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Autore: Rallient    03/07/2013    0 recensioni
"Un libro può far viaggiare la fantasia" dicono sempre. Eric avrebbe che dire a riguardo... Caso o destino?
Uno strano mondo si racchiude nel "LIBRO DANNATO", mostri, magie ,castelli e un'entità malvagia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Devi essere un personaggio nuovo- disse il ragazzo -E molto comune qui-.

-Qui dove ?- chiese Eric allontanandosi lentamente.

-Sei un personaggio strano, come fai a non sapere nulla? Magari soffri d'amnesia- rispose il ragazzo scrutando come per cercare una diagnosi complessa -Comunque io sono Xavier, almeno è così che mi hanno chiamato-.

Eric decise di non fare altre domande, sembrava intristito dopo l'ultima risposta.

Xavier lo invitò a seguirlo ed Eric obbedì. Camminarono per circa mezz'ora per quella valle che sembrava infinita. Eric era però affascinato dall'odore dei fiori, dalla bellezza del paesaggio in se. -Stai attento, non farti distrarre!- intimò Xavier -Questo luogo non e così calmo come lo vedi-. Non riuscì ad aggiungere altro, dal terreno spuntarono delle belve con la pelle simile al metallo di colore rosso, se non per questo particolare li avrebbe scambiati per normali maiali. Peccato che erano più grossi dei maiali e con due corna che gli spuntavano dalla testa. -Cinghiali di rame attento- avvertì Xavier. Eric però non riusciva a muoversi , stava lì imbambolato ad aspettare la morte. Un cinghiale partì alla carica. Eric ormai contava i secondi prima della morte, si sentì uno SLANG! Xavier aveva colpito il cinghiale proprio nella nuca, appena la lama lo colpì si dissolse con delle scintille. -Ci è mancato poco, stai bene- chiese Xavier. Eric annuì in preda all'affanno -Cosa erano?-. -Errori- rispose Xavier -Non so chi tu sia, ma siamo dentro al LIBRO- fece le virgolette con le dita -Gli errori diventano creature cattive e fameliche, ti poteva uccidere sai-. I due ragazzi però si dimenticarono che non erano da soli, Eric si voltò e vide un cinghiale ormai in corsa verso di lui. Che poteva fare? Xavier era occupato a colpirne un altro. Era solo non aveva molta chance. Poi fece qualcosa di strano, contro la sua volontà. Mise gli avambracci a x, si senti pieno di una forza incredibile. Una stana aura di color blu lo ricoprì, in alto a destra spuntò una parola: “Difesa”. Appena il cinghiale toccò l'aura si dissolse in scintille. Xavier fece lo stesso con un altro cinghiale, poi si girò e guardò stupefatto Eric. Ad Eric non piaceva molto essere guardato in quel modo, ma Xavier continuava a guardare a bocca aperta come se ci fosse una divinità. Una calda brezza ricopriva Eric, era piacevole come quando in estate con un caldo che uccide si accende un ventilatore. Un bagliore bluastro proveniva dal suo polso destro, una striscia di cuoio si intravedeva attraverso il bagliore. Xavier si avvicinò e guardò il bracciale di cuoio. -Shujin, tu non sei un personaggio-. -Certo che no mi chiamo Eric La Chance- disse Eric. -No qui sei Shujin, dal nome penso che il proprietario precedente venga dal Giappone- continuò Xavier. -Giappone? Proprietario precedente? Che vuol dire?- disse Eric sta volta con un tono un po' irritato. -Non preoccuparti anche io posso usare la PAROLA- desse Xavier -ora se per piacere puoi prendermi la mano-. Eric obbedì senza pensare. Xavier chiuse gli occhi come per concentrarsi, lì riaprì e un aura gialla, in alto a destra spunto una parola, come successe per Eric, riusciva a leggere “Trasporto”. Pian piano i due ragazzi si alzarono dal terreno. Ad Eric non gli era mai piaciuto volare, preso dalla nausea svenne.

L'ultima cosa che Eric si ricordava era una sensazione di vuoto. Appena riaprì gli occhi vide un grande palazzo di pietra all'orizzonte, simile ad un castello medievale. -Mi spiace ma non posso teletrasportarci più vicino. Penso che ci toccherà proseguire a piedi- disse Xavier. -O-ok ma non ci sto più capendo niente- disse Eric, dopo quella che per lui fu una magia era stanco morto come se avesse un peso di diversi chili sulle spalle. -Usare la “Parola” le prime volte stanca, io pensa che sono svenuto- disse Xavier -Per quanto riguarda il dove sei, ti devo dare una brutta notizia: non siamo più nella Terra, ansi non so nemmeno se siamo in nel sistema solare. Comunque sei dentro il LIBRO-. -L-LIBRO?- chiese Eric. -LIBRO, penso che tu l'abbia avuto per caso no?- disse Xavier. -L'ho trovato nel mio zaino, ma io non l'ho preso- disse Eric. -L'hai trovato, immagino- lo interruppe Xavier. Eric si sentiva male non sapeva più cosa pensare, insomma troppe informazioni tutte insieme. -Andiamo, il re deve averti già individuato-. Xavier aveva un passo veloce, Eric quasi si mise a correre. Attraversarono un grande viale alberato. Il LIBRO, Eric non aveva capito bene cosa era, pensava che fosse come un video game però un po' più reale. -Siamo arrivati- disse infine Xavier. Eric vide un grande portone in legno con disegni di battaglie sanguinarie e di incoronazioni. La porta si aprì da sola, un ometto alto quanto un nano li aspettava. -Benvenuti al castello- disse l'ometto. Li invitò ad entrare. Il tetto dell'edificio era altissimo nemmeno Eric nemmeno lo vedeva. Proseguirono per un altro portone per arrivare in una sala gigantesca con degli stendardi rossi e blu sulle pareti di marmo. Anche il pavimento era di marmo con un grande tappeto rosso al centro. In fondo alla sala c'erano tre troni, quello al centro più grande e quelli laterali più piccoli.

L'omino si fermò di colpo -Da qui dovrete proseguire da soli.

Eric e Xavier passarono per il tappeto rosso. Arrivarono fino ai tre troni.

-Benvenuti cari ragazzi- disse qualcuno. Con un FLASH comparì un uomo, ansi un ragazzo con una corona d'oro e tanti anelli nelle dita. Aveva gli occhi verdi e i capelli biondi, Eric pensava che somigliasse più ad un surfista che a un re. -Benvenuto Shujin- disse il re -Quindi il libro di Akira ha scelto te-. Il re vedendo l'espressione interrogativa di Eric continuò -Quando un proprietario del LIBRO perde la vita il proprio LIBRO sceglie un altro proprietario.Lacosa strana è che di solito un LIBRO sceglie qualcun altro dello stesso paese, ma tu non sei Giapponese chiaramente-. Eric era confuso, perché aveva scelto lui?

Non aveva risposta, ma presto l'avrebbe trovata.-Devi essere un personaggio nuovo- disse il ragazzo -E molto comune qui-.

-Qui dove ?- chiese Eric allontanandosi lentamente.

-Sei un personaggio strano, come fai a non sapere nulla? Magari soffri d'amnesia- rispose il ragazzo scrutando come per cercare una diagnosi complessa -Comunque io sono Xavier, almeno è così che mi hanno chiamato-.

Eric decise di non fare altre domande, sembrava intristito dopo l'ultima risposta.

Xavier lo invitò a seguirlo ed Eric obbedì. Camminarono per circa mezz'ora per quella valle che sembrava infinita. Eric era però affascinato dall'odore dei fiori, dalla bellezza del paesaggio in se. -Stai attento, non farti distrarre!- intimò Xavier -Questo luogo non e così calmo come lo vedi-. Non riuscì ad aggiungere altro, dal terreno spuntarono delle belve con la pelle simile al metallo di colore rosso, se non per questo particolare li avrebbe scambiati per normali maiali. Peccato che erano più grossi dei maiali e con due corna che gli spuntavano dalla testa. -Cinghiali di rame attento- avvertì Xavier. Eric però non riusciva a muoversi , stava lì imbambolato ad aspettare la morte. Un cinghiale partì alla carica. Eric ormai contava i secondi prima della morte, si sentì uno SLANG! Xavier aveva colpito il cinghiale proprio nella nuca, appena la lama lo colpì si dissolse con delle scintille. -Ci è mancato poco, stai bene- chiese Xavier. Eric annuì in preda all'affanno -Cosa erano?-. -Errori- rispose Xavier -Non so chi tu sia, ma siamo dentro al LIBRO- fece le virgolette con le dita -Gli errori diventano creature cattive e fameliche, ti poteva uccidere sai-. I due ragazzi però si dimenticarono che non erano da soli, Eric si voltò e vide un cinghiale ormai in corsa verso di lui. Che poteva fare? Xavier era occupato a colpirne un altro. Era solo non aveva molta chance. Poi fece qualcosa di strano, contro la sua volontà. Mise gli avambracci a x, si senti pieno di una forza incredibile. Una stana aura di color blu lo ricoprì, in alto a destra spuntò una parola: “Difesa”. Appena il cinghiale toccò l'aura si dissolse in scintille. Xavier fece lo stesso con un altro cinghiale, poi si girò e guardò stupefatto Eric. Ad Eric non piaceva molto essere guardato in quel modo, ma Xavier continuava a guardare a bocca aperta come se ci fosse una divinità. Una calda brezza ricopriva Eric, era piacevole come quando in estate con un caldo che uccide si accende un ventilatore. Un bagliore bluastro proveniva dal suo polso destro, una striscia di cuoio si intravedeva attraverso il bagliore. Xavier si avvicinò e guardò il bracciale di cuoio. -Shujin, tu non sei un personaggio-. -Certo che no mi chiamo Eric La Chance- disse Eric. -No qui sei Shujin, dal nome penso che il proprietario precedente venga dal Giappone- continuò Xavier. -Giappone? Proprietario precedente? Che vuol dire?- disse Eric sta volta con un tono un po' irritato. -Non preoccuparti anche io posso usare la PAROLA- desse Xavier -ora se per piacere puoi prendermi la mano-. Eric obbedì senza pensare. Xavier chiuse gli occhi come per concentrarsi, lì riaprì e un aura gialla, in alto a destra spunto una parola, come successe per Eric, riusciva a leggere “Trasporto”. Pian piano i due ragazzi si alzarono dal terreno. Ad Eric non gli era mai piaciuto volare, preso dalla nausea svenne.

L'ultima cosa che Eric si ricordava era una sensazione di vuoto. Appena riaprì gli occhi vide un grande palazzo di pietra all'orizzonte, simile ad un castello medievale. -Mi spiace ma non posso teletrasportarci più vicino. Penso che ci toccherà proseguire a piedi- disse Xavier. -O-ok ma non ci sto più capendo niente- disse Eric, dopo quella che per lui fu una magia era stanco morto come se avesse un peso di diversi chili sulle spalle. -Usare la “Parola” le prime volte stanca, io pensa che sono svenuto- disse Xavier -Per quanto riguarda il dove sei, ti devo dare una brutta notizia: non siamo più nella Terra, ansi non so nemmeno se siamo in nel sistema solare. Comunque sei dentro il LIBRO-. -L-LIBRO?- chiese Eric. -LIBRO, penso che tu l'abbia avuto per caso no?- disse Xavier. -L'ho trovato nel mio zaino, ma io non l'ho preso- disse Eric. -L'hai trovato, immagino- lo interruppe Xavier. Eric si sentiva male non sapeva più cosa pensare, insomma troppe informazioni tutte insieme. -Andiamo, il re deve averti già individuato-. Xavier aveva un passo veloce, Eric quasi si mise a correre. Attraversarono un grande viale alberato. Il LIBRO, Eric non aveva capito bene cosa era, pensava che fosse come un video game però un po' più reale. -Siamo arrivati- disse infine Xavier. Eric vide un grande portone in legno con disegni di battaglie sanguinarie e di incoronazioni. La porta si aprì da sola, un ometto alto quanto un nano li aspettava. -Benvenuti al castello- disse l'ometto. Li invitò ad entrare. Il tetto dell'edificio era altissimo nemmeno Eric nemmeno lo vedeva. Proseguirono per un altro portone per arrivare in una sala gigantesca con degli stendardi rossi e blu sulle pareti di marmo. Anche il pavimento era di marmo con un grande tappeto rosso al centro. In fondo alla sala c'erano tre troni, quello al centro più grande e quelli laterali più piccoli.

L'omino si fermò di colpo -Da qui dovrete proseguire da soli.

Eric e Xavier passarono per il tappeto rosso. Arrivarono fino ai tre troni.

-Benvenuti cari ragazzi- disse qualcuno. Con un FLASH e delle polvere gialla comparì un uomo, ansi un ragazzo con una corona d'oro e tanti anelli nelle dita. Aveva gli occhi verdi e i capelli biondi, Eric pensava che somigliasse più ad un surfista che a un re. -Benvenuto Shujin- disse il re -Quindi il libro di Akira ha scelto te-. Il re vedendo l'espressione interrogativa di Eric continuò -Quando un proprietario del LIBRO perde la vita il proprio LIBRO sceglie un altro proprietario.La cosa strana è che di solito un LIBRO sceglie qualcun altro dello stesso paese, ma tu non sei Giapponese chiaramente-. Eric era confuso, perché aveva scelto lui?

Non aveva risposta, ma presto l'avrebbe trovata.

  
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