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Autore: Harisontour    03/07/2013    1 recensioni
-Non credo nell'anima, Paolo. Non credo in niente. Non ho ancora deciso nemmeno se sia giusto farlo. Non ho nessun conforto-
Dialogo di due giovani travolti da una perdita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sul dolore degli scettici
Sul dolore degli Scettici



-Hai tolto le foto. Hai tolto tutte le vostre foto-.
Paolo è bloccato sulla porta della mia stanza, incapace di staccare gli occhi dal muro, chiazzato di un bianco meno sporco nei punti in cui per mesi erano state appese le cornici delle fotografie di me con il mio ragazzo.
-Ho fatto male?- chiedo, sulla difensiva. Non che non mi faccia piacere che il migliore amico di Guido venga a trovarmi, adesso, anzi, ne sentirei la mancanza. Ma non sopporto i suoi continui commenti e le sue frequenti critiche all'operato di chiunque. E' pallido, sembra non aver dormito per più di una notte, ma non per questo sarà meno agguerrito.
-Dipende, dovresti spiegarmi il perché-.
Mi irrigidisco:-Santo cielo, Paolo, sarai anche il miglior studente dell'intera facoltà di filosofia, ma non ti hanno mai insegnato ad avere un minimo di... delicatezza?-.
-E' il tuo silenzio che mi indurrà ad azzardare un'ipotesi che, per quanto probabilmente veritiera, rischia di essere indelicata e di irritarti alquanto-
-Sentiamo- replico già quasi sorridendo, come sempre ascoltando il suo modo di parlare. Ma lui risponde in tono di accusa, laconico, con una punta di violenza che in lui non avevo mai trovato.
-Stai cercando di dimenticarlo-
-Sto...?- cerchi di parlare in tono più pacato -Non sto cercando... E' solo che non ce la facevo a svegliarmi ogni giorno con il suo viso davanti. Ti hanno mai parlato di empatia? Non lo capisci quello che provo? Non puoi lasciarmi in pace?-
-Se è così, tolgo il disturbo-
-Aspetta. Scusami-.
Cala il silenzio, che solo lui, minuti dopo, si decide a rompere.
-Pensavo... Pensavo, quindi questa è la soluzione. Togliere di mezzo la sua faccia è stata la mossa azzeccata che ti ha permesso di trovare l'equilibrio interiore, comunemente noto sotto il nome di felicità. E' molto d'aiuto, tanto che stasera vieni con me alla festa d'istituto-
-Tu non vuoi andarci. Non hai nessuna voglia di stare in mezzo alla gente-
-No. Perché?-
-Perché sei infinitamente triste-
-Tu vuoi andarci?-
-No-
-Ecco-. Pausa. -Quindi il pensiero che ti rattrista, pardon, che ci rattrista entrambi forse in maniera diversa, ma ti garantisco, nella stessa misura non è indotto dalle fotografie. Correggimi-
-Esercita la tua retorica con qualcun altro-
-Maieutica, ti prego. Maieutica. La nobile arte socratica consistente nell'estrapolare la verità dall'interlocutore, per giovare alla propria ricerca... e a quella del prossimo. Dicevo, come la levatrice aiuta le donne a partorire, il filosofo...-.
Normalemente rideresti, ma lo interrompi con rabbia malcelata:-Il prossimo non si interessa attualmente della ricerca, o Socrate-
-Il prossimo preferisce dunque macerare nel dolore, come i sofisti si consumavano nel dubbio-
-Me ne frego di conoscere la verità! Vivo in una casa dove tutto, tutto mi ricorda Guido, te compreso, lo capisci, questo? Non so nemmeno se il dolore è dato dal suo ricordo o dalla sua mancanza!- replico quasi urlando. Ho gli occhi lucidi, ma sono preparata al fatto che la discussione non finirà per questo.
-L'anima del defunto Guido Sensi si aggira fra le mura di questa stanza...!-.
-Non credo nell'anima, Paolo. Non credo in niente. Non ho ancora deciso nemmeno se sia giusto farlo. Non ho nessun conforto-
-Ma Guido è stato qui tante volte, vero? Si è steso su quel letto, ha suonato il tuo pianoforte, ha frugato nella tua libreria, si è guardato allo specchio...-.
Annuisci, interrompendo quel fllusso di ricordi, i pugni serrati, come a dover sopportare un dolore fisico.
-Ed ogni volta che è stato qui ha lasciato indietro una parte di sè; non negherai che siano rimasti il suo odore o... o l'anidride carbonica che ha repirato. Eppure... eppure non è bastato aprire la finestra per far uscire tutto. Qualcosa di incompleto è rimasto dentro, e noi lo sentiamo-.
Taci e lo vedi avvicinarsi, pronto ad abbracciarti.
-E allora non abbiamo scampo, Giulia, mia piccola scettica... Non abbiamo scampo, nessuno scampo al dolore-.


Considero questo come il mio primo scritto di tema spiccatamente filosofico, pur nella sua modestia e forma frettolosa. Le conclusioni a cui giunge non sono le mie -sono una scettica, appunto, per il momento- ma tocca un tema -quello della fede- a me molto caro, un nodo molto importante che ritengo di non essere in grado di sciogliere. Vi ringrazio per la eventuale lettura e vi invito, se volete, a lasciare un commento.
   
 
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