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Autore: Ruth Spencer    03/07/2013    8 recensioni
Tesi: -Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne-.
Prove che avvalorano la tesi:
1-Sam, il mio (ex) fidanzato storico, mi ha imbrogliata tagliando fuori me e le mie amiche dalla squadra di calcio del College.
2-La notte ha portato pessimi consigli a mio fratello Fred e proprio le sue idee malsane hanno causato un pasticcio dopo l’altro nelle ultime settimane.
3-I miei progetti per il raggiungimento della frigidità sono andati in malora per colpa di un paio di occhi verdi e una faccia da schiaffi che devo sorbirmi ventiquattro ore su ventiquattro.
Conclusione deducibile dalla tesi: Sono.nella.merda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                    “Una pagina bianca, mio signore. Mai
                                                                                 Disse il suo amore, ma lasciò che il segreto,
                                                                                Come un verme nel bocciolo si nutrisse
                                                                               Della sua guancia di damasco.”
                                                                              (Viola, La dodicesima notte, Shakespeare)
 
10. Another Fred
Nulla combacia, ma c’è chi ritorna sempre.
 
 
Concluso il travestimento io e Zayn corremmo a perdifiato lungo il vialetto di ghiaia, con i borsoni che ondeggiavano a destra e a manca sulle nostre spalle: superammo con un salto le siepi di bosso che separavano un plesso dall’altro, fino all’edificio B. Attraversammo l’atrio e ci lanciammo su lungo la balaustra, spintonando gli altri studenti per poter passare.
-Beth chi?-.
-Beth Turner-.
-No, mi dispiace. Stamattina non l’ho proprio vista.- ci disse più di qualcuno, finché sul pianerottolo del secondo piano quasi non mi scontrai con Susan. Susan Morrison.
-Scusa, hai visto Beth?-. Ci guardò sospettosa e un po’ risentita, senza risparmiarmi un’occhiata di rimprovero. –E’ nella segreteria da almeno un’ora e mezza per punizione. Dovrà riordinare i moduli con la signora Gradgrind per due weekend consecutivi.- spiegò lentamente. Poi qualcuno alle sue spalle la chiamò. Mi parve Niall, ma non ne ero certa. Così ci rivolse un cenno di saluto e scese.
-Un’ora è mezza fa, stavamo ancora al campo di calcio. Non può essere stata Beth.- osservai procedendo a passo spedito lungo il corridoio del terzo piano. –Oggi non ci sono nemmeno le lezioni. Chi mai verrebbe qui invece di starsene all’aperto con gli amici?-
-Magari la persona in questione aveva dimenticato un libro ieri mattina in classe e ne ha approfittato per liberarsi delle tue cose.- ipotizzò.
-Può darsi.-concessi con qualche riserva. –Escludendo quindi a priori che possa trattarsi di un ragazzo, concentriamoci su ciò di cui disponiamo. Poco fa Susan se ne stava andando dall’edificio B, anche con una certa fretta-.
-E’ un’amica di Beth. Questo ci riporterebbe al punto di partenza-.
-Esattamente-.
-Ma, perché avrebbe dovuto trovarsi negli spogliatoi femminili proprio a quell’ora, mentre c’eri anche tu?-.
Riflettei brevemente. -Non lo so, Zayn. Non ne ho idea-.
 
 
 
 
-Oh, andiamo! Susan ed io abbiamo trascorso buona parte della mattinata insieme dopo gli allenamenti.- la difese Niall a spada tratta quando all’ora di pranzo gli raccontammo l’accaduto. In breve dicemmo che proprio mentre mi trovavo sotto la doccia, qualcuno mi aveva sottratto i vestiti e data l’aria vendicativa di Beth la sera prima, tutto ci portava a pensare che fosse stata la sua amica Susan per rivalsa.
-Hai detto bene: buona parte…- gli fece notare Zayn allusivo.
-Non potete veramente credere che sia stata lei. Le sono andato incontro mentre faceva colazione. Abbiamo passeggiato insieme e l’unico momento in cui si è allontanata è stato per recuperare un libro che una ragazza aveva scambiato con il suo. Ma, l’ho aspettata nemmeno per cinque minuti. Non avrebbe avuto comunque il tempo necessario per correre negli spogliatoi, prendere i tuoi vestiti e salire al terzo piano dell’edificio B, per giunta!-. Niall aveva ragione: non poteva essere stata lei.
-Fred, perché ti scaldi tanto?- intervenne Liam pacato. –In fondo hai detto che Zayn ha ritrovato in fretta le tue cose. E poi di quando in quando le ragazze entrano negli spogliatoi maschili-.
Boccheggiai per un istante, chiedendomi quale spiegazione avrei potuto inventare per un comportamento simile. –Nessuno controllava. Sarebbe potuta entrare senza farsi notare.- proruppi, terrorizzata all’idea che si venisse a sapere la mia vera identità.
-Io so solo che non è stata Susan.- ribadì l’irlandese facendo spallucce. Sotto il tavolo, la mano di Zayn si posò sulla mia gamba per calmarmi.
-A proposito di ieri sera,- intervenne Harry nel futile tentativo di placare gli animi. – Ho conosciuto una ragazza carina…-.
-Come si chiama?- domandò Zayn con una sollecitudine che non gli apparteneva.
-Maud, ma non so il cognome. L’avete mai vista in giro?-. Seguii la scena in silenzio, lusingata dall’interesse di Harry.
-No.- dissero all’uni solo Liam e Niall.
-Me l’ha presentata Zayn…- riferì invece Louis. Harry ed io ci voltammo contemporaneamente verso di lui, il ricciolino sinceramente curioso ed io terribilmente inquieta.
-La conosci?-. Inconsciamente trattenni il respiro. –No, io…-.
-Zayn, mi hai detto che era una tua amica…- obbiettò Louis inarcando un sopracciglio.
-Louis, avevi appena bevuto quattro bicchieri di tequila. Ti stai sbagliando.- fece il moro in tono persuasivo. –Mi ci sono imbattuto per caso al banco degli alcolici: passabile, niente di più-.
Lo inchiodai con lo sguardo, ferita senza volerlo dal suo giudizio, ma lui non mi degnò di un’occhiata.
La mia vita stava assumendo rapidamente le caratteristiche perfette per una telenovela spagnola di ultima categoria. Odiavo la situazione in cui mi trovavo. Ero sempre stata una ragazza decisa nelle mie scelte, e invece ora mi ritrovavo ad essere confusa davanti ad una questione semplicissima: Harry o Zayn?
Dovevo tentare di districare il groviglio di attrazione e amicizia che mi legava ad entrambi per discernere per quale dei due provassi un sentimento reale.
 
 
 
 
-Così sono appena passabile, eh?- dissi provocando un sonoro sbuffo da parte di Zayn.
-Non volevo che facesse troppe domande-.
-Dovevi consultarti prima con me…-.
-Come potevo lì, a mensa?- fece con ovvietà.
-Dovevi farlo prima infatti–. Ragionai brevemente sui singolari avvenimenti di quella mattina. -E poi, perché sei venuto negli spogliatoi femminili, si può sapere?-.
-Questo si che è il colmo! Dovresti ringraziarmi, e invece ti chiedi perché ero lì?!- sbottò.
-Allora?- lo incalzai spietata, marciando dritta verso i dormitori maschili.
Corrugò la fronte nervoso, poi sospirò. –Volevo chiarire. Te ne sei andata come una furia e non ho potuto fermarti.- ammise alla fine.
Mi portai le mani sui fianchi, e lasciai correre il mio sguardo lungo la sua schiena. –Senti, fingiamo che non sia successo nulla-. Non ero sicura della mia scelta, ma almeno per il momento volevo preoccuparmi solo del mio segreto che rischiava di essere sbandierato ai quattro venti.
Lo osservai mentre si voltava a guardarmi con un’espressione dapprima meravigliata, risentita e infine seria. Eppure si raddrizzò e disse con nonchalance:-Hai ragione. E’ meglio così-.
-Perfetto-. La mia me interiore gridava che lui protestasse, ma non lo fece.
-Già-.
-Bene-.
-Bene.- gli feci eco con un tono che sembrava più voler convincere me stessa che lui.
Nel silenzio assoluto del corridoio, aprì la porta della sua camera e stava per richiudersela alle spalle, quando senz’alcun preavviso cacciò un urlo di orrore. Sgranò gli occhi e impallidì, facendo un maldestro passo indietro.
-Cosa c’è?-.
-Un…un ragno…-
Mi misi a ridere. –E quindi?-. Proprio in quel momento l’insetto - piuttosto grande rispetto a quelli che ero abituata a trovare tra le tende nel mio appartamento in città - zampettò verso di noi.
Zayn strillò di nuovo e flettendo le gambe, balzò sul letto lì accanto. –Che schifo!-. Dopo un attimo di ribrezzo, lo raggiunsi e inconsciamente gli circondai le spalle con un braccio per rassicurarlo. –Sta’ calmo. E’ solo un ragno-. E soggiunsi:- Proviamo a scacciarlo con qualcosa-. Lanciai uno sguardo sotto il letto e recuperai una scarpa da ginnastica.
-Quella è mia!- protestò inorridito.
-Beh?-.
-Sono aracnofobico.- mi informò tagliente. Io, senza prestargli ascolto, la lanciai. La scarpa volò disegnando una parabola perfetta attraverso la stanza e sbatté contro la parete opposta, spaventando il ragno che si spostò in direzione di Zayn. –Fermalo!- ordinai tra le risate mentre il moro continuava a frignare:-Odio i ragni!-.
-Come faccio?-.
-Prendi un quaderno, un libro…qualsiasi cosa!-.
Con un urlo di guerra, si lanciò verso la scrivania, afferrò la giacca di una divisa poggiata sulla spalliera della sedia e l’agitò nell’aria come un cowboy con il suo lazzo. Colpì l’insetto e lo mise in fuga. Lo guardammo entrambi mentre si dileguava tra i mobili e spariva oltre la finestra sul cortile.
Appena ripresi fiato scoppiai di nuovo a ridere, imitata da Zayn. –Sei stato fantastico!-.
-Wow! Ce l’ho fatta!-.
 
 
 
 
Il resto del pomeriggio lo trascorremmo studiando (o almeno provandoci) in mezzo al rettangolo di prato che fiancheggiava i nostri dormitori, chi seduto sulla propria giacca, chi a piedi scalzi, chi con le maniche della camicia arrotolati sugli avambracci.
Ripetei distrattamente la lezione di Storia a Louis e poi studiammo Chimica insieme: tenni sempre l’orecchio teso però, pronta a captare qualsiasi segnale di pericolo.
Mentre tentavo in tutti i modi di spiegargli la differenza tra il legame covalente e quello dativo, udimmo alcune voci concitate alle nostre spalle.
-Stanno litigando…ancora.- sospirò Louis scoccando un’occhiata rassegnata alla coppia in piedi vicino alle aiuole. Erano Harry e Vichy. –Deve aver visto il bacio di ieri…- ipotizzò rigirandosi la penna tra le mani. Sapevo a cosa si riferiva.
A dir la verità i due sembravano molto arrabbiati. La bionda gesticolava, mentre Harry rimaneva impassibile con le braccia conserte e lo sguardo neutro. Non gridava mai, neppure quando si innervosiva. Ma, la sua voce gelida spaventava molto più degli strilli di Vichy.
-Era solo un gioco…- riuscii a sentire ad un certo punto. E poi:-Sei uno stronzo!-. La seguii con lo sguardo mentre se ne andava via ad ampi passi. Prima di sparire dietro l’angolo ci rivolse un’occhiata di fuoco.
Harry tornò verso di noi. –Come è andata con la tigre?-.
Per tutta risposta, il ricciolino emise uno sbuffo derisorio. –E’ matta da legare, quella lì. Se crede che le chiederò scusa per qualcosa di cui non ho colpa, si sbaglia di grosso-. Si sedette al mio fianco e intrecciò le mani attorno alle ginocchia burbero.
In quel momento avrei dovuto saltellare per la gioia: da quando avevo conosciuto Harry, non avevo fatto altro ch tentare di allontanarlo di Jordan ed ora riuscivo solo a provare un vago senso di vuoto all’altezza dello stomaco.
-Ieri a Fred, oggi tocca a te. E’ la vita. –lo consolò Louis fingendosi rammaricato.
-Ma, piantala!-.
 
 
 
 
Quella sera entrai nella mensa dell’istituto con un’aria più guardinga del solito. Qualsiasi gesto, o sguardo indifferente o casuale mi venisse indirizzato sembrava una prova per incriminare qualcuno del furto. Ma, forse erano solo mie impressioni: stavo diventando paranoica.
Lasciai buona parte del pasto nel piatto, così come era stata servita a tavola e con la scusa del test scritto di Chimica il giorno successivo, abbandonai in fretta la mensa e corsi fuori in cerca di tranquillità.Continuai a camminare lentamente, cercando di rilassarmi, finchè non mi rasserenai.
Mi lasciai cullare dallo scricchiolio basso e confuso delle foglie scosse dal venticello della sera, abbracciandomi goffamente il busto con le braccia. Proprio quando stavo per tornarmene in camera mia però, mi sembrò di scorgere un movimento improvviso nell’oscurità, oltre il cancello tra i cespugli. Aguzzai lo sguardo curiosa e al tempo stesso intimidita e stavo per parlare, quando qualcuno lo fece al posto mio.
-Bayler, cosa ci fai lì?-.  Istintivamente feci qualche passo indietro, ritirandomi tra il fitto fogliame. L’ombra della McCarthy era comparsa nel vano della porta della mensa, sulla mia destra. Per quando assurdo possa sembrare però, non si riferiva a me. Io mi trovavo più in là, seminascosta tra gli alberi al limitare del cortile e dalla sua posizione non avrebbe potuto scorgermi.
La seguii con lo sguardo mentre marciava impettita verso qualcuno che non riuscivo ad individuare, proprio dove poco prima avevo intravisto un movimento.
-Insomma, come hai fatto ad uscire?- incalzò l’insegnante fronteggiando il cancello che cingeva il complesso.
-Credevo che oggi fosse la sera di libera uscita…-. Una voce rispose al posto mio, giungendo alle mie orecchie flebile e impaurita. Strabuzzai gli occhi nell’oscurità e tentai di avvicinarmi con passo felpato per assistere meglio alla scena.
-Avanti, torna dentro. Se si dovesse ripetere, andrai incontro ad un rapporto-. La professoressa aprì un cancelletto più piccolo rispetto a quello principale e lasciò entrare una figura che inizialmente non riuscii a riconoscere.
Solo quando il suo volto venne investito dalla luce della mensa, più avanti, capii veramente.
Fred era tornato.
 
 

Innanzitutto mi scuso per non aver aggiornato la scorsa settimana, ma ho avuto un viaggio imprevisto e non ho potuto avvisarvi prima!! Però ho scritto e ieri sera, appena tornata ho copiato tutto sul pc e adesso eccomi qua. Purtroppo ho pochissimo tempo, perché tra meno di un’ora devo prendere un treno e quindi…niente, spero tanto che vi sia piaciuto il capitolo. Fatemi sapere, mi raccomando.
Tornerò tra venerdì e Domenica, ancora non so, e aggiornerò subito Penfriends!!
Ringrazio infinitamente chi preferisce/segue/ e ricorda la storia; chi la recensisce, perché leggere le vostre opinioni mi fa estremamente piacere e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.
Quando sono tornata ho trovato tantissimi aggiornamenti, quindi vi prometto che appena salita sul treno risponderò alle recensioni e recensirò a mia volta.
Ah, dato che ormai hanno tutte ask, mi sono registrata anch’io. Mi trovate qui:  http://ask.fm/RuthSpencer 
 
 
 
A prestissimo :D
Cate  

   
 
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