, così codarda.
Ti convinci che hai deciso di partire in segreto e portandoti dietro tutti i tuoi sentimenti, tutti i tuoi segreti nascosti, solamente per paura.
Sai che Ken ha fatto lo stesso e non ha parlato con nessuno.
Sai che, dall’indomani, il tuo banco accanto alla finestra, pieno d’incisioni, fino al settembre dell’anno prossimo resterà vuoto.
Eppure un foglio bianco, in quel momento, è incredibilmente pesante.
Avevi cambiato scuola già molte volte, ma quando l’anno prima eri arrivata al Dolce Amoris, a discapito del nome smielato e dei muri rosa, non volevi andartene più.
Sarà stato che i suoi occhi avevano un che di magnetico.
Sarà stato che a volte era così dolce.
Il clima di quel giorno, l’aiutarti in alcune materie in cui tu eri negata, anche se non ci credi, per un attimo pensi al segno zodiacale.
Sarà stata la primavera, perché, anche se eri arrivata a ottobre, ti sei resa conto di esserti innamorata di lui a marzo, con i ciliegi in fiore anche a Parigi.
Non lo sai, e credi che, forse, è meglio per te non saperlo. Forse è meglio che tutto resti così com’è.
Che nessuno sappia niente dei tuoi sentimenti e che tu rimanda libera.
Mentre divaghi tra questi pensieri, Ken si è addormentato con la testa appoggiata al finestrino dietro di te.
Gli levi lentamente gli auricolari dalle orecchie.
Non si sveglia e decidi di metterli tu.
Tra alcune ore sarete in Irlanda, e tu finirai lì il liceo.
Con grande probabilità userai il sistema escalator e ti fermerai per altri cinque anni, proseguendo con l’università.
Tanto ormai, cos’altro hai da perdere? Ricordi una frase di un libro seppellito nei meandri della tua valigia.
Poggi la testa contro il finestrino. I tuoi occhi brillano.
“Andavo di fantasia, e di ricordi. E’ tutto quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti.”


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