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Autore: Larrystattoos    03/07/2013    3 recensioni
Quando ad Harry viene diagnosticata la leucemia, decide di tenere tutto nascosto al suo migliore amico Louis. Ma questo segreto verrà presto svelato. Louis infatti troverà una lista di 10 desideri che Harry avrebbe voluto fare prima di morire e insieme tenteranno di realizzarli.
*dal testo*
Avevo scritto una lista di cose che avrei voluto fare ma che non avrei mai fatto. 10 desideri irrealizzabili, 10 sogni infranti, 10 richieste che la vita mi aveva negato e che la morte avrebbe cancellato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando aprii gli occhi era mattina. Louis era disteso affianco a me, con un suo braccio sul mio stomaco. Lo guardai a lungo, era davvero bellissimo. Non avevo mai fatto caso a quanto il mio migliore amico fosse cresciuto e cambiato. Se quando eravamo piccoli lui era “il Capo” perché più grande, sia fisicamente che per età, con il tempo i ruoli si erano invertiti. Certo, la differenza di età era rimasta, ma Louis non era più quel ragazzino gracile con i capelli a scodella e una strana ossessione per Cristiano Ronaldo. Adesso io lo superavo di molto in altezza e in fisico (anche se ultimamente la malattia mi stava logorando), ma, nonostante tutto, ero sempre io quello più debole e Louis era rimasto la mia ancora di salvezza.
Avevo sempre pensato a Louis come il bambino con cui giocavo anni prima, o come il ragazzo che mi era sempre stato vicino; ma non mi ero mai soffermato molto a guardarlo, ad osservarlo per davvero. Quella mattina mi ritrovai a fissarlo intensamente, rendendomi conto di quanto fosse bello, anche quando dormiva, nonostante una piccola rughetta di preoccupazione tra le sopracciglia che dava al suo volto un’espressione corrucciata ma bellissima. Presi la mano che era posata sulla mia pancia. Era così piccola rispetto alle mie, ma anche così calda e morbida. Mi ricordava le mani di mia madre, così piccole e morbide, calde e dolci, che con una sola carezza riuscivano a frenare i pianti e a farmi calmare. Quando realizzai che Louis aveva fatto esattamente le stesse cose non potei fare a meno di sorridere,stringendogli la mano, che ancora tenevo stretta tra le mie, e portandomela su una guancia. Questo movimento svegliò Louis, che mi guardò ad occhi socchiusi, e, una volta svegliatosi del tutto, mi chiede con la voce ancora impastata dal sonno: -Buongiorno Haz. Come stai?-
Sorrisi della sua espressione, era davvero tenero. –Buongiorno anche a te. Sto bene.-
Mi sorrise di rimando, per poi togliere delicatamente la sua mano dalla mia presa e alzarsi. –Vado a farti un the, aspettami qui.-
Ma io lo trattenni per la maglia del pigiama, costringendolo a sedersi accanto a me. –Non serve, rimani qui.-
-Va bene piccolo, come vuoi.-
Ebbi un fremito al sentirmi chiamare “piccolo”, ma non capii il motivo di quella reazione. Insomma, mi chiamava spesso così, ma era la prima volta che avevo una reazione del genere. Scossi la testa, scacciando quei pensieri. Dovevo smetterla di fare il filosofo, non era da me. Così, leggendo l’espressione interrogativa di Louis al mio gesto, lo tranquillizzai sorridendogli dolcemente per poi fiondarmi tra le sue braccia, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Lui in risposta mi strinse di più a sè, sussurrando tra i miei capelli: -Come farò una volta che tu non ci sarai più?-
Alzai la testa, trovandomi pericolosamente vicino al suo volto. L’azzurro dei suoi occhi era velato di lacrime mal celate, ghiaccio che sembrava fondersi, arrendendosi al calore troppo forte di un’emozione. Mi persi in essi, annegando e ammirando ogni singola sfumatura di quegli occhi che, mi resi conto in quel momento, amavo.
Quando trovai la forza di rispondere, gli dissi: -Non ci pensare per ora. Abbiamo ancora sei mesi da passare insieme e voglio che li trascorriamo come se non ci fosse nulla di strano. Voglio passare quel che mi resta da vivere come un normale diciannovenne, senza stupide malattie in mezzo. E’ l’unica cosa che ti chiedo. Ti prego..-
Le lacrime minacciavano di uscire contro la mia volontà, ma le trattenni. Abbassai lo sguardo e aspettai la risposta di Louis, che non tardò ad arrivare. Infatti, lo sentii stringersi di più a me e sussurrarmi con voce rotta: -Ti prometto che ci proverò.-
E io non potei fare altro se non lasciarmi cullare da quelle braccia che ormai consideravo casa, addormentandomi nel calore rassicurante che solo la presenza di Louis riusciva a darmi.
 
Mi svegliai che era pomeriggio inoltrato. Louis non era vicino a me, così silenziosamente mi alzai e iniziai a cercarlo. Quando sentii dei lamenti provenire dalla camera di Louis non esitai a entrare. Lo trovai rannicchiato in un angolo della stanza, con la testa poggiata sulle ginocchia e il corpo scosso da violenti singhiozzi. Appena sentì la porta aprirsi alzò di scatto la testa, e, asciugandosi frettolosamente le lacrime, venne verso di me. –H-Harry, hai bis-sogno di q-qualcosa?-Diceva, tra singhiozzi che non riusciva a fermare. –Dim-mi cosa devo fa-a-re..-
Non lo lasciai finire che lo avvolsi tra le mie braccia e gli dissi semplicemente: -Sfogati.-
E lui lo fece. Pianse fino a non avere più lacrime, singhiozzò per un tempo che mi parve infinito, mi strinse fino quasi a soffocarmi. E io lo lasciai fare, sapendo che poi sarebbe stato meglio. Mi faceva male sapere che il mio migliore amico era in questo stato a causa mia, che si stava disperando al pensiero che tra qualche mese mi avrebbe perso. Vederlo stare così faceva stare male anche me. Il suo dolore era il mio, le sue lacrime erano lo specchio delle mie, sepolte nel profondo della mia anima, le sue paure le stesse che perseguitavano me. Il nostro era un rapporto speciale, sembravamo legati da un filo che univa corpi e menti, che li legava come fossero soltanto uno. E la mia morte lo avrebbe spezzato, cambiando le cose in maniera definitiva.
Continuai a stringere Louis per un tempo che mi parve infinito, in silenzio; cullandolo, accarezzandolo, cercando di infondergli un po’ di calma, quel tanto che bastava a sopportare questa situazione. Ecco il motivo per cui non volevo che sapesse della malattia. Immaginavo un crollo di questo tipo, ed egoista com’ero, avrei preferito fosse avvenuto alla mia morte. Ma non avevo messo in ballo il fatto che poi non ci sarebbe stato nessuno a consolarlo, nessuno a cullarlo, nessuno a prendersi cura di lui. Soltanto così riuscii a convincere me stesso del fatto che fosse stato giusto dirgli tutto ora.
Quando finalmente Louis si calmò, mi guardò negli occhi mormorando con la voce ancora roca dal pianto: -Non avresti dovuto vedermi così. Scusa.-
Gli sorrisi, rassicurandolo. –No Louis, non devi scusarti. E’ normale che tu abbia reagito così, anch’io l’avrei fatto al tuo posto. E poi, meglio sfogarsi, no?-
Lui annuì, accennando un sorriso. Allora, rassicurato, cercai di apparire il più felice possibile. –Dai, andiamo a cucinare! Stasera pasta, ti va?-
-Certo!-
E, mettendomi un braccio attorno alle spalle, ci dirigemmo in cucina. Dopo cena, andammo sul divano, cercando qualcosa da vedere. Mi accoccolai sul petto di Louis, riuscendo a percepire il battito del suo cuore.  Era rassicurante, come una ninnananna. Infatti, sprofondai in un piacevole torpore, finchè la voce dolce di Louis non mi riscosse. –Haz, riguardo alla lista che delle cose che volevi fare..- disse, prendendola da una tasca e mostrandomela.
-So che è irrealizzabile Lou.- Dissi mestamente.
-No piccolo, farò in modo di farti esaudire tutti i desideri espressi qui sopra.-
Ebbi di nuovo un brivido quando pronunciò la parola ‘piccolo’, ma lo ignorai.
-Lou, non possiamo..-
Mi interruppe. –Fammela leggere. Vedremo cosa possiamo fare.-
La aprì e iniziò a leggerla.
 
COSE DA FARE PRIMA DI MORIRE:
1)      Girare il mondo
2)      Scrivere una canzone
3)      Salvare una vita
4)      Bunjee Jumping
5)      Fare un tatuaggio o un piercing
6)      Vedere il Titanic dal vivo
7)      Fare qualcosa di illegale
8)      Scrivere un libro
9)      Innamorarmi
10)   Morire senza rimpianti
 
-Beh.- disse, una volta finito. –Ci si può lavorare.-
Lo guardai stupito. –Lou, ti rendi conto che il primo punto della lista è “girare il mondo”? Dove pensi di trovare i soldi necessari?-
Mi guardò, un sorriso furbesco disegnato sul volto. Poi semplicemente disse. –Papà.-
-Cosa c’entra Mark ora?- Iniziai a pensare che fosse impazzito.
Il ghigno sul suo volto si allargò. –Deve darci lui i soldi. Ci ha abbandonati, ce li deve.-
-Ma..- Provai a protestare, ma lui mi mise un dito sulle labbra, zittendomi.
Quando lo tolse dissi: -Okay okay, vada per Mark.-
Mi sorrise, felice come poche volte l’avevo visto. E spontaneamente un piccolo sorriso sbocciò anche sul mio viso. Era incredibile l’effetto che mi faceva quel ragazzo.
-Bene, allora inizia a pensare a dove vuoi andare.-
Sorrisi, emozionato all’idea di girare le città più prestigiose del mondo con la persona più importante della mia vita. Iniziai ad elencare le varie città in cui sarei voluto andare. –New York. Buenos Aires. Rio. Sydney. Le Hawaii. Roma. Verona. Amsterdam. Tokio. Barcellona. Città del Capo. Dubai. E Parigi. Direi che può bastare.-
-Poche direi.- rise Louis.
-Se sono troppe possiamo toglier..-
-Vanno benissimo, tranquillo Haz.-
Lo guardai con le lacrime agli occhi. –Grazie Lou.. Di tutto.-
Louis mi sorrise dolcemente. –E di cosa? Sei il mio piccolino, voglio solo renderti felice, per quanto posso.-
 Non resistetti oltre e mi fiondai su di lui, stringendolo forte, mentre una lacrima bastarda mi solcava il viso. Lui la vide e con un pollice me la asciugò, poi si limitò a stringermi. Dopo un po’ mi lasciò e, con un sorriso luminoso, disse: -Inizia a preparare le valige, partiremo presto.-
 
 
 
 
 
 
 

Ecco qui il terzo capitolo!
A dire la verità non mi piace per niente, ma non avevo proprio idea di come renderlo migliore. Dal prossimo capitolo inizierà la ‘vera’ storia, spero di riuscire a fare di meglio di questi tre capitoli.
Fatemi sapere cosa ne pensate. :)
Alla prossima! :)
  
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