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Autore: Lothiriel    22/09/2004    2 recensioni
Ritratti di uomini del passato… Di epoche non ben definite, e forse senza alcuna esatta aderenza alla Storia… ma solo come li vedo nella mia immaginazione. E’ un esperimento, e spero che qualcuno lo legga… e mi faccia sapere cosa ne pensa!! (PS: l’idea mi è venuta leggendo Tarots di Galadwen, spero di non essermi ispirata troppo, ma la mia intenzione non era certo quella di copiare…)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fruscio di pagine antiche nelle buie sale di una biblioteca

 

Fruscio di pagine antiche nelle buie sale di una biblioteca. Un tempo aveva amato quel suono, ed ancora, a volte, si sorprendeva immobile ad ascoltarlo. Ma gli anni erano passati, e un senso di nostalgia si era impadronito di lui: nostalgia per tutto ciò che avrebbe potuto vedere, per tutte le belle cose che non conosceva se non attraverso le descrizioni lette nei libri.

Quando era giovane, disprezzava coloro che si mettevano in viaggio per visitare luoghi lontani, affrontando lunghe distanze con mezzi di trasporto assai poco confortevoli, ed andando incontro ad una serie di difficoltà e contrattempi. Allora era solito affermare che nulla vale quanto un buon libro, e che per quanto il viaggiatore si affaticasse a girare per il mondo, non sarebbe mai riuscito ad apprendere tutto ciò che c’era da sapere, né a vedere tutte le meraviglie che esistevano, sparse qua e là fin nei paesi più remoti. Nella sua biblioteca vi erano migliaia e migliaia di libri, e certamente essi contenevano tutto ciò che si potesse desiderare, o anche solo sognare, di conoscere.

Eppure pian piano, ma con sempre maggiore evidenza, si era reso conto che quei piccoli segni d’inchiostro che si susseguivano ordinatamente sulle pagine bianche o ingiallite dal tempo non erano sufficienti a dare un senso alla propria vita, non potevano sostituire ricordi ed emozioni che per lui non c’erano stati, impegnato com’era a leggere racconti di altri uomini che invece li avevano vissuti di persona. Un libro in fondo acquista un significato particolare se si aggancia alla nostra memoria, se ci ricorda qualcosa che anche noi abbiamo pensato, o visto, o amato. Ma non può essere esso stesso il fondamento della memoria, non possiamo prendere a prestito i ricordi di un’altra persona, scivoleranno via come la pioggia sui vetri delle finestre.

Era stato così fiero di essere un bibliotecario… Ora avrebbe dato qualsiasi cosa per cambiare ciò che era stato, per poter essere anche solo il mozzo di un’imbarcazione mercantile, o un povero pellegrino vestito di cenci in cammino lungo le strade del mondo, sempre diritto davanti a sé.

Ma ormai era vecchio e malato, e la sua vista si era indebolita; sedeva tutto solo nelle vaste sale della sua biblioteca, cercando conforto nella presenza silenziosa di un gatto nero, unico suo amico.

  
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