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Autore: Fiamma Erin Gaunt    03/07/2013    1 recensioni
Si preannuncia un anno movimentato per gli studenti di Hogwarts. Messaggi inquietanti che turbano la quiete delle vite degli allievi del sesto e settimo anno; segreti svelati e una caccia all’uomo nel tentativo di scoprire chi è che li conosce così bene e, soprattutto, come fa a sapere ciò che sa. Quando poi ci scappa anche il morto… bè, diventa evidente che il gioco è ben più pericoloso di quanto pensassero. 'Cause two can keep a secret If one of them is dead.
N.B. Liberamente ispirato a Pretty Little Liars.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier, I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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The Katherine Thing 1x02

 

Quella mattina Katherine Banks aprì gli occhi con la consapevolezza che sarebbe stata una mattinata terribile; il risveglio del venerdì era sempre traumatico: il carico di studio e compiti della settimana, unito ad un inizio di giornata composto da due ore di Storia della Magia, avrebbe distrutto mentalmente e fisicamente chiunque. Uscì dal bozzolo di coperte che era il suo letto e si diresse verso il bagno trascinando controvoglia i piedi; nel letto accanto Charis dormiva ancora beatamente, forte della sua prima ora di buca, mentre Narcissa doveva essersi già svegliata e vestita, come testimoniava il letto disfatto ormai vuoto.

S’infilò sotto la doccia, regolando la temperatura finchè non fu sufficientemente calda da arrossarle la pelle, e si godette il getto che le accarezzava il corpo. Avrebbe voluto rimanere così per il resto della giornata.

Quando gambe e braccia ebbero ormai raggiunto il colorito di un’aragosta nella pentola, si decise a chiudere il getto e a cominciare a prepararsi. Cercò a tentoni la divisa, premurandosi di non accendere la luce: Charis Selwyn diventava pericolosa come un Basilisco se veniva accidentalmente sottratta alle sue otto ore di riposo giornaliere. Rinunciò ad annodare il cravattino con i colori della Casa e uscì dirigendosi verso la Sala Comune.

- Non dirmi che hai intenzione di presentarti a colazione in questo stato. –

- Buongiorno anche a te, Cissa. – replicò ironica, ignorando l’occhiata contrariata che la bionda aveva rivolto alla sua camicia più grande di un paio di taglie, che altro non era se non quella di Avery a cui l’aveva sottratta un paio di giorni prima, e alla cravatta legata come un cappio intorno al collo.

- Stai ferma, ci penso io. – sospirò la Black, afferrandola per il colletto e sistemandole l’infido arnese, - Ecco fatto, ora sei quasi presentabile. Certo, se non fossimo in ritardo ti rispedirei in camera a dare una sistemata a quei capelli: sono un disastro. –

Katherine intercettò l’occhiata che Avery, alle sue spalle, aveva rivolto al soffitto.

- Black, pensi di riuscire a liberare la mia ragazza il tempo necessario a salutarla come si deve? – intervenne ironico, prendendola per una mano e attirandola verso di lui. Si alzò in punta di piedi quel tanto che bastava per incontrare le labbra sottili e fresche del ragazzo.

- Non darle retta, a me i tuoi capelli piacciono così come sono. – le sussurrò all’orecchio, giocherellando distrattamente con una morbida onda castano scuro.

- Non dare mai retta a Narcissa Black in preda alle sue crisi modaiole è la prima regola per sopravvivere vivendo a stretto contatto con lei, non m’insegni sulla di nuovo Mason. –

- Ti ho sentita. – replicò la bionda fingendosi indignata.

- Lo so. –

Il sorriso malandrino della Banks coinvolse tutti i presenti, dando vita ad un’allegra risata collettiva.

- Mason, le mie scuse, ma devo conferire con la mia Cacciatrice. – intervenne Rico, strappandola gentilmente alla presa dell’amico e cingendole le spalle con un braccio con fare fraterno.

- Allora, lo hai già sentito? –

Katherine aggrottò leggermente la fronte, non capendo a cosa si stesse riferendo. Del resto era sempre così con lui: parlava, parlava ma in realtà non stava dicendo nulla, o meglio, nulla che potesse rivelarti esattamente ciò che gli passava per la testa.

- Non guardarmi con quell’espressione da cerbiatta confusa: che giorno è oggi? –

- Venerdì. –

- Questo lo so anche io, grazie per l’informazione, intendevo che numero è? –

- Il ventinove ottobre? – tentò nuovamente.

Non riusciva proprio a capire dove volesse andare a parare.

Rico si battè una mano sulla fronte con aria plateale: - Sul serio, Banks, penso che Avery ti stia contagiando con la sua idiozia… ancora qualche mese e ti ritroverai allo stesso livello mentale di un troll di montagna. –

Katherine gli appioppò un pugno sulla spalla, ma riuscì finalmente a ricordarsi che giorno fosse.

- È il compleanno di Tyler… me l’ero dimenticato, merda, sono proprio una pessima sorella maggiore. –

- Già, menomale che esisto io… immagini come sarebbe un  mondo senza di me? –

Lo guardò fingendo di soppesare la risposta: - Un mondo migliore? –

Rico scrollò le spalle con aria di studiata nonchalance: - Meriti una risposta secondo te? A proposito… Ev, fratello, devo dare un’occhiata al tuo tema di Storia della Magia. –

L’erede dei Rosier, che aveva appena fatto il suo ingresso, lo guardò con aria ironica: - Cosa ti fa pensare che io l’abbia fatto? –

- Stai scherzando? Evan Rosier che non fa un compito, Katherine Banks che si dimentica le cose, si sta rivoltando il mondo per caso? –

Si rivolse poi a Piton, seduto tra Mulciber e Avery e intento a chiacchierare sottovoce con Regulus e Barty, probabilmente riguardo qualche scherzo che avevano intenzione di fare ai Grifondoro.

- Severus, amico mio, hai forse intenzione di farti uno shampoo? No, perché a questo punto c’è da aspettarsi qualsiasi cosa… la mia vita non ha più certezze. –

Evan alzò gli occhi al cielo, mormorando qualcosa che suonava distintamente come “Salazar, perdonalo, non sa ciò che dice”.

- Rico… stavo solo scherzando, certo che ho fatto il tema. –

Gli porse il rotolo di pergamena che il moro intascò all’istante e trascinò via il cugino prima che potesse dire o fare qualcosa che gli avrebbe fatto guadagnare un Sectusempra da parte di Piton.

- È sempre più pazzo. – mormorò Narcissa, ridacchiando sotto i baffi, - Vogliamo andare? – aggiunse.

- Certo, tu inizia ad andare, io spedisco una lettera e ti raggiungo. –

L’amica annuì e l’accompagnò fino alla scalinata che portava in direzione della Guferia.

- Ti tengo il posto. –

Katherine le rivolse un distratto cenno d’assenso e cominciò la scalata verso la Guferia. Non aveva ancora idea di cosa scrivere a Tyler: insomma, cosa si scrive ad un fratello che vive in Francia come un recluso e che ha appena passato le tre notti peggiori del mese?

Con un sospiro recuperò penna e inchiostrò dalla borsa e cominciò a scrivere.

 

Caro Ty,

            spero che tu stia bene e non ti annoi troppo a casa degli zii. Ho pensato molto a te in queste notti e spero che non siano state troppo penose per te. Stai prendendo la pozione, vero? Purtroppo non ho ancora avuto modo di comprarti un regalo, ma domani abbiamo la prima uscita ad Hogsmeade e rimedierò a questa mancanza. Sono sicura di riuscire a trovare quella nuova divisa dei Falcons che ti piace così tanto e magari ci aggiungerò anche un piccolo extra… tutto dipende da quanto velocemente risponderai a questa lettera. Le cose qui al castello procedono come al solito: troppi compiti, troppe chiacchiere e troppa poca gente interessante (ovviamente escludendo la mia comitiva di Serpeverde). La settimana prossima ci sarà l’inizio del torneo studentesco, ti farò avere una cronaca dettagliatissima della partita. Rico ci tiene a salutarti e si unisce a me nel farti i migliori auguri per questo tuo quindicesimo compleanno. Non vedo l’ora che sia Natale per poterti riabbracciare. Ti mando un bacio, tua,

                                                                                           Kat

 

 

Rilesse la lettera un paio di volte, poi, quando fu certa di aver detto ciò che voleva senza risultare troppo melensa o scontata, richiamò il suo fido barbagianni e gliel’assicurò ad una zampa.

- Portala a Tyler, a casa degli zii a Nizza. – sussurrò, lasciandolo libero di spiccare il volo.

 Ripercorse velocemente i gradini che portavano al pianoterra e, troppo di fretta per rendersene conto, finì con lo scontrarsi con la persona che meno sopportava all’interno di Hogwarts: Sirius Black.

- Banks, hai dei gomiti appuntiti come stampelle, mi hai quasi ucciso. – borbottò, massaggiandosi le costole.

- Peccato che non ci sia riuscita, suppongo di dovermi esercitare di più. –

- Quando di deciderai ad ammettere che in realtà sei pazza di me e che sei solo troppo timida per ammetterlo? –

- Quando è giusto è giusto. Questa volta hai proprio ragione, Black. –

Sirius sgranò gli occhi, senza parole. Possibile che avesse davvero centrato il nocciolo della questione?

- Che intendi? – domandò guardingo.

- Che dovrei proprio essere pazza per farmi piacere uno come te. –

Scoppiò a ridere, con quella sua risata che ricordava prodigiosamente l’ululato di un lupo e che puntualmente la faceva rabbrividire.

- Bella risposta, Banks. Questa volta hai vinto tu, te lo concedo. –

Si scambiarono un ultimo sguardo e ripresero a camminare nella direzione che avevano preso quando si erano scontrati. Tutto sommato forse quella giornata non si preannunciava poi così male: aveva azzittito e ferito Sirius Black in un colpo solo.

- Finalmente sei arrivata, stavo per darti per dispersa. – esclamò Narcissa, spostandosi sulla panca per farle posto.

Katherine si servì una generosa porzione di uova strapazzate e scelse con cura alcune fette di bacon croccante. Stava per mettersi a mangiare quando una civetta della scuola atterrò davanti a lei. La liberò del foglio di pergamena e lo scorse velocemente: “Tutta colpa della luna, quando è piena fa impazzire la gente.”

Lo strinse furiosamente, facendo saettare gli occhi lungo le quattro tavolate. Vide Bertha Jorkins, al tavolo dei Tassorosso, ridacchiare insieme ad una sua compagna e non ci vide più. Percorse in fretta la distanza che separava i due tavoli e le piombò addosso, artigliandole la gola: - Se hai qualcosa da dire dimmela in faccia, capito razza di insignificante ragazzetta?! –

Rico la raggiunse in fretta, tirandola indietro di peso e costringendola a lasciare la presa.

- Calmati, Kat, non vorrai mica dare peso alle chiacchiere di una così, no? –

- È pazza, è completamente pazza, non le ho fatto nulla. – strepitava nello stesso istante la Tassorosso.

- Ascoltami bene, Jorkins, tu per me non esisti, sei il nulla, e sai cosa fa il nulla? Tace, non parla, non apre bocca e non manda bigliettini. Tu non sai proprio nulla e farai bene a chiudere quella bocca se non vuoi che ti strappi quella lingua da pettegola che ti ritrovi e te la faccia ingoiare a suon di schiaffi. –

Si liberò dalla presa dell’amico: - Puoi lasciarmi, sto bene adesso. –

Ritornò sui suoi passi e, come se non fosse successo nulla, riprese a fare colazione incurante delle occhiate che le venivano rivolte.

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo. Bè, penso sia abbastanza scontato quale sia il grande segreto di Katherine, ma avrà davvero individuato la ragazza che invia quei misteriosi biglietti o ha solo preso un abbaglio? Lo scoprirete solo continuando a leggere. Al prossimo capitolo.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

 

  
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