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Autore: TeenSpiritWho_    03/07/2013    7 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Aprii gli occhi e sbadigliai, con la bocca impastata. Girai di poco la testa, solo per assicurarmi che quello che ricordavo della sera prima fosse vero. Gwen era appoggiata sulla mia spalla e aveva gli occhi chiusi, i capelli che le ricadevano disordinatamente sulla fronte e le coprivano il viso. Glieli scostai con gentilezza e lei mugugnò, ma non si svegliò. Sarei potuto rimanere così tutta la vita, ma dovetti alzarmi, stando bene attento a non svegliarla. Mossi qualche passo verso la porta e la aprii, per poi richiuderla silenziosamente alle mie spalle. Ma meno silenziose furono le urla del tizio dietro di me.

-Soldato! Sull'attenti!-

Feci un balzo, spaventato, e feci rigidamente un saluto militare, voltandomi di scatto. Davanti a me c'era il viso rosso di rabbia di Brick, che sembrava stesse per esplodere da un momento all'altro.

Mi rilassai -Ehi, buenos dìas.-

Questo non fece che alterarlo ancora di più -Sono il tuo superiore, cristo santo! Trattami con un po' di rispetto!-

Cercai di assumere un'espressione seria mentre rispondevo, poco convinto -Sissignore.-

Dallo sguardo di Brick vidi che si stava trattenendo dallo strangolarmi, e decisi che per il momento lo avevo stuzzicato abbastanza.

-Stamattina non sei venuto all'allenamento! Non credere che il fatto che tu sia Duncan Cooper ti esoneri dall'obbligo di frequentarlo, soldato.-

-Non lo credo, signore.-

-E perché non sei venuto?-

Cercai una scusa valida, ma rinunciai dopo poco. Oh, al diavolo. -Ho avuto dei problemi signore.-

-Che genere di problemi?-

Mi cimentai nel sorriso più brillante che riuscissi a fare -Del genere che avevo sonno, signore.-

Per qualche secondo Brick rimase a bocca aperta, incredulo. Poi il suo viso divenne nuovamente rosso, mentre la vena sulla sua tempia tornava a pulsare. Ed eccolo di nuovo ad urlarmi contro, mentre io mi trattenevo a malapena dal ridere. Fortunatamente pochi secondi dopo DJ accorse in mio aiuto.

-Ehi, ragazzi, che sta succedendo qui?- ci chiese, spostando il suo sguardo severo su ognuno di noi.

-Cooper è mancato all'allenamento, signore.- rispose Brick, diligentemente.

Questa volta lo sguardo severo cadde solo su di me -E' vero, Duncan?-

Io alzai le spalle in modo così innocente che riuscivo quasi a sentire l'aureola fluttuarmi sulla testa.

DJ sospirò, massaggiandosi le tempie -Duncan, non puoi mancare all'allenamento del mattino, è importante che tu sia in forma per la missione. Hai solo un mese per prepararti.-

-Lo so, lo so- mi affrettai ad giustificarmi -Ma... ehm...- che cosa potevo dire? Non volevo che dessero la colpa a Gwen.

-Lascialo stare, è colpa mia.-

Mi voltai. La porta della mia stanza era aperta e sulla soglia c'era proprio Gwen, con un'espressione seria sul volto.

-No, non è vero, io...- cercai di contraddirla, ma lei mi interruppe.

-Lascia stare, Duncan. DJ, mi dispiace, ma l'ho annoiato tutta la notte con le mie chiacchiere e stamattina non si è svegliato. E' colpa mia.- ripeté.

DJ ci guardò entrambi per qualche secondo, poi abbassò la testa, riflettendo, e Gwen mi fece l'occhiolino, mentre io rimasi imbambolato a fissarla. Perché lo stava facendo?

DJ rialzò la testa -E va bene, fa niente.-

Come?!

-Ma signore...- protestò Birck.

-Niente ma. Puoi andare Brick, qui hai finito.-

Brick girò sui tacchi e se ne andò, ma non prima di avermi scoccato un'occhiata piena d'odio. Io gli feci la linguaccia.

-D'accordo Duncan, per stavolta non fa niente, ma se succede di nuovo...-

-Ho bisogno di un favore.- sbottai di colpo.

Lui mi squadrò come se fossi impazzito -Cosa? Ti stavo parlando di tutt'altro...-

-DJ, ti prego. E' importante.-

Lui ci pensò su qualche secondo e poi mi fece un cenno con la mano -Va bene, vieni nel mio ufficio. Gwen, nel frattempo voglio che tu vada a controllare le nuove reclute, ok?-

-Signorsì, signore!- e corse via, rapida.

Seguii DJ nel suo ufficio e mi accomodai davanti a lui, dall'altra parte della scrivania.

Fece un cenno con le mani giunte -Bene, allora. Dimmi pure.-

Deglutii rumorosamente, nervoso -Ok, uhm... come sai il mio arrivo qui è stato un po' “turbolento”- mimai le virgolette con due dita -Non è esattamente una cosa che capita tutti i giorni, quella che sta succedendo a me. Ma ho deciso di prendermi le mie responsabilità e affrontare questa cosa di petto.- annuii tra me e me, come per confermare quello che dicevo -C'è solo una cosa che mi tormenta,in continuazione. Persino negli incubi. Ne faccio di terrificanti.- rabbrividii ripensando al vecchio ucciso dai Grigi e alla fontana piena di cadaveri.

DJ sollevò le sopracciglia -Ho ucciso centinaia di persone in guerra. Pensa agli incubi che perseguitano me.-

Strinsi le labbra, sostenendo il suo sguardo.

Ho ucciso centinaia di persone.

Dio, adesso mi fa paura.

-Avanti, continua.- mi incitò.

-Uhm, si, ecco, questa cosa che mi tormenta è che...- sospirai, abbassando la testa e guardando le mani che tenevo in grembo -... tutti quelli che amavo, e non erano tanti, te lo assicuro, erano a quel matrimonio, e sapere che Courtney li ha uccisi, e chissà in che terribile modo... non riesco a darmi pace, capisci? Certo, Courtney è stata responsabile anche della morte di chissà quante altre migliaia di persone che nemmeno conoscevo, però... alcuni di quelli che erano al matrimonio erano parte di me.-

Ducky? Puoi abbracciarmi?

Ma certo, zuccherino.

Strinsi gli occhi. Basta pensare al passato. I ricordi fanno male.

-Io... penso che portare qui uno di loro mi aiuterebbe molto. Sapere che sono riuscito a salvarne almeno uno, capisci quello che intendo?-

DJ disse, sospettoso -Non vorrai mica portare indietro tua sorella, vero? Perché sai che...-

-... la macchina del tempo la ucciderebbe, bla bla bla. Si, lo so. No, sto parlando di un amico. Beh, quasi un fratello, possiamo dire.-

DJ si appoggiò allo schienale, senza togliermi gli occhi di dosso.

-Una persona... non dovrebbe alterare troppo la storia... e se poi ti desse più forza...magari ti impegneresti di più...-

Per un'eternità di tempo rimase a rimuginare, seduto sulla poltrona. Io sudavo freddo.

Ti prego, di' di si, di' di si. Mi manca così tanto. Devi dire di si.

-Ho deciso.- disse infine, mentre io trattenevo il respiro -Lo farò, ma avrai bisogno di armi. E devi promettermi che ti impegnerai seriamente, d'ora in poi.-

Saltai in piedi, urlando di gioia -Grazie, grazie, grazie! Non te ne pentirai, farò il bravo!-

 

Noah e un altro ragazzetto smilzo che non dimostrava più di 12 anni e con un enorme paio di occhiali che continuavano a scivolargli sul naso (si chiamava Cameron, se ricordo bene) lavoravano su un macchinario tondeggiante appoggiato orizzontalmente a terra. Da quello che avevo capito, e avevo capito solo la metà delle cose che mi avevano detto, avrebbe proiettato una luce, una specie di portale temporale che avrei dovuto attraversare e che mi avrebbe portato a qualche mese dopo il matrimonio. Beh, dopo il quasi-matrimonio...

Ad ogni modo, avevo deciso che sarei andato io. Non volevo far rischiare la vita a nessun altro, era stata una mia richiesta, una mia egoistica richiesta, e me la sarei sbrigata da solo.

I palmi delle mani mi stavano sudando e li sfregai contro i pantaloni, tossicchiando nervosamente.

-Tutto ok?- mi chiese DJ, avvicinandosi.

-Si!- risposi, un po' troppo in fretta e con una voce un po' troppo acuta.

Sorrise -E' normale che tu sia nervoso, ma non hai di che preoccuparti. Le macchina è sicura adesso e, se porterai indietro solo il tuo amico, non ci sarà nessunissimo problema.-

Risi in modo quasi isterico -No, certo, hai ragione. E' solo che non mi è mai capitato di fare un “viaggio nel tempo” tutto da solo. Ma ho visto un paio di film, dovrebbe bastare, no?-

DJ scoppiò a ridere -Duncan, rilassati!-

Si sentì un rumore meccanico e una luce pallida invase la stanza. Eccola lì, la luce. La mia mente tornò al giorno in cui l'avevo toccata per la prima volta. Deglutii, allentandomi il colletto della divisa militare. Feci qualche timido passo e allungai il braccio in direzione della luce fluttuante, come un ologramma. Toccandola sembrava quasi di immergere la mano in una bacinella d'acqua. La ritrassi, sbalordito.

-Ci siamo.- annunciò Cameron, alzandosi gli occhiali sulla fronte per guardarmi dritto negli occhi -Sei pronto?-

 

Geoff correva, correva senza sapere dove andare. Doveva solo scappare, e aveva paura di non farcela. Si trascinava dietro la gamba ferita, gemendo dal dolore ad ogni passo. Una di quelle “cose” metà uomo metà robot gli aveva piantato una pallottola nella coscia. Ma lui era riuscito a scappare ugualmente. Per quanto tempo sarebbe ancora riuscito a resistere prima di cadere a terra? Non voleva fare la fine degli altri.

Si, perché lui era l'unico rimasto. Per quello che ne sapeva, ogni invitato al matrimonio era stato ucciso. Ma solo dopo essere stato torturato fino alla follia. E parliamo di torture pesanti, stile medioevo.

Non poteva credere che Courtney si fosse comportata in quel modo. Erano passati solo due mesi dal matrimonio, due mesi d'inferno. Lui, come tutti gli altri, si era chiesto dove fosse finito Duncan. Era sparito nel nulla da quando era scappato, ma gli sembrava strano che non si fosse fatto vivo nemmeno per lui, che era il suo migliore amico. Ad ogni modo, aveva esultato quando aveva saputo della vittoria di Courtney.

“Ehi” si era detto “Questa ragazza è proprio forte, è riuscita non abbattersi e a vincere le elezioni anche dopo essere stata mollata sull'altare!”

Ma si era dovuto ricredere, perché, dopo pochi giorni dalla vittoria, tutto aveva cominciato ad andare a rotoli. Courtney aveva cominciato a dichiarare guerra a tutte le nazioni confinanti (la cosa peggiore era che le vinceva anche, le guerre, e ben presto avrebbe avuto il controllo di tutto il pianeta, Geoff lo sapeva) e a tenere sotto stretto controllo la sua stessa nazione. Erano iniziate le guerre civili e le rivolte, e tutte finivano sempre in un bagno di sangue. Tutti i telegiornali, i canali televisivi e le connessioni internet erano stati messi fuori uso, per non parlare delle reti telefoniche. E poi erano cominciati gli omicidi. Il primo era stato quello della madre di Duncan. E poi il padre. E poi le damigelle d'onore. Tutti sparivano e venivano ritrovati settimane dopo in un fosso, privi di vita. E ora era venuto il suo turno.

-NO!- urlò Geoff, e riprese a correre più velocemente. Cominciava a sentire i passi delle guardie robot dietro di lui.

Non voglio morire, non così, non oggi, pensò.

Arrivò nella piazza principale della città, pensando di averli ormai seminati. Inciampò su qualcosa di freddo e molle. Si voltò a guardare e impallidì alla vista di un cadavere.

Un morto. Sono inciampato su un morto.

Trattenne un conato di vomito e si costrinse a rialzarsi in piedi. Sentii degli spari dietro di sé e una pallottola lo mancò per un pelo. Balzò in piedi e riprese la sua fuga.

 

Arrivai nella piazza con un po' di vertigini ma niente di più. La luce fluttuante era ancora lì, dietro di me. Questa volta passare da un tempo ad un altro non aveva fatto così male.

La piazza era piuttosto diversa da quella del 2063: i palazzi non erano ancora in pessimo stato, e gli arbusti non avevano cominciato a crescere in mezzo al cemento, ma i primi corpi erano stati impilati nella fontana vuota.

Concentrati, devi trovare Geoff prima che sia troppo tardi.

Sentii degli spari, e spostai lo sguardo in quella direzione. Vidi Geoff a terra, ma fortunatamente si rialzò subito. Il mio sguardo si illuminò. Il mio amico. Il mio amico era ancora vivo.

-Ora vi faccio il culo.- mormorai, tirando fuori il fucile che mi aveva dato DJ. Mi nascosi dietro ad un muretto e mirai ai Grigi. Ne centrai due al primo colpo.

Geoff si girò a guardare nella mia direzione. Tirai fuori appena la testa, facendogli il segno della pace con le due dita alzate, sorridente. Lui sembrò bloccarsi per qualche secondo dallo stupore, ma si riprese in fretta e venne verso di me.

Feci fuori un altri tre Grigi. Ne rimaneva uno. Ormai Geoff era quasi arrivato alla mia postazione e il Grigio era subito dopo di lui. Avevo finito le munizioni. Preso da un impeto di adrenalina, corsi oltre al muretto. Il Grigio cercò di spararmi, ma io mi buttai a terra, scivolando nella sua direzione ed evitando la pallottola. Prima che lui potesse accorgersene gli fui davanti e gli piantai un pugnale dritto in gola. I suoi occhi vuoti color ghiaccio si spalancarono per un secondo, e poi ruotarono all'indietro. Lo buttai a terra con un calcio, staccando da lui il mio pugnale. Poi andai verso Geoff, che era piegato in avanti, ansimante.

-Tutto bene?- gli chiesi, posandogli una mano sulla spalla.

Lui alzò lo sguardo su di me, terrorizzato e rabbioso allo stesso tempo, come se gli avessi chiesto se gli andava un tè -C'è una fottuta apocalisse qui!! Dove eri finito, amico?!- fece un gesto verso la piazza, verso i corpi.

Aprii e richiusi la bocca qualche volta prima di rispondere frettolosamente -Lunga storia.-

Lo feci appoggiare a me per sorreggerlo e ci incamminammo. Lui continuò a fare domande tutto il tempo ma io restai in silenzio. Dopo qualche metro, però, Geoff perse i sensi. Notai in quel momento la ferita alla gamba, dovevano avergli sparato e stava perdendo troppo sangue. Lo trascinai faticosamente verso il portale e lo spinsi dentro. Prima di entrarci anch'io lanciai un'ultima occhiata alla mia città.



Ciao a tutti, I'm back! Questo capitolo è un po' più lunghetto, per compensare l'ultimo, che invece era piuttosto corto :) E poi ho anche cambiato font, così a caso (?) Cooomunque, spero vi piaccia! Fatemi sapere la vostra opinione! <3

  
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