Fanfic su artisti musicali > EXO
Ricorda la storia  |      
Autore: taemotional    03/07/2013    8 recensioni
{ChanSoo}
"La prima cosa che Kyungsoo notò entrando nel bar per la seconda volta non fu l’annuncio sulla porta – che era stato rimosso e lui non se ne era accorto –, ma il ragazzo seduto al tavolinetto nell'angolo, il suo preferito."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prefazione: Ho iniziato questa fic alle sei di mattina perché non avevo più sonno e la sera prima mi erano venute un paio di ideuzze... per cui eccomi qui! (Dato che Rory non me la vuole scrivere (:P) allora me la scrivo da sola una ChanSoo! Ohohoh xD)

In corso ho ancora una TaoChen ispirata a wolf (non la finirò mai ;;) ma dato che non sono in vena ultimamente l’ho abbandonata xD Poveri lupacchiotti ♥ 

La citazione iniziale e il titolo sono tratti dall’ultimo comeback dei B.A.P... poverini! Ero in montagna da un mio amico e non me li sono filati fino ad oggi!!! Spero mi perdoneranno u.ù

ps. quella canzone è perfetta per la fic!! ♥


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

NB: gli asterischi corrispondono al cambio di giorno.



         photo chansoo_zps31d4d90f.jpg

 

 

« Monday, Tuesday, Everyday
Time goes so fast.
But why I am at the same place
Waiting for you? 
»


 


Quello che Kyungsoo notò entrando per la prima volta in quel bar fu l’annuncio sulla porta a vetri che diceva: ‘Cercasi apprendista barista’, ma avendo la mente troppo occupata dallo studio non vi diede peso e si diresse verso il bancone senza guardarsi troppo intorno. Non ne aveva bisogno, dopotutto era passato là davanti e ne aveva sbirciato l’interno troppe volte che poteva dire di essere quasi un cliente abituale.
“Cosa desidera?” domandò il barista dai capelli rosa con uno strano accento. Kyungsoo gli aveva letto il cartellino appeso alla divisa quella volta che – mentre passava per dirigersi a scuola – il barista era fuori a spazzare davanti al bar. Non aveva bisogno di rileggerlo per sapere che si chiamava Lu Han. Uno straniero, aveva pensato distrattamente, e ora l’accento gliene dava la conferma. Cercò di non fissargli troppo i capelli e di non pensare a quale potesse essere la politica del bar in fatto di esteriorità e ordinò un cappuccino e una ciambellina al cioccolato, quindi si diresse ad un tavolinetto rotondo accanto ad una finestra. Quello era il posto migliore, senza dubbio: la luce filtrava attraverso delle tendine ocra in maniera perfetta e la distanza dal bancone era tale che i clienti non gli avrebbero disturbato lo studio. Pensò che, durante i giorni più afosi, anche la distanza dal condizionatore non poteva essere migliore.
Si perse appena a guardare i passanti fuori dalla finestra e tirò fuori il portatile solo quando Lu Han gli servì l’ordinazione.

 

**

 

La prima cosa che Kyungsoo notò entrando nel bar per la seconda volta non fu l’annuncio sulla porta – che era stato rimosso e lui non se ne era accorto –, ma il ragazzo seduto al tavolinetto nell’angolo, il suo preferito.
Per un secondo soppesò l’idea di andare da lui e dirgli di andarsene perché il locale era praticamente vuoto e lui poteva sedersi dove voleva, mentre Kyungsoo aveva bisogno di quel posto per studiare perché, sai com’è, la tesina di quinto superiore non si scrive da sola e quel tavolinetto faceva proprio al caso suo.
Poi però il buon senso – e il sonno – gli impedirono di fare scenate di prima mattina e optò per il tavolinetto accanto. Alla fine dovette comunque chiedergli se poteva attaccare il portatile alla presa sotto la sua sedia.

 

**

 

Quando, il giorno dopo, trovò il proprio tavolinetto preferito sgombro, esultò interiormente. Per prima cosa se ne appropriò poggiando giacca e borsa in maniera visibile – metti che il tipo entrava proprio mentre lui era ad ordinare e glielo soffiava da sotto il naso –, quindi si diresse al bancone.
“Ehm... sì?” chiese il barista.
Dato che non si reggeva in piedi dal sonno, Kyungsoo decise che un bell’americano annacquato faceva proprio al caso suo. Stava per dirglielo quando si rese conto che il timbro di voce di quel barista non era proprio lo stesso di Lu Han e che – se fosse stato appena più lucido – si sarebbe pure spaventato per quanto fosse profondo.
“Oh” disse solo guardandolo. Se il sonno non lo ingannava, quello era proprio il tipo che il giorno prima gli aveva rubato il posto sotto la finestra. Ma che ci faceva dietro il bancone con addosso la stessa divisa di Lu Han? E dov’era Lu Han? “Lu Han?” chiese allora dando voce ai propri pensieri senza rendersene conto. Il barista si agitò appena.
“L-Lu Han? Ehm... ah, sì, dovrebbe essere in cucina? Lo chiamo? Vuoi– vuole parlarci?”
“No, no! Non lo conosco nemmeno!” esclamò Kyungsoo acquistando un po’ di lucidità e muovendo le braccia in maniera sconclusionata. Il barista si rilassò appena, probabilmente pensò che quel cliente fosse impacciato quanto lui.
“Quindi... non è qui per ordinare?” azzardò poi.
“No... cioè sì, sono qui per studiare ma anche per ordinare quindi... un americano?”
“Nome?”
“Come scusa?” chiese Kyungsoo smettendo di frugare dentro la borsa alla ricerca del portafogli. Che ci sta provando?
“Il tuo nome?” ripeté il barista indicando il bicchiere di carta che teneva in mano, “Lo scrivo qui così quando il caffè è pronto ti chiamo...”
“Oh... oh! Sì, Do Kyungsoo!”
“Basta il nome” sorrise il barista e Kyungsoo annuì cercando di scacciare l’imbarazzo dalle guance, quindi pagò in fretta e, sempre in fretta, si rintanò nel proprio angolino di tranquillità col cuore che gli batteva a mille. Uno non può consumare calorie solo per ordinare un maledetto caffè, no?
Certo che doveva essere passato proprio troppo tempo dall’ultima volta che era uscito con qualcuno per vedere proposte di fidanzamento ovunque. Soffiò fuori l’aria dai polmoni e diede una sbirciatina al bancone: Lu Han era tornato al proprio posto e stava chiacchierando animatamente col nuovo assunto. Kyungsoo aveva pensato che Lu Han fosse alto, ma quello lì era ancora più alto. Forse si era agitato per quello, non gli erano mai piaciuti gli spilungoni, soprattutto se avevano capelli lunghi, biondi e raccolti in delle treccine ai lati.
Tornò alla propria tesina cercando di non pensare ad altro.

 

**

 

Chanyeol non era mai stato un tipo dedito allo studio, per questo, quando vide quell’annuncio appeso in uno dei suoi bar preferiti, aveva fatto i salti di gioia.
Lu Han, i cui genitori erano i proprietari, era un tipo gentile e il primo giorno di lavoro gli spiegò tutto per filo e per segno e non si lamentò mai nemmeno quando Chanyeol gli chiese di ripetergli per la terza volta quale fosse il modo per tagliare un limone senza accecarsi col succo o tagliarsi un dito (scoprirà solo più in là la vera indole di Lu Han).
Il bar era uno di quei locali accessibili solo ai ventunenni dopo le sei di pomeriggio e Chanyeol la trovava una cosa fighissima, soprattutto perché lui non aveva ancora venti anni e avrebbe potuto dire di esserci entrato in maniera legale. Ma i turni di sera sarebbero arrivati più in là, per ora doveva solo imparare a fare il caffè senza inondare i muri di caffeina.
 
I veri problemi arrivarono il secondo giorno, quello in cui Lu Han lo posizionò dietro il bancone e scomparve in cucina per delle ore. Quello significava che i primi clienti sarebbero arrivati e che lui doveva rispondere a delle domande e interagire con loro o venire licenziato.
Il primo ragazzo che si avvicinò per ordinare sembrava innocuo, statura piuttosto bassa e occhi enormi, ma Chanyeol dimenticò di colpo la formula con cui si chiedeva l’ordinazione e gli uscì una qualche parola mugugnata che, però, il cliente afferrò subito e procedette con l’ordinazione.
Non è troppo difficile, pensò poco prima che il cliente chiese di Lu Han. Lu Han? Esisteva un Lu Han che si poteva ordinare? Quando poi capì che si riferiva al proprio capo e che il cliente voleva ordinare un semplice americano, Chanyeol tirò un sospiro di sollievo. Quello sapeva prepararlo.

 

**

 

Forse perché Kyungsoo era stato il suo primo cliente, o perché era un nome che rimaneva impresso – o perché Kyungsoo non aveva fatto altro che fissarlo tutto il tempo quella mattina – ma, quando quel ragazzo si ripresentò il giorno dopo alla stessa ora, Chanyeol non dovette richiedergli il nome.
Forse Kyungsoo ci rimase male, perché se ne tornò al tavolino con la fronte aggrottata. Ora che sapevo come funzionava, pensò tirando fuori il portatile e accendendolo. Probabilmente quel barista – Chanyeol, da come diceva la targhetta – si era tenuto tutti i bicchieri e aveva passato la notte ad imparare i nomi dei clienti a memoria. Magari aveva pure scattato delle foto per associarle. Kyungsoo rabbrividì al pensiero.
Tesina, tesina, pensò di colpo aprendo il documento word, ma non poté fare a meno di ascoltare le conversazioni di Chanyeol coi clienti e, a quanto sembrava, quel barista non ricordava altri nomi oltre al suo.
A metà mattinata, quando si rese conto di non aver scritto nemmeno un paragrafo, decise che era meglio infilarsi le auricolari e spararsi la musica nelle orecchie. Così non sarebbe riuscito ad ascoltare la sua voce e magari avrebbe scritto qualcosa di sensato oltre al titolo del paragrafo e a tre righe piene di errori di battitura.

 

**

 

Il giorno prima degli orali, Kyungsoo non si presentò e Chanyeol si preoccupò appena, perché quel ragazzo non aveva mancato un giorno da due settimane e ormai si era abituato a vederlo seduto nell’angolo, con il computer acceso e la musica nelle orecchie. E se poi di colpo smette di venire, ti viene da pensarci. Ovviamente Chanyeol non aveva minimamente preso in considerazione la scuola – quando mai lo aveva fatto? – e fu Lu Han ad illuminarlo.
“Gli orali?”
“Può essere” rispose Lu Han annuendo, “Li hai fatti anche tu l’anno scorso.”
“Ho rimosso nel momento in cui sono uscito da quell’aula delle torture.”
Lu Han alzò gli occhi al cielo, conosceva abbastanza bene Chanyeol per non pensare che non fosse da lui.
“Ma perché me l’hai chiesto?”
Chanyeol fece spallucce, “È come se mancasse qualcosa oggi.”
 
Quel pomeriggio, quando Kyungsoo entrò seguito da altri due coetanei piuttosto vivaci, il sorriso che gli si era formato involontariamente sul volto svanì insieme a due lattine di Coca-Cola e un americano con ghiaccio.
Chanyeol pensò che era normale una cosa del genere, che Kyungsoo doveva avere degli amici e una vita al di fuori di quelle poche ore che aveva trascorso al locale, eppure gli diede fastidio lo stesso. Forse era perché lì dentro non aveva mai rivolto dei sorrisi a nessun altro se non a lui, o perché si era abituato a vederlo da solo in quel tavolino nell’angolo, con la fronte aggrottata per la concentrazione e le labbra che si muovevano silenziose seguendo il testo di chissà quale canzone occidentale.
Quando portò l’unico americano al tavolo, lo sguardo indugiò un po’ più a lungo del dovuto sul volto di Kyungsoo, ma lui non ricambiò.
 
“Grazie” mormorò Kyungsoo e non sapeva nemmeno lui perché non aveva avuto il coraggio di guardarlo. Forse perché sperava di evitare la reazione degli altri, che tanto arrivò lo stesso.
“Quindi è lui?” domandò Sehun con una gomitata e Jong-in si mise a ridere facendosi anche lui attento.
“Ma lui chi?”
“Quel barista figo di cui ci parlavi. Anche se io pensavo che tu odiassi le persone più alte di te.”
“Primo: non ho mai detto che è figo,” iniziò Kyungsoo cercando di tenere il volume della voce il più basso possibile, “Secondo: infatti vi odio entrambi.”
“Come vuoi” continuò Jong-in voltandosi verso il bancone, “Ma lui continua a guardare da questa parte.”
“Forse è perché anche tu non fai altro che guardarlo!?” domando Kyungsoo stizzito e di colpo rimpianse l’idea di passare per quel bar e festeggiare la fine degli orali insieme ai suoi due migliori amici.
“Comunque non è male” commentò Sehun scolandosi il resto della lattina così in fretta che gli lacrimarono gli occhi.
“A forza di stare con voi diventerò gay pure io...” si lamentò Kyungsoo – perché la pensava proprio allo stesso modo – e infossò la testa tra le braccia.
“E punti subito in alto, eh!” rise Jong-in alzando un sopracciglio, “Ci potrei fare un pensierino pure io...”
Sia Kyungsoo che Sehun lo guardarono di traverso e Jong-in alzò le mani in segno di resa.
“Scherzavo! Comunque lo dicevo perché dovresti sbrigarti,” continuò rivolto a Kyungsoo, “Le ragazze in quel tavolinetto laggiù potrebbero precederti sul tempo.”
“Non rompere.”
 
A un certo punto, Chanyeol credette di aver visto i due amici di Kyungsoo tenersi per mano sotto al tavolo, ma quando finì con delle ordinazioni e tornò a guardarci, la presa già non c’era più. Si voltò di schiena, le guance rosse, e finse di lavare un paio di bicchieri.

 

**

 

“Andava bene il caffè di ieri?” domandò Chanyeol quando Kyungsoo si avvicinò alla cassa per pagare. Kyungsoo lo guardò con gli occhi più sbarrati del solito.
“Intendo l’americano col ghiaccio!” spiegò Chanyeol agitandosi per quello sguardo fisso, “Era la prima volta che lo preparavo! Ma magari ho messo troppo ghiaccio... non so, non sono ancora–”
“Andava benissimo” rispose Kyungsoo con un enorme sorriso stampato sul volto e a Chanyeol mancò l’aria. Adorava il modo in cui le labbra di Kyungsoo si incurvavano ad ogni sorriso e gli occhi assumevano quelle due mezzelune perfette che avrebbe tanto voluto baciare.
Quando Kyungsoo uscì dal locale lanciandogli un ultimo sorriso, Chanyeol si domandò da quand’era che quel sentimento si era trasformato così tanto, diventando qualcosa a cui non pensava di essere pronto.

 

**

 

“Viene tutti i giorni e se ne sta lì seduto per ore. Non credi che stia aspettando qualcosa?”
“Cosa?” domandò Chanyeol col cuore che gli batteva a mille come ogni volta che si parlava di lui.
“Non lo so, va’ a chiederglielo.”

 

**

 

“Impazzisco” disse Chanyeol un giorno in cui aveva aspettato l’arrivo di Kyungsoo per tutta la mattinata e lui si era presentato solo a pomeriggio inoltrato.
Lu Han – che stava preparando un ice cappuccino – alzò gli occhi al cielo, “Te l’ho detto cosa devi fare. Non puoi continuare così o io impazzirò insieme a te.”
“Sai cosa faccio?” disse Chanyeol con un tono un po’ troppo serio, “Ora vado a chiedergli se gli piaccio. Così io non mi dichiaro facendo la figura del cretino ma almeno so se posso avere una chance, no?”
“Non mi sembra una buona idea” aveva provato a dire Lu Han, perché sapeva che un Chanyeol agitato in quel modo è un Chanyeol che ti potrebbe mandare a fuoco la cucina solo per preparare un toast, ma Chanyeol aveva già buttato nel lavello lo strofinaccio con cui stava asciugando delle tazzine e si era fiondato verso il suo tavolino.
L’idea, in effetti, non si rivelò delle migliori: Chanyeol gridò quella domanda a mezzo locale e gli occhi di Kyungsoo non erano mai divenuti tanto grandi e le guance tanto rosse.
Solo quando Kyungsoo ebbe raccolto la propria roba in fretta e furia e venne risucchiato dalla folla fuori dal locale, Chanyeol riacquistò quel briciolo di lucidità che gli serviva per capire che aveva rovinato tutto.

 

**

 

“Mi odia” decretò Chanyeol qualche giorno dopo, perché Kyungsoo continuava a rifiutarsi esplicitamente di farsi prendere qualsiasi ordinazione da lui o di guardarlo in faccia.
“Anche io ti avrei odiato”
“Non mi aiuti così”
“Senti” sospirò Lu Han osservando Kyungsoo sempre seduto al solito posto nell’angolo, “Potrebbe anche odiarti, ma allora perché continua a venire?”
“Perché è sadico e vuole farmi soffrire?”
“Non credo. Secondo me è solo imbarazzato. Io smetterei di andare in un locale in cui c’è un cameriere che odio. Quindi, spera per te che lui continui a venire, perché se ci fai perdere clienti ti sbatto fuori a calci nel deretano.”
Chanyeol sospirò abbandonandosi sul bancone.

 

**

 

Quando Kyungsoo finì di bere il proprio caffè e si alzò dal tavolo, Chanyeol era già pronto davanti alla cassa perché, se non poteva prendere ordinazioni da lui, almeno poteva dirgli a quanto ammontava il conto. Meglio di niente. 
Lo osservò mettersi in fila con l’accenno di un sorriso sulle labbra.
“Chanyeol, vero?” domandò la ragazza in fila appena prima di Kyungsoo.
“Sì, cosa paghi?”
“Un espresso e vuoi venire al cinema con me ‘sta sera?”
“Sono tremila won e...” Chanyeol prese i soldi della ragazza, “Come scusa?”
La ragazza sorrise appena imbarazzata, “Danno un film che vorrei vedere e mi chiedevo se avevi voglia di venire...”
“Ah... ecco... potrei anche venire perché non ho nulla da fare ma... se è un appuntamento devi sapere che sono già innamorato di un’altra persona.”
Le altre ragazze che aspettavano la loro amica all’ingresso e che non avevano fatto altro che ridacchiare per tutto il tempo si azzittirono di colpo.
“Oh” disse la ragazza in fila, “Davvero?” e finse un sorriso.
“Già” rispose Chanyeol e lo sguardo gli cadde su Kyungsoo, che lo stava fissando con un’espressione indefinita sul volto.
“Quindi... non vieni?”
“Meglio di no” rispose Chanyeol, “E scusami, ma c’è un po’ di fila...”
“Sì, sì, certo...” disse la ragazza e si fiondò fuori dal locale con le altre.
“Pago una pasta e un cappuccino” disse solo Kyungsoo una volta arrivato davanti alla cassa. La conversazione non fu troppo diversa dalle ultime volte, ma almeno Kyungsoo lo stava guardando in faccia e – sperò di non esserselo inventato – gli aveva sorriso.

 

**

 

“Ti ammazzo” disse Lu Han.
“Perché?”
“Mi hai fatto perdere tre clienti, quelle ragazzine non verranno più ed è colpa tua.”
Chanyeol trattenne una risata, “Scusami.”
“Domani farai solo il turno di mattina” continuò Lu Han con tono imperativo e Chanyeol non capì in cosa consisteva la punizione dal momento che di solito faceva due turni tutti i giorni e quella gli sembrava solo una riduzione delle ore lavorative.
“Per parlargli” spiegò Lu Han vedendo la sua faccia interrogativa.
“Non capisco.”
“Con Kyungsoo! Hai detto che non ti parla quando lavori? Magari ti parlerà se non lavori. E vedi di non farti prendere dal panico e di mantenere un tono basso o vengo a prenderti a sprangate sulla schiena.”
Chanyeol metabolizzò il piano e un sorriso gli si allungò sul volto. Come aveva fatto a non pensarci prima?
“Sei un genio.”
“Sono il tuo capo per un motivo.”
Chanyeol trattenne l’istinto di abbracciarlo evitando così un morso sul braccio.

 

**

 

“Posso sedermi?” domandò la voce di Chanyeol in una giornata uggiosa e Kyungsoo alzò il volto dallo schermo del proprio cellulare solo per trovarselo di fronte, sorridente e senza divisa.
“Ehm, sì, certo...” rispose Kyungsoo con la voce più neutra che riuscì a tirare fuori – anche se poi le dita tremanti lo tradirono – e lo osservò sedersi di fronte.
Per qualche minuto non dissero nulla. Kyungsoo era ritornato a giocherellare col cellulare e a sorseggiare il proprio tè freddo mentre Chanyeol guardava fuori dalla finestra l’acqua che scivolava giù dai vetri. Kyungsoo si domandò se anche lui da piccolo si divertiva a scommettere su quale goccia sarebbe arrivata prima in fondo vincendo la gara. E solo in quel momento si rese conto che aveva iniziato a fissarlo.
“Prima di essere assunto...” iniziò Chanyeol di colpo facendolo trasalire, “...questo era il mio tavolo preferito. Sedevo sempre qui e passavo il tempo a guardare i passanti.”
“Oh.”
“Com’è andato l’esame?”
“Uhm... bene.”
Chanyeol sorrise appena – Lu Han aveva ragione sull’esame, caspita, Lu Han ha ragione su tutto! – e annuì continuando a guardare i vetri bagnati. Fuori la pioggia aveva aumentato d’intensità e anche le persone sotto gli ombrelli avevano iniziato a spostarsi più freneticamente.
“Senti” dissero di colpo all’unisono, e sempre insieme si bloccarono.
“Prima tu” sorrise Chanyeol e per la prima volta si guardarono.
“No... io... niente. Volevo solo scusarmi per essere scappato in quel modo, insomma.”
Kyungsoo lo osservò sorridere come non lo vedeva da giorni, e si ritrovò a pensare che era proprio buffo il modo in cui i suoi sorrisi sembrassero più delle smorfie.
“Non devi scusarti, sono stato io... insomma... non dovevo chiedertelo così direttamente...”
“No è che... l’hai urlato... e...”
“Infatti” Chanyeol si mise a ridere e Kyungsoo lo seguì un secondo dopo, “Quindi scusami tu.”
“È tutto okay.”
“Perfetto.”
“Okay...” e Kyungsoo si rimise a ridere perché era tutto davvero perfetto in quel modo e quando riaprì gli occhi Chanyeol lo fissava così intensamente che non riuscì a reggere lo sguardo.
“Sono contento che non mi odi.”
“Certo che non ti odio” lo rassicurò Kyungsoo e un altro tipo di tensione era tornata a fargli tremare le dita, “Allora... io è meglio che torni a casa che non ho l’ombrello e non voglio che peggiori più di così” e indicò fuori dalla finestra.
“Ti accompagno!” esclamò Chanyeol saltando in piedi, “Ho un ombrello nel retro.”
“Ah” commentò Kyungsoo nascondendo l’imbarazzo delle guance, “Se non è un problema...”
“Assolutamente” rispose Chanyeol e scappò in cucina seguito dallo sguardo soddisfatto di Lu Han.
 
Il tragitto fino a casa di Kyungsoo fu piuttosto silenzioso. Parlarono solo del più e del meno – soprattutto di quanto facesse schifo la pioggia estiva – passando la maggior parte del tempo ad evitare le pozzanghere e i ruscelli improvvisati sull’asfalto. Non fu così romantico come si aspettava Kyungsoo, ma aveva fatto del proprio meglio per renderlo tale, stringendosi al suo braccio dopo aver finto di perdere l’equilibrio o lanciandogli qualche occhiata furtiva ai semafori.
“È qui” disse poi indicando una casa circondata da un muretto bianco, quindi lo condusse sotto al tettuccio del cancello d’ingresso e suonò il campanello, “Grazie mille.”
“Di niente!” rispose Chanyeol chiudendo l’ombrello e Kyungsoo si domandò se volesse entrare. Stava per chiederglielo quando lo sguardo di Chanyeol lo impalò sul posto e gli seccò la gola. Erano proprio vicini sotto quel tettuccio, con la pioggia che li circondava e il sorriso di Chanyeol a meno di un metro. Le sue dita poi gli scansarono di colpo la frangia dagli occhi e la cosa non aiutò.
Pensò che ormai non aveva nulla da perdere e che poteva anche tentare: fece per alzarsi sulle punte ma Chanyeol fu più veloce e gli schioccò un bacio sulla guancia. Il rumore gli si infilò rapido nei timpani e raggiunse le budella alla velocità della luce privandolo della parola e di qualsiasi altra capacità comunicativa.
“Allora... ci vediamo” lo salutò Chanyeol rosso in viso quanto l’altro e stava per riaprire l’ombrello quando Kyungsoo lo bloccò. Chanyeol si voltò solo per ritrovarsi gli occhi chiusi dell’altro a due centimetri dai propri e avvertire le loro labbra premute insieme. E quando Kyungsoo si alzò ancora di più aggrappandosi alle sue spalle, Chanyeol inclinò il capo e lo strinse per i fianchi.
“Pensavo che non saremmo mai arrivati a questo...” commentò Kyungsoo separandosi il minimo indispensabile per parlare. Chanyeol lo strinse se possibile ancora di più e tornò sulle sue labbra, questa volta con più consapevolezza.
Continuarono a scambiarsi quel bacio asciutto per qualche secondo, almeno finché la voce metallizzata della madre di Kyungsoo non parlò dal citofono chiedendo chi fosse e Kyungsoo sobbalzò per lo spavento.
“Sono io, mamma! Arrivo!” gridò e si premette una mano sul cuore. Quella di Chanyeol arrivò poco dopo.
“Sei proprio spaventato” rise avvertendo i suoi battiti accelerati.
Kyungsoo restò un attimo in silenzio beandosi del calore del palmo della sua mano sul petto e realizzando quello che era appena successo.
“Batteva così anche prima” commentò poi sorridendo e Chanyeol non poté che tornare sulla sua bocca un’ultima volta. Kyungsoo pensò che Chanyeol sapeva proprio di cannella, come quella che metteva sempre sul cappuccino, e glielo disse.
“Devo andare” disse poi quando l’altro ebbe finito di ridere sul suo collo facendogli solletico.
“Okay” rispose l’altro rubandogli un altro bacio, “Ci vediamo domani al locale?”
“Vuoi farmi andare in bancarotta? Sai quanti cappuccini mi sono bevuto solo per vederti?” Kyungsoo arrossì, ma ormai l’aveva detto.
“Offro io! Okay?” disse Chanyeol buttandosi sotto la pioggia, “A domani!”
Kyungsoo lo salutò col sorriso sulle labbra. A domani.
L’attesa era finita.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: taemotional